Il caso Boschi-De Bortoli-Banca Etruria

Ferruccio De Bortoli sta ricevendo un lancio in grande stile per il suo nuovo libro, grazie ad una anticipazione per la quale il ministro Boschi avrebbe chiesto a Federico Ghizzoni (all’epoca a capo di Unicredit) di assorbire la Banca Etruria nel suo gruppo (o comunque dare un qualche aiuto) e questo quando ancora la situazione debitoria della banca non era di pubblico dominio.

Se la notizia fosse confermata, questo significherebbe:
a.    che la Boschi ha mentito quando ha affermato di non sapere nulla della situazione della Banca prima dello scoppio dello scandalo
b.    che ha parimenti mentito quando ha sostenuto di non essere mai intervenuta a favore della Banca nella sua veste di membro del governo. Infatti è evidente che, in un contatto del genere non c’è bisogno di alcun atto ufficiale e che l’interlocutore è ben cosciente che la richiesta gli viene da un ministro.

E, dunque, al ministro non resterebbe che dimettersi, sempre che l’accertamento di altri particolari della vicenda non configuri reati ministeriali.

Siamo garantisti e lo siamo sempre, per cui, anche nei confronti della Boschi, vale il principio della presunzione di innocenza, ma è evidente che il fatto è tale da esigere spiegazioni molto convincenti, sia perché l’affermazione viene da un giornalista del peso e dell’autorevolezza di Ferruccio De Bortoli che non è sospettabile di essersi inventato tutto di sana pianta, sia perché, se in campo penale, per condannare ci vuole la prova provata, in campo politico anche un sospetto (della moglie di Cesare…) o un comportamento non delittuoso, ma inopportuno, può determinare la sfiducia ad un ministro.

Dunque la cosa merita di essere approfondita nelle sedi adatte. La prima è quella giudiziaria, se la Boschi vorrà dare querela, ovviamente concedendo ampia facoltà di prova al querelato, e, quindi, assumendosi il rischio che emergano aspetti della vicenda che possano metterla in serio imbarazzo o, addirittura, determinare la nascita di un procedimento penale nei suoi confronti. Però si va alle calende greche: difficilmente il dibattimento inizierebbe prima del tardo autunno e potrebbe dilungarsi per qualche mese, troppo tempo per una questione così delicata, anche perché tutta la campagna elettorale si svolgerebbe all’ombra di questo scandalo irrisolto.

La seconda sede è quella parlamentare. In tempi ordinari, questo dovrebbe spingere alla costituzione di una commissione di inchiesta sugli scandali bancari (ma avrebbe dovuto farlo già al sorgere della questione nel 2015), ora però siamo a pochi mesi dalla fine della legislatura e, se anche si arrivasse a scadenza naturale, i tempi sarebbero troppo stretti.

Infatti occorre considerare quelli necessari per l’approvazione (nei due rami del Parlamento) della legge istitutiva, poi la nomina del Presidente, quella dei commissari, quindi l’insediamento, l’approvazione del regolamento della commissione. Si e no ci sarebbe tempo per una o due audizioni. Quindi occorre andare alla prossima legislatura e si tratta di tempi troppo lunghi. Dunque, si può ripiegare sul dibattito parlamentare sulla mozione di sfiducia presentata alla Camera (e perché alla Camera e non al Senato?) dal M5s. Ma si tratterebbe di una soluzione inefficace, perché non ci sarebbe la possibilità di fare alcuna indagine, di fare un faccia a faccia fra la Boschi, De Bortoli e Ghizzoni, acquisire documenti ecc. Tutto si risolverebbe nelle dichiarazioni della Boschi senza contraddittorio e nello scontato voto favorevole dei suoi amici di partito. A che serve una cosa del genere?

