Pietro Scaglione: quando la sinistra non amava i magistrati

Scrivendo una serie di cose in merito alla nascita del giustizialismo, mi è tornata alla mente la storia del giudice Pietro Scaglione. Così ho chiesto all’amico e stimatissimo giornalista Francesco La Licata, se avesse avuto il tempo di ricostruirne in un pezzo per il sito la storia. Ecco l’articolo, di cui consiglio la lettura, non prima di aver ringraziato con grande affetto e stima l’autore. Buona lettura! A.G.

Di Francesco La Licata. (Nella foto, a sinistra Pietro Scaglio, a destra il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa) Il procuratore della Repubblica di Palermo, Pietro Scaglione, fu ucciso dalla mafia la mattina del 5 maggio 1971.

Continua a leggere

L’ingraismo

Non esiste nessuna opera (che io sappia) specificamente dedicata alla corrente ingraiana del Pci e questo ha alimentato un immaginario non sempre corrispondente alla realtà storica. Ad esempio, si parla spesso dell’ingraismo come una sorta di superamento del togliattismo: lo scrive esplicitamente Alfredo Rechlin nello speciale del “Manifesto” dedicato ai 100 anni di Ingrao, sottolineando come Ingrao si distacchi da Togliatti per la diversa lettura del caso italiano (ci torneremo su). In realtà, l’ingraismo fu sempre una variabile interna del togliattismo.

Continua a leggere

Le cause storiche dell’antitalianismo.

La “sindrome da anti italianità” è così diffusa e pervasiva da porre il problema delle sue cause. Gli italiani non si piacciono e non si stimano, questo è evidente, e coltivano atteggiamenti autolesionistici che non hanno riscontri in nessun altro paese in Europa, dove, dai greci agli inglesi, dai tedeschi agli spagnoli, di polacchi ai portoghesi, dai francesi ai rumeni o agli ungheresi sembrano tutti abbastanza orgogliosi della loro identità nazionale, pronti a rintuzzare eventuali accuse o critiche (spesso luoghi comuni).

Continua a leggere

I cento anni di Pietro Ingrao.

Oggi Pietro Ingrao compie cento anni, una buona occasione per un bilancio storiografico della sua azione politica e della corrente ideologica che ne è derivata. Le due cose, Ingrao ed ingraismo, infatti  non si identificano perfettamente, come sempre accade fra la scuola ed il caposcuola, ma in questo caso c’è una particolare integrazione dei due termini.

Continua a leggere

Il mito della governabilità.

A metà anni ottanta Bettino Craxi sollevò il problema della “governabilità”, prontamente soccorso dal prof. Giancarlo Miglio che, statistiche alla mano, dimostrò che l’Italia era un paese patologicamente instabile: la durata dei governi era fra le più basse d’Europa, il processo decisionale fra i più lenti, il Parlamento fra i meno produttivi quanto a  riforme di grande portata, mentre eccelleva per la produzione di interesse microsettoriale ecc.

Continua a leggere

Mattarella Presidente: vincitori e perdenti nella battaglia del Quirinale.

Come era facile prevedere sin da ieri, Mattarella è stato eletto Presidente. Facciamo ora il bilancio di questa tornata presidenziale dando la “pagella” a ciascuno dei giocatori:

Renzi= è il vero vincitore, anche se non ha colto a pieno i suoi obiettivi, in primo luogo perché avrebbe voluto una conferma del Nazareno, che invece si incrina, in secondo luogo perché questo, per lui, è un candidato di compromesso e non quello che avrebbe preferito. Sicuramente Fioroni, Veltroni, Chiamparino, Pinotti, Franceschini, Fassino gli sarebbero stati più congeniali. E questo è il quinto di bicchiere vuoto. In compenso:

Continua a leggere

La morte di Baldina Di Vittorio.

Nei giorni scorsi ho appreso per caso una notizia che mi era sfuggita: il 4 gennaio è morta a Cerignola Baldina, la figlia di Giuseppe Di Vittorio. Aveva 95 anni. E’ stata parlamentare comunista, dirigente dell’Udi, moglie di Giuseppe Berti, da ultimo presiedeva la fondazione intitolata al padre. Una donna straordinaria che ho avuto modo di conoscere personalmente e per la quale avevo una vera venerazione.

Continua a leggere

Dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano: si decide lo sviluppo delle nostre istituzioni.

Con le dimissioni di Giorgio Napolitano (che certo non rimpiangeremo) si apre una fase decisiva per lo sviluppo delle nostre istituzioni. Ciascuno dei Presidenti che si sono succeduti in questo settantennio ha interpretato il proprio ruolo in modi molto diversi: più “notarile” e super partes De Nicola, Einaudi, Leone, Ciampi, più “interventista”, con gradazioni diverse, Gronchi, Segni, Saragat, Pertini, Cossiga, Scalfaro. In particolare da Pertini in poi la tendenza ad un Presidente “interventista” è costantemente cresciuta, salvo la parentesi di Ciampi.

Continua a leggere