Ma la Brexit è stata una sconfitta o una vittoria?

Il terremoto è in pieno corso e sui giornali si leggono deliri uno peggiore dell’altro. Il più diffuso è quello che “legge” il risultato come una lotta fra vecchi egoisti e giovani, incuranti del fatto (notato dal solo Enrico Letta) che i giovani hanno votato solo nel 36% del totale, mentre gli anziani hanno votato nell’83%.

Quindi, considerato che secondo gli stessi “raffinati” analisti che parlano di massiccio voto giovanile per la Ue, c’è pur sempre un 25% di essi che ha votato per la Brexit, questo significa che, sul totale dei giovani inglesi, i due terzi si sono chiamati fuori, il 36% ha votato contro la Brexit ed il 9% a favore. Praticamente i favorevoli sono poco più di un po’ di fighetti in Erasmus e simili: niente di politicamente significativo.

Seconda bufala propalata dai giornali (solo quelli italiani, però, visto che quelli inglesi ignorano il fatto così come la maggior parte di quelli del resto d’Europa): 2 milioni di firme per un secondo referendum sullo stesso tema. Insomma, il girone di ritorno. Solo che:
1.    si tratta di firme on line non certificate da nessuno e di persone che dichiarano di essere cittadini inglesi ma che nessuno può garantire siano tali (io sono molto perplesso dal metodo M5s delle consultazioni on line, ma a quelle, almeno,  partecipano persone certificate!). Segnalo che ben 4.000 firme provengono dalla Città del Vaticano, dove ci sono solo meno di 1.000 abitanti, e che diversi giornalisti dichiarano di aver votato sotto falso nome e per molte volte.
2.    politicamente la cosa è piuttosto difficile: il Parlamento è a maggioranza conservatrice e, dopo questa scoppola, non immagino i conservatori che votano per un secondo referendum che li vedrebbe spaccati una volta di più
3.    non so se i partner dell’Unione accetterebbero di restare in fibrillazione per altri mesi per poi rischiare un nuovo shock finanziario in caso di Ri-Brexit
4.    la cosa si incrocerebbe con le tendenze centrifughe del Regno Unito: per ora dobbiamo vedere se parte una seconda richiesta di separazione della Scozia (e magari dell’Ulster) che necessariamente dovrebbe precedere il referendum sulla Ue, perché non è immaginabile che partecipi al voto chi sta per uscire dall’Uk; ma, in questo caso, il remain sarebbe ancora più debole. Ma se si decidesse per il secondo referendum e questo vincesse, potrebbe partire  la richiesta di separazione dell’England. Insomma peggio la toppa del buco.

Poi non ne parliamo delle cose incredibili scritte a proposito di operai pentiti (“cosa abbiamo fatto?!”), apologie dell’Unione ed  inni alla gioventù. Il primato credo spetti a Mario Calabresi, neo direttore di Repubblica che scrive:

<<Oggi le paure dei vostri padri e dei vostri nonni hanno deciso che la Gran Bretagna tornasse ad essere un’isola, che voi tornaste stranieri dall’altra parte della Manica… Ci stanno raccontando che non c’è più bisogno di esperti e competenze… Tappatevi le orecchie, non ascoltate gli imbonitori e pretendete politici umili. >>

E via di questo passo. Se il direttore di un grande giornale (che è persona intelligente) scrive cose di questa rozzezza vuol dire che ha perso la brocca. Ma capisco: il colpo è stato troppo forte e la fibra dell’uomo troppo debole.

E’ interessante che nessuna delle grandi testate sia giornalistiche che televisive  stia cercando di capire quale è stato il cammino storico che ha portato a questo esito. Non uno ha ricordato i referendum del 2005 (Francia, Olanda) che affossarono quel mostro di trattato istitutivo dell’Unione. La classe politica reagì con il trattato di Lisbona, prudenzialmente non sottoposto a nessun referendum. E questo la dice lunga su come la classe politica europea abbia ignorato quel segnale del 2005. Esso non fu capito per niente e ciò ha posto le premesse del risultato odierno. Insomma vorrà dire qualcosa che ogni qual volta i popoli europei siano stati consultati su questo processo di unità, il risultato sia stato sempre negativo.

Ora sembra che tutto si riduca alla momentanea crisi senile di tanti inglesi. Signori, ma studiare un po’ di storia  no? Ma non vi siete accorti che la Ue è già morta da diversi anni? Questo è solo il certificato di morte. Poi possiamo decidere di tenere la salma intubata, ma al massimo si guadagnano un po’ di mesi e poco più.

Il giudizio politico sul referendum inglese deve partire di qui e da un chiarimento: la Ue non si identifica con l’idea di Europa unita, quasi che ci sia un solo modo per farla. La Ue è solo uno dei progetti possibili: quello elitario, tecnocratico, bancocentrico ed antipopolare. E la conferma viene da vecchi arnesi di regime come Monti e Napolitano, per i quali il popolo non deve mettere becco in certe materie riservate ai grandi sacerdoti della finanza e della casta politica. Il popolo capra si limiti a scegliere il suo pastore quinquennale, che è già una concessione eccessiva.

E dunque, la sconfitta della Ue, in una ottica democratica è un fatto solo positivo. Certo, questo ha dei prezzi: speculazioni finanziarie, accordi che saltano e diritti rimessi in discussione, pressione vetero nazionalistica e così via, ma avete mai visto una crisi storica che non abbia prezzi? Se l’Europa dei popoli non deve essere solo un innocuo slogan, occorre spazzare via questa Europa. L’errore (e mi pare ci sia cascato anche Grillo) è pensare che l’Europa dei popoli si faccia modificando un pezzo alla volta questo mostro tecnocratico. Non è così: la Ue non è riformabile perché la cupola di burocrati, banchieri, finanzieri vari, classi politiche nazionali che la dirigono non lo permetteranno mai e le norme stabilite dai trattati non danno possibilità di aggirarli. Perché bisognerebbe prima cambiare la Germania che ne è l’arcigna custode. Perché il sistema dei media asserviti alla cupola fa opera di disinformazione quotidiana. Come si diceva una volta: la Ue si abbatte e non si cambia.

D’altra parte, a spazzarla via stanno pensando la crisi economica, l’inettitudine di un  ceto politico di bestie, il montare della protesta… Questo, cari amici “europeisti” è un capitolo già chiuso.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (92)

  • Non sono d’accordo con l’entusiasmo per la vittoria di Farage e l’altro biondo platinato sosia di Trump. Mi pare che ti trovi in compagnia altrettanto cattiva di chi cena con Monti e Napolitano.
    Cmq qui mi astengo dalle analisi.

    Mi limito a farti notare che
    1) credo che i dati 9 e 27 alle riche 6 e 7 vadano invertiti (con una modifica, anche se solo parziale, delle tue considerazioni)
    2) se apro adesso, per curiosità e spirito critico, la pagina dell’independetn, trovo tra i primi 5 un articolo sulla petition.
    http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/brexit-petition-second-eu-referendum-latest-news-vote-leave-a7104076.html

    Cosa voglio dire con questo?
    Soltanto che anche per te, la foga è foriera di imprecisioni.

    Buonanotte.

