India: con chi commerciare in Europa?

Summit G20, Australia. Tra una stretta di mano e l’altra, Narendra Modi ha trovato il tempo per una veloce chiacchiera con il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, ormai al tramonto del suo mandato. Il Primo Ministro belga, sfoggiando uno speranzoso sorriso, ha ricordato a Modi dell’esistenza del vecchio continente e di un discorso in sospeso in merito ad un possibile trattato di libero scambio commerciale.

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India: Modi, i sikh e i “1984 riots”

“Quando cade un grande albero, la terra trema”. India, 1984, poche ore dopo l’assassinio del Primo Ministro indiano Indira Gandhi, suo figlio Rajiv – e futuro premier – reagisce così all’improvvisa ondata di violenze e massacri contro la popolazione sikh. Tutto il Nord è in subbuglio, ma la capitale è l’epicentro del terremoto. Delhi è una città messa a ferro e fuoco da folle inferocite e armate: bastoni, catene, coltelli, spade e, soprattutto, cherosene.

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Dalla parte dei bambini. Intervista a Kailash Satyarthi, Premio Nobel per Pace 2014.

Come tutti sapete, Daniele Pagani, uno dei miei collaboratori, già da alcuni mesi si trova a New Delhi, in cerca di fortuna. Grazie a lui ed a ciò che si sta costruendo in India, ci è possibile oggi ospitare questa prima breve intervista al neo Premio Nobel per Pace Kailash Satyarthi. Devo fare dunque le mie più vive congratulazioni a Daniele per la possibilità che offre al sito di ospitare l’intervista (una delle poche, mi sembra, in Italia, dove sull’India c’è ancora troppa poca attenzione) ed augurargli di continuare sulla strada che ha intrapreso. Buona lettura!

A.G.

Da New Delhi, Daniele Pagani

Kalkaji è un normale quartiere nel sud ovest di Delhi, diviso tra tranquille aree residenziali ed il solito colorato ed inarrestabile caos indiano. Qui ha sede Bachpan Bachao Andolan (BBA), organizzazione che da circa vent’anni combatte lo sfruttamento minorile. La battaglia di BBA non è fatta di molte parole e pubblicità, ma di azioni concrete: irruzioni e blitz in fabbriche che schiavizzano e sfruttano bambini sono all’ordine del giorno.

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I viaggi di Modi e il tema dell’energia in India.

Non si può dire che Narendra Modi ed il suo team manchino dell’abilità di dare un tocco teatrale alla politica. Le visite estere del premier indiano hanno spesso un che di scenografico, dagli stravaganti vestiti tradizionali in Bhutan alla performance da percussionista in Giappone. La visita ufficiale negli Stati Uniti, però, all’insegna del digiuno per la festività indiana di Navratri, ha di gran lunga superato gli exploit precedenti. La teatralità del bagno di folla al Madison Square Garden sarà difficilmente ripetibile.

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Liar’s Dice. Un film realista sull’India di oggi.

Molto volentieri segnalo l’articolo dell’amico Angelo Zaccaria, attento osservatore di America Latina ma anche di India ed oriente: una recensione del film “Liar’s dice”, di Geetu Mohandas, che offre uno spaccato efficace della società indiana su cui nelle prossime settimane potremmo stimolare una risposta anche dal nostro Daniele Pagani, che ormai avete imparato a conoscere da New Delhi. Buona lettura!

Per l’idea che ho del cinema indiano più commerciale, è un cinema molto stereotipato, patinato seppure col suo stile inconfondibile, e che omette quasi totalmente quella che è la realtà ancora oggi prevalente nel paese, nonostante i tanto celebrati tassi di crescita di queste epoche recenti, ed i pare cento milioni di appartenenti ad una “presunta nuova classe media”.

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Guardare ad est

Da New Delhi, Daniele Pagani

Look East, guardare ad Est. Nel 1991 il Primo ministro indiano Pamulaparti Venkata Narasimha Rao dava inizio al sistema di relazioni diplomatiche ed accordi commerciali che avrebbe portato l’India a rafforzare la sua posizione nello scacchiere asiatico. Principale obiettivo di questa mossa era il contrasto della crescente influenza del rampante e ambizioso vicino cinese. La Repubblica Indiana non sarebbe certo stata alla finestra mentre la Cina si ritagliava il ruolo di prima potenza dell’Asia. Da quel momento i governi indiani, indipendentemente dallo schieramento politico, non hanno mai abbandonato la Look East Policy, siglando accordi con molte delle nazioni asiatiche a loro volta interessate a non subire passivamente l’avanzata di Pechino. Il governo di Narendra Modi non fa eccezione, anzi, fa dell’attivismo a oriente un baluardo della sua strategia politica.

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India: l’avanzata dell’Isis è un grosso problema.

Da New Delhi torna a scriverci Daniele Pagani, con un pezzo che vi consiglio vivamente di leggere sui problemi che anche in India rischia di provocare l’avanzata dell’Isis in Iraq e si ricollega con quanto scritto da me ieri. Buona lettura!

Al netto della situazione attuale, è strano pensare come alcuni mesi fa l’Iraq non occupasse nessuna posizione nell’agenda politica di Narendra Modi.

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India: quali rapporti tra governo Modi e Israele?

Da New Delhi, Daniele Pagani
@paganida

Alla luce della rinnovata volontà di attivismo internazionale del governo Modi, è interessante notare come l’India abbia  mantenuto un profilo politico molto basso nei confronti della recente offensiva israeliana a Gaza. Il Ministro degli Esteri Sushma Swaraj ha optato da subito per la diplomazia della neutralità, dichiarando che: “la situazione non cambia; l’India continua ad appoggiare la causa palestinese mantenendo ottime relazioni con Israele. La violenza è sempre da condannare; il governo auspica una soluzione pacifica del conflitto e consiglia alle parti in causa di accettare la proposta di dialogo egiziana”.

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