Cari compagni di Sel, rifondazione ecc. perché non vi fermate un attimo a riflettere?

Alcuni interventori su questo blog, così come conoscenti ed amici per mail o in fb prendono molto male le mie critiche alla Coalizione Sociale di Landini o al nuovo-vecchio soggetto politico che sta nascendo fra Sel-Rifondazione, fuorusciti dal Pd ed ex M5s.

Per la verità si tratta di poche persone (relativamente al sito si tratta di circa il 10-15% degli intervenuti, sempre che dietro i diversi nick ci siano persone diverse e non sempre una).

Qualcuno mi accusa di ostilità preconcetta, qualche altro di farlo per difendere il M5s, che sarebbe terrorizzato dal certo successo di una forza del genere, qualcuno cerca di argomentare ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di interventi –scusatemi- rozzi, offensivi e non motivati (anche se, magari, vengono da un docente universitario). Pazienza, non me la prendo e ci passo su; mi limito a censurare qualche intervento insopportabilmente incivile (non più di un paio) ma per il resto, come potete verificare, passo regolarmente tutto, E non credo che ci siano molti altri siti così aperti.

Per il resto, posso assicurare di non avere alcuna animosità verso l’area che chiamo bonariamente Brigata Kalimera. Non me la prendo anche perché capisco la sofferenza psicologica che sta dietro a questi interventi. Il punto è che quell’area che corrisponde grosso modo alla vecchia Rifondazione dei bei tempi, di volta in volta arricchita di qualche rigagnolo verde, Idv o Ds-Pd, proprio non riesce a capacitarsi dello stato di marginalità ed irrilevanza in cui è precipitata.

Rifondazione, nel 1996 ottenne l’8,6% e vantava circa 150.000 iscritti (va bè, diciamo che quelli reali erano 90-100-000), nel 2006 Rifondazione e Comunisti Italiani, presero rispettivamente il 5,84% ed il 2,32% senza contare i Verdi. Poi, nel 2008, il blocco della Sinistra Arcobaleno, che includeva anche verdi e sinistra Ds, precipitò al 3,12% e passò da 3.900.000 voti a 1.124.000, perdendo oltre 3 elettori su 4, un record storico ineguagliato. Oggi è solo una pozzanghera in via di prosciugamento. Perché?

Nessuno si è mai preoccupato di dare una spiegazione soddisfacente di questa decadenza. Nel 2008, qualcuno disse che l’errore era stato un simbolo ed una sigla troppo recenti, qualche altro che la causa era stata il “voto utile” dopo che Veltroni aveva escluso la sinistra arcobaleno dalla coalizione, altri lamentarono una campagna elettorale troppo debole e solo i più ardimentosi azzardarono far cenno alla sciagurata partecipazione di governo, ma per cambiare subito discorso. Non voglio dire che tutte queste cause non abbiano inciso, ma, quando perdi tre elettori su quattro, cause così accidentali non bastano e vuol dire che il rapporto con il tuo elettorato era così allentato, che è bastato un nulla per perderlo.  Persino la pessima partecipazione di governo, in fondo non era tale da spiegare quell’esito catastrofico.

Ma la sconfitta fu subito rimossa dopo un congresso isterico e la scissione non migliorò le cose. Poi Sel ebbe una ripresa e, grazie anche all’inatteso successo nelle regionali del 2010 in Puglia, ci fu un momento di grande favore per Vendola che, per un attimo, parve un credibile sfidante del Pd nelle primarie. Il momento di grazia non durò molto: più o meno un anno, fra la metà del 2010 e quella del 2011. Ma Nichi buttò via quell’occasione, limitandosi a chiedere ossessivamente le primarie e disperdendosi su mille piccole cose, ma “bucando” totalmente il tema della crisi. Bisognerà pur decidersi a capire che la letteratura non fa linea politica. Sel non aveva nulla da dire sulla crisi, perché non aveva la cultura politica necessaria e taciamo per decenza di Rifondazione e delle esilaranti trovate ferreriane della michetta ad un Euro e del ”populismo di sinistra”.

Così si arrivò alle primarie del 2012, dove Vendola racimolò un magro 15% e poi, alle politiche del 2013, la nuova alleanza con il Pd ed il deludente risultato del 3 e qualcosa per cento che, però, anche grazie allo spropositato premio di maggioranza, si trasformò miracolosamente in 35 seggi alla camera. Mentre Rifondazione, con il terribile accrocco di Rivoluzione Civile, restava di nuovo fuori.

Poi le europee, dove mettendo insieme Rifondazione, Sel e mezza redazione di Repubblica, si prese il 4%.

Ora, mi pare chiaro che i valori di questa area non vanno oltre questa barriera e ciò nonostante una crisi che dovrebbe gonfiare le vele a formazioni sedicenti antisistema.

Allora, cari compagni ed amici, non vi viene il sospetto che questo logoramento, che ha ridotto al lumicino questa area, sia dovuta ad una ragione molto semplice: che Rifondazione prima e le sue sciagurate appendici attuali, abbiano perso perché non avevano nulla da dire?

Pochi slogan mal connessi, qualche boutade televisiva, qualche occasionale ostruzionismo parlamentare non fanno una linea politica. Cosa ha detto questa area su crisi, occupazione, fisco, politica estera, ecc? Una crisi di sistema, come quella in atto, è la grande prova storica di una forza antisistema cui spetta il compito di prospettare un diverso assetto sociale ed economico e di agire conseguentemente, conquistando il necessario consenso. Cari amici: vi sentite pari a  questo compito?

La cd sinistra radicale sta morendo di inedia perché non ha progetto, non ha cultura, non ha iniziativa politica. E, in queste condizioni, perché mai la gente dovrebbe votare per questi simboli?

Altro interrogativo che dovreste porvi, cari amici, è: ma perché il M5s ha avuto un successo politico senza precedenti? Non dico il 25% delle europee, ma neppure il 15% delle amministrative (test sempre sfavorevole al M5s) è mai stato lontanamente alla portata di Rifondazione e neanche dell’Idv. Come mai?

Perché, al di là delle crisi di invidia, agli isterismi ed ai complessi di inferiorità, che trasudano penosamente dai vostri interventi abituali, non cercate di misurarvi con questo interrogativo: perché il M5s ha avuto successo? Quale è il suo segreto? Badate che io non penso affatto che il M5s abbia quella cultura politica, quel progetto e quella iniziativa che io rimprovero di non avere alla vostra area. Spesso ho scritto per criticare molti aspetti del modo di essere del M5s, quindi sono consapevole dei suoi limiti, ma come spiegare che, nonostante questi limiti, esso ha avuto quel successo che è sempre sfuggito all’area della cd “sinistra radicale”. Non sarà che, magari, questa sinistra sia proprio assai poco radicale?