    • Ah Trump! Che c’entra come i cavoli a merenda. Altro escamotage della stampa di regime a corto di argomenti. Il biondo platinato sarebbe Boris Johnson, immagino. Colui il quale dichiarò e ha sempre dichiarato che dalla UE bisognava uscire perché era un mostro antidemocratico. Ma siccome è Johnson, non uno della nostra parrocchia, deve avere per forza torto, o deve avere per forza detto qualcosa di diverso, del tipo “in mare tutti gli immigrati!”. E poi Farage, “il razzista”, e forse anche “fascista”. Sempre uno che non è della parrocchia. Ma noooo, il Brexit ha vinto per la paura degli immigrati! … paure tipiche del popolino bue, che non capisce nulla e non dovrebbe votare, come ai bei tempi di Bismarck (o perché no? Come nell’Ancien Régime).
      C’è un’altra questione a proposito del voto giovanile, che nessuno ha esplorato.
      Leggendo in giro su siti come Open Democracy, Social Europe, Project Syndicate, EruoActiv, ecc. ecc. si trovano interventi di “pentiti” del Brexit, in genere giovani, che dicono di avere cambiato idea e che varebbero votato per il Remain perché hanno riflettuto che andarsene significava abbandonare la UE a sé stessa, con il rischio che peggiorasse ancora rispetto a quel che era. Dei quattro intervistati a Londra all’uscita dal seggio il 24 da RaiNews 24, una sola – una giovane donna – si è dichiarata favorevole al remain, ma esattamente con questa motivazione. sarebbe stato un atto di egoismo dell’UK.
      Che l’UE faccia schifo lo pensano almeno alcuni del Remain, che ritengono che sarebbe stato un dovere dell’UK, in quanto grande paese, aiutare i poveri europei, e non lasciarli soli alle prese col mostro.
      Naturalmente nessuno sa (né saprà) quanti sono.
      Un’ultima nota: al Brexit ha dato una mano la campagna per il Remain, dove è stata sfoderata la solita saccenza ed arroganza di questa sedicente “sinistra” dei miei due (una piccola borghesia un po’ arricchita, che vive in una bolla di sapone), suscitando l’antipatia anche dei meglio intenzionati. La dichiarazione di quel fesso di Obama a ridosso delle votazioni ha fatto il resto.
      Questo non significa che i risultati dipendano da cose del genere, perché dietro tutto questo ci sono fatti sociali, assai poco sensibili ai discorsi (e soprattutto, alle chiacchiere), tutte faccende che però non interessano gli “intellettuali de sinisdra”. Il mio è solo un richiamo a quel fenomeno naturale consistente nel fatto che la madre dei fessi è sempre incinta.
      Il fenomeno è ben noto agli italiani: è la storia dell’Antiberlusconismo (un prodotto della lobbina finanziaria Repubblica-L’Espresso, impegnata in una guerra commerciale secolare con Berlusconi) e dell’arroganza con la quale ha sempre sentenziato su chi votava per Berlusconi, o per la Lega (oggi, magari, per M5S). Col risultato che il grande e beneamato Prodi, colui il quale era capace di sconfiggere l’Idra, oggi è fuori da qualsiasi gioco politico, mentre Berlusconi è ancora lì.
      Evidentemente, a loro piace così. Ed è proprio così, perché non ci fu mai avversario più comodo di Berlusconi. Quindi, meglio tenerlo in vita e foraggiarlo …

  • Alessandro Icardi

    Buona sera professore,
    secondo me quelle di questi giorni sono solo fregnacce montate ad arte. Sia chi dice “fuori subito” sia chi dice che ci vanno anni per portare a termine la brexit. Parliamo del 5° pil del mondo, della seconda piazza d’affari dopo new york, mica del gambia. Una previsione: non cambia nulla. Se escono, ma ho dei dubbi (tipo le richieste di un nuovo voto, cameron che non parla di brexit, renzi che viene coinvolto da parigi e berlino mi fanno pensare a cose tipo piazza maidan e rivolte anti russi in ucraina e simili, magari un colpo di mano burocratico del tipo “ci siamo sbaglaiti”), ci saranno 2 o 3 trattati che verranno subito ratificati dove si dice che sì l’uk è fuori ma con la carta di identità di un paese membro si può stare, le merci eu verso uk e viceversa avranno un regime privilegiato, gli interscambi finanziari tra eu e uk avranno le stesse regole di adesso e pace. Il soldo mette tutti d’accordo. Rifondare un europa (io non ho mai ritenuto possibile fare nulla di piu di quello che c’era nel 1995 e rimango convinto di questo) con i nostri sistemi mi pare molto difficile, anche distruggendo tutto e ricominciando da capo. Mi spiego, forse banalmente, ma mi pare che renda l’idea: la lingua??? 28 paesi siamo e 28 lingue parliamo. Unione dei popoli???????? ma se lo immagina un francese che riconosce uno che non sia francese come capo dell’europa? vogliamo fare una cosa tipo usa? facciamo gli USE. Il presidente della francia, anzi il governatore della francia, che deve farsi rieleggere e deve chiedere fondi al governo federale presieduto da un tedesco….. per piacere scoppia la guerra civile. Figuriamoci se il presidente per disgrazia è italiano, oltrepassano tenda con i carri armati. Parlassimo almeno la stessa lingua potremmo tentare una cosa tipo la germania guglielmina. Con tutto rispetto per degasperi ma mettere insieme genti che non hanno mai avuto nulla a che fare tra loro se non le guerre fra di loro, con lingue diverse, usanze diverse, storie diverse, religioni diverse, interessi diversi, economie diverse che per SECOLI si sono sentite dire che sono diverse si chiama URSS e la storia insegna che sta in piedi fino a quando il kgb funziona, ma xcome tutte le burocrazie dopo un po si inceppa e torniamo come siamo adesso. Magari con l’ultimo direttore del kgb europeo a guida della germania.

    • In URSS le cose non sono andate perchè il comunismo è porcata e c’era miseria ovunque. Qui si parla di integrazione che al di là della lingua che erroneamente, lo ripeto, è considerato un problema, si sarebbe potuta cercare. Non si è voluto cercare alcuna forma d’integrazione culturale che seppur difficile siamo assolutamente d’accordo, avrebbe potuto fare passi avanti. Negli USA convivono più o meno gli stessi popoli che stanno ijn Europa eppure vanno d’accordo… miracolo forse? No integrazione ed economia che funziona.

      • In URSS (come ovunque) il comunismo non c’è mai stato. Dichiaravano di essere un paese socialista, non si sono mai sognati di dire di essere un paese comunista. Ingrao diceva che invece era Capitalismo di Stato, non socialismo. Perché secondo il modo di vedere del movimento operaio del XIX secolo, che era anche, su questo e solo su questo, il modo di vedere di Lenin e anche di Trockij e di Stalin (e dei comunisti cinesi, e di tutti i comunisti in giro per il mondo) il comunismo è una cosa che “arriva”, non che “si fa”.
        Quanto agli USA, sono una federazione tra Stati di formazione recente, con una storia comune (di ex colonie britanniche liberatesi), con la stessa lingua, lo stesso tipo di istituzioni, la stessa cultura giuridica (la common law).
        E ciò non ostante, sono passati per una sanguinosa guerra civile. Civile, non “di secessione” come dicono le capre italiane. Quelle stesse che chiamano Voltaire e Diderot “illuministi”, facendo sbellicare dalle risate il resto del mondo.
        La storia non si fabbrica, come invece pensava Lenin, all’opposto di Marx.
        E infatti io la UE la chiamo USE: Unione Sovietica Europea.

    • Molto d’accordo. Ma con qualche precisazione: le lingue non sono 28, ma di più. In Spagna se ne parlano almeno due: Il castigliano e il catalano. In Irlanda del sud si parla gaelico, che però è diverso da quello inglese. E temo proprio che approfondendo, se ne scoprirebbero diverse altre.

