Cappuccino, brioche e intelligence n°26. La rivolta libica è stata preparata con l’aiuto di francesi, americani e inglesi. E allora?
La rivolta libica è stata preparata con l’aiuto di francesi, americani e inglesi. E allora?
Enrico Piovesana riprende su Peace Reporter (25 marzo 2011) alcune rivelazioni di “Libero” sulla crisi libica, dalle quali si apprende (grazie all’urto diplomatico fra Italia e Francia, che ha indotto i nostri servizi ad una inconsueta loquacità) che fin da ottobre i francesi lavoravano a sobillare la rivolta libica. Riprendendo a sua volta la newsletter diplomatica Maghreb Confidential, “Libero” riferisce che Nouri Masmari (il responsabile del protocollo del colonnello Gheddafi) ha defezionato rifugiandosi a Parigi il 21 ottobre.
Masmari avrebbe fornito ai francesi i contatti per scatenare la rivolta. Il 18 novembre un gruppo di agenti francesi incontrò il colonnello dell’aeronautica Abdallah Gehani. Gheddafi avrebbe scoperto qualcosa e, pertanto, già a fine novembre avrebbe chiesto alla Francia di arrestare Mesmari, naturalmente senza esito. Il 23 dicembre sarebbero giunti a Parigi Faraj Charrant, Fathi Boukhris e Ali Ounes Mansouri, cioè i capi della futura rivolta, per incontrare Mesmari. Poco dopo, i francesi avrebbero fatto arrivare in Cirenaica i primi armamenti. Subodorando qualcosa, Gheddafi, il 22 gennaio, faceva arrestare il colonnello Gehani che stava preparando la rivolta.
A nostro modesto parere, in questa sua investigazione, Gheddafi è stato aiutato dai volenterosi servizi italiani, che gli hanno passato quanto sapevano sui traffici dei francesi per difendere il “protettorato petrolifero” italiano in Libia. Secondo voi, perchè l’Italia, pur fornendo le basi per i raid aerei, è sistematicamente esclusa dai summit della coalizione?
Torniamo alle rivelazioni: tra il 2 e il 3 febbraio (secondo informazioni del blog Corriere della Collera di Antonio De Martini), uomini delle Sas e delle Delta Force inglesi sarebbero giunti in Cirenaica per inquadrare e addestrare i ribelli e il 17 febbraio la rivolta è scoppiata con il sostegno delle unità speciali anglo-franco-americane, che avrebbero aiutato i ribelli ad impossessarsi delle armi pesanti custodite nei depositi governativi. Seguono altri particolari sulle armi fornite ai rivoltosi dagli occidentali, per concludere con commento che lascia intendere che la “rivoluzione libica” altro non sia che un’azione imperialistica coperta a malapena da un manipolo di sediziosi.
Ovviamente non siamo in grado di dire quante di queste informazioni corrispondano a verità (la disinformazione la fanno i servizi ed i mass media anglo-franco-americani ma anche quelli italiani e quelli libici: vi pare?), ma il contesto ci pare abbastanza verosimile. E’ possibilissimo che la rivolta abbia avuto un “incoraggiamento” di parte occidentale, anche se dobbiamo dire che questo lascia un punto insoluto: la contemporaneità con le rivolte in Egitto, Tunisia ecc: è tutta una montatura dei servizi occidentali o si tratta di una semplice coincidenza?
Torneremo sul punto in un prossimo pezzo.
Per ora accettiamo per buoni questi dati.
Questi, però, non dimostrano che la rivolta sia inesistente e che gli unici veri protagonisti dello scontro siano gli eserciti occidentali. E la simultaneità con le rivolte negli altri paesi arabi lascia pensare che l’ipotesi di un reale consenso popolare non sia affatto irrealistica. D’altra parte, l’andamento dello scontro, con queste continue offensive e controffensive dei due schieramenti, fa pensare che l’eventuale presenza di militari occidentali non sia poi così rilevante e che il coordinamento con i raid aerei non sia poi così cronometrico: se così fosse, ben difficilmente Gheddafi avrebbe ripreso in sole 48 ore la zona della Sirte.
Soprattutto, prove in positivo dell’inesistenza di una vera rivolta popolare, non ne emergono, ed il poco che si sa fa pensare che, almeno in Cirenaica, questo consenso alla rivolta (non sappiamo quanto esteso, ma, comunque, consistente) ci sia.
Insomma, l’argomento più concreto alla base della diffidenza verso la rivoluzione libica resta quello dell’appoggio dato da anglo-franco-americani. Va bene: questo appoggio c’è e, con ogni ragionevolezza, va oltre i raid aerei e quello che si vede.
E allora?
Se la memoria non mi inganna, Lenin tornò in Russia grazie ad un accordo con lo Stato Maggiore tedesco da cui accettò anche qualche “concreto” incoraggiamento in denaro. E fece benissimo.
Ed anche la rivolta degli irlandesi contro l’Inghilterra (1916-17) accettò il sostegno tedesco. Così come i partigiani italiani (ed in genere in tutta Europa) accettarono i lanci aerei e le missioni militari degli anglo-americani il cui sistema politico e sociale non era diverso da quello di adesso.
