Cappuccino, brioche e intelligence n°16. Wikileaks: Aveva ragione il Cavaliere a preoccuparsi…
L’annuncio della pubblicazione dei documenti americani su Wikileaks aveva reso molto nervoso il Cavaliere, che se ne era uscito con un “l’Italia è sotto attacco”, anche se non si capiva di chi (dei cinesi? dei boscimani? degli extraterrestri?). Ed avevamo ipotizzato che buttasse le mani avanti, temendo qualcosa da quella pubblicazione.
Poi quando i documenti sono usciti, la maggior parte dei mass media (per non dir tutti) sono stati delusi: “tutto qui”? Si, sapevamo che Berlusconi era amico di Putin e poi sai che novità che fa i festini!
E invece no, se si leggono i documenti con la dovuta attenzione.
In primo luogo non si dice solo che Berlusconi sia amico di Putin ma che ne è il portavoce nella Ue, un giudizio politico non proprio lusinghiero per il premier un paese dell’Alleanza Atlantica che, per di più, si vanta di essere grande amico dell’America. Chissà, forse lui è amico dell’America, ma l’America non è sua amica…
Ma le polpette al cianuro sono altre due e tutto sta in due aggettivi.
Dei contratti energetici con la Russia si dice che sono “lucrosi” e dei festini che sono “selvaggi”. Forse se ci fermiamo su questi due aggettivi capiamo qualcosa di più.
Lucroso può essere un affare per chi vende o investe; per chi compra si può dire che è conveniente. Ma nel testo non si vede la cosa dal punto di vista della Russia (il venditore di gas e petrolio) ma dell’Italia (l’acquirente) ed, allora, chi ha tratto lucro dall’affare? Forse il Cavaliere? E tanto per mantenersi leggeri, poco prima, parlando dell’amicizia con Putin si sottolineano i “doni sontuosi”. Sapevamo del letto, ma, per quanto di pregio, non pare che possa definirsi un dono sontuoso, soprattutto per persone di quel livello e di quelle disponibilità economiche.
Insomma, non è che gli americani insinuano che il Cavaliere abbia percepito qualcosa per concludere l’affare Southstream? Calunnia naturalmente!!! Ma non sarebbe accusa da poco…
Ancora più perfida è la definizione dei festini. Negli Usa l’espressione letterale Wilder party è usata spesso per indicare le feste di liceali nelle quali si fa uso di sostanze vietate dalla legge. Insomma droga e minorenni…
Che dite? Che l’ espressione è stata scelta a caso?
Ovviamente non significa che tutto questo sia vero. Possono benissimo essere invenzioni americane! Però, non si può negare che una eventuale offensiva su questi terreni troverebbe un terreno molto accogliente in Italia. Immaginiamo che parta una campagna con foto, documenti, testimonianze ecc. su una delle due questioni: quale sarebbe la credibilità del Cavaliere? Magari si tratterebbe di fotomontaggi, di falsi e di testi pagati, ma chi –dopo i casi D’Addario e Verdini, tanto per citarne solo due- crederebbe alle difese di Berlusconi? Piaccia o no, il Cavaliere si è messo in una situazione che lo espone a qualsiasi campagna vera o falsa che sia. E volete che uno in queste condizioni non debba dimettersi e di corsa?
Aldo Giannuli, 3 dicembre ’10
aldo giannuli, alleanza atlantica, berlusconi, caso d'addario, caso verdini, festini selvaggi berlusconi, italia, putin, russia, wikileaks

Gianni
Aldo la vogliamo così…cappuccino e brioche tutti i giorni 🙂
Scherzi a parte (non vorremmo sottrarci del suo contributo da storico) non pensa che Berlusconi abbia nel corso degli anni effettivamente dimostrato con i fatti la propria lealtà (o sudditanza) a Washington? Adesso passa per uomo della Russia.
Insomma non rischiamo di dimenticare le missioni di guerra, il suo ruolo diplomatico che secondo i radicali avrebbe contribuito a scatenare l’offensiva, il G8 di Genova e tanti altri segnali?
Infine segnalo un articolo interessante su Eurasia
http://www.eurasia-rivista.org/7194/i-rapporti-italia-russia-lambasciata-usa-ed-il-declino-di-berlusconi
andrea
probabilmente lo farebbe una persona con un minimo di senso dello stato, ma sappiamo di chi staimo parlando…
da notare nel dispaccio 10Rome1, del primo gennaio scorso, le conclusioni dell’ambasciatore:
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“The Prime Minister was clear that he expects to be called upon to deliver for the U.S., which he will do out of principle, not self-interest. Despite being given numerous openings, neither the Prime Minister nor Letta asked for anything from the U.S. during the lengthy luncheon. A striking aspect of the session was Letta’s clear position as co-regent, with Berlusconi deferring regularly to his colleague and with Letta airing opposing points of view to his boss during the luncheon.”
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ebbene, se un capo di stato offre aiuto incondizionato e non accetta le ‘aperture’ nonostante vengano offerte, possiamo parlare di qualcuno che ha senso dello stato?
il cable si trova qui http://213.251.145.96/cable/2010/01/10ROME1.html
Wikileaks: uno speciale su Current.tv e qualche considerazione dalla rete
[…] Aveva ragione in cavaliere a preoccuparsi…: tra cappuccino e una briosche, Aldo Giannuli fa qualche considerazione sulla questione gas e petrolio russi […]