  • I pennivendoli fanno il loro mestiere, propagandare idee funzionali agl’interessi dei loro datori di lavoro. I dominanti vogliono creare una cintura protettiva contro ulteriori Brexit e hanno dato incarico ai loro impiegati di diffamarla con argomenti abbastanza stupidi da far presa sul gregge. Credo con un discreto successo.

    Non voglio ripetermi, ma è esattamente il meccanismo da lei, Giannuli, raccomandato in occasione della crisi dei migranti. Foto della bambina morta o lotta fra vecchi egoisti e giovani virtuosi, siamo più o meno sullo stesso livello. Falsari di tutto il mondo unitevi.

    • Salvo il fatto che “il gregge” non esiste. Come abbiamo visto. E l’esistenza del gregge è proprio l’argomento dell’establishment, quelli che dicono che il Brexit ha vinto perché ha votato gente che non se lo meritava, il diritto di voto.
      Vero è che hanno creato una discreta massa di Balilla, quel tipo di piccolo borghese che va venti anni di seguito a Piazza Venezia a gridare “Eja eja Alalà” senza mai domandarsi cosa voglia dire.
      Ma sono in diminuzione costante, perché si resta Balilla finché non ti arriva anche a te qualcosa in quel posto. Guardi cosa è successo coi fascisti italiani alla fine della guerra: spariti, salvo eccezioni. La massa dei Balilla si è scoperta “antifascista”, e ferocemente antifascista, al punto da linciare il Direttore di Regina Coeli, per dimostrare più che agli altri, a sé stessi, di non essere più, e di non essere mai stati, fascisti.

  • io non sò come lei faccia i calcoli in % ma risulta che tra i “fighietti erasmus” 18-24 anni il 65% circa x remain e il 27% leave il resto astenuti. come il 65 si trasformi in 9% mentre il 27% rimanga inalterato è un mistero matematico per me, cmq sia , non è legittimo obbiettare che un processo che durerà da un paio a una decina d’anni sia effettivamente più impattante nella vita dei “fighetti erasmus” che prob saranno in piena età lavorativa piuttosto che dei ultra 65enni , che tra l’altro , hanno goduto a piene mani di welfare, europa e lavori stabili e sicuri mentre tt questo è solo l’ennesima mazzata alle generazioni più giovani?
    per quanto mi riguarda considero la generazione baby boomer la più egoista e ingrata nei confronti delle successive. hanno battuto i piedi e preso a calci i propri padri , politicamente parlando, e hanno fatto la stessa cosa coi figli e nipoti.
    leggendo poi un tot di quotidiani in lingua anglosassone sono assolutamente vere le “false” dichiarazioni di farage sul servizio sanitario e il fenomeno bregret (i pentiti del leave), non sono invenzioni della stampa italiana ma notizie tradotte dai media inglesi. anche loro dilettanti allo sbaraglio?
    insomma se per grecia portogallo italia e altri paesi ai margini forse qlc ragione in più ci sarebbe davvero non si capisce la gb con tt le concessioni che aveva cosa guadagnerebbe da questa uscita.
    poi una domanda forse ingenua, cosa intede per europa dei popoli? forse si è dimenticato che viviamo nel 2016 in piena epoca neoliberista? c’è forse qlc speranza di rovesciare quest’ordine costituito ?
    ho i miei dubbi. ci ritroveremmo con lire sterline etc sempre in piena epoca neoliberista. bell’affare…

    • allora, Enrico Letta (che non è certo un simpatixxante dela Brexit) riferisce che a votare sono stati il 36% dei giovani mentre il 64% del totale si è astenuto. Dunque, facendo 100 sul torale, 64 si sono astenuti mentre (stimando i voti contrari alla Brexit al 75% dei votanti) questo significa che il 9% ha votato brexit ed il 27% contro. Non è chiaro? Lei i conti come li fa?
      Lei ha ragione sul fatto che la vistra generazione sia stata gravemente maltrattata dalle due precedenti (non solo quella dei baby boomers ma anche la precedente) che vi lascia una eredità di debiti, devastazioni ambientali, ma soprattutto in sistema socio economico criminale, il guaio è che voi giovano rispondete in gran parte disertando la lotta politica e, per una porzione minoritaria accettando proprio quel sistema che vi ha messi in queste condizioni, mentre quelli che si schierano contro, sono una minoranza molto piccola. E infatti lei dà per scontato che viviamo in epoca neo liberista e ci rimarremo, per fortuna non è così.
      Di fatto. voi pro leave siete quelli che si schierano a servizio del sistema, ne accettano ideologie e narrazioni. E non a caso, perchè una bella quota di quelli che hanno votato leave appartengono alle classi più alte e, di fatto, sono dei privilegiati rispetto alla vostra generazione della quale, non si capisce a che titolo, intendete parlare in suo nome

      • Ho 37 anni e lavoro a fatica 24 h a sett , dopo anni di contratti precari senza nessun a protezione sociale e voto anzi votato da quando ne ho memoria. Ho anche lavorato in GB x qualche anno e brevemente in altri paesi.
        La partecipazione politica dei giovanissimi e nulla perche e nullo l apporto della politica vs di loro
        Ho preso tante di quelle botte al g8 x manifestare contro il nuovo liberismo che ancora mi Lecco le ferite, anche se nei te in confronto di chi è stato bolzaneto o Diaz.
        La mia generazione ha preso schiaffi da tutti e ancora in ha ottenuto niente.
        Questo e il contesto del mio commento
        Prima di supporre pensi che non tutti consideriamo i giovani dei fighetti xche ci ricordiamo ancora l’indifferenza Che ci circondava anche anoi

        • credo che tu non abbia caompreso molto di quel che scrivo. Non sono masi stato indifferente alle giuste richieste dei giovani a comiunciare da quello del mocimento no global dei primi anni 2000. E non penso che chi mi scrive sia un socialmente garantito, ma se vota contro i suoi interessi non ci posso far nulla

          • Che i miei interessi coincidano con quelli di farage johnzon salvino le pen etc mi pare azzardato, capisco molto meno la sua posizione, visto che e chiaro che stato voto contro migranti economici e x un ritorno ai nazionalismi.

          • capisco la tua situazione di italiano in Inghilterra e capisco che tu sia portato a vedere nella brexit IL problema ed, in una certa misura hai ragione (vorrei che mi credessi quando dico che pur essendo contro la Ue la mia posizione è diversa ed opposta a quella dei vari Farange, Salvini, Le Pen) il guaio è che, sul lungo periodo, e su un arco di interessi sociali più largo, la Ue è un nemico peggiore perchè rappresenta quel potere finanziario che ci ha portati a questo stato di cose. C’è sicuramente una componente xenofoba in questo voto e ne sono preoccupato, ma non è solo questo, il problema centrale è l’annullamento della democrazia da parte della oligarchia tecnocratica e bancaria. Comunque è chietro che questa costruziuone non ha il consenso dei popoli europei e non puoi tenere in piedi questo baraccone a lungo senza consenso

      • Guardi che lei nell’articolo ha scritto il contrario:
        “l 9% ha votato contro la Brexit ed il 27% a favore”
        Mentre adesso scrive:
        “il 9% ha votato brexit ed il 27% contro”

        Per favore corregga il post. Anzi lo riscriva del tutto visto che non penso che il 27% siano solo i fighetti Erasmus.

