Attentato di Barcellona e misure di sicurezza.


Ieri sono stato in trasmissione sul La7 e mi è capitata una cosa che merita d’essere commentata. Il presentatore, Parenzo, mi ha chiesto cosa pensassi delle misure di sicurezza adottate in tutte le città italiane (barriere di cemento o fioriere per sbarrare la strada alle auto o gruppo di militari con mitragliatore in collo con jeepponi ecc.) ricordando come, se Barcellona avesse accettato di installare barriere, l’attentato delle Ramblas non ci sarebbe stato. Ho risposto che le difese fisse sono la difesa più stupida ed inutile che si possa immaginare, perché il terrorista studia il teatro della sua azione e che adegua alle condizioni presenti, per cui, nel caso specifico di Barcellona, non ci sarebbe stato quell’attentato perché ne avrebbero fatto uno diverso o non usando mezzi automobilistici, ma, ad esempio, attentatori suicidi, o avrebbero fatto l’attentato da un’altra parte.

Un esperto di sicurezza presente, si agitava nervosamente sulla sedia ha puntualizzato che si, certo, il terrorista modifica il suo comportamento, ma almeno gli rendiamo più difficile la vita (e sai che soluzione!). Poi mi hanno chiesto cosa farei io ed ho risposto che adotterei una tattica diversa: uomini ed auto in borghese con l’ordine, in caso di attacco terroristico, di aprire il fuoco senza preavviso sugli attentatori. Apriti cielo!

Sansonetti e Sallusti, in singolare concordanza di intenti, mi dicevano che la mia era una proposta inammissibile, che in questo modo si mette a rischio la vita della gente e così via. Gli si leggeva negli occhi il terrore di prendere sul serio la sfida terrorista che vogliono solo allontanare con qualche placebo. Nel pochissimo spazio che avevo ho fatto una domanda cui nessuno ha risposto: ma se a Barcellona fossero stati sul posto dei poliziotti, come è normale armati, non avrebbero aperto il fuoco? Aggiungo in questa sede, quel giovanottini in divisa di guardia nei possibili teatri di attentati, che ci stanno a fare? Se c’è un attentato debbono sparare o no? E se no, perché metterli in bella vista con tanto di fucili mitragliatori, che non devono usare? Per farne bersagli?

I miei scaltri interlocutori si stavano comportando come quelli che se gli indichi la luna, guardano il dito. La differenza fra quello che propongo e quello che si sta facendo, non è sullo sparare, che in ogni caso sarebbe inevitabile, ma sul fatto che loro vogliono misure a vista (barriere, divise, mezzi militari riconoscibili) ed io voglio il grado zero di visibilità. Se metti gruppi di militari in divisa o barriere di cemento, rendi manifesto il tuo apparato difensivo al terrorista che, invece, non deve mai sapere se e quanti uomino ci siano in un certo posto, quante auto della polizia ci siano il zona, quante videocamere collegate alla centrale ci siano in giro, quali altri apprestamenti difensivi ci siano. E questo gli rende effettivamente più difficile la vita. Senza calcolare l’effetti psicologico che avrebbe sulla gente una battaglia vinta “sul capo” impedendo o bloccando una azione terroristica.

E sin qui parliamo di difesa, ma poi dovremmo parlare di offensiva, ma diremo in altro pezzo. Non dovrebbe essere difficile essere d’accordo e, invece, i miei contraddittori preferiscono mezzi in bella vista come dissuasori. Poi, ripeto, il terrorista complisce nel punto che gli lasci sguarnito e, siccome è impossibile coprire tutti i possibili obiettivi, la guerra (perchè di guerra si tratta: asimmetrica, non ortodossa, irregolare, a bassa intensità o come vi pare ma sempre guerra è) proseguirà da altre parti, magari più periferiche.

A me interessa difendere, per quanto possibile, la vita dei cittadini, a loro interessa creare un senso si sicurezza fra la gente che abbia la sensazione di essere protetta anche se le difese sono le più inutili. Insomma, io voglio la visibilità zero, loro vogliono la parata sui fori imperiali, con tanto di divise e di fanfara. Il coro unanime è: “Non cambieranno il nostro stile di vita”, “non dobbiamo aver paura”, “dobbiamo sconfiggere il terrorismo dimostrando di non temerlo” e persino “Dobbiamo abituare i cittadini a convivere con il terrorismo”. Quindi, dobbiamo “normalizzare” il terrorismo abituandoci alla sua presenza.

Ma cosa c’è dietro questa litania di inviti al coraggio? Semplicemente il terrore che gli attentati intacchino il businnes del turismo, della movida, degli eventi sportivi eccetera e, visto che ci siamo, serve a rassicurare i cittadini in prossimità di scadenze elettorali.

