L’Isis arretra: molto bene, ma non facciamoci troppe illusioni

A quanto pare le truppe siriane di Assad hanno riconquistato Palmira e si apprestano, congiuntamente alle forze irachene, ad attaccare Raqqa, capitale del Califfato. Nella ripresa delle forze di Assad è palese l’effetto della campagna russa partita a ottobre. Nello stesso tempo si annuncia la resa di Boko Haram (o forse solo del suo capo, non si capisce bene) ed in Europa c’è stata una vasta retata che ha portato all’arresto di centinaia di presunti jhiadisti (vedremo poi se verranno riconosciuti tali, tutti i in parte ed in che proporzioni). Tutte ottime notizie, se troveranno conferma, e non possiamo che esserne compiaciuti. Però, non facciamoci troppe illusioni: non è la fine della Jhiad e l’uscita dal tunnel è ancora molto lontana.

Continua a leggere

Isis: catalogo delle fesserie in libertà.

In questi giorni mi è capitato di partecipare a varie trasmissioni televisive sul tema Isis (ed altre ne ho viste senza parteciparvi) e, pertanto, mi è capitato di sentirne di tutti i colori, da parte di autorevoli esponenti istituzionali e pretesi esperti che hanno dato fondo a tutte le loro risorse intellettuali per fornirci un bestiario di rara ricchezza. Sarebbe un peccato disperdere tali perle di saggezza, per cui ho curato questo primo breve catalogo. I nomi degli autori li lascio perdere per una forma di caritatevole amnesia, metto fra parentesi solo data e rete in cui fu pronunciato il memorabile detto (se poi qualcuno si riconoscesse, mi dia pure querela e non avrò difficoltà a dire a chi mi riferisco in queste righe). Si badi che questo florilegio è stato composto sulla base di sole 3 trasmissioni).

Continua a leggere

Isis, terrorismo e intelligence: uno speciale

Uno speciale per interrogarsi su anni e anni di fallimenti della politica occidentale.

Viviamo ormai da mesi in uno stato d’eccezione permanente: costruiamo muri, barriere, militarizziamo le città ad ogni angolo, ma siamo più vulnerabili e spaventati di prima. Sarà che stiamo sbagliando qualcosa, per non dire tutto, nel contrasto all’Isis ed al terrorismo più in generale? Tristemente, ne ho scritto diverse volte in questi mesi. Ecco gli articoli ed i video, purtroppo attualissimi, degli ultimi mesi…

Continua a leggere

Strage Bruxelles: quasi non fa più notizia. E’ solo la riprova degli errori che ci stanno portando alla sconfitta.

E’ orribile dirlo, ma ormai gli attentati con qualche decina di morti, quasi non fanno più notizia se avvengono in Europa, mentre non fanno per nulla notizia se avvengono in Turchia, Libia, Indonesia, Mali: quelli sono sotto-uomini e non meritano l’aristocratica attenzione dei media europei ed americani; fa più notizia una partita di calcio. Ma anche qui in Europa, ormai ci stiamo assuefacendo nonostante i media ci scarichino addosso valanghe di carta stampata e speciali televisivi.

Continua a leggere

Gli errori dei servizi segreti sull’Isis: ma lo fanno apposta?

Partiamo da alcune constatazioni difficilmente contestabili:

la lotta al terrorismo islamico sta dando risultati catastrofici, peggiori della più pessimistica aspettativa;

-nella storia dell’intelligence occidentale non c’è una serie così lunga di insuccessi così completi, dunque non c’è un precedente in cui l’intelligence si sia dimostrata così al di sotto del loro compito;

-siamo di fronte ad un tipo di terrorismo totalmente nuovo per dimensioni, modalità d’azione, forme organizzative e di lotta (con buona pace di qualche imbecille che le compara con le brigate rosse che è come mettere sullo stesso piano la “compagnia della teppa” con il cartello di Medellin);

-i servizi segreti stanno facendo errori evidenti, persino sul piano del comune buon senso.

Tutto questo sta stimolando un dibattito: è solo una questione di errori o si tratta di complicità? Insomma: ci sei o ci fai? E allora vediamo.

Continua a leggere

“Guerra all’Isis”: chi era Al Zarqawi, stratega della Jihad

Un’altra anticipazione del mio libro sull’Isis dedicata da Al Zarkawi che (al di là del giudizio morale) ritengo si possa annoverare fra i più grandi pensatori di strategia politica dei nostri tempi.

Abu Musab Al Zarqawi.

Nei primi del 2000, Osama Bin Ladin incontrava  un giovane giordano, Abu Musan Al-Zarqāwī (ma il nome vero era forse Aḥmad Fāḍil al-Nazāl al-Khalā) nella cittadina afghana di Kandahar.

Continua a leggere

Come leggere i nuovi attentati ad Ankara ed in Costa d’Avorio.

A poche ore di distanza, un’auto imbottita di esplosivo si schianta contro un tram ad Ankara, facendo decide di morti ed un commando armato di kalashnikov sbarca all’improvviso su una spiaggia ivoriana e massacra i turisti che trova. La singolare coincidenza di tempi farebbe pensare ad attentati coordinati fra loro, ma così non è (o, per lo meno, non ci sono elementi di sorta che lo facciano pensare), si tratta di un caso, che però lascia pensare: significa che la densità degli attentati, ormai è tale che può verificarsi anche una coincidenza del genere.

Continua a leggere

Guerra all’Isis: a che punto siamo?

Il Califfato sta diventato il convitato di pietra di tutte le discussioni di politica estera: tutti ne parlano, tutti vogliono spazzarlo via, ma nessuno muove un dito. Allora che si fa? L’impressione che si riceve è che gli occidentali stiano abituandosi all’idea che il Califfato c’è e ci resterà, magari insieme alla speranza di trovarci un qualche modus vivendi, per cui Al Baghdadi ed i suoi si accontentino di quel che hanno o poco più e al massimo, diventino un problema per russi ed iraniani, ma che non diano più fastidio di tanto agli interessi franco-anglo-americani. Se davvero c’è questo calcolo è il frutto di una spaventosa cecità.

Continua a leggere

Intervento in Libia: gli scenari davanti a Renzi (con un occhio ad amministrative e referendum)

Anche se la stampa è scatenata a descrivere gli imminenti scenari sul “bel suol d’amore”, a quanto pare il fiorentino ha più di un mal di pancia a pensare al da farsi e i sondaggi dicono che l’81% degli italiani è contro la spedizione. Io non credo ai sondaggi, ma qui basta parlare con il portiere, con il taxista e la signora che ha il banco della frutta per capire che non è aria di avventure militari. Per cui, se Renzi si convince a dare il via libera alla spedizione si mette contro quell’81% e sono in vista elezioni amministrative importanti e non facili per il Pd.

Continua a leggere