        • prima osservazione giusta: battendo ho invertito i termini: il 27% contro la Brexit e 9% a favore.
          Seconda osservazioen sbagliata perchè isi tratta di un quarto dei giovani e del quarto socialmente più provilegiato, almeno stando ad asdcoltare gli intervistati dei telegiornali e dei giornali e basta guardarli in faccia per capire che non sono quelli che vanno a lavare piatti per cinque sterline a serata

          • Cosa che molti di noi hanno fatto da ITA a Londra e assaggiammo il razzismo inglese che ora si manifesta prepotente

    • Ciao Fabio, vedo che ti chiedi come in UK la gente possa aver votato per l’uscita dall’Europa dato che a differenza dei “paesi periferici” nn hanno nulla da guadagnarci….ma non pensi che la libertà sia una cosa per cui valga la pena lottare? Io credo che anche qualora si rischi di perderci qualcosa sia sempre meglio scegliere (magari sbagliando) ma liberamente e consapevolmente!
      Io personalmente avrei votato come la maggioranza (risicata) ma questo è secondario, la cosa importante è che il popolo abbia avuto la possibilità di decidere e li invidio per questo. Tu parli di neoliberismo ineludibile e di un futuro a senso unico e dato che evinco che la cosa nn ti piaccia mi sento di dirti che per cambiare molto la prima cosa da fare è iniziare a cambiare qualcosa ed io conosco sudditi di sua maestà che mi hanno candidamente detto “noi non possiamo più sopportare di vivere in un Europa nella quale comandano i tedeschi” e per me un cambio del genere significherebbe più di qualcosa! Vogliono essere padroni del loro destino, tu non vorresti la stessa cosa?

  • Finalmente, Grazie Professore.
    Riguardo a Grillo, non c’è cascato, è consapevole che i media spaventeranno il popolo per i prossimi mesi, e dire “distruggiamola”, anziche “proviamo prima a risanarla dall’interno”, porterebbe quei soggetti ancora assoggettati da stampa e tg a non votare 5stelle.

    Questo popolo va preso per mano, piano piano passo dopo passo.
    Salvini perderà una baraccata di voti dopo le sue dichiarazioni e il mantra dei media su “ommioddio ci autodistruggeremooooo”

    Piccola perla Professore, se la guardi, mi riferisco a questo quando parlo di instillare paura:

    http://i157.photobucket.com/albums/t56/incredulo/13438860_424384424415624_4612294957574078836_n_zpsxeqx5bno.jpg

  • E’ chiaramente in atto un’operazione di denigrazione del referendum da parte dei soliti media di proprietà dei centri finanziari.
    Non mi stupirei se gli oligarchi europei consigliassero a Cameron, nelle prossime riunioni, di rinviare le dimissioni e di prendere tempo prima di chiedere ufficialmente l’uscita della Gran Bretagna.
    Trattasi di politici abituati a non tener in alcun conto il parere o il voto del popolo, come dimostra tutto il loro operato fino ad oggi.
    Temo che troveranno qualche cavillo per tenere il Paese britannico agganciato in qualche modo all’UE.

    • Tenerone Dolcissimo

      Temi bene.
      Il problema è che gli inglesi non sono i greci e nemmeno gli italiani.
      Lì c’è stato un Cromwell. Insomma è ben chiaro che la libertà si difende con la spada e non te la regala Monti.

  • Professor Giannuli, il suo stupore mi stupisce. Possibile che non sappia come i media, soprattuto quelli di sinistra, dalla carta stampata alle televisioni, siano tutti quanti megafono dei poteri massonici e plutocratici che li detengono, e che li usano per propagandare il proprio progetto di asservimento delle stirpi d’Europa e di distruzione del loro retaggio culturale ed etico plurimillenario? Come lei ha scritto nel suo articolo (a proposito, le rivolgo i miei più sinceri apprezzamenti: lei è l’unico in assoluto ad aver scritto cose vere e sensate sul tema del brexit), questa UE non è l’Europa vera come la sognavano i patrioti Europei di un tempo, ovvero una nazione unita da una comuna anima e che si estendesse da Lisbona a Vladivostok, bensì un piano finanziario realizzato da un comitato d’affari, che ha strumentalizzato il sogno di una generazione di idealisti per comprare l’anima di noi figli di Omero e trasformarci in schiavi del capitale globalistico. Non voglio essere logorroico, per cui mi fermo qui, ribadendole, Professore, l’apprezzamento per essere stato l’unico a centrare il punto, e invitandola a scrivere un altro articolo che approfondisca ancora di più questo tema decisivo per il nostro avvenire. Buona settimana.

    • Passando sopra alla sua prosa che sembra presa pari da un discorso della Le Pen, vorrei far sommessamente notare che se l’alternativa ad essere “schiavi del capitale globalistico” è quella di essere schiavi del capitale nazionalistico, capisco bene perchè i due terzi dei giovani inglesi non è andata a votare: tra rimanere nella padella e cadere nella brace è meglio non scegliere.

      • Caro Riccardo, “capitale nazionalistico” è un’espressione che non significa nulla. Cos’è un capitale nazionalistico? Un capitale (che non è un oggetto fisico, ma un rapporto sociale) che marcia per le strade avvolgendosi in una bandiera?
        Lei voleva dire “capitale nazionale”. Ma ha usato un’espressione suggerita dalla propaganda del Neominculpop, quello di sostituire “nazionalistico” (una cosa brutta) a “nazionale” (una cosa né bella né brutta). Una occorrenza di quello che io chiamo “collasso semantico”: tutti gli aggettivi (e non solo loro) diventano sinonimi di due: “bbuono” o “nnòbbuono”.
        E allora sì, meglio un capitale nazionale, controllabile e al quale si può contrapporre un contropotere democratico, ad uno globalizzato, molto più potente, e non controllabile.

  • Agostino Marrella

    Buongiorno al professor Giannuli e a tutt*.

    DALLA “BREXIT” AL REFERENDUM COSTITUZIONALE DI OTTOBRE (a proposito di “rappresentanti” e “rappresentati”)

    Ho scritto tre giorni fa (24 Giugno – ore 10,55) su Facebook:

    “Ed ora resta soltanto da capire se il referendum è stato “serio” o no. Se cioè le lobbies mercatistico-finanziarie di Londra e di Bruxelles che tanto si erano opposte alla “Brexit” – elemento già di per sé eloquente – non troveranno uno o più modi per vanificare quello che, piaccia o non piaccia, è stato un democratico pronunciamento. Peraltro – mutatis mutandis – è già accaduto con i pronunciamenti referendari greci, umiliati dal combinato-disposto dell’arroganza della Merkel e dalla incoerenza/inconsistenza/”paraculaggine” di Tsipras.”.
    *********************************

    Sempre di tre giorni fa, le dichiarazioni del signor Napolitano che, in buona sostanza, ha considerato Cameron un “ingenuo” per aver indetto il referendum che… ha perso, nonché quelle del signor Monti (sì proprio quello del “pareggio di bilancio” in Costituzione, votato anche – non dimentichiamolo – da Bersani & C. ) “giubilante” perché la nostra Carta non prevede consultazioni referendarie su temi e trattati sovranazionali.

    Evidentemente è già cominciato il “tam-tam della paura” – che, aspettiamocelo, crescerà sempre di più da qui ad Ottobre – contro in No alle “deforme” Napolitano-Renzi-Boschi-Verdini che tanto piacciono a J. P. Morgan, Confindustria, Marchionne…

    Peraltro moltissimi “pescicani” vistosamente “storditi” dall’esito del referendum britannico, non hanno capito/non vogliono capire la portata più politica che “economica” di tale pronunciamento, né che alla prima occasione di esercizio della democrazia (e specialmente se questo è a lungo ignorato) il popolo… “ci si butta a pesce”. Per “costoro” sembra pressoché impossibile considerare che poveri e ceto medio impoverito mandino a “farsi fottere” le autoreferenziali e autoconservative élites di governo, di destra e di finta sinistra, percepite come lontane dai loro bisogni quotidiani.