Il grillismo è l’altra faccia del renzismo? E’ un finto movimento guidato da due miliardari dietro i quali chissà chi c’è? Non ha nessuna democrazia interna? E’ composto da politici dilettanti? Va bene, non ribatto e vi concedo tutto; non discuto, ma mi spiegate perché, nonostante ciò, prendono tutti quei voti che, invece, voi non prendete?

Io un’ipotesi di spiegazione la avrei, ma preferisco sentire prima le vostre ipotesi.

Cari amici se non vi confrontate seriamente con le ragioni, evidentemente connesse, del vostro insuccesso e del successo altrui, non ne verrete mai fuori e continuerete a passare da un fallimento all’altro, ma, soprattutto, non supererete la depressione che attualmente vi affligge e che sta trasformando un caso politico in uno psicodramma di gruppo. Lo dico per voi.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (63)

  • A mio modesto avviso in politica contano assai i miti, egregio professore. Il fallimento epocale del marxismo o socialismo reale, sconfitto dalla coca cola e non da una guerra mondiale come fu per il nazifascismo con cinquanta milioni di morti, non poteva che produrre effetti devastanti e deleteri, sulla massa dei compagni che in buona fede credevano di interpretare il progresso e il sole dell’avvenire.I rimasugli, le frattaglie di simili falliti,del tipo SEL o Rifondazione sono composte da personaggi patetici e fuori dalla realtà.Tempo addietro vidi dei banchetti raccolta firma, da parte di alcuni rifondaioli, che sponsorizzavano il teppista mancato Tsipras, Iniziative come questa per non parlare delle vecchie mummie imbalsamate dell’ ANPI riproporre ai giovani d’oggi una rancida minestrina riscaldata della “resistenza”, lascia capire che veramente siamo alla canna del gas.

  • Marcello Romagnoli

    Non sono un elettore abituale di Rifondazione, ma da elettore libero, che non vota solo per appartenenza, dico che avrei bisogno di un partito con una chiara e solida visione della situazione attuale e con una proposta anch’essa chiara di come uscirne.

    Le persone che hanno una idea chiara e che si riconoscono in un area diciamo di sinistra, per quanto queste classificazioni abbiano un senso, ci sono in Italia e la loro voce la fanno sentire chiara. Nessun partito li coopta, li arruola e si fa aiutare a costruire una piattaforma credibile da spiegare alle persone.

    Ho l’impressione anche io che il bacino di voti di chi questa situazione non va bene sia ampio, ma non lo si voglia andare a prendere. Le ragioni non le so. Forse chi arriva in certe posizioni deve essere organico al potere e al massimo deve fare solo da specchietto.

    • Tenerone Dolcissimo

      avrei bisogno di un partito con una chiara e solida visione della situazione attuale e con una proposta anch’essa chiara di come uscirne.

      Dimmi pure che sono un uccello del malaugurio, ma devo comunicarti che partiti così non ve ne sono, a cominciare proprio da SEL visto che tutti ci propongono per uscire dalla crisi le stesse ricette che nella crisi ci hanno portato, a cominciare dal rimettere l’eta’ di pensionamento da 50 anni.
      L’unico in Europa che veramente ha scapolato la crisi è stato Cameron.
      Come? Cacciando pedate 490mila statali, nessuno dei quali però è rimasto disoccupato a lungo: hanno tutti ritrovato lavoro, ma nel privato.
      Certo devo ammettere che nel privato dovranno lavorare veramente e non passare le giornate a fare le parole crociate. Ma sinceramente questo per me non ha alcun interesse anche se capisco che per il popolo di sinistra rappresenta un drammaterribile.

        • Tenerone Dolcissimo

          E’ vero che lo sconvolgimento è iniziato per l’iniziativa comunista dei sub prime, ma se imperversa sull’Italia è per gli sperperi tipo pensione

      • Tenerone, passiamo al tu, tanto ormai è un appuntamento più che quotidiano, a volte ho l’impressione che tu abbia la monomania ossessiva delle tasse (tasto al quale sono sensibile, in questa stagione, come ogni italiano) e che riduca la storia mondiale fra gli evasori (gli ebrei cha scappano dal campo di concentramento) e i tassaioli (i “comunisti” cioè tutti gli altri) A parte il fatto che il pensiero liberale non è solo un movimento anti tasse ed ha avuto anche altre bandiere (ad esempio quella tracurabile cosa che è la libertà di pensiero ecc), mi chiedo: ma tu il condomminio lo paghi? e la quota associativa del club? Non ti sembrano altrettante pratiche “comuniste”?
        Ti dedicherò un editoriale sano sano.
        Nel frattempo non far finta di nulla e continua ad addestrarti per la sfilata sui fori imperiali

        • Tenerone Dolcissimo

          Certamente i liberali hanno anche come scopo le numerose libertà di cui sono paladini. Ad esempio io evado il canone RAI non tanto per evadere una tassa iniqua, quanto per il retroterra che vi è dietro e cioè IL CITTADINO E’ UN MINUS HABENS CHE NON SA COSA GUARDARE IN TV X CUI L’INTELLIGHENZIA DI POTERE SI DEVE PRENDERE CURA DI COSA GUARDARE ASSUMENDO IL MONOPOLIO DELLA TELEVISIONE. Un ragionamento simile capisco possa piacere ad un comunista, che sente il bisogno di essere guidato, ma ad un liberale fa prudere le mani.
          Tuttavia, sono le tasse il detonatore delle rabbie. La rivoluzione francese scoppio’ anche per il conculcamento delle libertà, per l’eguaglianza (non egalitarismo) violata dalla riserva di carriera ai comunisti di allora (al tempo si chiamavano aristocratici), ma la ragione pratica per cui il popolo scese in piazza e si divertì a scannare e fare a spezzatino gli aristocratici e i loro lacché fu l’eccessiva tassazione. Saluti

          • marco Villasmunta

            Anche io non pago il canone Rai e sono convinto che la TV sia per lo più monnezza. Ma sai qual é la differenza tra noi due? Che io la TV in casa non ce l’ho proprio. É la piccola differenza tra ipocrisia e coerenza. É facile fare i rivoluzionari liberali quando altri pagano il servizio per te. Altro punto: praticamente in ogni tuo commento metti in risalto il fallimento del comunismo (anche se io lo definirei bolscevismo). OK, siamo d’accordo, ce lo diciamo da venti:anni enucleiamo magari nuovi concetti. Keynes disse (cito a memoria e non virgoletto) sulla lunga distanza saremo tutti morti. E infatti, ad oggi, non esiste una sola teoria economica politica che non abbia fallito. Liberali, neoliberisti, postkeinesiani, socialdemocratici… Hanno fallito tutti, altrimenti non saremmo al punto in cui ci troviamo. E al di là di vuote dichiarazioni di intenti vorrei proprio capire quale sia la tua ricetta, che a me sembra molto simile a quelle che hanno già fallito. E vorrei anche capire a livello di dignità di episteme quale é la differenza tra il tuo inseguire vecchie ricette liberali ormai superate dai fatti e lo stesso affannarsi di rifondaroli e co. nell’inseguire vecchie analisi leniniste che, l’abbiamo già detto, non aiutano per niente ad analizzare e migliorare la realtà.

