Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?
Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?
In tutta la storia della Repubblica non c’è mai stata una crisi istituzionale come quella che abbiamo sotto gli occhi e che cresce di giorno in giorno: il Presidente del Consiglio, sorretto dalla maggioranza parlamentare, è in aperto conflitto con il potere giudiziario, con il Presidente della Camera e con tutti gli organi di garanzia –dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale-. Peraltro, non credo che in nessun paese ci sia un Capo del Governo sotto processo per corruzione e sostanzialmente indiziato di collusione con la Mafia.
Bisogna trovare una via di uscita, inteso che Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimettersi neanche se c’è la rivoluzione e che non è probabile una sfiducia parlamentare.
La legge sulla “prescrizione veloce” ha un futuro incerto anche dal punto di vista costituzionale, e, in ogni caso, non servirebbe in caso di nuova istruttoria per le stragi del 1992-93.
Un lodo Alfano “costituzionalizzato” non arriverebbe in tempo ad evitare la condanna per il caso Mills.
Facciamo una ipotesi: la Corte condanna Berlusconi per il reato di corruzione. Ovviamente seguirebbe ricorso per Cassazione, ma, nel frattempo, Berlusconi potrebbe imporre nuove elezioni e, nel caso le vincesse, ci troveremmo in ogni caso in una situazione di rottura costituzionale: se la sentenza fosse confermata e resa esecutiva, questo suonerebbe come una sostanziale esautorazione della sovranità popolare, anche perchè l’elettorato avrebbe votato in piena coscienza della situazione giudiziaria del Cavaliere. Se poi il Parlamento votasse una qualche norma di salvataggio di un condannato definitivo, questo equivarrebbe alla liquidazione dello Stato di Diritto e della divisione dei poteri. Insomma, una Italia spaccata in due nella quale ciascuna metà interpreterebbe la pronuncia sfavorevole come un colpo di Stato. Di questo passo finiamo davvero alla guerra civile.
Bisogna trovare una via d’uscita. Lasciamo perdere per un attimo il fatto che l’imputato sia un signore che si chiama Silvio Berlusconi e ragioniamo in astratto.
Abbiamo due schieramenti pregiudiziali: innocentisti e colpevolisti non disposti ad accettare alcuna prova che non collimi con le proprie convinzioni. Personalmente, se mi trovassi nella condizione di essere accusato di collusione con la Mafia, riterrei insopportabile un’ombra del genere e pretenderei di essere processato proprio per dimostrare la mia innocenza. Evidentemente, non tutti intendiamo allo stesso modo il senso dell’onore. “Ma -si obietta- Berlusconi è innocente, ma non si fida di un tribunale di parte che aspetta solo di fare il tiro al bersaglio anche in assenza di prove”. Ed è una obiezione che non è possibile scavalcare senza tener conto che quasi mezzo paese è esattamente convinto di questo. Però, da nessuna parte del Mondo esiste una norma che rende improcessabile il Capo del Governo qualsiasi cosa faccia.
Questo è il brillante risultato del processo di sventramento costituzionale avviato da Pannella, Occhetto e Segni -con lo scellerato referendum contro la legge elettorale proporzionale- e proseguito coi fautori del “bipolarismo”: se non ci fosse questa sorta di “investitura” popolare del candidato Presidente del Consiglio, logico prodotto del sistema maggioritario, oggi non saremmo in questa situazione. Giova ripeterlo: dal 1945 in poi, in Italia ci sono stati vari tentativi di colpo di Stato ma l’unico che è riuscito è stato quello attuato dal Pds di Occhetto nel 1993.
