Ancora sul caso Regeni

Sembra che ormai siamo al nocciolo della vicenda che è costata la vita al povero Giulio Regeni: l’Egitto inizia ad ammettere (per ora ufficiosamente) che egli è stato preso da un qualche corpo di polizia che lo avrebbe torturato per i suoi contatti con l’opposizione (si parla anche dei Fratelli Musulmani) e sarebbe morto più o meno casualmente. Dunque, ci stiamo avviando alla soluzione del caso? Neanche per sogno: questa versione non quadra affatto.

Il punto da cui dobbiamo partire è questo: in un paese dove 300 persone sono scomparse nel nulla, nonostante i parenti li cerchino, se trovi il cadavere torturato di qualcuno che è stato nelle mani della polizia, è perché te lo hanno voluto far trovare e non per caso. E, se il posto del ritrovamento è a due passi da una sede della polizia politica, la stessa cui una compagnia italiana ha venduto i programmi per le intercettazioni, non è perché non sapevano dove altro metterlo.

Per cui le spiegazioni possono essere solo due:

a- la cosa ha valore di “avvertimento” ad altri che vogliano mettere troppo il naso nelle vicende interne egiziane e la cosa parte dal governo

b- chi ha fatto trovare il cadavere voleva l’incidente diplomatico con l’Italia e non è affatto un sostenitore del governo, ma un suo avversario.

Prima ipotesi, quella dell’avvertimento: può darsi, ma perché far trovare il cadavere in perfetta coincidenza con la missione economica del ministro Guidi che doveva concludere importanti affari (fra cui perfezionare gli accordi con l’Eni per lo sfruttamento del nuovo giacimento gasifero) e che, invece, è saltata? Né convincono le reazioni imbarazzate, la figuraccia da guinnes dei primati che si appresta a fare il ministro dell’interno che aveva dichiarato solennemente che mai Regeni era stato custodito in un posto di polizia ed adesso non si sa come potrebbe uscirne. Tutte cose che fanno pensare a toppe messe all’improvviso, senza idea di come affrontare la situazione. Se si fosse trattato di un messaggio deciso dal governo, sarebbe stata preparata anche la regia del dopo che, invece è mancata.

Prima di esaminare l’altra ipotesi, temiamo presente che le attuali ammissioni ufficiose emergono solo dopo che, nella settimana scorsa sono venute fuori queste notizie:

-L’11 gennaio, quando avrebbe partecipato ad una riunione semiclandestina dei sindacati, Giulio sarebbe già stato attenzionato dalla polizia

-Tre giorni prima della sua scomparsa, una persona qualificatasi come appartenente alla polizia avrebbe visitato la sua casa in sua assenza come attesta un coinquilino di Regeni

-Già poche ore della sua scomparsa l’ambasciata italiana al Cairo e la locale stazione del servizio erano in moto per ricercarlo, perché un amico che aveva appuntamento con Giulio, non vedendolo arrivare, aveva telefonato all’Ambasciata già in serata; quel che smentisce il ministro dell’Interno egiziano che aveva sostenuto di essere stato informato del caso il 28, tre giorni dopo

-Una aderente ad un movimento per i diritti umani ha denunciato che uno degli investigatori che indagano sul caso sarebbe già stato condannato ad 1 anno di reclusione per aver torturato a morte un detenuto

-Un ragazzo ha testimoniato dicendo di aver visto prelevare quella sera Regeni da tre uomini (probabili agenti di polizia in borghese) mentre era in metropolitana

-Dall’esame del cellulare, che ne rivela la posizione la localizzazione, è emerso che Giulio non è mai uscito dal centro del Cairo e, quindi, era probabilmente detenuto in un locale nel centro della città.

Anche questa dovizia di testimoni e di prove in un paese dove la polizia fa il bello ed il cattivo tempo, fa alzare il sopracciglio Ma veniamo all’ipotesi due, un servizio segreto o un organo di polizia che hanno agito senza ordini del governo e contro di esso.