        • A proposito di ebrei che scapparono dai lager, effettivamente ci furono delle fughe, ma una fuga storica da Dachau fu quella del comunista tedesco (non ebreo) Hans Beimler, che dopo aver strangolato una SS di guardia al campo raggiunse i rossi nella Spagna in piena guerra civile, si arruolò nel battaglione Thalmann e rimase ucciso durante la difesa di Madrid.Trovò il tempo pure di scrivere un libro circa la sua rocambolesca fuga, con la descrizione pure dell’avvenuto strangolamento. Nella DDR divenne ufficialmente un mito per i giovani membri appartenenti al partito. Ma Tenerone Dolcissimo invece di evocare fughe dai lager crociuncinati , perché non citi il recente e attualissimo scandalo dell’ospedale israelitico di Roma, costato una cifra a tutti noi?

          • Tenerone Dolcissimo

            @villasmunta Dai un’occhiata a quello che ha fatto Cameron e capirai quale è la ricetta.
            Inoltre, (televisore non in casa) Tu hai un concetto distorto di legalità. A volte è lo stato stesso che è illegale. Ti avverto che pure quelli che infornavano gli ebrei erano dalla parte della legalità, per come la intendi te (quod principi placuit lex est)
            @ Maffei. Non vedo che attinenza ci sia fra i due fatti. Durante la IIGM gli ebrei sono stati perseguitati e sterminati per privarli dei loro beni. Se poi alcuni di loro sono dei ladri che vadano in galera. Ma se un quacchero mi deruba io magari ammazzo lui, non tutta la comunità quacchera.

          • be ad essere precisi il problema che poni è di legittimità più che di legalità.
            Comunque, stai studiando?

          • Tenerone Dolcissimo

            Dimenticavo, lo stato sociale è il modo moderno di organizzare una società aristocratica fondata sullo sfruttamento dei lavoratori. In fondo anche le vecchie aristocrazie elargivano carità alla plebe oziosa (come i nostri dipendenti delle province).

        • Tenerone Dolcissimo

          Se mi iscrivo a un club trovo logico pagare. Se non mi va di pagare non mi iscrivo.
          Il condominio lo pago, ma la normativa in materia impone che i pagamenti dei condomini siano rigidamente parametrati ai servizi richiesti.
          E il fisco?????? Ecco penso che non ci sia bisogno di commenti e di analisi della differenza con il condominio e il club.
          Gli è, caro Giannuli (accetto di buon cuore il Tu con persona di cultura eccelsa come te) che le tasse sono quasi sempre state il modo per finanziare i capricci delle elites. Negli USA infatti c’è un biasimo dell’evasione che deriva proprio dalla gestione “condominiale” del fisco (e anche lì ultimamente le cose sembrano non andare proprio bene).

          • Appunto: paghi il condominio anche se l’amministrartire è un po’ ladro. Magari cercherai di smascerarlo, forse di denunciarlo, ma intanto continui a pagare. Al club ti iscrivi se vuoi, allo Stato non ti iscrivi ma puoi sempre cambiare cittadinanza (e molti signori del capitale lo fanno) ma fintanto che ci sei paghi i servizi, sui quali dovremmo poi intenderci. E paghi quote di solidarietà che sono una forma di assicurazione sociale perchè domani potrebbe toccare anche a te. Poi c’è l’amministratore ladro (lo sappiamo, lo sappiamo) però non sono le tasse ad essere una cosa sporca in sè. Poi c’è un discorso differente che sicuramente non accetti che è la redistribuzione della ricchezza (obiettivo condiviso anche da autorevoli teorici liberali se è per questo) ma ne parliamo a parte. Sicuramente per redistribuzione della ricchezza non si intende quella dalle tasche dei cittadini a quelle dei politici. ma ne parliamo un’altra volta. Ovviamente il prezzo pagato per i servizi deve essere ragionevolmente proporzionato ai servizi ricevuti e badando a noin soffocare l’economia. E qui casca l’asino italiano

        • Tenerone Dolcissimo

          Appunto che dovrebbe essere fatto a coloro che parlano sempre di mancanza del senso di legalità da parte degli italiani.

        • Tenerone Dolcissimo

          Nessun amministratore di condominio depreda i propri condomini. Fa una cresta, ma fornisce il servizio. E in ogni caso il costo è parametrato bene o male al servizio stesso. Le tasse hanno lo scopo di depredare chi lavora. L’erogazione di servizi è uno specchietto per allodole inventato dalle aristocrazie che hanno sempre avuto come scopo il vivere alle spalle degli altri. In italia è caduto anche l’ultimo velo di pudore come dimostra la polemica sulla scuola, in cui si afferma che il cittadino paga, ma se poi non riceve servizi ciccia. Ovviamente per ricevere il servizio scuola occorre accettare quello che passa il convento (omaggi ai terroristi di passaggio in strada compresi) e che spesso neanche passa, come gli asili negati a poveracci massacrati di tasse e concessi a migranti arrivati il giorno prima.
          In ogni caso nulla giustifica una tassazione al di sopra del 20 per cento del reddito o che prescinde dal reddito come quella della casa.

          • ber non esageriamo, i servizi sociali non sono solo una libi
            mi pare ci sia molta ideologia ed un pizzico di luoghi comuni in questa visione anche se non ignoro affatto la nutrita ghenga di ladri

      • Fa sorridere l’imputare la crisi e la sua soluzione agli ” scanzafatiche ” dei dipendenti pubblici. Nello ” stato attuale delle cose e dei fatti ” una tale considerazione riflette l’assenza di idee anche di chi ne imputa ad altri la mancanza. Oppure testimonia di idee che sono solo propaganda del ” pensiero unico ” che ha conquistato l’italia e l’europa degli ultimi 25 anni. A ben vedere un partito che serve tutti lo cercano ma nessuno pensa che vada costruito quando se ne costata l’assenza. Comunque qualcuno si sta muovendo in questa direzione. Ma non è il post-o per la pubblicità.

        • Tenerone Dolcissimo

          Antonio, prendi carta e penna e fatti un conto di quanti sono i parassiti che vivono di sussidi (ad es. quanti sono i dipendenti delle province? E per quanti anni li abbiamo dovuti mantenere considerato che le province avrebbero dovuto essere soppresse nel 1970?) e cambierai idea.