Comunque ora cerchiamo di tirarcene fuori. E partiamo da considerazioni di semplice buon senso: Berlusconi non può pretendere di essere dichiarato al di sopra della legge mettendosi sotto i piedi il principio di legalità, ma è anche vero che il Presidente del Consiglio non è un qualunque ragionier Mario Rossi che si possa processare con rito ordinario. Se il ragionier Rossi dice che è stato condannato ingiustamente non ne segue una crisi istituzionale, ma se un Presidente del Consiglio –spalleggiato dal Parlamento- dice che un manipolo di giudici eversori sta tramando per abbatterlo, la conseguenza è uno tsunami istituzionale che rischia di far crollare tutto. Ed allora è necessario che l’organo che giudica abbia un “peso” istituzionale da reggere il confronto con il Capo dell’Esecutivo e che emetta una sentenza definitiva, inappellabile ed insindacabile. Questo organo esiste nella nostra Costituzione e si chiama Alta Corte di Giustizia composta dai 15 membri della Corte Costituzionale e da 16 membri scelti a sorte in un elenco di cittadini compilato periodicamente dal Parlamento. Per la verità la normativa attuale non è direttamente applicabile al nostro caso perchè è riferito solo a reati compiuti dai membri del Governo nell’esercizio delle proprie funzioni (mentre qui si tratterebbe di reati precedenti all’ingresso di Berlusconi in politica). Inoltre, la messa in stato d’accusa è decisa dal Parlamento in seduta comune ed a maggioranza: quel che non ha senso in un Parlamento eletto con il maggioritario e con parlamentari “nominati” più che eletti, per l’assenza del voto di preferenza. Dunque occorrerebbe stabilire che il ricorso all’Altra Corte possa avvenire anche per reati di natura non ministeriale, quando l’accusato sia il Presidente del Consiglio e attribuire la messa in stato d’accusa all’iniziativa giudiziaria (la Cassazione?) o quando ne faccia richiesta un terzo dei parlamentari o 1 milione di cittadini.
Dunque, occorrerebbe una revisione costituzionale che implica un accordo con il PdL.
Se Bersani, fra un trastullo e l’altro, decidesse di occuparsi di politica, potrebbe avanzare questa proposta: Berlusconi non vuole essere processato dalla magistratura ordinaria perchè la ritiene tutta di parte e pregiudizialmente ostile. Ebbene, abbia il coraggio di difendere il suo onore davanti ad un giudice speciale che, per le sue caratteristiche, gli garantirebbe maggiore affidabilità: si tratta di giudici costituzionali (fra i quali non mancano quelli che usano accettare i suoi inviti a cena), integrati da 16 giurati estratti a sorte. Ci sarà pure qualcuno che possa giudicarlo! Oppure Berlusconi medita di ricusare anche il Giudizio Universale? Peraltro non si tratterebbe di una misura ad hoc, ma di una riforma costituzionale che resterebbe valida anche in futuro per i successori del Cavaliere.
Ovviamente Berlusconi potrebbe rifiutare questa strada, ma si assumerebbe per intero la responsabilità del successivo corso delle cose e, soprattutto, sarebbe chiara a tutti la sostanza del problema: Berlusconi non accetta di essere processato da nessuno perchè sa di non essere innocente e per lui il giusto processo è uno solo: quello che non si fa.
Aldo Giannuli, 9 dicembre ’09
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Longobardo
SACROSANTO!
Sì ALL’ALTA CORTE DI GIUSTIZIA!
L’IMPORTANTE E’ CHE VENGA PROCESSATO UNA VOLTA PER TUTTE, QUALUNQUE SIA IL VERDETTO!
ivo
Il problema principale oggi e’ che il nostro sistema consente ad un unico elemento dal potere smisurato e ne abbia in mano le redini, di fare quel che gli pare. Non ci sono contromisure ne’ contrappesi – chi ha la maggioranza oggi, a suon di fiducie ed emendamenti riesce a farsi le leggi che piu’ gli aggradano e questo e’ il vero tallone d’Achille della nostra repubblica e mister B lo ha abilmente e subdolamente sfruttato al massimo. Speriamo che una volta usciti da sto pantano si sistemi questa falla clamorosa senno’ siamo daccapo a 12.
PS: bellina la tua recente intervista su radio popolare!
ugo agnoletto
per me il problema è che troppi traggono vantaggio da questa situazione. In altre parole: l’impunità di chi mi è sopra garantisce la mia.
mmm… temo un nuovo piazzale Loreto perché l’ingiustizia non può superare un determinato limite e Berlusconi non lo sa.
Marco86
Ma il punto è: può un politico(ahahaha) del centrodestra, tale bondi sandro, al secolo “ravanello”, andare in un programma tv seguito da milioni di persone e dire che “storicamente una parte della magistratura è politicizzata” senza che nessuno gli dica qualcosa? Partiamo dal presupposto che la magistratura non esiste, per il semplice fatto che l’italia non è un paese democratico, quindi la legge esercitata in un paese non democratico è per definizione non democratica e iniqua. Ma ci sarà pure qualcuno che ha le basi storiche, anche minime, per controbattere a tale mostruosità? Ma l’opposizione dov’è? Ma l’opposizione dopo Genova e dopo la sentenza su Genova dov’era? Ma negli anni 60 e 70 quando i fascisti mettevano a ferro e fuoco l’italia e in carcere ci finivano anarchici e comunisti i giudici da che parte stavano? E la polizia da che parte sta? E i giornali? E le tv? Ma chi gli risponde in tv a questa gente quando dice queste corbellerie? Non ha nessun senso parlare di giustizia, la giustizia non esiste.