Ciò può essere accaduto per una faida fra servizi, di cui parla il teste amico di Regeni, tutt’altro che infrequente in Egitto (ma anche noi in Italia ne sappiamo qualcosa. Il ritrovamento presso un ufficio di polizia, la facilità con cui stanno emergendo testimoni e prove lo fanno sospettare. E’ difficile immaginare, però, che l’obiettivo possa essere solo un altro servizio, magari sottovalutando la reazione del governo messo nei guai da questa storia. E qui l’idea di una infiltrazione (dei Fratelli Musulmani, dell’Isis, di quatarioti o sauditi) cade bene, ma anche l’idea che possa essere il segnale di uno scontro interno al regime, rivolto proprio contro Al Sisi non è tanto infondata. In ogni caso, sembra che la situazione del regime sia molto meno solida di quel che appare.

A farne le spese, così orribilmente, è stato un ragazzo di 28 anni che si vuol far passare per sospetta spia ma che quel che ha fatto lo ha fatto solo per amore della libertà.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (21)

  • Alla luce del precedente libico, non è da escludere l’intervento della perfida Albione ( e per dirla con il compianto Mario Appelius: “Dio stramaledica gli inglesi”) o della sorellastra Francia, nel caso in argomento.Entrambe le due nazioni nel corso della storia sono ricorse ad espedienti vari pur di insidiare l’esistenza medesima del popolo italiano. Il petrolio libico faceva gola alla Francia, con la recentissima aggressione, si volle sottrarre il petrolio libico, ottenuto con gli accordi favorevoli stipulati tra Gheddafi e Berlusconi. Chi meglio di loro hanno l’interesse per l’ennesima volta di tagliarci fuori da ogni accordo favorevole in materia petrolifera. Purtroppo a livello internazionale l’Italia non conta nulla, siamo il solo popolo al mondo che festeggia la capitolazione, il tradimento, il rinnegare i patti stipulati, passando armi e bagagli con il nemico, con una festa nazionale. Eravamo un popolo dotato di una marina militare tra le prime del mondo, durante la seconda guerra mondiale, che vide la nostra flotta, consegnarsi indenne agli inglesi a Malta,tra gli sberleffi e le sonore pernacchie dei maltesi. Un popolo il cui governo fantoccio servo dei gangsters americani, presieduto dall’antifascista Ferruccio Parri, nel 1945, dico 1945, dichiarò guerra all’ex alleato nipponico. Ai giovani tutto questo viene tenuto nascosto,celato, perché ?

    • Maffei solleva un probelma per nulla secondario riguardo ai contenuti degli armistizi breve e lungo di Castellano e Badoglio.
      Però va ricordato che sono del 1943.
      La nuova guerra in Libia sarebbe una sciagura per l’Italia.
      Diciamo che la banda dei soliti noti ha colpito ancora …

    • Non dimentichiamo le responsabilità di quel tappetto malefico che pomposamente si faceva chiamare imperatore, che guarda caso dove va a riparare? In Egitto. E chi comandava in Egitto??
      Mentre il di lui pargolo preferì il più neutrale filobrit Portogallo. Il venditore di pistole giocattolo e affini ha preferito invece la Svizzera, perchè è fuori dal giro di potere politico. Quanto al ballerino, preferisce vivere in tv. Eccolo, è un grande … :
      https://www.youtube.com/watch?v=YsMYEbsnZ84

    • La penso come te coinvolgimento francese e inglese diciamo della coalizione anglo francese e americano…gli americani offrono campagna stampa e depistaggio…gli inglesi avranno offerto servizio di intercettazione visto che sicuramente telefono e server e provider utilizzati erano inglesi… Mentre i francesi avevano il personale adatto a un operazione del genere…estrazione rapida clandestina…fossi in chi indaga sul caso controllerei, in presenza di rogatoria internazionale, tutti i voli provenienti da europa verso l Egitto diciamo per almeno 2 3 settimane,forse un mese…nel caso dei cellulari,sapendo gli spostamenti di regeni controllerei cellulari agganciati alle sue cellule, portrebbero aver fatto l’errore di non cambiare telefoni,siccome sicuramente ci sono stati appostamenti(e sicuramente pedinamento)se si trovano cellulari agganciati spesso nel tragitto dei suoi spostamenti…sicuramente era una cosa programmata da tempo usata per colpire le relazioni Egitto Italia… Il coinvolgimento del governo non lo credo la tempistica è a loro sfavorevole…

