Perché Marino e Zingaretti devono dimettersi.

Lo scandalo che ha investito Roma e la Regione Lazio non è certo cosa di ordinaria amministrazione, si potrà discutere se il fenomeno sia classificabile come Mafia o come corruzione diffusa (direi sistemica), ma in ogni caso siamo al di là di ogni limite di decenza. D’accordo: il grosso delle porcherie appartengono più alle giunte precedenti che a quella ora in carica, anche se poi è ingiusto dire che tutto è iniziato con Alemanno e la Polverini, perché, le basi, se vogliamo, risalgono alle giunte Veltroni e Marrazzo targate Pd.

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Il Pd perde la sfida dei comuni, ma la notizia peggiore per Renzi è un’altra.

In sintesi, 7 a 4 per il centrodestra: Lecco, Macerata, Mantova e Trani al centrosinistra; Venezia, Arezzo, Chieti, Fermo, Matera, Nuoro, Rovigo al centro destra. Considerando che sui centri maggiori (Venezia, Arezzo, Mantova) la partita si schiude 2 a 1 per il centro destra, che il Pd aveva il sindaco uscente candidato in diverse di località, che la scommessa principale era Venezia e che Arezzo è antico feudo della sinistra, direi che non c’è dubbio che si tratti di una sconfitta secca. Ma questa non è neppure la notizia peggiore per Renzi.

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Ad essere impresentabile non è De Luca… è il Pd.

De Luca non è un incidente di percorso del Pd, un occasionale cacicco meridionale la cui presenza il partito ha dovuto subire per i capricci del popolo delle primarie. Se fosse stato questo, Renzi non si sarebbe speso mettendoci personalmente la faccia ed oggi non starebbe ad arrampicarsi sugli specchi per salvarlo dalla legge Severino, altre volte applicata senza sconti.

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Dal Pci al Pd (Pd= Partito di De Luca)

C’è una parte della base (sia di iscritti che di elettori) del Pd che gli resta fedele, nella convinzione di stare sostenendo l’erede naturale del Pci. Una visione a metà fra il formalismo giuridico ed il pensiero magico-religioso: quel che non è dimostrabile per via di carta bollata è sorretto dalla fede in un qualche spirito che aleggia e vivifica le forme della materia. Un procedere a-logico per il quale potremmo dimostrare che Marcinkus è l’erede legittimo dei dodici apostoli e che Pisapia è l’erede di Ludovico il Moro.

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