Forse la via più immediata ed insieme efficace potrebbe essere un’altra: la costituzione di un giurì d’onore di nomina dei Presidenti delle Camere, che ascolti in contraddittorio le parti ed eventuali testi e che, nel caso fosse necessario, possa acquisire i documenti necessari. Il primo problema è che il giurì è un istituto per vertenze fra parlamentari e De Bortoli non lo è. Però se un parlamentare facesse sue le affermazioni di De Bortoli e sentisse il giurì con la Boschi si potrebbe poi sentire De Bortoli e Ghizzoni come testi. Ci si muoverebbe su un filo di rasoio e, se pure questo marchingegno funzionasse, il rischio potrebbe essere quello di uno stallo, con la parola della Boschi contro quella di Ghizzoni; comunque una via più praticabile nei tempi e nei modi a nostra disposizione.

Di fatto in questa direzione spinge anche qualche incauta dichiarazione di Renzi che ha sostenuto che la questione dei vaccini potrebbe essere per il M5s quello che la Banca Etruria è stato per il Pd. Dal che si capisce che il Pd ha motivo di serio imbarazzo quando si tocca quel tasto, che dei vaccini non gli interessa assolutamente niente, ma che ha bisogno di un diversivo per reggere lo scontro. Bella dichiarazione!

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (13)

  • Magari il Pd impegnasse le energie profuse in questa vicenda per minimizzare verso le politiche attive del lavoro, verso l’innovazione e la ricerca scientifica, verso l’abbassamento della pressione fiscale.
    Invece questa vicenda sembra l’ennesimo caso di gestione non professionale nel mondo bancario, per altro trattate in modo differente.

  • Tenerone Dolcissimo

    Io penso che invece la soluzione della questione sarà un’altra: gli amici della BOSCHI daranno agli amici di DE BORTOLI quello che gli amici di DE BORTOLI vogliono e tutti saranno contenti
    Oddio … tutti …. non proprio tutti …. tutti tranne i fessi che pagano.
    E vediamo chi indovina chi sono i fessi che pagano.

  • Ma non è normale che un ministro si interessi di una banca del suo territorio?
    Magari si dirà che pensano solo alle banche….ma questo è un altro discorso.
    E’ perchè ha mentito?

    • si ma lei aveva detto di non esssersene occupata e di non sapere dello stato di sofferenza della banca che, essendo quella dove il vicepresidente è il papà, fa nascere qualche dubbio ti pare? Poi bisogna capire bene la data del preteso contatto le modalità ed i contenuti perchè ovviamente una data piuttosto che un’altra cambia molto e cosi per contenuti e modalità

  • Io credo che però l’aspetto più interessante, su cui sicuramente, conoscendoti, avrai delle cose da dire, se non per congizione diretta, per il tuo intuito in queste cose, è cosa ha spinto Ferruccio De Bortoli (e i gruppi di interesse che esprimono giornalisti come lui, così integrati nella stampa che conta) a confezionare questo siluro per la Boschi (e quindi, plausibilmente, per lo stesso Renzi).
    Cioè cosa sta succedendo dietro le quinte dei giochi di potere. In fondo è questa la vera questione, al di là del merito del caso della Boschi, no?

  • Tenerone Dolcissimo

    Sporco complottista.
    Meriteresti di essere denudato e frustato dalla Boldrini vestita con una tutina attillata di lattice nero.

  • Questo episodio della politica italiana dimostra quanto spietato e cinico sia Renzi che come un politico non democratico della prima parte del novecento getta all’inferno sociale i popoli che domina, con un solo scopo il potere personale esteso al massimo. La vedo nera per l’Italia.

  • Penso che la domanda di Peucezio sia quella da 100 pistole. Probabilmente 1.000.

    Tornando alla signora Boschi, a mio stretto parere, farebbe un (grosso) favore al PD e all’Italia: dimettendosi.

    Sua sponte o sua spinta.