  • Ho letto che negli ultimi anni Al-Sisi si era avvicinato a Putin a causa di un grave errore in politica estera dell’amministrazione Obama, la quale, essendo legata al Qatar e quindi ai Fratelli Musulmani, aveva sospeso i tradizionali finanziamenti e le forniture di armi all’Egitto nel momento in cui l’ex capo dell’esercito aveva rovesciato l’allora presidente Mohammed Morsi.
    La prima conseguenza era stata la fornitura di fondi e di armi da parte della Russia, che in cambio aveva ottenuto l’area per costruire una propria base ad Alessandria, la quale si affianca a quella di Tartus in Siria, e di Sebastopoli in Crimea.
    Di recente vi sono anche state nel Mediterraneo esercitazioni navali e aeree congiunte di Russia e Egitto.

    Sul Corriere di questi giorni viene scritto:
    A metà dicembre l’università di Cambridge chiese a Giulio Regeni di intensificare le ricerche all’interno del sindacato. Il ricercatore italiano fu sollecitato ad ottenere maggiori notizie su quanto stava accadendo in quel settore dove forte è l’opposizione al regime del presidente Abdel Fattah Al Sisi. E in questo modo finì in una partita che evidentemente non era in grado di controllare. Vittima di interessi che andavano oltre i semplici approfondimenti sulla realtà egiziana. Per questo bisogna adesso scoprire chi ha ricevuto i suoi «report», soprattutto l’uso che ne è stato fatto a sua insaputa. Gli investigatori appaiono convinti che la sua cattura si inserisca proprio nella volontà degli apparati di sicurezza locali di conoscere l’origine delle informazioni che aveva ottenuto, l’elenco delle persone con cui era in contatto.

    Ora noi sappiamo che Regeni prima di approdare a Cambridge aveva operato per conto del Collegio del mondo unito, un’organizzazione didattica anglo-americana il cui scopo sarebbe stato quello di avvicinare le classi dirigenti dei Paesi del Terzo Mondo agli ideali occidentali.

    Se, in questo momento, il regime militare egiziano si sta allontanando dagli USA per avvicinarsi alla Russia, Regani, da sempre vicino a organizzazioni angloamericane, non potrebbe essere stato utilizzato in modo spericolato da uomini che agivano sotto la copertura delle istituzioni universitarie per testare la consistenza degli oppositori di Al-Sisi?
    E chi sono gli insegnanti dell’Università di Cambridge, di cui parla il Corriere, che hanno spinto il ragazzo ad intensificare le sue ricerche sul campo, mettendolo probabilmente in pericolo?

  • Anch’io sono intimamente convinto che Regeni quel che ha fatto lo ha fatto solo per amore della libertà. Non scommetterei sul fatto che non fosse un collaboratore di qualche servizio nostrano.

    Mi inducono a crederlo due circostanze:

    1) la scomparsa è stata immediatamete denunciata all’ambasciata (addirittura, se non ho capito male, la persona italiana che attendeva Giulioavrebbe chiamato proprio l’ambasciatore). Lei, professor Giannuli, che risposta dà alla domanda che Lei stesso pone?

    2) Se Regeni fosse stato un semplice dottorando, come mai la sua scomparsa è avvenuta alla vigilia della missione economica del ministro Guidi, con l’effetto addirittura di PARALIZZARE gli accordi che avrebbero dovuto essere conclusi in quell’occasione?

  • Pur condividendo il contenuto del post e le ipotesi avanzate da Giannuli, resto dell’idea che questo giovane si è lasciato coinvolgere incoscientemente in un ruolo troppo grande per lui.
    E’ probabile che non si sia neppure reso ben conto di quanto si era lasciato coinvolgere, sopratutto se fosse vera la notizia riportata dai media che negli ultimi tempi aveva manifestato preoccupazione con amici e parenti; tuttavia, chi va in questi posti, in questo periodo, a fare dell’attivismo pro o contro una delle forze in campo, sa o dovrebbe sapere di essere in grave pericolo.
    Su questa linea, mi pare strano che non si parli quasi per nulla (e non lo fa neppure il prof.), ne’ si indaghi su chi lo ha coinvolto fino a quel punto e sopratutto su chi lo ha tradito.
    Qualsiasi sia la verità tra le ipotesi a e b, una cosa è certa: qualcuno, in Italia o a Cambridge o chissà dove, ha informato qualcun’altro in grado di decidere e dirigere l’operazione. Trova chi ha tradito e troverai chi l’ha pagato, cioè il responsabile.

