Bitcoin è arrivato lo scoppio della bolla? Ragioniamo

Avevo pensato questo pezzo un paio di settimane fa, prima dello scivolone del Bitcoin ( -40%) e mi sembra istruttivo riproporlo prima di due considerazioni finali sul perché non credo che questo sia ancora lo sgonfiamento della bolla. Che verrà. A.G.

E’ una tranquilla mattinata di dicembre. Bussano alla porta, il padrone di casa va ad aprire e si trova davanti un personaggio con tuta da motociclista nera, casco che copre tutto il viso e con vetro oscurato, che non si presenta e dice: “Signore le non mi conosce, ma come mi chiamo non ha importanza.

Se lei mi dà tutti i soldi che ha in casa, io fra un mese le do un interesse del 400%, garantito da questo sofisticatissimo algoritmo di cui le dò copia” e gli porge un foglio con su scritta una complicatissima formula matematica che il padrone di casa assolutamente non è in grado di capire, però sa che tutti i suoi vicini di condominio hanno investito ed effettivamente hanno ricevuto gli interessi pattuiti, precisi al centesimo e nel giorno stabilito, senza sgarrare di 1 ora. Va nel suo studio, apre la cassaforte, prende tutto il liquido che vi è contenuto e lo consegna allo sconosciuto, che firma una ricevuta con una X.
Interrompiamo qui il racconto.

Credo che di fronte a questa scena, tutti gli spettatori riderebbero della dabbenaggine del padrone di casa, che ancora una volta, casca nel trucco del sistema Ponzi, ormai vecchio come il cucco. Si pagano gli interessi con il denaro dello stesso depositante e con quello dei successivi investitori, poi, quando la raccolta ha raggiunto livelli considerevoli, si “brucia il paglione” e chi si è visto si è visto.

Ebbene, è esattamente quello che sta accadendo in tutto il mondo per la febbre da bitcoin: ormai la somma investita supera i 300 miliardi di dollari, il prezzo della moneta virtuale continua a crescere nonostante abbia raggiunto i 1.500 dollari.

Ma nessuno sa chi sia il titolare (o i titolari) delle varie società di emittenza, il mitico algoritmo alla base dell’altrettanto mitica moneta non si capisce cosa sia e se tutte le emittenti usino lo stesso o diversi algoritmi, non esiste un sottostante della presunta moneta ecc. ma tutti investono, convinti di fare un buon affare. Chi abbagliato dalle dichiarazioni di presunti economisti che cianciano di un bitcoin destinato a raggiungere quotazioni stratosferiche (si parla di milioni di dollari al pezzo, quando questa diverrà la moneta di scambio mondiale), chi, più smaliziatamente, cerca di cavalcare l’onda deciso a scendervi in tempo prima che la bolla si sgonfi, ma portandosi a casa lauti guadagni.

Ragioniamo: questo fenomeno ha tutte le caratteristiche di una bolla speculativa destinata (come tutte le bolle speculative) ad esplodere lasciando a terra morti e feriti. Come è giusto che sia, perché se uno è tanto imbecille da cascarci è giusto che venga punito. Ma, mi direte, quelli che investono con il calcolo di scendere dalla giostra prima che tutto affondi, non sono imbecilli ma calcolatori. Vi spiego perché sono i più cretini di tutti. Va da sé che, come in ogni bolla speculativa, c’è una piccola percentuale di gente che ci fa davvero i soldi o perché hanno calcolato giusto il momento in cui scendere (ma questi sono una piccolissima percentuale della piccola percentuale di quelli a cui è andata bene) o (ed è la quasi totalità dei casi) perché hanno avuto la fortuna di non spingersi troppo oltre. Come in ogni lotteria, c’è sempre qualche fortunato estratto che ci fa casualmente un po’ di soldi, ma, nella maggior parte dei casi, quelli “che scendono in tempo dalla bolla” sono gente del mestiere che ha accesso ad informazioni riservate e, pertanto, calcola in tempo quando defilarsi. La quasi totalità dei dilettanti sono presuntuosi destinati all’inferno.

Questo perché le bolle non possono che esplodere, prima o poi, perché sono pensate proprio per questo: c’è qualcuno che emette un titoli di debito, lo gonfia intenzionalmente, per poi guadagnarci su quanto la bolla si sgonfierà. Ed è proprio dell’azione che il valore cresca su sé stesso senza alcun rapporto con il valore reale e il profitto sta proprio in questo, esattamente come in un qualsiasi gioco d’azzardo.

