Diavolo d’un greco, paga i debiti coi soldi del creditore

Di Lamberto Aliberti. La storia. I primi di maggio sembrano ripetere i primi di aprile (vedi il mio pezzo precedente). Per il 12 ci sono da rimborsare 750 milioni di euro all’IMF, un 50% in più della tranche precedente.  E cominciano a girare le stesse voci: “Non ce la faranno mai. Sarà default”. Invece va più liscia di prima: saldo intero, in anticipo di un giorno.

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Una Tangentopoli spagnola?

Da Barcellona, Steven Forti. In Spagna tira aria di Tangentopoli. Indagini, soffiate e arresti legati alla corruzione del sistema politico occupano le prime pagine di tutti i giornali. Non pochi libri sono stati pubblicati recentemente sull’argomento. Un paio di settimane fa sono usciti contemporaneamente “El fango. Cuarenta años de corrupción en España” dell’ex magistrato Baltasar Garzón e la traduzione de “La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. È solo un caso?

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Immigrati: mettiamoci in testa che…

Nel dibattito sulla questione dell’immigrazione capita di sentire cose completamente campate in aria, ma dette con la sicurezza delle verità più scontate. Qualche eco si è avvertito anche nelle pagine di questo blog. Chissà perché i sostenitori della favola delle centinaia di milioni di neri che ci sommergerà o dell’insostenibilità economica della cosa, non si preoccupano mai di ragionare su numeri e stime, ma butta lì la cosa come se fosse del tutto ovvia. Forse conviene fare qualche riflessione più approfondita.

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Il giorno del giudizio per la Grecia

Di Lamberto Aliberti. Il 9 aprile, nelle stanze di palazzo Berleymont, non si trovava un funzionario disposto a scommettere un euro sulla sopravvivenza – economica s’intende – della Grecia. Scadeva il debito di 496milioni di dollari verso il Fondo Monetario Internazionale (IMF). E le fonti elleniche si erano ormai prosciugate. Il primo ministro, Tsipras, era in Russia. “Non a battere cassa”, s’era affrettato a spiegare, con la conferma di Putin. Varoufakis, ministro dell’economia, giusto pochi giorni prima, il 4, era volato a Washington: appuntamento in serata con Christine Lagarde, direttore IMF, e il giorno dopo con rappresentanti del Tesoro Usa. A che fare?

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Ucraina, che succede?

Da diversi mesi è andata scemando l’attenzione verso la situazione ucraina, quel che ha ingenerato nell’opinione pubblica l’idea che un qualche accomodamento stia maturando nei fatti e che la crisi abbia imboccato la via di una soluzione. Niente di più sbagliato: in questi mesi le cose non hanno fatto che peggiorare, anche se i combattimenti sono momentaneamente diminuiti di numero ed intensità, rispetto alla fase precedente.

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Migranti: come farla finita con le stragi in mare?

L’ennesima strage di migranti ci mette brutalmente di fronte al problema del proclamare apertamente il nostro cinismo di sazi occidentali, e dire che non ci importa nulla di migliaia di disperati che affogano, o farci carico del problema e assumerne i costi. La prima cosa da fare è mettere da parte tutte quelle finte soluzioni che servono solo a tacitare la coscienza. Prima fra tutte quella che piace tanto a Salvini ma trova consensi anche a sinistra (come ho potuto constatare assistendo ad una trasmissione televisiva in cui una parlamentare Pd si scontrava con Travaglio): “Aiutiamoli in Africa”.

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Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. I modelli

Parte prima (consigliata prima della lettura della seconda parte): “Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. Inquadramento”
Parte seconda: i modelli. Di Lamberto Aliberti. Il PIL è la somma algebrica di 5 componenti, 4 positive e l’import di beni e servizi negativo. Espressi a prezzi costanti, sono la manifestazione della crescita reale di un paese. Il loro peso sul Pil cambia nel tempo, ma tende a caratterizzarsi in modo diverso da paese a paese.

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