Dunque, l’importante non è che le misure servano a proteggere realmente i cittadini ma a creare in loro un falso senso di sicurezza. Ma la verità è che questi non hanno la più pallida idea di cosa e come fare per vincere la guerra con il terrorismo jihadista.

E con questi generali ed esperti di sicurezza vogliamo vincere la guerra? Il confronto però non è stato inutile, se di Sallusti mi ha compito, come sempre, l’intelligenza delle osservazioni… l’intervento di Sansonetti mi ha fatto capire una cosa: perché, quando fu direttore di Liberazione, il giornale chiuse.

Cordialmente vostro
Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (61)

  • Domanda :
    ma questi attentati sono di provenienza al 100 % dei terroristi islamici…o ci son dei servizi segreti dietro ??? perché io personalmente non ho dubbi sul fatto che gli attentatori materiali siano realmente estremisti islamici…però non dico al 100 % ma per un buon 75% non ho dubbi che a monte ci siano gli stessi servizi segreti occidentali …per un disegno geopolitico ben preciso. Lascio un ampio 25 % di errore…ma per eccesso. Perché questi attentati (Tutti ) non mi convincono. Però non sono esperto..e potrei sbagliare tutto. Ma…però-…ecco….non la bevo serenamente la versione ufficiale puntualmente propinata.

    • tutto è possibile e nel passato ci sono stati molti esempi di questo tipo, per cui non escludo qualche “manina”, ma in generale mi convince poco che questa sia la spigazione attuale sia perchè elementi di questi genere non ce ne sono o son pochi, sia perchè, in questo contesto, non capisco che vantaggio ne avrebbero, mentre è chiaro che il susseguirsi degli attentati sta pericolosamente logoirando la loro legittoimazione, ma, ripreto, non eswcludo nulla

      • “ai tempi del nazismo, non sapevo di vivere nel tempo del nazismo”
        h. m. henzensberger (………se la memoria non mi inganna)

      • Tenerone Dolcissimo

        Mah … noi italiani siamo dei privilegiati potendo fruire dell’esperienza delle Brigate Rosse e il plurale è opportuno essendoci state due BR.
        La prima di Curcio e la seconda di Moretti.
        La prima responsabile soprattutto di gambizzazioni; la seconda di stragi.
        I responsabili di gambizzazioni mi sembra di capire si siano fatti decenni di galera; quelli delle stragi sono usciti dopo poco tempo.
        Sarà stato perché sul luogo delle stragi passava qualche colonnello dei servizi segreti che andava a pranzo da un amico alle 9 di mattina???
        Ah, saperlo! direbbe il buon Pazzaglia.
        Moi, tant pour ne savoir ni lire ni ecrire, farebbi un parallelismo con il terrorismo islamico.

          • @Tenerone Dolcissimo

            …marciva per causa di forza maggiore, ma tifava come chiunque altro: “Ecco perché noi sosteniamo che l’atto di giustizia rivoluzionaria esercitato dalle Brigate Rosse nei confronti del criminale politico Aldo Moro, (…), è il più alto atto di umanità possibile per i proletari comunisti e rivoluzionari, in questa società divisa in classi.” Renato Curcio, 10 maggio 1978.

            Comunque, si ricordi il doppio funerale di Aldo Moro: “Papa Paolo VI il successivo 13 maggio officiò una solenne commemorazione funebre pubblica per la scomparsa di Aldo Moro, amico di sempre e suo alleato, a cui parteciparono le personalità politiche italiane e che venne trasmessa in televisione. Questa cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro, rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma privata presso la chiesa di S. Tommaso di Torrita Tiberina.”

            https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Moro#Morte_e_sepoltura

            http://www.corriere.it/politica/10_luglio_19/vedova-moro_d44717e2-92f3-11df-a33b-00144f02aabe.shtml

        • Probabilmente per non dire sicuramente…la seconda ondata delle BR era infiltrata dalla CIA ..e probabilmente tutta la “strategia della tensione” era manovrata dai servizi segreti o da certi servizi segreti.. può eser vero (dico può…) che dietro quel periodo di terrorismo si celasse una medesima regia all’insaputa dei terroristi stessi rossi e neri…
          Bisognerebbe sondare bene il Moretti …era un personaggio ambiguo (si dice che ci fossero dei lati oscuri non molto chiari ..relazioni con altre frange terroriste estere ..con ambienti di servizi segreti esteri etc etc …ma non ci son prove ).In quel periodo l’Italia era un crocevia di tutto : dei terroristi e di tutti i servizi segreti del mondo …dalla Cia agli Israeliani..sino ai diversi servizi dei paesi della cortina di ferro…
          Da cio che dice la vedova Moro…il marito ebbe un colloquio con Kissinger ..e da quest’ultimo fu minacciato di morte …a causa della politica di collaborazione con il PCI …talmente che la moglie gli suggerì di abbandonare la politica: Moro non cedette e fu rapito ed ucciso dalle BR. Figura importante in questo scenario era Steve Pieczenik
          vedere qua:
          https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Pieczenik
          vedere la parte intitolata:—>>>Coinvolgimento nel caso Moro