    P. S. Chi dovrebbe “salvare l’Europa”? I signori Hollande e Renzi, che attaccano e stuprano i diritti dei lavoratori? O la signora Merkel e il signor Schäuble culturalmente ingabbiati nel mito della superiorità teutonica e per i quali l’euro è il nome “nuovo” del marco e l’Europa il mercato interno della Germania?

    • Tenerone Dolcissimo

      signor Monti (sì proprio quello del “pareggio di bilancio” in Costituzione, votato anche – non dimentichiamolo – da Bersani & C. ) “giubilante” perché la nostra Carta non prevede consultazioni referendarie su temi e trattati sovranazionali.
      ***
      Ringrazio AM per la citazione. Invito a leggere bene questa frase, Soprattutto la leggano bene le anime candide che “abbiamo la più bella costituzione del mondo”
      Che poi Renzi e soci la stiano ulteriormente peggiorando, è un altro paio di maniche

  • Di solito agli anziani veniva riservato una sorta di venerazione nelle società tradizionali, dovuta al fatto dell’esperienza maturata nel corso della vita. Ora invece vi è una netta contrapposizione tra giovani virgulti e vecchi decrepiti. Quasi viene voglia di applicare la circolare di Nicolae Ceusescu nella sua Romania. Era previsto che agli ultra sessantenni non venissero praticate cure mediche di sorta, perché destino dei vecchi è quello di morire.Io esorto ancora una volta i fruitori di questo libero blog di scagliare all’unisono, tutti assieme, la maledizione, che fu del compianto commentatore radiofonico dell’EIAR Mario Appelius:”Dio stramaledica gli inglesi”!. Di mio aggiungo per la guida a sinistra, per le turbolenze finanziarie dovute alla brexit , per il loro fallimentare ex impero coloniale da negrieri e schiavisti quale in realtà fu, per la loro isola e il loro isolazionismo, per il loro storico ruolo di nemici dell’Europa unita (poco importa sotto la pax francese o germanica) ivi compresa dell’Italia.Orsù dunque tutti in coro che: “Dio stramaledica gli inglesi!”.

    • Soprattutto per la guida a sinistra, una cosa tremenda, da colonialisti. Perché tutto deve essere sempre a destra, sia chiaro.
      Ma c’è un altro grido che va levato forte: “Spezzeremo le reni alla Grecia!” Anche quello ritrasmesso dall’EIAR, ai bei tempi.

      • Sissignore che Dio stramaledica gli inglesi. Assieme all’etilista acuto Winston Churchill, che inaugurò i campi di concentramento contro la popolazione civile dei Boeri in sud Africa.Contro la city londinese,contro la sterlina, contro il loro isolazionismo, contro il loro impero coloniale, che fu un impero di schiavisti e negrieri; rammentando che i fascisti italiani abolirono in Etiopia la schiavitù che era legale, nonostante le massoniche democrazie francesi e inglesi, se ne fossero rese complici silenziose all’epoca, preferendo cavalcare la carta dell’antifascismo. Contro il loro ruolo di cani da guardia degli interessi USA in Europa.La perfida Albione fu assieme alla cugina bastarda francese nemiche storiche dell’Italia.Ma anche di una Europa unita.Ancora una volta che Dio stramaledica gli inglesi!

        • Sbaglia ancora, compagno Maffei, o piuttosto dovrei dire compagna?
          https://plus.google.com/104812902469480645534/about
          Ad onor del vero, a quanto pare, detto sia senza alcun senso di orgoglio nazionale, i campi di concentramento sono un’invenzione spagnola e furono inaugurati dall’esercito coloniale sotto l’alto comando del generale Weyler in Cuba, come ben spiega Giorgio Agamben nel pezzo ‘Quel che resta di Auschwitz’. La paura ci renderà fascisti.

  • Subito le elite hanno incominciato la propaganda antidemocratica sul referendum che sarebbe stato vinto per il voto degli ‘anziani retrogradi’; e bene fa Giannuli a smontare il falso dei giovani filo ‘UE’ e della petizione-frode su un secondo referendum.
    I referendum del 2005 in Francia e Olanda sono stati un avvertimento; con il tipico disprezzo per la volontà popolare le elite hanno poi approvato il trattato di Lisbona.

    Quello in GB è l’inizio della fine per ‘UE’, almeno in questa forma, e le elite sono ora di fronte a un serio dilemma:
    -se non daranno seguito alla volontà popolare si rafforzerebbero ovunque i partiti anti ‘UE’; l’UKIP di Nigel Farage conquisterebbe il parlamento della GB alle prossime elezioni e Marine Le Pen nel 2017 diventerebbe presidente di Francia e proporrà a sua volta un referendum di indipendenza; stessa cosa farebbero Wilders in Olanda e forse anche la FPOE in Austria; mentre in Germania AfD potrebbe diventare primo partito alle elezioni del 2017, ecc;
    -se invece avvieranno le negoziazioni per l’indipendenza della GB per i prossimi anni le infinite discussioni che le accompagneranno saranno riportate su TV e giornali e ciò sarà un danno devastante per l’immagine di ‘UE’, che non potrà più presentarsi come l’organizzazione ‘della provvidenza’ e senza alternative; questo è il motivo per il quale Juncker (che se avesse onore dovrebbe dimettersi insieme a tutta la commissione) preme per negoziazioni e uscita rapidissima della GB.

    Altro effetto positivo è che l’uscita della GB dovrebbe impedire definitivamente l’entrata di 80 milioni di turchi (e curdi) islamici e del loro califfo.

    C’è anche una via veloce e sicura per smontarla del tutto: ‘UE’ è un’organizzazione nata sostanzialmente per imbrigliare la Germania a Francia e USA; sufficiente sarebbe che un partito anti ‘UE’ prenda il potere in Germania e blocchi i pagamenti verso ‘UE’: fine della storia 🙂

    • Tenerone Dolcissimo

      tepiacerebbe tepia …. anzi… cepiacerebbe cepia
      Caro Ercole, non so se si è capito che dietro la UE ci sono interessi di tipo “mafioso”.
      Esempio lampante e’ l’ESM:
      1) i tedeschi vendono una barcata di merci alla grecia guadagnandoci un botto;
      2) la grecia per pagare emette bond;
      3) le banche tedesche sottoscrivono i bond;
      4) quando i bond greci vanno a puttane i tedeschi montano la campagna giornalistica contro berlusconi porcone che si tromba le minorenni e poi manovrano le spread e mettono monti a pdc;
      5) monti tassa i poveri (*) italiani per finanziare il fondo salvastati;
      6) il fondo salvastati compra titoli greci dalle banche tedesche salvandogli le chiappe.
      E non basta: siccome Deutsche Bank è sull’orlo della fine, cosa fa? Elabora un bel progetto di legge patrimoniale per succhiare altri soldi agli italiani e la manda alla UE che la fa propria. E intanto qualcuno a Berlino telefona a Amato e alla Camusso e ordina loro di scatenarsi e scatenare i propri pappones per appoggiare la patrimoniale. Ovviamente i soldi della patrimoniale così rastrellati serviranno a salvare DB.
      E TI PARE CHE TUTTA QUESTA GENTE RINUNCIA A QUESTA PAPPATORIA????
      SPONTANEAMENTE INTENDO … se poi gli italiani sisvegliassero e seguissero l’esempio dei francesi del 1789 o di Cromwell sarebbe diverso.
      (*) Il “poveri” è ovviamente riservato agli italiani intelligenti che hanno capito bene a cosa servono le tasse. Per quelli che “le tasse sono una cosa bellissima” sostituire “poveri” con “coglioni”. E scusate se è poco.

