Settimanali e quotidiani hanno iniziato una campagna terroristica per descrivere come e qualmente questo paese sprofonderebbe nel più nero degli abissi se dovesse uscire dall’Euro, unico scudo della nostra malandata economia. Si tratta di una delle operazioni più in malafede che si siano mai viste che si basa su serie di fake news. Ragioniamo cominciando dal principio.
Lo scontro in atto fra istituzioni europee e governo giallo verde italiano è solo il riflesso di quello più ampio che, quantomeno in Europa ed Usa, sta contrapponendo la rivolta populista alle èlites e che sta schiacciando la sinistra democratica (ovviamente non è del Pd che parlo) in un referendum che, come che vada, la vede sconfitta in partenza.
Di fronte al processo di globalizzazione neo liberista la sinistra europea (limitiamoci a questa area) si è divisa in tre aree:
a. la sinistra “riformista” (o, se volete, socialdemocratica) che ha accettato supinamente la rivoluzione neo liberista, non opponendo alcuna resistenza e cercando maldestramente di ritagliarsi uno spazio di sinistra interna al sistema. In questo processo di omologazione, questa sinistra ha cessato di essere socialdemocratica (e lo ha dimostrato accettando la demolizione un pezzo alla volta del welfare) per diventare semplicemente liberale, pur se con vaghissime aspirazioni socialeggianti.
Uno spettro si aggira minaccioso per le cancellerie europee: il fantasma delle prossime elezioni per il Parlamento di Strasburgo. E’ presto per i pronostici, ma qualcosa si può già prevedere: i socialisti tracolleranno in Italia, Austria, Grecia, Francia, Belgio, Spagna, andranno maluccio in Norvegia, Danimarca, Repubblica ceca, e nel resto, salvo, forse il solo Portogallo dove è possibile qualche piccola avanzata.
Torna a farci visita Giuseppe Gagliano, Presidente del Centro di Studi Strategici Carlo de Cristoforis. Buona lettura! A.G.
La Russia è certamente un paese chiave per gli attori economici francesi. Total e Vinci mantengono strette relazioni con gli oligarchi russi, assumendo così una certa vicinanza al Cremlino, nonostante le controversie su argomenti come la Siria o la posizione del Presidente Putin nei confronti della estrema destra europea. La distanza politica mostrata dai capi francesi è credibile? Gli interessi economici possono essere separati- e lo devono essere- dalle opinioni politiche.
Nel corso delle ultime settimane, il Presidente francese Emmanuel Macron ha fatto parlare notevolmente di sé per il crescente attivismo dimostrato nelle questioni internazionali: il leader di Parigi ha dato sfoggio di un dinamismo notevole e cercato di espandere la proiezione della politica estera francese sulla scia delle sue iniziative personali.
Matteo Luca Andriola, oltre che grande amico, è tra i giovani storici e politologi italiani forse il più preparato studioso della destra radicale in Italia e nel nostro continente e autore di un libro, “La Nuova Destra in Europa”, ormai tra le bussole per chi voglia approcciarsi al tema. Da appassionato di una materia “sorella” – la geopolitica – ho il grande piacere di poter fare due chiacchiere con lui per cercare di orientarmi nell’attuale scenario. Abbiamo da temere un ritorno di fiamma del pericolo fascista complice una crisi economica che si è fatta crisi sociale – o che forse addirittura da una pregressa crisi sociale e culturale deriva?
Nel panorama mediatico italiano una notizia che non ha avuto la rilevanza che meritava è la volontà dell’appena insediato Governo Austriaco del giovane Kurz di voler dare cittadinanza a tutti i cittadini sudtirolesi. Dopo la tiepida, per non dire “bollita”, risposta del Ministro degli Esteri Angelino Alfano che dichiarava la delicatezza della questione, il Governo austriaco ha poi fatto un passo indietro e smorzato i toni, parlando di cooperazione con il Governo Italiano.