  • Caro prof Giannuli, condivido solo in parte l’analisi che lei ha fatto: quella di non avere sia SEL sia Rifondazione niente da dire sulla crisi, che è crisi sistemica ed epocale. Queste due formazioni politiche potevano andare bene in una fase di possibile riformismo sociale che ora, per la crisi del capitalismo globalizzato si è esaurita e non tornerà più. Il successo del M5S è l’ultimo salvagente a cui si aggrappano i naufraghi travolti o in via di travolgimento dalla crisi. Essi credono, sbagliando, che chiedendo l’onestà e la compenza dei politici, la funzionalità delle istituzioni, il sostegno alla piccola e media industria se ne possa uscire. Pie illusioni. Per uscire dalla crisi, bisogna uscire, sic et simpliciter, dal capitalismo, altra soluzione, se non una guerra generalizzata, non ce n’è. Il M5S con la sua retorica populista funge solo da tappo e da argine ad una presa di coscienza di una situazione reale che è ben diversa da quella che descrive. Vedremo anche il M5S sotto l’incalzare della crisi che fine farà.

    • A mario fragnito
      Si è accorto che lei ripropone pari pari la vuota inconcludenza che nell’articolo viene rimproverata a sel e compagni quale causa della loro progressiva marginalità?
      Secondo lei bisogna uscire dal capitalismo d’emblee ma per entrare dove? Capisce che il dove andare è importante tanto quanto il dover uscire?
      Lei critica il M5s ma si capisce chiaramente che non lo ha mai seguito. Le uniche indicazioni non so se anti capitalistiche, ma certamente in contro tendenza io le ho sentite nelle piazze 5 stelle e sul blog di Beppe Grillo. Gliele elenco:immoralità del debito pubblico, riappropriazione della sovranità monetaria,riutilizzo,riprogettazione, difesa delle attività primarie, salvaguardia delle tipicità locali, produzioni ed economia eco sostenibili, salvaguardia del territorio, no alla guerra, no alle missioni militari, solidarietà concreta a chi è rimasto indietro ecc. ecc..
      E pensi che io sono addirittura critico su alcune delle cose che ho elencato però queste cose ci sono. Trovo che sul M5s i pregiudizi più radicati e l’animosità verbale più violenta viene proprio da sinistra: è come se il successo 5 stelle fosse sentito come un tradimento o come la causa prima del fallimento della sinistra. Roba da psicanalisi.

      • Eppoi basta con questo deprezzare cose nobili come la lealtà e l’onestà con la scusa del realismo politico.Secondo lei se avessimo politici onesti e competenti e istituzioni che funzionano comunque staremmo male perché nel capitalismo? Ma si rende conto di quello che dice? Possibile che non vede le contraddizioni e l’ostilità pregiudiziale delle sue affermazioni?

  • Gerardo D'Ambrosio

    Penso che la differenza semplicemente l’abbia fatta Grillo. Per anni ha aggregato intorno a sé, attraverso il blog, gran parte degli esuli di sinistra, facendo soprattutto controinformazione. Poi attraverso gli spettacoli teatrali, con messaggi di denuncia affiancati a satira corrosiva. E infine la piazza, per raccogliere i voti di rabbia con messaggi semplici e anticasta. Un aggregatore incredibile che ha unito una massa composita e variegata di persone di estrazione e ideologia diverse, in alcuni casi antitetiche, che hanno visto e vedono in lui (e ora anche nel movimento), cose diverse. La sinistra è monocolore, ha un retaggio storico (fardello?) pesante. Almeno per gli over trenta. Conosco persone che si definiscono di sinistra ma, ci tengono a precisare, non comunisti. Al contrario c’è chi chiama i piddini comunisti (!). Senza contare che invece i più giovani nemmeno sanno cosa sia la falce e il martello (anche se grazie a papa Francesco forse qualcuno se lo sarà chiesto).

  • “…., perché non vi fermate un attimo a riflettere?” troppo faticoso proporre idee credibili, non c’è tempo per impegnarsi in cause serie, deleghiamo alle onlus, (meglio gli slogan, le feste, le manifestazioni decontestualizzate da azioni di comunicazione seria, poi l’opinione si forma in tv), perché rischiare quando già si fa fatica a vivere in quiete. Queste potrebbero essere alcune frettolose risposte.

    Per quanto riguarda il M5S continua a godere di una certa credibilità sociale perché nuovo, comunica una necessità ‘ordine cristallino’ che chi è nelle strutture burocratiche non finalizzerà il suo impegno nelle truffe, ecc. CMQ attendo le prossime comunali di Parma e sono sorpresso che la giunta Pizzarotti sia ancora in carica.

    • Tenerone Dolcissimo

      Certo che il prezzo del pane ha avuto i suoi effetti. ma…
      1-sicuro che il prezzo del pane non sia aumentato a causa delle tesse
      2- anche se il pane fosse aumentato per costi “industriali” se i francesi non fossero stati gia depredato dalle tasse lo avrebbero affrontato senza timori

  • “… non vi viene il sospetto che questo logoramento, che ha ridotto al lumicino questa area, sia dovuta ad una ragione molto semplice: che Rifondazione prima e le sue sciagurate appendici attuali, abbiano perso perché non avevano nulla da dire?…”

    esattamente, questo e’ il motivo. Questi “sinistri” pensano che sia sufficiente riunirsi sotto certe insegne, e per il resto tirano a campare. E’ emblematico il fatto che nessuno provo’ ad opporsi alla “discesa in campo” del berlusca nonostante la violazione della costituzione (incompatibilita’ tra consessioni governative e cariche pubbliche) eppure nella sinistra radicale uomini di legge non mancavano, allora perche’ nessuno ha sollevato in tempo la questione?
    Personalmente non escluderei che siano venuti a compromessi sottobanco con i loro avversari,
    e per quanto i 5stelle non mi convincano, ritengo piu’ conveniente al momento votare grillo che non rifondazione e compagnia bella

  • il 99% dell’articolo andava bene, a parte ridicolizzare il partito sociale di Rifondazione, che è una cosa seria e che Gianulli evidentemente ignora, tanto che fu copiato da Syriza quando aveva il 3% e ora costituisce uno dei maggiori esempi di radicamento.

    Arrivo alla fine dell’articolo (l’1%) e cosa leggo?

    “Io un’ipotesi di spiegazione la avrei, ma preferisco sentire prima le vostre ipotesi.”

    Insomma, casca il palco. Si accusa gli altri di non aver nulla da dire (ma è vero? Forse mediaticamente, elettoralmente, ma il dibattito e ampio c’è), e poi non si dice nulla. Un po’ come Fermat che disse che non dimostrava il teorema perché non aveva abbastanza margine sulla pagina ma era facile farlo (ci sono voluti centinaia di anni! e un’astrazione matematica molto complessa).