          Steve Pieczenik è un personaggio particolare ancora legato ai servizi segreti (anche se settantenne ) ..che è sempre stato presente nella vicissitudini della politica nazionale e internazionale degli Stati Uniti in questi ultimi 40 anni …è un perosnaggio perparato, e un po enigamatico …mi è familiare perché si espone ed porta avanti un certo discorso sull’attuale situazione politica nazionale e internazionale degli Stati Uniti ..
          vedasi qua nei sui recenti video (che io seguo da tanto perché dice cose molto interessanti…però non so sino a che punto veritiere…ma sicuramente interessanti )
          ecco i video recenti
          https://www.youtube.com/results?search_query=Steve+Pieczenick

          su Moro:
          si dice che Pieczenick ” di fatto ” fosse venuto in Italia non per salvare Moro ma per accertarsi che Moro non ne uscisse vivo . Non so ove stia la verità…ma se si lega la minaccia di Kissinger a Moro (testimoniata dalla moglie ) il seguente rapimento (con una tecnica piuttosto sofisticata per dei terroristi… si decisi ma non degli esperti …la tecnica è stata perfetta : da manuale …il modo come hanno bloccato l’auto, l’uccisione della scorta —poliziotti addestrati — ed il prelevamento… dulcis in fundo…la vicinanza anche geografica di qualche sede dei servizi segreti…poi l’intervento depistatorio degli USA (cioè Pieczenick )….certi personaggi ambigui o enigmatici delle BR (come ad esempio Moretti )…tutta una serie di ambiguità durante tutto il periodo ..dal rapimento alla morte (davvero i servizi segreti italiani non sapevano ove era il covo delle BR ove veniva tenuto Moro ? ) …il tutto fa decisamente pensare che siano gli Stati Uniti ad averne voluto il rapimento e la morte…e che le BR fossero manovrate da questi ultimi . Alcuni ex brigatisti in alcune interviste fatte dopo il carcere dicono che son balle…a testimonianza : per finanziarsi dovevano continuamente far delle rapine…
          Non so con assoluta certezza ove stia la verità: ma tendo a credere alla versione della strategia della tensione rossa e nera pilotata dai servizi segreti in particolare dalla CIA (lo hanno sempre fatto ..ovunque ) . Moro è morto per volere degli Stati Uniti.

          • Tenerone Dolcissimo

            Che Curcio tifasse poco vuol dire. Moro era sempre espressione dello stato che egli combatteva. Bisognerebbe vedere cosa effettivamente sapesse dei colonnelli che giravano intorno a via FANI

  • * intervento per i non-poveri di spirito *

    Guerra al terrorismo? Ma terrorismo significa usare il terrore, cioè la violenza o la minaccia della violenza, per adire certi scopi. E come si definisce lo stato? Come l’organizzazione che detiene il monopolio della violenza organizzata! Lo stato italiano si avvale del terrore del carcere per impedirmi di infrangere le sue leggi come quello islamico si avvale del terrore degli attentati per impedirmi di profanare le sue. Gli stati occidentali si arrogano il diritto di bombardare l’ISIS per garantire il successo delle loro guerre energetiche e filogiudaiche, e questo, non disponendo di missili teleguidati, restituisce la cortesia a suon di camion e fucili a canne mozze.

    Poiché la convivenza può essere garantita solo tramite la costrizione, ogni organizzazione politica è un’organizzazione terroristica, e l’unica differenza fra uno stato organizzato e formazioni come l’ISIS, le Brigate rosse o la Giovine Italia di Mazzini, sta nello iato fra un terrorismo solidificatosi a livello istituzionale (e quindi recepito – “legittimato” per tornare alla definizione weberiana – dal gregge come garante della pace) e uno allo stato fluido, aspirante ad avviare il processo di solidificazione. Come appunto è riuscito a celebri terroristi come Mazzini e Garibaldi, che han passato la vita a pianificare attentati dinamitardi, omicidi politici, insurrezioni armate e invasioni militari ai danni degli stati (dei terrorismi consolidati) della loro epoca.

