Fatto: il 18 settembre scorso, l’autorità ambientale degli Usa ha comunicato alla Volkswagen di aver aperto una procedura per infrazione della normativa di tutela dell’ambiente, per aver immesso nel mercato auto che rilasciavano emissioni 40 volte superiori a quelle dichiarate.
La recente enciclica “Laudao sì” di Papa Francesco ha suscitato molti commenti, non tutti favorevoli. In particolare gli “atei devoti” del “Foglio” hanno dato spazio a critiche relative al giudizio sul capitalismo e la finanza ivi contenuto. Non ci sembra dunque cosa inutile scavare nella storia per ricostruire il punto di vista della Chiesa sulla finanza.
Il prepotente ritorno del tema della corruzione ha provocato l’approvazione al senato, della legge anticorruzione a suo tempo caldeggiata dal M5s e da settori della sinistra. Benissimo, ma non vorrei che questo fosse ritenuto la soluzione del problema.
Con la gragnuola di scandali della scorsa settimana, sui quali primeggia il caso Incalza-Lupi, possiamo tranquillamente dire che siamo tornati in piena Tangentopoli. Per la verità, era ampiamente possibile dirlo già nel 2010, ma si era fatto finta di niente. Ora mi pare impossibile far finta di nulla ancora una volta.
Sin dal suo insediamento, nel novembre del 2012, Xi Jinping ha battuto sul tasto della corruzione e sulla necessità di una campagna senza precedenti per sradicarla: non era solo propaganda, la lotta si sta effettivamente sviluppando e con numeri e nomi che vanno molto, molto oltre l’ordinaria amministrazione.
Partiamo da una considerazione: questa volta non c’entra la giustizia ad orologeria al solito invocata da Berlusconi (chiedo scusa con uno degli interventori per non aver compreso l’ironia della sua affermazione), con disegni di condizionamento del potere politico, come il non toccare gli stipendi dei magistrati. Da questo scandalo chi ha da guadagnare è il M5s e chi ha da perdere più degli altri è il Pd, che potrebbe vedere deluse le sue aspettative di trionfo. E voi credete che la procura milanese possa avere di questi disegni?
Dopo le turbolenze del periodo 1992-1996 il sistema politico trovava un suo assestamento con nuovi partiti e schieramenti politici. Per la verità, la promessa di governi stabili di legislatura –che il sistema elettorale maggioritario avrebbe dovuto garantire- è stata sostanzialmente mancata: in 16 anni, dal 1994 ad oggi, si sono succeduti 9 governi di durata media di circa 515 giorni per uno, considerato che nel periodo della prima repubblica la durata media fu di 352 giorni, siamo ad una maggiore durata che resta molto al di sotto dei 1.825 giorni che dovrebbe avere un governo di legislatura. In compenso, è cresciuto in modo esponenziale l’indice di distorsione del sistema elettorale, per cui il nostro Parlamento è uno dei meno rappresentativi del Mondo democratico: la coalizione di centro destra con circa il 45% sul totale dei votanti (ed il 36% sul totale degli elettori) si è aggiudicato il 54% dei seggi, mentre 3 milioni e mezzo di elettoti ( il 9% circa dei votanti) è restato completamente privo di rappresentanza parlamentare.
Prima metà anni novanta- fine anni novanta. Nella seconda metà degli anni ottanta il sistema iniziò ad andare in crisi. L’eccessiva frammentazione correntizia dei partiti, la falsa democrazia della loro vita interna, la produttività sempre più scarsa del sistema politico, l’incomprensibilità dei suoi riti (in particolare in occasione delle crisi di governo), iniziarono a produrre un forte rigetto. A partire dal 1979, l’astensionismo elettorale iniziò a crescere sensibilmente, mentre i tassi reali di adesione ai partiti (iscrizioni, vendita della stampa di partito, sottoscrizioni, partecipazione a manifestazioni di partito ecc.) crollarono parallelamente.