  • Caro Giannuli, hai ragione. Il guaio è che non è solo un problema che colpisce i rigagnoli di sinistra radicale italiana. Il problema è generale, ed è esploso in modo drammatico in Grecia. La questione chiave è: la sinistra europea ha un progetto alternativo a quello dell’establishment socialista-popolare? Il grande Emiliano Brancaccio solleva la questione da anni, anche lui poco ascoltato:

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/brancaccio-%e2%80%9cserviva-un-piano-b-la-sinistra-impari-dall%e2%80%99errore-di-tsipras%e2%80%9d/

    Saluti, con stima
    F.

    • Il fatto che Emiliano Brancaccio sia ospitato nell’orbita editoriale Repubblica-espresso dovrebbe dire tanto su quanto la sinistra degli utili idioti che galleggiano nella pozzanghera che va prosciugandosi grazie a dogmi riscaldati siano una faccia della stessa medaglia di Brancaccio e altri “inutili intelligenti” di sinistra, totalmente addomesticati dal sistema (al punto che la prefazione del noto libro di macroeconomia eterodossa di Brancaccio ha una prefazione di Giavazzi, signori: Giavazzi! Capito?)

  • Ipotesi: “Destino cinico e baro…”

    Sono esattamente i motivi che hanno indotto me, un non iscritto, a non votare più quell’area.

  • Il problema del “nulla da dire” è l’epicentro del problema politico in argomento. Essere anticapitalisti – o pseudo tali -, oppure schierarsi disordinatamente su questioni secondarie non basta, occorre essere in grado di proporre un modello alternativo che sia in grado di cambiare, in meglio, le condizioni di vita della gente. Un dire.
    La matrice culturale che orienta gli immaginari è utilitarista – quindi filocapitalita – e alla gente si ha timore a proporre dell’altro. Ma proprio per questo radicato utilitarismo occorre un modello politico che sia più “suggestivo” – e al contempo razionale, realizzabile, efficace ed ecologicamente sostenibile – della proposta capitalista.
    Ad esempio guardare al sud America può essere fonte d’ispirazione per la costruzione di una proposta politica; nella costituzione del Venezuela si dice all’articolo 90: “Si propende alla progressiva diminuzione della giornata di lavoro nell’interesse sociale e nell’ambito che si determini e si dispone quanto più conveniente per la migliore utilizzazione del tempo libero a vantaggio dello sviluppo fisico, spirituale e culturale dei lavoratori e delle lavoratrici.” Tanto per parlare di capitale e lavoro.
    Questi di Sel e compagnia, per dirla alla Grillo, sono dei “morti viventi” e, come dice giustamente Giannuli, tenuti in vita da quattro gatti disorientati. D’accordo dunque sul nulla politico.
    Si, ma, gli intellettuali e l’università dove sono?

  • Giannuli, sono sostanzialmente d’accordo con ciò che esprime riguardo alla cd “sinistra radicale”, ma giudicare chi sostiene quell’area “rozzo e con argomenti poco motivati” senza mettere in discussione se stesso neppure per un attimo, dimostra un filino di presunzione, scusi se mi permetto eh.
    Per quanto riguarda la sua domanda, è chiaramente retorica. Lei sa già la risposta, e la indica pure, quando dice che la “vera radicalità” sta nel 5S. No Giannuli, il 5S è vincente solo perchè insiste in argomenti squisitamente apolitici come l’onestà e la legalità, che non hanno colore, strumentalizza e banalizza temi complessi come il reddito universale e la moneta unica, e si guarda bene dal prendere posizione su temi dirimenti (ad es. l’immigrazione) che potrebbero fargli perdere voti e consensi.

    • Intanto mi pare che io non sia il segretario o il dirigente di una qualsiasi organizzazione della sinistra radicale per cui mi pare che lei dica una emerita sciocchezz parlando di presunzione. Ognuno fa il suo mestiere, io sono uno che fa analisi politiche e se ha qualcosa da dirmi su questo piano faccia pure
      oppure si metta in discussione anche lei e ci dica cosa fa

      ùquanto al M5s , ma se bastava così poco per ottenere quei voti perchè non lo ha fatto la sinistra radicale? O forse il popolo è troppo stupido per capire i raffinati ragionamenti dei vari ferrero, Vendola ecc?

  • Che poi la radicalità nel M5S esiste eccome, ma sta solo nell’arroganza, sicumera e presunzione della quasi totalità dei suoi militanti e dirigenti.

  • Secondo me l’ Area della Sinistra Radicale Non Decolla in Italia poiché Sussiste una Terribile Dicotomia fra Quello che Dice e Quello che Fa ( Predica Bene e Razzola Male ) : basta vedere lo Spettacolo degli Enti Locali dove o fanno i Paggi del PD oppure sono all’ Opposizione ma del tutto Ininfluenti. Anzitutto TUTTI Quelli che Hanno Portato la Sinistra Radicale a Questo Sfascio Devono Fare un Passo Indietro ( Non parlo di Vendola e Sel dato che da Molto Tempo Non fanno Parte della Sinistra…) e Poi si Riparta dalle Esigenze dei Territori…dal Punto di Vista Teorico Vadano poi a Studiare Quello che Accade in Sud America ( Oggi la Punta + Avanzata della Sinistra…) e Dopo Avere Introiettato Tutto Questo Si Ripresentino…Magari Staranno per un po’ da Fuori da Parlamenti e Consigli Regionali ma Avranno Riguadagnato la Nostra Stima. A Presto , Buone Vacanze.

  • La mia spiegazione va oltre le responsabilità e la mediocrità dei dirigenti della Sinistra radicale. Per tutto il male che si possa pensare di Bertinotti, Ferrero, Vendola, Ingroia, ecc. non si può certo ritenere che Salvini prende il 12-15 per cento dei voti perché è un politico più abile e capace di loro. La verità, a mio avviso, è che esiste una cultura dominante (in genere nel mondo occidentale e in Italia – il Paese di mafie, Vaticano, clientelismo, ecc.ecc. – ancora di più) fondata sull’individualismo e sul familismo che non lascia spazio alla Sinistra (la cui identità potrebbe esprimersi nella frase “non ci si salva da soli”). Renzi, Salvini, Berlusconi, in parte Grillo seguono la corrente del senso comune prevalente: do il voto a chi promette di risolvere il problema che ritengo, anche per i miei interessi personali, più grave e immediato (le tasse, l’immigrazione, i lacci e lacciuoli per le imprese, il parassitismo delle caste, ecc.) e non a chi prospetta, evidentemente con poca credibilità, la costruzione di una società diversa più giusta ed egualitaria. Io elettore ragiono in termini di soldi e di cose che posso avere qui ed ora, non corro dietro al mito della rivoluzione sociale. Sono d’accordo con lei pertanto quando dice che manca alla sinistra politica un progetto politico complessivo che per essere efficace non può non partire dall’agire per trasformare la cultura dominante. Ma in questo senso perché criticare Landini il cui progetto di Coalizione Sociale va proprio in questa direzione pre-politica?