Dico questo non per amore di analogia (di cui diffido sempre) ma solo per dimostrare che è normalissimo che un movimento insurrezionale cerchi appoggi dove può trovarli e senza andare troppo per il sottile. D’altra parte, se voi vi trovaste nelle stesse condizioni, cosa fareste? La lotta politica costringe spesso a coabitazioni spurie ed alleanze sgradevoli.
Certo, a noi gli americani non stanno tanto simpatici (ed a me assolutamente per nulla), ma non è da questo che deve dipendere il nostro giudizio sulla rivoluzione libica o su qualsiasi altro fenomeno simile. In un ragionamento di tipo logico, il dato centrale è la natura del fenomeno, mentre le eventuali alleanze ne sono l’aspetto secondario.
Non mi ha mai convinto molto la massima maoista per cui il “nemico del mio nemico è mio amico”, ma qui siamo ad un ulteriore passo verso l’irrazionalità politica: “L’amico del mio nemico è mio nemico”.
Quello che conta è la rivoluzione apertasi nel mondo arabo, tutto il resto (raid aerei inclusi) passa in seconda linea.
Aldo Giannuli
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davide
Colonialismo,ve lo rammentate?Cioè nazioni democratiche occupano attraverso diversi mezzi e diversi metodi terre ricche di beni energetici e non solo per il proprio profitto
A questo scopo si costruiscono farlocche rivoluzioni da quattro soldi,dove dei manigoldi e lestofanti,più i soliti traditori da strapazzo fungono da utili idioti contro uno stato sovrano riconosciuto e sostenuto dal popolo.
Chiaramente alcuni hanno più fiuto nello scoprire le quinte colonne anche quando si mascherano bene-e un passato trockjista aiuta sempre in questo campo-e per carità essendoci in giro tanti che si vantano di essere compagni seppure su posizioni diverse e strane-si vede che siam passati al libro rosso del compagno verdone: Comunismo?Famolo strano-ma reputo che si dovrebbe essere anti colonialisti e smascherare la dominazione -con tutto quello che consegue in termini di massacri,miserie e altro- colonialista euroatlantista.Però anche questo punto non mi stupisce più di tanto:la sinistra anti autoritaria e anti sovietica,dirittoumanista,è costola dell’americanismo avanzato,ma di comunista ha assai poco o nulla,tra l’altro si è sciolta come neve al sole,essendo appunto un’esperimento sociale derivativo e non un piano politico serio.
Vabbè,abbiamo memoria lunga e ricordiamo tutto… Che da anziani ai nostri nipoti fa sempre comodo un nonno arzillo ,gran narratore di barzellette.Questo :e allora?Di articolo31niana memoria,è tra le cose più comiche che mi sian capitate di leggere in vita mia!Grazie!!!!!
ps:ho preso il suo bombe ad inchiostro,mi sa che ho finito tutta la serie. In regalo cosa riceverò?Che ne so… Un Trockji alpinista?Che il piccone già ce l’ha!^_^
Massimo
Francamente questo articolo caro Giannuli non mi convince affatto; a mio parere la rivolta libica non è assimilabile alle altre della regione se non per il dato temporale perché diversa è la condizione della Libia rispetto a quelle di Egitto e Tunisia per esempio.
La Libia è un paese scarsamente popolato con grandi riserve petrolifere e di gas, diversamente da Egitto e Tunisia densamente popolati prive di quelle risorse. In più la Libia ha una tradizione tribale e come paese unitario é una costruzione assai fragile che aveva trovato finora il suo collante unitario sotto il regime autoritario di Gheddafi che era riuscito, grazie a queste condizioni specifiche, a garantire un certo benessere a gran parte della popolazione. Ora la rottura di questo equilibrio quarantennale implica necessariamente l’azione di forze esterne atte a cercare di mettere le mani sulle risorse del paese e questo dato non può essere derubricato con il suo ” e allora?”.
L’esistenza di una ribellione é un dato di fatto ma la sua consistenza é stata artatamente drogata secondo me da inglesi, francesi e americani e il loro voler agire senza esporsi troppo é un’ulteriore prova di quanto abbiano la coscienza sporca. Inoltre il pericolo di ricreare una situazione somala sulle sponde sud del Mediterraneo é elevato e solo questo avrebbe dovuto consigliare maggiore saggezza a livello generale, in particolare al nostro paese che é dirimpettaio della Libia.
Massimo
Quando dico maggiore saggezza voglio dire che l’opzione militare doveva essere l’ultima e comunque essere eventualmente percorsa solo come ultimissima possibilità non prima di aver provato a comporre pacificamente la questione; ma evidentemente la saggezza è sempre meno patrimonio dei nostri governanti. Anche astraendosi dal mero principio umanitario della contrarietà a ogni guerra che è il mio, considerazioni di ordine pratico dovevano consigliare l’opzione pacifica anziché la solita scelta bellica che abbiamo visto già fallire miseramente in Iraq e Afghanistan.
di ferra alessio
quanto siamo cretini e faziosi noi italiani, come è possibile che l’unico che aveva visto tutto chiaro è stato lo “scincato di Bossi”; abbiamo scoperto guerrafondaio anche il “pacifista” napolitano e subito gli han fatto coro quel cocainomane di belfagor e quell’imbecille che sta agli esteri; mamma che gente… povera politica italiana in che mani si trova, di male in peggio dal provolone di prodi agli attuali, non so come definirli…
che dio ce la mandi buona