In ricordo di Dario Fo: la storia, l’artista, il genio, il militante.

Ieri, saputo dalla scomparsa di Dario Fo, ho fatto due chiacchiere con Andrea Picardi per Formiche su Dario e la sua passione per i 5 stelle, ma anche altro. Di seguito vi segnalo volentieri l’intervista. A.G.

L’artista. Il drammaturgo. L’intellettuale. Il politico. Ci sarebbero tante espressioni per raccontare Dario Fo, il premio Nobel per la letteratura scomparso oggi a Milano a novant’anni.

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Perché il Pd è un partito “sbagliato”.

Ci sono partiti che non fanno errori, quanto essere essi stessi un errore, magari perché, pensati per essere una cosa, sono diventata un’altra molto diversa ed indesiderata, o perché hanno mancato l’obiettivo che ci si proponeva per dei difetti di progettazione.
Ad esempio, l’unificazione Psi-Psdi, nel 1966, pensata per costruire una grande socialdemocrazia di massa sul modello di quelle nordiche, in grado di strappare al Pci la leadership della sinistra, dette vita ad un aborto di partito che si scisse solo tre anni dopo. E il difetto era di progettazione perché unificava un vero partito socialista con quello  socialdemocratico, che, al di là delle autoproclamazioni, era un partito di destra.

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Perché la sinistra in Italia perde?

Sette anni fa, Rifondazione conquistava il  5,87%, il Pdci il 2,32%, i Verdi il 2,06%, per un totale che sfiorava il 10%. Oggi, pur assorbendo qualche briciola dell’Idv, che aveva un po’ più del 2% nel 2006, la sinistra, tutta insieme,  ha difficoltà a raggiungere il 4% ed il quadro politico –organizzativo è desolante: Rifondazione, ridotta a poche migliaia di iscritti, Sel si rivela come un aggregato di aspiranti assessori in carriera ed è ora allo sbando con un gruppo dirigente nazionale che non controlla la sua base,  Pcl, Sinistra anticapitalistica, Pc di Marco Rizzo ecc.  sono piccolissimi gruppi di diaspora politicamente non significativi, del gruppo di Civati si sono perse le tracce da gennaio.

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Lista di sinistra a Milano: non c’è limite all’umana stupidità

Confesso: questa volta ci ero cascato e ci avevo creduto. Ho pensato che, per un momento, quel che resta della sinistra milanese sapesse comportarsi seriamente e cogliere l’occasione: con un Pd diviso su una candidatura altamente sgradita come quella di Sala, con una Sel spaccata in due, con un M5s che faticava ad aggredire la base elettorale del Pd, con una tendenza, pur timida, al rientro delle astensioni, c’erano le condizioni per un notevole successo della sinistra. Dicevo: “Dovrebbero essere dei perfetti imbecilli per non approfittare di un momento del genere”. Esatto: sono degli imbecilli insuperabili.

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Sinistra e M5s non stanno messi bene, meno male che la destra sta messa peggio. Ovvero: se Atene piange…

A giudicare dalle candidature che iniziano a profilarsi il panorama è decisamente deprimente:

Torino, forse è quella che sta messa meglio: Fassino non è proprio l’ideale ma è il meno peggio che il Pd possa offrire, il M5s ha una candidata dignitosa anche se non celeberrima, a destra un candidato senza infamia e senza lode;

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Perché Sinistra Italiana non mi convince.

Come ho già scritto, faccio i miei migliori auguri agli amici (non so se usano ancora il termine compagni o se ne sentono offesi, per cui mi tengo su un prudente “amici”) di Sinistra Italiana perché, pur sempre va salutata con favore qualsiasi segnale di rinascita della sinistra in questo paese. Ma confermo di avere pochissime speranze in questo tentativo.

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