    • Be ma se la cultura dominante è imbattibile, facciamo fagotto e dedichiamoci al giardinaggio. Se stiamo qui è perchè pensiamo che, nonostante tutto qualcosa si possa fare, quel qualcosza che sin qui è mancato
      Landini? Nkn credo nel suo tentativo perchè non dice praticamente nulla tranne una cosa, il reddito di cittadinanza che è una cosa di destra

      • Non sto dicendo che la cultura dominante è imbattibile, sto dicendo che oggi chiude gli spazi per la Sinistra, cioè all’idea che i problemi si risolvono con la socializzazione dei mezzi di produzione (e infatti l’opposizione radicale deve assumere la fisionomia dei 5 Stelle). Per quanto riguarda Landini, lasciamo stare questa o quell’affermazione, questa o quella proposta che la maggioranza delle persone nemmeno capisce: l’obiettivo è quello di ricostruire una comunità di Sinistra, come Solidarity4all in Grecia, e francamente io non vedo altra strada possibile per sconfiggere avversari – le destre nelle loro varie configurazioni – che hanno in mano tutte le armi di dominio e di consenso …

  • finche’ vivevo in italia (cioe’ fino al 2001) sono stato attivo in un circolo del prc nel milanese, cmq simpatetico con rifondazione anche dall’estero almeno fino al 2006 (cominciai a smarcarmi dopo la rimozione della candidatura di Ferrando per sue dichiarazioni antisioniste). quindi penso di conoscere un pochino il mondo della sinistra radicale. rifondazione nasce con un tesoretto in termini di iscritti e voti ricevuto in eredita’ dalla dissoluzione del Pci cui si aggiungono quadri e militanti di Dp e altri gruppi minori. E’ importante perche’ cominciare con uno zoccolo del 5 per cento da una massa critica che permette poi ulteriori espansioni; problema che invece aveva Dp che schiacciata dal pachiderma picista non riusciva a uscire dal piccolo involucro dell’uno e qualcosa per cento. Questo tesoretto dicevamo aveva permesso a rifondazione diversi avanzamenti soprattutto nei suoi primi anni di esistenza quando la sua credibilita’ non era stata ancora messa alla prova. era riuscita a catalizzare bene le proteste contro le politiche di austerita’ dei governi amato-ciampi e poi del governo dini, tanto che penso le piu’ alte percentuali raggiunte furono proprio nelle amministrative del 1995, ricordando anche il sorpasso sul pds alle comunali del 1993. dopo la caduta del primo governo berlusconi cominciano pero’ le prime scissioni sulla questione della partecipazione o sostegno a governi che vedono la presenza della cosiddetta “sinistra“, da dini a prodi. comincia la sequela di scissioni, e soprattutto comincia a mettersi alla prova la conclamata volonta’ di opporsi al neoliberismo. purtroppo tutti i test dei sostegni ai vari governi del centrosinistra sono negativi, perche’ una cosi’ netta cesura tra programmi declamati e concreto operare politico non puo’ essere sostenibile per un’area che fa della identita’ politica il suo punto di forza. le mezze ali di un sistema politico fanno della partecipazione governativa un mezzo di perseguimento del consenso attraverso la creazione di clientele elettorali, ma le ali (e qui parliamo delle ali sinistre che piu’ ci interessano) non possono usare questa leva. quindi se rischi un’alleanza con la mezz’ala per andare al governo come socio di minoranza o riesci ad ottenere almeno sul piano della percezione diffusa alcuni obbiettivi di prestigio (tipo settimana di 35 ore a parita’ di salario, disimpegno dell’italia da operazioni militari impopolari, vantaggi sensibile sui temi dello stato sociale o anche dei diritti civili)o finisci per essere visto come un inutile parolaio che appena ottenute le poltrone si comporta in maniera non dissimile ai politici governativi. Ma allora pero’ non avendo il controllo sul denaro pubblico, la sinistra radicale non poteva reggere ad una prolungata cesura tra le cose dette e quelle fatte. Rifondazione era uscita gia’ con le osse rotte dagli anni del sostegno al primo governo Prodi, subendo la scissione del padre fondatore Cossutta. Ma si mantenne a galla anche grazie alla stagione dei cosiddetti movimenti iniziata a Seattle e conclusasi con le mobilitazione contro la guerra in Iraq.Ma pensando di avere uno zoccolo duro del 5 per cento forse, si imbarcarono in un’altra alleanza col centrosinistra, con stesse manovre finanziarie pesanti, con l’aggiunta della presenza militare italiana in teatri di guerra indigesti al popolo della sinistra radicale. A questo si aggiunga che poi essendo l’italia entrata nell’euro, il Paese era ormai in stagnazione anche prima della crisi subprime del 2008, e il tenore di vita gia’ iniziava a declinare, le leggi sul precariato iniziate dal ministro treu durante il primo governo prodi (e peggiorate da Berluscono) cominciavano a mordere a livello sociale. qui che il ceto politico di sinistra comincia a chiudersi a riccio, non e’ capace di vedere che la base sociale stava sfarinando, fino ad arrivare alla debacle elettorale del 2008. forse c’erano ancora nel 2008 e 2009 le basi per ricostruire. Ma occorreva un gruppo dirigente completamente nuovo, cosciente del disastro causato dalla partecipazione al governo, del fatto che si era in una prospettiva storica anche differente. Ma e qui finisco, nella sinistra radicale si e’ smesso di studiare e discutere di questioni fondamentali da molto tempo, a livello locale si parla solo di questioni amministrative locali, poi ci ritrova a friggere salamelle nelle feste di liberazione magari cantando bandiera rossa, tra i giovani conta il fatto che se sei di sinistra ti vesti in un certo modo, ti fai le canne e magari vai in vacanza a Cuba. Da questo retroterra un nuovo gruppo dirigente purtroppo non poteva nascere. Chi doveva gestire il cambiamento erano poi gli stessi responsabili del disastro, da Vendola a Ferrero. In un contesto cosi’ depresso era evidente il successo del messaggio grillino. Perche’ quando hai reciso le tue radici, al primo soffio l’albero crolla.

  • Conoscendo (da dentro) il M5S, ed essendo stata sempre di sinistra, azzardo anch’io un’ipotesi.
    La sinistra radicale italiana paga la sua incancrenita sudditanza, totale e completa, al PD. Altrove (Spagna e Grecia) formazioni analoghe si sono affrettate non solo a prendere le distanze, ma proprio a “smerdare” -scusate il francesismo- il partitone di sinistra, per avere credibilitá e prendere voti.

    Nel nostro Paese, SEL in Parlamento canta “Bella Ciao” insieme al PD per festeggiare la riuscita di un finanziamento di 7 miliardi alle banche. Qual è secondo voi la reazione di una persona autenticamente di sinistra davanti a codesto scempio? Ve la dico io: votare M5S, che contro quel finanziamento si è battuto fino all’ultimo anche senza cantare Bella Ciao.