Quindi, siamo di fronte alla più classica truffa finanziaria, ma, questa volta, abbiamo fatto un passo avanti nella creduloneria: acquisiamo titoli di credito da perfetti sconosciuti. Prima, è accaduto molte volte che si acquistassero titoli-spazzatura, ma, almeno, li si acquistava da qualche ente noto, con un indirizzo certo o da un operatore con un nome e cognome che, per di più, ci concedeva almeno un pezzo di carta intestata con una firma. Qui siamo alla perfezione della truffa, roba da teatro dell’assurdo: un signor-non-si-sa-chi ci vende qualcosa che, per di più è una cosa altamente immateriale, che ha come unica documentazione un segnale elettronico altamente volatile. Se, per una ragione qualsiasi, ti si distrugge l’hard disk o c0’è un attacco hacker, tu non hai più niente in mano. Ma, soprattutto, se il signor-non-si-sa-chi sparisce, tu non hai nemmeno a chi rivolgerti o chi citare in giudizio. In questo ballo in maschera, l’unica cosa certa è che un certo numero di persona si sono private di una certa quantità di denaro. Punto e basta.

Quello che perfeziona la truffa, paradossalmente, è proprio questa assenza del soggetto che emette il titolo: la gente ci crede perché non c’è un finanziere che garantisce il suo titolo di debito, ma l’oggettività di un algoritmo che, per definizione, non può che essere esatto (anche se noi, posto che riuscissimo ad averlo, non sapremmo a leggerlo e verificarlo) e passa attraverso la tecnologia più moderna. Quel che dimostra una volta di più che l’ideologia (intesa nel senso deteriore di visione rovesciata del mondo) può affermarsi in qualsiasi campo: anche la matematica e la tecnologia possono alimentare ideologie ugualmente ingannevoli come quelle politiche o religiose.

Alla base c’è pur sempre il sogno infantile di essere oggetti di miracolo, di guadagnare un destino vasto ed importante senza alcuno sforzo. O, se preferite e, più modestamente, “di svoltare la vita senza lavoro”. E questa trappola funziona sempre, oggi una volta di più.

Ed ora veniamo all’oggi ed al crollo del bitcoin di questi giorni: siamo allo sgonfiamento della bolla. Può darsi, magari perché si è inciampati in un imprevisto o perché qualche bambino dispettoso ha bucato la bolla prima del progettato, ma non mi sembra il caso. E’ possibile, invece che, si tratti si una flessione in qualche modo programmata, per “ricomperare” a buon mercato titoli di debito già emessi per poi ripartire. Credo che i 300 miliardi di dollari di cui si parla siano ancora troppo pochi e che chi ha progettato questa mega bolla abbia ben altre ambizioni. Vedremo, per ora dilettiamoci ad osservare l’eterno spettacolo della credulità popolare. Non c’è niente da fare: l’unica soluzione è istituire il reato di truffa passiva. Ne riparleremo.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (16)

  • ACME NEWS
    Il Triarca reggente di Bitonto, Bitetto e Bitritto ha smentito che la Bit coin sia la moneta a corso legale del Triarcato.
    Improvvisamente le quotazioni della nuova valuta sono cadute alla Borsa Valori di Binetto a causa di un uccellaccio, probabilmente russo ex sovietico, che si è posato sui cavi dell’alta tensione, causando un black out alla stamperia degli ologrammi della zecca virtuale dei Bit in una frazione isolata di Bitti.
    Smentita anche la ricostruzione etimologica di Moon e Star, due giornalisti investigativi dell’autorevole Sun, secondo cui dietro la catena finanziaria piramidale ci sarebbe Bat man. L’uomo in mutandoni e mantello ha dichiarato all’emittente radio KZZ che lui ha una solo una carta di credito gold in dollari.
    Chi sarà mai l’uomo invisibile che sta dietro l’ardita operazione finanziaria?
    I sospetti si focalizzano sulla Corea del nord e su un uomo basso, aduso farsi squadrare la capigliatura dal geometra del comune.

    • La Merkel per arginare il possibile contagio finanziario ha ingaggiato i Musicanti di Brema e il Pifferaio magico.
      Il timore che la nuova moneta sia un Cavallo di Troia all’interno della cittadella è forte all’interno dell’Eurogruppo, riunitosi d’urgenza a Bitburg.

      • Appena Renzo Rensi ha saputo dello scivolone del Bitcoin si è attaccato al telefono e lo ha reso bollente: ha ordinato ai suoi di palesare l’uomo invisibile dei bitcoin, perchè per un risultato elettorale come quello, sarebbe disposto a pagare di tasca sua, pur di scoprire l’arcano.
        “Col 60% superiammo le europee” avrebbe confidato ai collaboratori più stretti.
        L’inutile minoranza più sveglia avrebbe fatto notare al segretarissimo che non c’è da stare allegri se il partito perdesse il 40% dei voti.
        A questo punto all’interno del partito si è aperta la caccia ai gufi, anche oltre il divieto temporale di caccia.
        I ragionier Filini dello schieramento di centro del giglio è stato visto armeggiare con un bazooca.
        Il segretario e il presidente guidano le grandi manovre venatorie contro i rapaci notturni di partito.
        Si attende un intervento chiarificatore della Lipu, Lega italiana protezione uccelli.