  • Tenerone Dolcissimo

    Se il direttore di un grande giornale (che è persona intelligente) scrive cose di questa rozzezza vuol dire che ha perso la brocca.
    ***
    Caro Giannuli, se dici questo di quella chiavica umana di Calabresi, forse ti sei perso l’intervento a La7 di Monti la notte dopo il referendum.

    • Più che su Calabresi (e chi sarebbe?) farei un’altra osservazione a Giannuli: la Repubblica non è un giornale, come peraltro non lo sono La Stampa, il Corriere, ecc. ecc.
      Un caro amico giornalista (allora ne esistevano) morto tanti anni fa, Mario Ugazzi, redattore capo di Paese Sera, diceva icasticamente che in Italia c’era la libertà di stampare, ma non la libertà di stampa. E questo perché – fin dall’Unità d’Italia – i giornali italiani non erano nelle mani di editori, ma di potentati economici con interessi al di fuori dell’editoria. Uno di questi, ad esempio, è una fabbrica di automobili.
      Diversi anni fa, in una inchiesta statistica mondiale sull’indipendenza della stampa, pubblicata su lavoce.info, basata sull’analisi della proprietà delle prime cinque testate, finì al penultimo posto, seguita solo da Singapore, per questo.
      Oggi non si può più dire, perché di editore uno ce n’è, ed è Berlusconi. Il che costituisce un piccolo problema (la circostanza, non la persona), di mancata divisione dei poteri e di assenza del famoso “quarto potere”, che da noi non è mai esistito.
      Ma era d’uopo parlare di conflitto di interessi, perché metterla su quel piano significava ammettere che gli altri non erano editori, e dunque che i loro fogli non erano giornali.
      Anche i giornali, oltre agli altri media, sono lì per vendere Pannoloni per Adulti Depend, e per difendere gli interessi (banali faccende di business) dei loro padroni ogni qualvolta risulti necessario. Tutto il resto è semplicemente funzionale a questi due obiettivi.

  • La vittoria del leave è stata possibile solo in Gran Bretagna perché una parte dell’elettorato laburista ha votato – com’è stato sottolineato – contro le direttive date dai dirigenti del partito.

    Questo dato porta a fare due riflessioni. La prima ha a che fare con il livello di cecità dei dirigenti dei partiti socialdemocratici che si rifiutano di ammettere che l’Unione Europea porta con sé conseguenze negative per le classi popolari.
    I regolamenti europei sono stati il cavallo di Troia della deregulation e della finanziarizzazione delle economie nazionali. Oggi continuare a credere di poter cambiare l’UE dall’interno, continuare a far discorsi sull’«Europa sociale» significa mentire, significa dire una menzogna cui si somma ad un vicolo cieco strategico.
    Se vogliamo che la sinistra esca un giorno o l’altro dall’impasse nella quale si è infilata, è necessario che questa menzogna sia denunciata senza mezzi termini.

    La seconda riflessione ha a che fare con l’importanza che l’elettorato tradizionalmente di sinistra ha avuto in un voto che possiamo definire «sovranista».
    Questo elettorato è coinvolto solo attraverso specifiche mediazioni politiche.
    In Gran Bretagna i comitati del Labour for Leave sono stati determinanti nel successo finale del Brexit.
    Si capisce quindi quale sia l’importanza delle forme autonome di organizzazione politica affinché l’elettorato di sinistra possa esprimere posizioni sovraniste.

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16605

  • Il Brexit è una grande vittoria, per le ragioni esattamente opposte a quelle di Giannuli, che secondo me è ha completamente torto su tutta la linea europea. La crisi dell’Unione ha due origini distinte: 1) l’impossibilità di costruire una sempre più indispensabile Federazione, soprattutto per il veto UK (probabilmente appoggiato anche dagli USA, che hanno tutto da perdere dalla creazione degli Stati Uniti d’Europa); ora, per un meraviglioso esempio di eterogenesi dei fini. ce ne siamo liberati. 2) L’adozione del modello liberista, addirittura scolpito nell’orribile proposta di Costituzione del 2005. Ma questo è il macigno che hanno di fronte tutte le sinistre e tutte le classi subalterne in tutto il mondo, non certo solo in Europa. Serve una rivoluzione copernicana in economia. Però, se questo avvenisse (e purtroppo, per ora, è improbabile), servirebbe anche una sovranità politica adeguata per adottarla. Esattamente per gli stessi motivi per cui, agli albori dell’Età Moderna, il nascente capitalismo è fallito a Firenze, Venezia ecc. ed ha avuto successo protetto dai nascenti Stati Nazionali atlantici.

    • Ma una Federazione sarebbe la risposta sbagliata, per diversi motivi.
      1) È impossibile, perché l’Europa, o anche solo parte di essa, non è adatta. Discorso lungo, ma per ora faccio solo notare che ci sono già stati federali: Spagna e Germania. Sarebbe una Federazione al quadrato.
      2) Se riuscisse, sarebbe peggio della UE: impossibile assicurarne un controllo democratico, proprio per la non adeguatezza del territorio.
      3) È politicamente impossibile, perché né Francia né Germania ci starebbero mai. In Francia Delors ha avuto posizioni semmai confederali, ma non federaliste, ed è quanto di più si avvicina. In Germania di federalisti ce n’è uno: Josckha Fischer. Un po’ poco, direi.
      4) L’esperienza di quel mostro giuridico (criticato dai giuristi di tutta la UE, salvo l’Italia) che è la “Corte di Giustizia europea”, composta da dilettanti allo sbaraglio, non insegna nulla?
      Se si prendono ad esempio gli USA, leggasi quanto argomento in un altro post.

  • l’UE e’ una truffa ai danni dei suoi cittadini. La prova piu’ evidente la si e’ avuta con la crisi Ucraina, poiche’ da una parte si esige austerita’ nei confronti della Grecia, dall’altra si vorrebbe fare entrare nell UE l’Ucraina che e’ sull’orlo della bancarotta. E molti sono nell’UE i coglioni che vorrebbero far entrare in UE anche la Turchia, ovvero un paese finanziatore dell’ISIS. In quanto alla brexit e’ probabile che rallentera’ gli accordi sul TTIP, e questa sarebbe gia’ da sola una ragione sufficiente per essere pro brexit

  • Tenerone Dolcissimo

    Caro Giannuli, cosa c’è da aspettarsi adesso secondo te?. QUalcuno paventa una bella pompata alla strategia della tensione

  • pubblico uno dei tanti commenti sui quotidiani nazionali che secondo me ben sintetizza l’incapacità di analisi di chi voterebbe fuori qua in ita.

    “Si stava così male negli anni 80 senza europa unita?
    Io stavo alla grande, mamma poteva fare la casalinga, uno stipendio normale era sufficiente per tutti, per pagare il mutuo per mangiare e per le ferie, anche la roulotte ci potevamo permettere. Oggi 2 stipendi senza figli facciamo pari a mala pena.
    Se questo scossone servirà a farmi riavere gli anni 80 ben venga !”

    cerrrrto perche il mondo del 2016 è proprio paro paro a quello di 40 anni fa
    e credete forse che i ragionamenti fatti dai brexit siano tanto diversi?