    La nostra sinistra radicale deve avere il coraggio di dire che il re è nudo. Che il PD è un partito neoliberista che fa politiche di destra, e non appoggiarlo MAI piú. Ció, naturalmente, significa farne cadere il governo nel giro di due settimane: gli ultimi governi si reggono solo sui voti di SEL che si tura il naso ogni volta che mancano i numeri e appoggia ogni porcata.
    Pensate che la gente non se ne accorga?

    Da M5S, affermo che buona parte dell’astensione arriva da persone di sinistra senza rappresentanza. Le opzioni sono due: o la sinistra molla (davvero) il PD anche a costo di far cadere governi, e si riprende quei voti, oppure finiranno tutti al M5S.
    Non che mi spiaccia, ovviamente. Se ho fatto il salto è perché ho in totale spregio tutte le forze di sinistra, l’unica in cui mi riconosco è proprio il Movimento.

  • Claudio Spagnoletti

    Caro Aldo,
    credo che chi non fa parte del cerchio magico – e non mi riferisco solo al PD, ma anche a quelli che sono stati “miracolati” dalla primavera pugliese di Vendola – e dalla politica non ha avuto nulla e magari non ha neanche chiesto, è ormai schifato.
    Non solo e non tanto perché stanno “progredendo” soltanto quei soggetti che sono amici degli amici, mentre il resto del popolo va in vacca.
    Anche, e sopratutto per la totale subalternità culturale di tutte le frange, dal PD a Rifondazione, alla cultura liberista.
    E’ ovvio che i 5 stelle che sono gli unici a parlare di giustizia sociale, reddito di cittadinanza, fine dell’austerity imposta dalla troika e dai neonazisti che governano la Germania, onestà, facciano presa sull’elettorato.
    Si contesta loro di essere di destra e populisti.
    Non è vero. E’ solo una scusa per non ammettere il proprio fallimento storico.
    La mia ricetta personale sarebbe l’impegno con il movimento, anche per spostarlo a sinistra, ove fosse vero che si connota a destra.
    Perché costruire l’ennesima cosa, se esiste già un movimento bello e pronto, potenzialmente capace di costituire l’alternativa al regime che ci hanno imposto dalla caduta di Berlusconi?

  • diciamo che in questo blog si respira la stessa libertà che nel blog di grillo, e infatti non lo leggo praticamente più. per il resto è evidente da tempo che lei perdona tutto al m5s (sono errori che si correggeranno), mentre non perdona nulla a ciò che si muove a sinistra, che va schiacciato come i vermi. lei ha perso il contatto con la realtà, e l’autoritarismo reazionario pentastellato che vuole proporre ai militanti di sinistra come soluzione all’emorragia di voti è una cosa semplicemente ridicola e grottesca. anche perchè voi del m5s in 7 anni avete distrutto non solo l’opposizione ma anche la speranza, lasciandoci solo renzi.
    censuri, come al solito, tanto non credo che interverrò molte altre volte in un blog che non leggo quasi più e che ora bloccherò pure da facebook per non leggerlo più del tutto

    • blocca pure mi fai un favore, io pubblico perchè ci vuole una faccia di corno inimitabile per scrivere quello che scrivi

  • La crisi delle formazioni di matrice marxista è in larga parte dovuta al fatto che l’ideologia marxista, in quanto ideologia industrialista, è del tutto incapace di fronteggiare, anche solo teoricamente, la crisi sociale e morale dell’uomo contemporaneo, determinata proprio dalla spietata ratio della cultura industriale e post-industriale. La cultura marxista non può contrapporre nessuna visione altenativa alla società industriale perché è priva di strumenti culturali estranei a quel modello di visione della società.

  • Gentile Giannuli,
    perché il Movimento 5 Stelle ha preso tutti quei voti? Domanda giustissima, a cui molti “sinistri” evitano regolarmente di rispondere. Le dirò cosa ne penso, fermo restando che il M5S mi pare parte del problema, e niente affatto la soluzione. Il successo del MoVimento è quello di chi, al momento giusto e con la comunicazione adatta, riesce a manifestare meglio un sintomo. La sfiducia nei partiti, e soprattutto la delusione verso le sinistre litigiose e poltronare, sono state incanalate quasi completamente nello spirito anti-Casta veicolato da Grillo e soci. Il mantra “né di destra né di sinistra” è servito come cemento identitario per conquistare una vasta platea elettorale nella quale convivono pulsioni democratiche e populismo destrorso. In altre parole, e fermo restando che nel M5S ci sono anche molte persone preparate, temo che il MoVimento abbia condensato attorno al disprezzo (comprensibilissimo) per la classe politica di centro-destra e centro-sinistra, un pezzo di Italia che non sogna alcuna trasformazione strutturale dell’esistente, ma si accontenta di partecipare al corale “Vaffa…” che fa sentire tanto bene, tanto puliti. Voglio dire, con questo, che il M5S è una truffa? No, non proprio. E’ piuttosto, a mio avviso, la forma imperfetta ed esemplare della politica 2.0. Dove tutti dicono la loro anche senza sapere di cosa parlano, con lodevoli eccezioni, per carità, ma senza alcun progetto alle spalle che non sia quello di aumentare i propri voti. Podemos, che condivide alcuni cavalli di battaglia del MoVimento, mi pare un’esperienza molto più seria, con buone basi culturali e organizzative. Da noi non esiste qualcosa di simile per un motivo riconoscibile: i sinistri sono pochi e con la puzza sotto il naso, i cinquestelle sono troppi e fieri della loro chiusura. Cordiali saluti, Paolo Bartolini

  • La sinistra in Europa e nel mondo è sempre stata legata alla creazione e allo sviluppo dello stato sociale e di ciò che viene indicato come “pubblico”.
    La vittoria dei conservatori e dei neoliberisti è iniziata, inizialmente negli ambienti intellettuali e accademici e poi nel resto della società, con la denigrazione del “pubblico” rispetto alla presunta efficienza del “privato”.
    Questo successo è arrivato al culmine con l’accettazione da parte della sinistra della superiorità del “privato”, al punto che la maggior parte dei vecchi partiti socialdemocratici sono diventati i più intransigenti sostenitori delle privatizzazioni e dello smantellamento del welfare.
    Il punto è: può esistere una sinistra che non abbia nel suo bagaglio culturale la difesa dello stato sociale, inteso come tutela delle fasce più disagiate della popolazione?

