La guerra in Siria si avvicina, inesorabilmente, alla conclusione e la situazione militare sul terreno va delineandosi con crescente chiarezza, ma il percorso verso la normalità sarà lungo e accidentato. Nella giornata dell’1 agosto, l’agenzia di stampa Sana, controllata dal legittimo governo di Damasco, ha affermato che i lealisti fedeli a Bashar al-Assad hanno definitivamente concluso la liberazione della Siria meridionale, piegando le ultime resistenze dell’Isis nella valle dello Yarmuk. “Sana”, riporta AnsaMed, “afferma che con la conquista delle ultime due località al confine, tutta la Siria sud-occidentale è tornata nelle mani delle forze di Damasco”, mentre osservatori vicini ai ribelli ritengono plausibile che sparute unità jihadiste continuino ancora la lotta. In ogni caso, il messaggio è chiaro: la Siria meridionale è oramai un fronte blindato. Simbolica, nella seconda metà di luglio, è stata la definitiva liberazione di Dar’a, la cittadina al confine con la Giordania da cui, nel 2011, partirono le prime, leggitime proteste contro la corruzione e l’autoritarismo di Assad, poi degenerate nell’insorgenza jihadista cavalcata da potenze esterne (Turchia, Arabia Saudita, Qatar in primis) che ben conosciamo.
Continua a leggere