  • Professore, buongiorno!
    Una domanda, a Lei e a tutti: è possibile dopo il Brexit aumentare il nostro “potere contrattuale”? Nel senso, o aprite il portafoglio o facciamo saltare tutto? Premesso che sono d’accordo totalmente sul fatto che l’UE, così configurata, non sia né emendabile, né passibile di innocue transizioni a un qualsivoglia modello democratico minimamente accettabile da chi pensi, anche solo come slogan, a una “Europa dei popoli”. Tuttavia, in attesa di costruire sufficiente massa critica per incidere positivamente anche da questo punto di vista, cercare di sfruttare questa situazione inedita di debolezza da parte di un’oligarchia che forse, per la prima volta, vede concretamente sfuggirgli il giocattolino da sotto mano.
    Un caro saluto.
    Paolo

  • La Francia e la Germania stanno preparando il progetto per creare un “superstato europeo” che dovrebbe sostituire la UE, riporta il canale della tv pubblica polacca TVP.

    I giornalisti fanno riferimento ad un documento che il capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier dovrebbe presentare nell’incontro di oggi a Praga con i ministri degli Esteri del “quartetto di Visegrad” (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria).

    Sul sito del canale è stato pubblicato un documento di 9 pagine presumibilmente preparato da Steinmeier e dal ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault.

    TVP sostiene che il progetto prevede la creazione di uno “stato unico europeo, dipendente dai giocatori europei più forti ad oggi. I Paesi partecipanti effettivamente perdono il diritto di avere un esercito, forze di sicurezza nazionali, leggi proprie e un sistema fiscale separato — compresa la formulazione di imposte, la stampa della propria moneta e le banche centrali, in grado di “difendere realmente gli interessi finanziari dello Stato nazionale”, rileva il canale.

    Inoltre i Paesi che entreranno nel “superstato” “perderanno il controllo sui propri confini e sulle procedure di accoglienza e ridistribuzione dei profughi sul loro territorio.” Ci saranno inoltre un unico sistema di visti e una politica estera comune.
    “Potrebbe essere limitato il ruolo della NATO in Europa,” — riferisce il canale.

    http://it.sputniknews.com/politica/20160627/2979464/diplomazia-brexit-NATO.html

  • Nel caos mediatico post Brexit è uscito un altro articolo relativo agli scenari possibili ideati dal principale responsabile della situazione attuale:

    All’indomani del referendum sul Brexit, il magazine online die Welt pubblica l’analisi di un documento confidenziale redatto dal Ministro tedesco delle finanze Schäuble per i prossimi negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’UE. Come era prevedibile, la stessa Germania propone una via “norvegese” per la Gran Bretagna, consapevole dell’insensatezza di una guerra economica che taglierebbe il ramo su cui è seduta: come spiegato in un recente post sul blog del prof. Bagnai, il Regno Unito è importatore netto di beni dell’UE per oltre 100 miliardi di euro l’anno. Al tempo stesso traspare il forte timore da parte del governo tedesco di creare un precedente che rafforzi ancora di più i movimenti contrari all’UE nei singoli stati europei. Un processo che pare a questo punto inevitabile.

    Schäueble vuole che la Gran Bretagna diventi un “partner associato” dell’Unione Europea.

    E’ probabile che durante la conversazione con i colleghi Schäuble abbia già concordato l’approccio da adottare. Il Ministero delle finanze, infatti, ha ideato una strategia per affrontare gli imminenti negoziati di uscita.

    In base alle informazioni contenute in un documento strategico confidenziale redatto da un team di funzionari del Ministero delle finanze chiamato “Task Force – Brexit”, il governo federale ha intenzione di proporre “una trattativa di abbandono costruttiva”. Secondo il rapporto, chiamato “Strategia tedesca in caso di Brexit”, al termine dei negoziati il Regno Unito dovrà diventare a tutti gli effetti un “partner associato” dell’UE.

    A detta dello staff di Schäuble si preannunciano “negoziati difficili”, in particolare per ciò che riguarda la fuoriuscita della Gran Bretagna dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), il tema vincoli di bilancio UE, e la questione se Londra debba o meno rilevare la Presidenza del Consiglio europeo nel 2017. “Sarà dura”, è il commento che arriva da Berlino in vista dei futuri negoziati. Per la Germania non sarà il Ministero delle finanze a condurli ma il Ministero degli affari esteri.

    http://vocidallestero.it/2016/06/26/il-piano-segreto-di-schauble-per-il-futuro-del-regno-unito/

    • I sostenitori del Remain sono passati nll’arco di un giorno dalle previsioni apocalittiche alle rassicurazioni e alle promesse associative; Cameron nello stesso torno di tempo è passato dall’impegno indefettibile a rimanere qualunque fosse l’esito del voto all’annuncio delle dimissioni. Miracoli della democrazia.

      Io non sono un cospirazionista e credo che all’interno del regime si affrontino diverse idee su come gestire la situazione, e nessuna di loro brilla per audacia e lungimiranza. Nell’immediato si farà quel che vorrà la Germania, poi si vedrà come matura la situazione, anche in rapporto alla situazione greca e alle elezioni statunitensi.

  • Direi che l’unica cosa positiva del Brexit potrebbe essere la distensione dei rapporti tra Ue e Russia.
    Anche perché per ora è un disastro per il proletariato britannico che vede crollare il suo potere d’acquisto drammaticamente di giorno in giorno.

    Di fronte a problemi complessi è impensabile uscirne con soluzioni semplicistiche.
    Ovvio che la Ue della Troika è un avversario, ma un referendum(o plebiscito?) non risolve la crisi perdurante del capitalismo… o no?

      • Prof vado off topic. Se ha tempo può scrivere un articolo sulla Strage di Ustica ?
        Oppure ha tempo di suggerirmi una bibliografia?

        Grazie per l’attenzione

        • A supporto dell’off topic, ricorderò la falsa rivendicazione nella quale si tentò il coinvolgimento dell’ordinovista Marco Affatigato. Era l’infausta stagione della “trame nere” che nere mai furono.Affatigato latitante a Nizza riconobbe Sandro Pertini, mentre si trovava senza scorta in incognito seduto su una panchina sul lungomare. Si presentò e raccontò la sua versione dei fatti. Fu preso in simpatia,dal presidente della repubblica, tanto da andarlo a trovare in carcere successivamente quando fu arrestato. Forse Pertini vedeva nel giovane, l’ esule antifascista che egli fu. Naturalmente il fatto rimase occultato dai pennivendoli di regime. I “fontanologhi” esperti in trame nere furono ancora una volta sputtanati, ma questa volta da Pertini in persona.

  • Al di là della diatriba giovani vs. vecchi, falsa e montata ad arte per nascondere le vere questioni che apre il referendum sul Brexit, il problema è che tutta la campagna referendaria inglese è avvenuta su basi nazionaliste e razziste. Su questa base la classe dominante britannica è riuscita a convincere il suo popolo che è meglio essere sfruttati dagli autoctoni, anche se sempre di sfruttamento si tratta.
    Purtroppo questo risultato non scatenerà una rifondazione della UE e dell’Euro su basi di solidarietà ed uguaglianza, neppure di socialdemocrazia, perchè il periodo storico che stiamo vivendo è questo, dominato dal discorso delle Le Pen, Farage, Wilders e compagnia cantante. Il discorso dei laburisti di Corbyn (rimaniamo in Europa per cambiarla) è fallimentare, dato che si è dimostrato impossibile cambiare questa UE dall’interno. Prevedo tempi duri, di lotta fra borghesie nazionaliste. Vorrei sbagliarmi, ma di solito queste lotte portano ad una guerra.

