In morte di Marco Pannella.

Pannella è morto ed, ammonisce un vecchio adagio,  dei defunti non si deve dir nulla se non bene, forse nel timore che i medesimi, offesi, vengano a tirarci i piedi di notte. Per cui la morte è il momento in cui ricordare solo i meriti (ed anche al di là della loro effettiva portata) dimenticando magnanimamente colpe ed errori. Personalmente non ho mai creduto in questa ipocrisia funeraria, per la quale sono stati tutti uomini grandi ed incompresi dai loro contemporanei: la liturgia del “coccodrillo” mi ha sempre fatto un po’ schifo. Dico subito che, sul piano politico –e quindi storico- dò un giudizio prevalentemente negativo della sua opera e dell’eredità che lascia.

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Spacchettare i referendum: una proposta stupida!

Nello schieramento ostile alla riforma costituzionale Renzi-Boschi, si sta facendo strada la proposta di “spacchettare” il referendum in cinque o sei quesiti “omogenei”, dato che la riforma tocca vari punti della Costituzione. Si tratta di una proposta stupida, incostituzionale, e di un errore politico grossolano. Dell’incostituzionalità diremo a parte, in altro articolo, qui ci occupiamo degli aspetti politici.

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Raimondo Lanza di Trabia

Martedì 30 novembre 1954 il principe Raimondo Lanza di Trabia moriva schiantandosi, completamente nudo, sul selciato davanti all’Hotel Eden, a Roma. I giornali scrissero di un suicidio: Raimondo nell’ultimo periodo aveva dato segni di depressione e squilibrio. Eppure, da grande amante del calcio, aveva appena acquistato decine di biglietti per la partita Italia-Argentina che si sarebbe tenuta il sabato successivo, il che – diciamo la verità –  è piuttosto insolito per un aspirante suicida. Se ne andava così uno degli esponenti più importanti dell’aristocrazia siciliana dell’epoca.

Qualche mese dopo Domenico Modugno, suo grande amico, avrebbe inciso in suo onore “Vecchio frack”. Il bastone di cristallo, la gardenia nell’occhiello, e il papillon che risalta sul candido gilet. Questa l’immagine che sarebbe rimasta immortale di Raimondo Lanza di Trabia.

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Scontro Renzi-Davigo: uno sguardo più ampio

Una settimana fa, il neo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo non si era ancora seduto sulla sua nuova sedia, che già dava fuoco alle polveri attaccando frontalmente la classe politica per il diffuso malcostume e, come era prevedibili, Renzi, che, chissà perché, si è sentito chiamare in causa, ha subito risposto per le rime (solito “spirito buzzurro” fiorentino). Siamo ad un nuovo tempo dell’ormai eterna saga “Politica contro Magistrati”? Ragioniamoci su.

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Roberto Navale: un personaggio eccellente del nostro nuovo libro

Roberto Navale: all’epoca dei  fatti narrati nel libro, capo sicurezza della Fiat. Ma, in precedenza ufficiale del servizio segreto militare (Sim), per conto del quale operò in Francia in stretto contatto con l’Osarn, meglio nota come Cagoule, il gruppo fascista responsabile dell’assassinio dei fratelli Rosselli. Per questa ragione, Navale, insieme al superiore Santo Emmanuele, venne accusato di essere il mandante.

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La situazione storico-spirituale del parlamentarismo odierno.

Molto volentieri vi propongo questo articolo di Lucio Mamone, amico e giovane promettente studioso. Buona lettura! A.G.

Il DDL Cirinnà è stato finalmente approvato ed è ora possibile sviluppare una prima valutazione complessiva della vicenda, constatando che non si è persa occasione di spingere la Repubblica un passo più avanti verso il suo declino politico, culturale ed istituzionale. La vicenda ha pertanto acquisito una una rilevanza che va al di là dei suoi aspetti più contingenti e merita particolare considerazione, nonché un inquadramento che parte da lontano.

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