  • Caro Paolo Federico, innanzitutto trovo molto strano che uno dei capi del M5S (movimento che fa dell’onestà uno dei suoi punti cardine ) sia un noto evasore fiscale che prendeva i soldi al nero per i suoi spettacoli, come denunciato da alcuni giornali. Non solo, ma ha avuto il coraggio di difendere sul suo blog l’altro noto evasore fiscale tale Gino Paoli. Evidentemente le regole morali valgono solo per gli altri, i fessi, non per se stessi o per i propri amici. Detto questo, appunto perché non faccio dell’onestà un totem, ritenfo proprio che se anche tutti i politici fossero onesti, la crisi economica ci sarebbe lo stesso. Essa è dovuta a cause intrinseche al capitalismo, la famosa caduta tendenziale del saggio generale di profitto, analizzata da Marx nel capitale e in altre opere. Se l’onestà servisse a scongiurare la crisi economica, non si capirebbe perché questa crisi abbia un’estensione planetaria. Forse perché tutti i politici mondiali sono corrottti? La risposta mi sembra ovvia.

  • A mario fragnito
    Se fosse un noto evasore fiscale avrebbe delle condanne per questo, lei sta solo rilanciando dei pettegolezzi spacciati per notizie certe. E me ne dispiaccio tanto per lei, mi creda.
    Lei continua a ragionare per pregiudizi e non se ne accorge. Ritiene male il capitalismo e, presumo, bene il socialismo. Ma è stato il capitalismo a trasformare una massa miserabile, la cui unica ricchezza era la prole, in una agiata e colta classe media, mentre il socialismo reale ha prodotto indicibili sofferenze come la morte di trenta milioni di contadini russi.
    Con questo non voglio assolutamente sostenere il contrario, cioè che il capitalismo e buono e il socialismo cattivo, voglio soltanto invitarla a guardare la realtà senza ostilità precostituite che sono creatrici di totem.
    L’onestà, in particolare l’onestà intellettuale, serve proprio a distruggerli i totem!

  • Caro Paolo Federico, il quotidiano Libero ha pubblicato un articolo sull’evasione fiscale di Grillo, suffragata da testimoni e non è stato per questo querelato. Se l’articolo non corrispondeva a verità Grillo, che ci tiene tanto alle formalità delle leggi, avrebbe dovuto querelarlo e, una volta ottenuta la sua condanna in Tribunale, avrebbe potuto dissolvere tutte le dicerie in materia. Osservo però che sulla questione di Gino Paoli non hai potuto rispondermi, visto che la difesa di Grillo è stata pubblicata sul suo blog ( io ho avuto occasione di vederla ) e su questo non mi puoi smentire. Quanto al comunismo, ti annuncio, cosa per te strana, che non c’è mai stato in alcun paese. Infatti il comunismo implica, per Marx, l’abolizione degli stati e della moneta, insomma del lavoro salariato e la formazione di una nuova società basata sulla comunità umana. Il cosiddetto comunismo di stampo stalinista, altro non era che un capitalismo di stato, per giunta inefficiente. In ultimo, se anche volessimo fare una contabilità dei morti causati dal sistema capitalistico e quelli causati dal capitalismo di stato detto impropriamente comunismo, ebbene penso che il capitalismo vincerebbe a mani basse. Basti solo mpensare allo sterminio dei milioni di nativi americani del nord e sud America e alla morte dei milioni di schiavi avvenuta nel trasporto in America e nelle piantaggioni e nelle miniere americane. I trenta milioni che tu hai citato per il cosiddetto comunismo sono al confronto bazzecole.

  • Caro Paolo Federico, se lei non è informato, la informo io che il quotidiano ” Il Giormale ” ha pubblicato un articolo, suffragato da una testimonianza dell’impresario Lello Liguori suo ex amico, testimonianza in cui si affermava che Grillo prendeva in nero la maggior parte dei cachet per i suoi spettacoli. Non mi risulta che Grillo l’abbia mai querelato per tutelare il suo buon nome. Avrebbe dovuto farlo. Così, con una condanna da parte del Tribunale del giornale e del tesimone in questione, avrebbe posto fine ad ogni illazione sul suo conto. Quanto alla difesa di Gino Paoli, osservo che non ha potuto e saputo rispondermi, visto che la difesa dell’evasore c’è effettivamente stata. Quella difesa ho avuto occasione di vederla anch’io sul blog di Grillo Ultima questione sul comunismo. Forse la cosa ti apparirà strana, ma secondo me non c’è mai stato nessun paese in cui ci sia stato il comunismo. Quello che lei chiama comunismo, non era altro che un capitalismo di stato, per giunta inefficiente, impropriamente chiamato comunismo. Per Marx il comunismo comportava l’abolizioni degli stati e del lavoro salariato, quindi della moneta per la costituzione di una libera comunità umana. Non mi risulta che nei paesi dell’est o in Cina ciò sia mai avvenuto. Per quanto riguarda la contabilità funeraria dei morti causati dal sistema capitalistico o dal cosiddetto comunismo, amnche qui il capitalismo vincerebbe a mani basse. Di fornte ai trenta milioni di morti da lei imputati al ” comunismo ” ci sono i centinaia di milioni dovuti allo sterminio dei nativi del sud e nord America e ai molti milioni di morti causati dal trasporto dall’Africa degli schiavi neri e dalla loro morte nelle piantaggioni e nelle miniere.

  • Salve, davvero un bell’intervento. Sono stato portavoce nazionale dei giovani del PRC, e ho lasciato nel 2008 per ragioni in larga misura coincidenti a ciò che lei scrive.
    Allora si poteva scegliere se puntare a intercettare la rabbia sociale che si andava diffondendo costruendo un progetto di critica radicale (cosa che poi ha fatto Grillo), oppure se organizzare un punto di vista forte sulla crisi che ambisse a governare il passaggio delicato che si articolava. Non si scelse nessuna di queste due strade, ma solo l’autoconservazione, la riprosizione dei soliti slogan, la cura di un orticello sempre più piccolo ma ancora in grado di nutrire non pochi figli. Mi permetto di rimandare a un mio intervento sull’Huffington Post su queste stesse tematiche. cordiali saluti. http://www.huffingtonpost.it/federico-tomasello/sinistra-pd-renzi_b_5445669.html

  • Salve, davvero un bell’intervento. Sono stato portavoce nazionale dei giovani del PRC, e ho lasciato nel 2008 per ragioni in larga misura coincidenti a ciò che lei scrive.
    Allora si poteva scegliere se puntare a intercettare la rabbia sociale che si andava diffondendo costruendo un progetto di critica radicale (cosa che poi ha fatto Grillo), oppure se organizzare un punto di vista forte sulla crisi che ambisse a governare il passaggio delicato che si articolava. Non si scelse nessuna di queste due strade, ma solo l’autoconservazione, la riprosizione dei soliti slogan, la cura di un orticello sempre più piccolo ma ancora in grado di nutrire non pochi figli. Mi permetto di rimandare a un mio intervento sull’Huffington Post su queste stesse tematiche. cordiali saluti. http://www.huffingtonpost.it/federico-tomasello/sinistra-pd-renzi_b_5445669.html

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