I viaggi di Modi e il tema dell’energia in India.

Non si può dire che Narendra Modi ed il suo team manchino dell’abilità di dare un tocco teatrale alla politica. Le visite estere del premier indiano hanno spesso un che di scenografico, dagli stravaganti vestiti tradizionali in Bhutan alla performance da percussionista in Giappone. La visita ufficiale negli Stati Uniti, però, all’insegna del digiuno per la festività indiana di Navratri, ha di gran lunga superato gli exploit precedenti. La teatralità del bagno di folla al Madison Square Garden sarà difficilmente ripetibile.

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Caso Nigeria-Eni: perchè proprio ora?

Cappuccino, brioche e intelligence n° 50

Certo è una cattiva abitudine quella di chiedersi “perché proprio ora” di fronte ad ogni iniziativa giudiziaria: volendo, una qualche coincidenza la si trova sempre e, quindi, è sempre possibile sostenere che si tratta di una manovra tendete a questo o quel risultato. E quindi, è bene non abusare di questo tipo di argomento, ma ci sono i casi in cui –con tutta la cautela necessaria, per carità- conviene farsi questa domanda. Ovviamente, si possono solo formulare ipotesi, badando bene di ritenerle tali e non verità di fede. Questa del caso Eni-Nigeria, è una di quelle occasioni in cui qualche dubbio è lecito nutrirlo. Ragioniamo.

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Terre rare e rapporti russo-cinesi.

Da ieri è in distribuzione nelle edicole ed in libreria il nuovo numero di Limes, il cui titolo questo numero è “Cina, Russia, Germania unite da Obama”. All’interno, per chi fosse interessato, potrete trovare anche un mio saggio intitolato “Terre rare e rapporti russo-cinesi”, di cui vi propongo di seguito una breve anticipazione. Il sommario del numero, l’editoriale video del Direttore Lucio Caracciolo, qualche carta e le prime pagine di alcuni articoli sono consultabili sul sito della rivista, che ringrazio per l’ospitalità. Buona lettura!

Terre rare e rapporti russo-cinesi.

Nel 1986, Deng Xiaoping, varando il “programma 863”, mirato a conquistare il controllo del mercato del settore dichiarò: “I paesi arabi hanno il petrolio, la Cina ha le terre rare”.

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Energia: l’India sposta il baricentro mondiale verso est?

Come sempre con estremo piacere ed interesse vi propongo questo nuovo articolo di Daniele Pagani dall’India, che, a partire dal blackout del 2012 in India, pone serie questioni di carattere energetico, ma non solo… buona lettura!

Da New Delhi, Daniele Pagani. Nel luglio 2012 un blackout generale e simultaneo di diciannove stati dell’India settentrionale lasciava al buio 600 milioni di persone per più di due giorni. Le interruzioni di corrente elettrica, laddove è presente, rappresentano una costante della vita nella penisola indiana e sono la testimonianza tangibile di un problema energetico destinato a rallentare lo sviluppo economico. In India il fabbisogno di energia è in continua crescita e non trova risposta all’interno dei confini nazionali, costringendo Delhi a rivolgersi al mercato estero: garantirsi il necessario apporto energetico risulta vitale per un’economia dai progetti ambiziosi.

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Si sta profilando una frattura strategica nel campo dell’energia

Negli ultimi mesi si sono prodotti una serie di avvenimenti che hanno investito pesantemente il mondo dell’energia:

1- la crisi di Crimea che sta profilando una crisi nella vendita di gas russo alla Ue, con conseguente arresto del progetto South stream e parallela proposta americana di forniture sostitutive

2- forte penetrazione dei cinesi nel mercato mediorientale, dove sono diventati i primi acquirenti del petrolio irakeno

3- destabilizzazione sociale e finanziaria del Venezuela (terzo produttore mondiale

4- inasprimento della crisi libica dove le forniture sono sempre più a rischio

5- crescente tensione fra il Quatar (detentore di fortissime riserve di gas e petrolio) ed Arabia Saudita, che non approva l’appoggio ai Fratelli Musulmani e le pretese egemoniche quatarine sul Golfo

Il tutto mentre prosegue la guerra civile siriana e l’embargo euro-americano contro l’Iran. Una precipitazione di eventi assai insolita, che profila tendenze di medio periodo suscettibili di mutare l’assetto strategico mondiale dell’energia. Ed, ovviamente, non dobbiamo stare a spendere parole sulla centralità dell’energia, sia dal punto di vista economico che politico, nell’ordine mondiale.

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