    • la componente nazionalistica certamente c’è, ma non possiamo ridurre tutto a questo, sarebbe un errore non vedere la componente di classe. D’altra parte i referendum fanno di queste frittate in cui si confondono cose molto diverse fra loro

  • Di tutte le cose dette e lette, segnalo l’intervista sul Corriere a Giscard d’Estaing:
    http://www.corriere.it/amministrative-2016/notizie/giscard-d-estaing-erano-gia-fuori-4326ca82-3ca7-11e6-9ec4-cc8bddb9414f.shtml
    che dice cose che mi trovano completamente allineato.
    Per i pigri o per chi non riesce ad accedere al sito, riporto due passi che sintetizzano bene quanto siano essenziali per una società ben ordinata, la pacatezza e la lucidità di certi “vecchi”:
    “Che cos’è in fondo l’Unione europea? L’euro, e la libera circolazione delle persone, ossia il trattato di Schengen che i britannici non hanno ratificato. La Gran Bretagna non è uscita da granché, perché quanto all’essenziale era già fuori».
    “…. andare avanti, per esempio con l’unione fiscale: non è possibile che tre persone che fanno lo stesso lavoro a Monaco, Milano o Lisbona, paghino tre livelli di tasse differenti. E unire il debito pubblico: se esistesse un debito europeo sarebbe il più ricercato del mondo».
    Meditiamo, gente, meditiamo.

  • Secondo lei, professor Giannuli, qual’è il piano della classe dirigente europea?
    Intendo dire, dal momento in cui il referendum inglese è stato indetto, si è profilata la possibilità Brexit. Ora, io non posso credere che abbiano trascurato di analizzare questa possibilità (per quanto la si potesse ritenere remota) e che non abbiano approntato strategie opportune.
    Secondo lei, questo “terremoto” Brexit è davvero un fatto semplice (come un fulmine che cade) o può essere inquadrato in una “sceneggiatura” che ci stanno proponendo?
    Spero di non essere stato né troppo oscuro né complottista

      • Sono i danni collaterali di certi articoli su internet. Anche quando è evidente che certi processi sono il frutto di una necessita
        Persino Chiesa, che è stato un valido giornalista, ha perso il boccino.

        Adesso la butto in caciara: il complotto Kalergi è una cacata pazzesca!!! 😉

        • si il comp’lotto è un pacco di fantastoria, ma che lui abbia fondato Paneuropa ed un progetto di europa tutto affodato ai diplomatici e capi di Stato ecc, quello è vero

  • Gentile Professore,
    ho l’impressione che Brexit:
    – aiuti il Regno Unito a rimettere i dazi sulle importazioni dalla Ue senza dover svalutare troppo la sterlina e quindi senza rischiare la fuga dei capitali dalla City a Wall Street;
    – aiuti il Regno Unito a evitare di stare dalla parte di coloro che prenderanno il TTIP in quel posto, anzi magari lo aiuterà a stare dall’altro lato.
    Il coro dei Monti e Napolitano, piuttosto che inveire contro Cameron, sembra più atto a minacciare noi altri latini, nel caso volessimo emulare i britannici.
    Suggerirei anche di considerare l’atteggiamento cinese che non è favorevole alla deflagrazione della zona euro, in quanto allontanerebbe il sogno di creare un Fondo Monetario BRICS composto da yuan, rupia, rublo, real e soprattutto euro alternativo al FMI.
    E sappiamo bene quanto questo sia esiziale per gli americani a tal punto da aver fatto fuori Gheddafi in pochi mesi solo perché con Bouteflika aveva provato a fare in Africa un piccolo FMA nell’estremo tentativo di fermare l’orda di migranti subsahariani.
    I cinesi infatti temono che se in Europa si tornerà alle monete nazionali il dollaro si riprenderà anche la quota oggi ancora riservata all’euro nel FMI e questo potrebbe accadere allorquando i vantaggi della sopravvivenza dell’euro per la finanza statunitense diventeranno inferiori agli attuali (perfetto controllo sui flussi internazionali di capitale, perfetto controllo della logistica marittima, perfetto controllo dei tassi di disoccupazione regionali a scopo terroristico militare).
    Essa non è il mio incubo personale, perché è un dato di fatto che come ti giri trovi sempre i suoi tentacoli. Eppure un punto dove colpire la piovra per farla secca ci sarebbe e sta Europa, ma i russi sono troppo grezzi per comprenderlo …

  • In questo articolo la Brexit è collegata al desiderio della GB di avere completa libertà d’azione nei suoi rapporti con la Cina:

    “Cameron infatti si è dimesso in previsione della prossima transizione della Gran Bretagna fuori dall’Europa, in favore del nuovo probabile governo Boris Johnson, un governo conservatore incalzato dalle ali più estreme, ricompattate dal successo elettorale. Cameron, definito troppo ingenuo per aver sottoposto temi di questa portata politica all’esercizio di un referendum democratico, ora è dunque costretto al sacrificio delle dimissioni … ma non certo per la sua presunta “ingenuità politica”, quanto per la sacralità della ragion di stato. E le cause di questa liturgia sacrificale risalgono all’anno precedente, quando i rapporti finanziari tra Uk e Cina si sono rivelati prossimi ad una svolta di profonda collaborazione.

    Il Presidente cinese Xi Jinping, in visita di Stato nel Regno Unito nell’ottobre scorso, si è rivolto alle Camere del Parlamento riunite a Westminster, rivendicando alla storia del suo Paese profonde radici di civiltà simili a quelle britanniche, e sostenendo che la Repubblica popolare odierna, ed il comunismo attuale, non sarebbero altro che una rinnovata forma del medesimo Impero … insomma tra Imperi ci s’intende, e i giochi mondialisti negli ultimi tempi sono decisamente cambiati, perché Londra, al di là dell’inossidabile alleanza atlantica, ha vissuto un problema di emarginazione eurocratica, a partire dall’affermarsi della crisi del 2008 … poi strada facendo, il peso dell’euro ed il timore di una sua implosione, hanno assunto una centralità assoluta.

    Tutte le energie dell’Eurozona di gestione teutonica si sono concentrate sulle politiche fiscali, su un possibile sistema di aiuti per nuove difficoltà (QE), sulla vigilanza bancaria ed i relativi meccanismi … dal Fiscal Compact alla Banking Union, dall’Esm al Piano Junker, la Germania ha egemonizzato la politica economica europea, al solo fine di salvare l’euro, ed il conseguente sfruttamento dei paesi Piigs. L’analisi parossistica dei problemi dell’euro, unilateralmente identificati con quelli dell’Europa hanno maturato la volontà di tagliare l’accordo ormai insostenibile tra Londra e Bruxelles.

    All’interno della guerra monetaria globale del dopo crisi 2008, l’Inghilterra ha sentito l’impellente diktat d’individuare un nuovo destino al di là dell’Europa … per sé, per la sterlina e soprattutto per la City. Ma anche la Cina ha sentito la necessità di riassorbire gli squilibri globali cercando di governare la crescita mercantilistica di un’economia trainata dalla domanda estera, senza sacrificare lo sviluppo della dinamica autonoma interna”.

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16609

  • Scuate l’assenza dovuta a febbri alte e altissime …
    Quando ho invocato in latino la Brexit su questo sito il pensiero era rivolto ai sommovimenti e agli scorrimenti che avrebbe inestato nelle faglie politiche continentali e britanniche.
    L’ottusità (interessata) tedesca e i giochetti inglesi sottobanco potrebbero vanificare e falsare la positività di questo scossone.
    … purtroppo i vertici politici sono occupati da simulacri e questo non aiuta.
    P.s. Manco a farlo a posta il sangue dei fratellastri è tedesco.

  • e’ il risultato di un voto d’ignoranza,se non altro perche’ qui nessuno ha idea di cosa sara’ il regno unito dopo brexit,inoltre un economia solida come quella inglese potrebbe rischiare la recessione.
    cerchi pure le ragioni,che ovviamente non ha illustrato,dove vuole,ma la sintesi di questa scelta e’ l’ ignoranza.

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