  • Una persona che parla correntemente l’arabo (questo si è detto di Giulio) viene certamente e in ogni caso avvicinata dai Servizi di molti Paesi per fare humint. Questo elemento doveva fare aguzzare la vista fin da subito a tutti.
    Scrive infatti Fiorenza Sarzanini sul Corriere: «Per la sua capacità di approfondire era molto apprezzato nel mondo universitario, ma non solo. Da settembre 2013 aveva lavorato per un anno con una società di consulenza inglese, la «Oxford Analytica», specializzata in «analisi globale» per multinazionali, istituti finanziari e governi. L’azienda è stata fondata nel 1975 da David Young — ex assistente di Henry Kissinger ed ex membro del National Security Council statunitense — e nel suo board ha l’ex sottosegretario di Stato Usa John Negroponte [quello che organizzò la “Contra” in Nicaragua per gli smemorati] e l’ex capo dei servizi segreti inglesi Colin McCole. I suoi responsabili non hanno però voluto rivelare le sue mansioni. In precedenza aveva avuto un’esperienza di tre mesi al Cairo, come esperto dell’Agenzia Onu per la cooperazione industriale. Quanto basta per comprendere quanto ampia fosse la sua sfera di relazioni e per quale motivo Regeni possa essere stato tradito da qualcuno che aveva accesso al suo lavoro e a sua insaputa abbia poi sfruttato e utilizzato il frutto dell’attività che svolgeva per «venderlo» a un apparato di intelligence.»
    Se a questo si aggiunge il suo stile nel trattare le informazioni…
    Lavorava per il Manifesto? Splendida copertura.
    È quasi evidente che sapendolo o non sapendolo Giulio stava lavorando per l’MI15 che ha una bella rete nelle ex colonie imperiali.
    Se Giulio ha fatto quel che ha fatto solo per amore della libertà era quanto meno un pochino tontarello. Ma non credo che sia così. Alla parola libertà poi ognuno associa quello he gli pare e piace.

    • Non sono ancora riuscito a capire come uno che ha fatto il giornalista di mestiere possa scrivere fa, va e simili con l’accento (usando del resto un apostrofo). E c’è chi dice che le elementari una volta funzionavano. Sarà.

  • regeni aveva il classico profilo da spia,questo non significa che lo fosse,ma le analisi accurate,l’università inglese,il fatto che fosse italiano,i contatti con le opposizioni,tutto questo avrebbe fatto sospettare anche i più esperti agenti del controspionaggio,il punto è che forse la polizia politica o gli apparati di sicurezza egiziani non hanno personale qualificato ed esperto,oppure sono apparati così vasti che per fisiologia hanno al loro interno un gran numero di persone poco qualificate,ecco perchè ho il sospetto (del tutto soggettivo) che si tratti di un eccesso di “zelo” compiuto da mani inesperte,da personale non capace di valutare l’impatto politico di quello che stavano facendo.

  • Aldo, ti inviterei a non prendere per oro colato le testimonianze delle “attiviste delle ONG” (sappiamo che gente è nella gran parte dei casi) e men che meno i sedicenti testimoni anonimi tirati fuori nientemeno che dal New York Times per accusare l’Egitto. Testimonianze subito invalidate, peraltro, dalle tracce del cellulare che testimoniano come all’ora del “rapimento” dichiarata dai testimoni, Regeni se ne stesse tranquillamente altrove a chattare con gli amici.

    Io la penso come Dezzani:
    http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/

    E’ un operazione contro gli accordi Italia-Egitto, esattamente come il disastro aereo fu un’operazione contro gli accordi Russia-Egitto. Con la differenza che allora la reazione di Putin si ritorse contro gli autori, mentre nel nostro caso… sigh.