Andrea Spanu
Il problema, secondo me, è ancora più grave. Il punto davvero drammatico della situazione è che se anche Berlusconi fosse riconosciuto colpevole per la corruzione di un testimone, il suo elettorato giudicherebbe non grave tale comportamento. I berlusconiani non vogliono che vengano celebrati i processi che riguardano il loro idolo non perché temano sinceramente la “politicizzazione” dei magistrati, bensì perché, se Berlusconi risultasse colpevole, sarebbe costretto a dimettersi per reati che il voto popolare sente di aver già “perdonato”. E’ triste guardare in faccia la realtà: ma l’elettorato di centrodestra, se Berlusconi ha corrotto un testimone, o è riuscito a nascondere denaro all’estero, o si è servito di amicizie poco raccomandabili, ci trova motivi IN PIU’ per votare Berlusconi, e non fattori di sfiducia. Tutto rientra all’interno dell’ammirazione per un uomo che, così dice il mito diffuso in quell’area politica, “partendo dal nulla ha edificato un grande impero economico”. Per l’Italia del centrodestra non conta come l’abbia fatto, conta che ci sia riuscito. Una condanna verrebbe accolta dal solito coro di insulti alle “toghe rosse”, ma in cuor loro gli elettori di centrodestra saprebbero che non è vero. Quella dei “giudici politicizzati” è solo una scusa, un alibi inventato che sembra più accettabile per difendere Berlusconi rispetto al vero pensiero che c’è dietro, ovvero che se Berlusconi ha forzato la legge e si è comportato da pirata per arrivare dove è arrivato, “ha fatto solo bene”.
marta
Che strana sinistra! Fin dall’inizio ha sostenuto e agevolato la scalata rapida e eclatante di Berlusconi. Craxi, D’Alema, Amato etc., la lista è lunga. Quali e quanti interessi ci sono dietro da difendere?
mario l
Lei dice: Personalmente, se mi trovassi nella condizione di essere accusato di collusione con la Mafia, riterrei insopportabile un’ombra del genere e pretenderei di essere processato proprio per dimostrare la mia innocenza.
Le sue sono sacrosante parole e le condivido appieno.
Ma per un’attimo torniamo al processo Dell’Utri,Gaspare Spatuzza è un reale pentito e racconta la verità, Filippo Graviano smentisce(?) Spatuzza e dice di non conoscere Dell’Utri probabile che sia anche vero e che non lo abbia mai conosciuto personalmente …..ma Giuseppe Graviano fa di tutto per non raccontare parlare confermare perchè???
Vorrei il Suo parere sù quello che penso.
Spatuzza dice il vero Filippo Graviano smentisce e Giuseppe Graviano si pone ad ago della bilancia come per mandare un’avvertimento al Governo ossia che se dico come stanno le cose non concorso esterno ma associazione mafiosa sarebbe la condanna per Dell’Utri e socio di partito.
Dopotutto ci sono fondi oscuri nella fininvest di cui il premier non ha mai voluto indicarne la provenienza avvalendosi della facoltà di non rispondere.
E infine perchè Berlusconi è tutto impegnato sui vari lodi immunità processi brevi quando i veri problemi dell’Italia sono ben altri???
Mario//
mirko
Parola di D’Alema “Il Paese – afferma – ha bisogno di riforme. Ha bisogno di riforme sociali, penso al tema degli ammortizzatori sociali e della protezione per chi non ha lavoro. Ha bisogno di riforme delle istituzioni, riduzione del numero dei parlamentari, un parlamento più forte, più agile. Ha bisogno di riforme in tanti campi”. “La maggioranza non è in grado di farle – conclude – e l’opposizione ha il dovere di mettersi in gioco.
Torna in ballo Baffino di ferro, reduce dal pasticcio della Bicamerale, pronto questa volta a proporre una agevole via di uscita per SB.
Ricordiamoci le parole di Violante in Parlamento, allorchè – credo fosse il 2003 – si vantò di avere contribuito, insieme ai suoi colleghi DS, al salvataggio delle TV di SB nel 1993 !