  • O. T.
    Chi segue questo blog sa che appena mi viene data l’occasione intervengo sul tema linguistico europeo. Da ultimo c’è stata una interessante discussione al riguardo che ha visto incrociarsi le penne di Allora ditelo, foriato, Tenerone dolcissimo, la mia et Alios. Ma altri abbozzi vi erano stati in precedenza
    Lungi da me essere un pedante monocorde noioso, ne ho sottolineato il risvolto politico. In questo senso già prima e molto meglio di me Gramsci.
    E’ di questi giorni il vittoriano frenante ritegno inglese nelle trattative per la Brexit espresso da Boris Johnson a fronte della richiesta di cento milioni di sterline avanzata da Bruxell a Londra.
    Nella trattativa per la Brexit che è compresa tra zero e cento sembra che non rientri la questione linguistica. Questo è già un primo dato politico.
    L’elezione di Macron non risolve i problemi economici e politici dell’asse rotto franco-tedesco. In un contesto politico in cui occorre che non ci siano attori pretenziosi, questo può essere un dato utile.
    Da ultimo i fatti venezuelani ci hanno ricordato l’esistenza di grossi network continentali e intercontinentali, che per formare una pubblica opinione devono necessariamente compiere una scelta linguistica, che poi per forza di cose propagandano e diffondono: un po’ come è avvenuto in Italia con l RAI e con la scelta dei conduttori dei TG.
    Sapete anche che la personale opzione della questione linguistica va verso la proposta che per comodità chiamo Giannulliana, tale perché ho trovato solo qui.
    Orbene, il Professor Giannuli si è espresso un paio di volte, se non ricordo male, disponibile a rielabolare il tema alla luce dei nuovi eventi politici.
    Sappiamo anche che il Professore fa mille cose di pregevole valore, quasi che abbia la bacchetta magica. Per me è un mistero da dove tratta tanta energia e in continuazione.
    Tuttavia si è aperta una finestra politica favorevole in cui inserire la questione, finestra che non resterà a lungo aperta.
    Giannulliamente, per i valori che la parola esprime, chi meglio di Giannuli può illustrare Giannuli? Solo Giannuli.

    • Non ho sottolienato abbastanza che con la Brexit, venendo meno l’inglese come lingua ufficiale, gli inglesi non sono affatto preoccupati, poichè si stanno focalizzando su questioni commerciali e finanziarie.

      • Tenerone Dolcissimo

        L’inglese non sarà più lingua ufficiale UE????
        Penso che agli inglesi gli tremerà il pizzo del gonnellino per la paura.
        Io ho un amico che ancora gira dicendo che l’inghilterra finirà in miseria a causa della Brexit, ma considera che ancora è convinto che Tortora era un camorrista.
        E poi si stupiscono dei giapponesi che ancora combattevano nella giungla a 30 anno dalla fine della guerra.

        • Intanto dilettiamoci con gli europeismi di Giacomo Leopardi.

          italiano francese inglese

          analisi analyse analysis

          analizzare analyser analyze

          demagogo démagogue demagogue

          dispotismo despotisme despotism

          fanatismo fanatisme fanaticism

          genio génie genius, genie

          originalità originalité originality

          sentimentale sentimental sentimental

          ________________________________________________________

          tedesco polacco ungherese

          Analyse analiza analízis

          analysieren analizować analizál

          Demagoge demagog demagóg

          Despotismus despotyzm despotizmus

          Fanatismus fanatyzm fanatizmus

          Genie, Genius geniusz zseni, géniusz

          Originalität oryginalność originalitás

          sentimental sentymentalny szentimentális

          (Tratto dalla voce Europeismi del vocabolario Treccani:
          http://www.treccani.it/enciclopedia/europeismi_(Enciclopedia-dell'Italiano)/

          • @Tenerone dolcissimo.
            Fintanto che De Gaulle è stato al potere la porta d’ingresso nella CEE per l’Inghilterra è stata chiusa. Egli conosceva bene i suoi polli e di qual male soffrissero. Sono entrati per impedire il formarsi di un’Europa politica e ci sono riusciti, grazie anche all’aiuto di tanti altri.
            Il primo allargamento del 1973 ha posto una serie di limiti: l’Irlanda non è nella Nato, per cui l’integrazione militare non è stata possibile. Inoltre ha sviluppato un proprio sistema fiscale peculiare sulle cui conseguenze ci sarebbe tatno da dire; la Danimarca .. si ritagliata con tanto di eccezioni il suo sbocco verso il mercato tedesco; Il REgno Unito ha visto nella Thatcher l’alfiere dei pirati.

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