  • Pacta servanda sunt (finchè conviene a me).
    Rebus sic stantibus (finchè conviene a me).
    Prendere sempre, dare mai.
    Regeni è italiano quando c’è (o si vuole imporre) da rimetterci, diventa angloqualcosa quando c’è da usare il suo lavoro.
    Chiediamoci perchè la Germania, che pur ha perso la seconda guerra mondiale, è uscita dalla tutela/minorità di Yalta, mentre l’Italia ci resta più che mai?

  • Io opterei decisamente per la seconda ipotesi; mi parrebbe molto strano che un governo o chi per esso si vadano ad impelagare in un guaio internazionale uccidendo e torturando un giovane ricercatore straniero e per di più facendone pure ritrovare il corpo dopo pochi giorni.
    In più poi tutto questo profluvio di testimoni dei giorni successivi che paiono avvalorare la tesi dell’omicidio politico con responsabilità governativa più o meno diretta, sembra effettivamente molto strano specie in un paese come l’Egitto.
    Ricordiamoci che prima di Al Sisi al governo c’era Morsi e la fratellanza musulmana e che pure nei mesi successivi alla sua destituzione ci sono stati molti atti di terrorismo di quei noti gentiluomini……
    Parrebbe in effetti trattarsi di una polpetta avvelenata proprio contro Al Sisi e magari anche contro di noi dopo gli accordi con l’Eni per lo sfruttamento del gas appena scoperto davanti le coste egiziane.
    Tralasciando tutto poi la sola unanimità dei media mainstream occidentali, noti per le bugie senza vergogna sui presunti massacri di Gheddafi in Libia nel 2011, sulle inesistenti armi di distruzioni di massa di Saddam in Iraq nel 2003 e chi più ne ha più ne metta, dovrebbero già far scattare il campanello d’allarme.

  • Io non ci vedo nessun complotto bensì la banalità del male.
    Giulio era un dottorando di cambridge che frequentava e studiava sindacalisti antiregime. E’ chiaro che abbiano pensato fosse una spia: se avessero voluto rapirlo per innescare un incidente diplomatico a tavolino avrebbero lasciato meno tracce oppure molte di più. Sono andati a casa sua presentandosi come poliziotti invece che perquisirla in sua assenza. Lo hanno fermato in presenza di gente e con testimoni invece che incappucciarlo alla abu omar e portarlo lontano. Gli hanno lasciato persino il cellulare, suvvia! La morte di giulio risale al 28 o al 30 gennaio: viene ucciso tre o cinque giorni dopo il “fermo”; il cadavere viene ritrovato il 4 febbraio: quattro o sei giorni dopo. Dove è stato il cadavere tutto questo tempo? Forse sul ciglio della strada finchè un tassista che aveva forato non lo ha visto. Forse è un caso la coincidenza con la data della missione commerciale italiana; non è che siano proprio così rare.
    Secondo me è più probabile che un regime vergognoso e barbaro come quello di alsisi abbia fatto quel che fa di solito: arrestare, torturare e far sparire alla buona i corpi se ci scappa il morto. Lo hanno fatto almeno 300 volte nell’ultimo anno ma a noi non frega niente perché sono musulmani egiziani invece che dottorandi italiani.
    E’ chiaro che ognuno cerchi di strumentalizzare tale morte a suo vantaggio. Se proprio volessimo cercare cause di stato o analizzare i rapporti diplomatici fra egitto e italia dovremmo allora ricordare le mire sul petrolio libico: non si tratta solo di fare affari ma di espnadersi militarmente per prendersi una fetta del paese “rubato” all’africa nel dopo gheddafi. Il fatto è che non siamo di fronte alla stasi ma a un branco di cialtroni sanguinari che sperano di far carriera nel regime eliminando o incarcerando più fratelli musulmani possibili. per me non volevano nemmeno ucciderlo: questo forse è ancora più assurdo. Credete davvero che il piano di chi fermò pinelli o salsedo fosse quello di farli saltare dalla finestra?

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