Prima Orlando, poi Nizza, Heidingsfeld, Monaco… che succede?

Nel giro di un mese abbiamo avuto quattro episodi di stragi che presentano caratteri comuni: Orlando, Nizza, Heidingsfeld  e Monaco (consideriamo a parte la strage di Kabul); in tutti quattro i casi abbiamo persone  evidentemente disturbate che hanno gridato Allah Akbar e manifestato simpatie islamiste (in tre casi esplicitamente per l’Isis che ha rivendicato), ma solo in un caso (Nizza) è stato dimostrato un contatto effettivo con l’organizzazione del Califfato. Allora che sta succedendo? Si tratta di episodi legati al terrorismo islamico o no? E sino a che punto?

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Da Nizza ad Ankara.

Non abbiamo fatto ancora in tempo a riprenderci dallo shock di Nizza che arriva la notizia di un colpo di Stato ad Ankara: si profila, anche se in modi assai diversi, una destabilizzazione del bacino mediterraneo che non ha precedenti.
Iniziamo da Nizza, dove prende piede l’ipotesi dello squilibrato; cosa che non mi sorprende affatto: la figura dell’attentatore ha ben poco in comune con l’identikit dello jihadista suicida e cominciano ad emergere particolari che avvalorano questa spiegazione: la presenza di armi giocattolo nell’abitacolo, i precedenti di violenza gratuita e di gesti inconsulti, lo stato ossessivo per i suoi problemi finanziari eccetera.

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Strage di Nizza: ci risiamo, ma allora, che fare?

Il copione è il solito delle stragi islamiste con le opportune varianti del caso: il solito Kamikaze che fa strage inneggiando ad Allah (questa volta con la variante del Tir in mezzo alla folla) e che poi, immancabilmente, se non si fa esplodere con una carica di tritolo, viene ucciso dalla polizia e mai che si riesca a catturarne uno vivo per capirci qualcosa. Altra variante del caso, la scelta del giorno: la festa nazionale francese.

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La strage di Dacca: allarme rosso!

Solo due giorni prima della strage di Dacca, c’era stato un analogo avvenimento ad Istambul al quale i mass media avevano prestato una moderata attenzione. Oggi i giornali dedicano intere paginate alla strage di Dacca, nonostante la coincidenza con l’eliminazione dell’Italia dagli europei. La diversità dell’atteggiamento non è dovuta ad una più attenta analisi del fatto che segnala un avvenimento più grave, ma semplicemente al fatto che buona parte delle vittime era di nazionalità italiana.

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Orlando: come spiegare la strage fra Isis, omofobia e violenza sociale?

Sconvolgente e poco chiara questa strage di Orlando. Sconvolgente per l’incredibile facilità con cui uno spostato qualsiasi può fare 50 morti e 53 feriti da solo, prima di essere fermato. Poco chiara sugli scopi e le caratteristiche dell’episodio nel quale omofobia e fondamentalismo islamico si fondono e si confondono. Ed ancora: l’assassino era un regolare dell’Isis o un lupo solitario? La rivendicazione dell’Isis, successiva alla strage, non chiarisce nulla: è ovvio che in un momento in cui il Califfato se la sta vedendo brutta, ha tutto l’interesse a rivendicare anche il gesto isolato di un lupo solitario, per dare l’impressione di aver riaperto il fronte terroristico in occidente.

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Immigrati, terrorismo e paranoia.

Come si sa, uno dei meccanismi base della paranoia è la percezione fortemente sovradimensionata di un pericolo e la conseguente risposta irrazionale ad esso. Teniamo fermo questo assunto di base ed applichiamolo all’atteggiamento diffuso nei confronti del fenomeno migratorio e di quello terroristico visto come inevitabilmente interrelato. Non credo ci sia bisogno di particolari citazioni di fonti per affermare che una parte significativa dell’opinione pubblica europea (lasciamo perdere se maggioritaria o meno, comunque rilevante) è convinta:

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