  • A me Paolo Barnard non mi sta molto simpatico perché non lo reputo una persona affidabile nel suo percorso anche se poi spesso da degli spunti interessanti …..devo dire che sui bitcoin ci ha visto giusto…l’articolo del Prof. Giannulli e quello del Barnard …credo che diano un idea precisa di cosa siano i Bitcoin: la più grande fregatura di questi ultimi anni. Ci sarà gente che se ne leccherà amaramente le dita………(quanti entusiasmiii….ci son interi blog in diverse lingue che ne parlano in toni entusiastici…i bitcoin ci porteranno a liberarci dello strapotere delle banche, non ci saranno più intermediarii…è prossima la liberazione monetariaa , addio al signoraggio vero e presunto (mamma miaa che confusione hanno in testa i seguaci di Auriti…ahhah ) …..etc etc ..)
    link articolo :
    http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1974

  • ACME NEWS
    Milano. Continuano le provocazioni artistiche sulla imponente scultura di Cattelan di fronte al palazzo della Borsa.
    Ieri, nottetempo ignoti risparmiatori buggerati dai Bitcoin svizzeri hanno appuntito il famoso dito marmoreo con una sorta di temperamatita gigante, a significare l’avversione contro tutte le bolle speculative.
    Il Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri indaga negli ambienti della Banda dello Spillone del maestro Scannagatti.

  • ACME NEWS
    Sull’onda del panico scatenato dal crack della bit-economy la polizia della contea di Risk ha arrestato un settantenne alto biondo, di origine tedesca, perchè in evidente stato di alterazione, alla guida di una Mustang del 1970, ripeteva la parola “butt, butt, butt” scambiata per “bit” dagli agenti.
    Intanto continua imperterrita la ricerca del Presidente degli Stati Uniti, di cui si sono perse le tracce da alcuni giorni.

  • ACME NEWS
    Sulla base delle ricostruzioni fotografiche operate dalla polizia scientifica si è potuto risalire all’identità del motociclista nero, emulo del corsaro nero e del cavaliere nero. L’anonimo centauro spacciatore presso indifesi cittadini di algoritmi dalle proprietà finanziarie mirabolanti, altri non sarebbe che Diawolick (Peperoncino per chi non mastica il tedesco), sul cui capo pendono numerose denunce dei risparmiatori, che ignari della sua vera attività, gli hanno consegnato i loro risparmi.
    Sul punto si attendee un possibile interessamento dell’on. Boosky.
    La commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, presieduta da Casini, potrebbe calendarizzare già da domani l’audizione di Diawolick.
    Quest’ultimo nega recisamente ogni addebito.

  • ACME NEWS
    Il Governatore della Banca d’Italia e il Presidente della Consob, auditi dalla Commissione Casini hanno ammesso di non sapere quale sia lo Stato che emette la Bit coin.
    Secondo un’ipotesi circolata tra gli gnomi di Zurigo, si tratterbbe di dell’unità di conto dei figli dei marziani.

  • ACME NEWS
    Bitschen – Baviera. La banda degli onesti colpisce ancora. Messo a seno colpo multimilionario da un insolito rassemblement di lettori di un blog clandestino tedesco. Un gruppo di artisti e poeti, capeggiato da un gourmet, è stato accusato di aver inondato il mercato tedesco di bitcoin falsi. Tuttavia le autorità non hanno potuto trarre in arresto i membri dell’allegra combriccola, perchè ad una approfondita analisti degli specialisti della Banca di Germania, i bitcoin emessi sono risultati più autentici degli autentici, in quanto il pittore capo del gruppo risultava essere in possesso delle matrici elettroniche originali.
    Il ministro degli interni della Baviera non ha potuto far altro che espellere verso l’Italia la banda dei malfattori.

  • Caro Prof. Giannulli,

    Ovviamente lasciando da parte il concetto speculativo (dettato anche un po’ dalla moda e dall’ignoranza) dei bitcoin, avrei il piacere di conoscere la sua opinione sul sistema Blockchain.
    Aspettando una sua risposta le auguro buone feste.

  • Mi sembra di capire che, al di là della speculazione sulla bolla, l’unico elemento di valore del Bitcoin è la sua presunta non tracciabilità. Quanto c’è di vero in questa convinzione?

  • .. l’anima dannata del commercio porta per vie strane.
    Il giorno in cui il Professor Giannuli pubblicherà l’articolo che sta covando sul problema linguistico in Europa, il sito sarà inondato da pubblicità in tedesco, inglese e francese.
    Non in greco, perchè i greci danno soldi agli altri per fare pubblicità.

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