    Quando si fuoriesce dagli schemi di limitazione del conflitto sanzionati dallo jus publicum aeuropaeum la sostanza del politico tende a liquefarsi, e solo la propaganda di regime (quella senza calcare la quale non si viene invitati alle trasmissioni televisive) riesce ad impartire al gregge la sembianza di nitide differenziazioni fra i partecipanti al conflitto.

    • @Lorenzo
      Mai letto dei fini dello Stato e della Politica?
      Il Venezuela in mano a Maduro ha gli stessi fini della Danimarca o del Sud Africa?
      I vertici politici di Daesh sono comparabili con quelli tunisini o cileni, quanto a prassi e metodi?
      Forse tra le scorribande, talvolta omicide dei gorilla in natura e la storia umana qualche differenza c’è.

    • “Lo stato italiano si avvale del terrore del carcere per impedirmi di infrangere le sue leggi come quello islamico si avvale del terrore degli attentati per impedirmi di profanare le sue.”
      __________________________
      E per i reati minori non punibili con pena detentiva?

  • * intervento democratico *

    Guerra al terrorismo? Per quel che ne capisco i militanti islamici intendono forzare l’eruzione di guerre religiose e razziali nei Paesi a regime demoplutocratico e ad egemonia statunitense. Noi che intenzioni abbiamo?

    • @Lrenzo
      Nrel post precedente gli i gruppi politici sono configurati come gruppi armati in lotta per il potere fine a se stesso, ora invece gli si vuole attribuire un fine, sia pur bellico, per la serie armiamoci e partite.

      • Caro Gaz, mi deve concedere qualche leziosità. L’intervento era democratico nel nome ma richiedeva un minimo di sottigliezza. Siccome le piccole provocazioni non devono rimanere fini a se stesse, se è interessato gliene spiego il senso.

          • Nel primo intervento chiarisco che non esiste via d’uscita alla logica del ‘politico’. Scriveva Leopardi: “l’uomo non si potrà mai spogliare dell’amor di stesso, né questo dell’odio verso altrui. La fola dell’amore universale, del bene universale ha prodotto l’egoismo universale. Non si odia più lo straniero? ma si odia il compagno, il concittadino, l’amico, il padre, il figlio; ma l’amore è sparito affatto dal mondo, sparita la fede, la giustizia, l’amicizia, l’eroismo, ogni virtù, fuorché l’amor di se stesso. Non si hanno nemici nazionali? ma si hanno nemici privati, e tanti quanti son gli uomini; ma non si hanno più amici di sorta alcuna, né doveri se non verso se stesso. Le nazioni sono in pace al di fuori? ma in guerra al di dentro, e in guerra senza tregua, e in guerra d’ogni giorno, ora, momento, e in guerra di ciascuno contro ciascuno, e senza neppur l’apparenza della giustizia, e senz’ombra di magnanimità; in guerra tanto più terribile, quanto più è sorda, muta, nascosta”.

            L’umana associazione è un pendolo oscillante fra violenza ed ipocrisia, fra una presenza concentrata (e quindi delimitabile) dell’odio e dell’aggressività e una rarefatta e incontrollabile. Lo spargimento del sangue e il sacrificio dell’innocente, nella misura in cui si facciano portatori di (sia pur elementari) idealità aggregative, si rendono cifra di antinaturalismo, tragitti intesi a plasmare una coerenza delle cose umane: dunque strumenti di emancipazione spirituale, a livello sia individuale che collettivo. Tanto A.W. Schlegel che Gottfried Benn definivano la guerra “gloriosa vittoria della libertà sul gretto impulso animale”: essa differenzia gli esseri umani, scimmie spirituali e quindi assassine, dai gorilla, scimmioni acefali e pacifici, che mai sarebbero in grado di realizzare una Verdun o una Stalingrado.

            Su queste basi mi chiedo, nel secondo intervento, quale fra i due terrorismi che oggi si contendono l’articolazione della nostra comunità risulti preferibile: quello allo stato liquido (ergo in fase di rovinosa decadenza) del conquistatore statunitense, che ci opprime da settanta anni distruggendo ogni forma di omogeneità: razziale, nazionale, di classe, lingua o tradizione in ossequio alla belluina rapacità di Mammona? o quello apparentemente efferato (in realtà anemico e sbrindellato) dei mezzi negri che, innescando guerre civili, darebbero al primo il colpo di grazia senza disporre dei mezzi per instaurare un proprio dominio?

          • @Lorenzo
            A torto o a ragione, Leopardi era pervaso dal pessimismo cosmico, un po’ per problemi suoi, molto per problemi che altri gli avevano creato. Va bene citarlo (chi non lo ama), meno bene prenderlo a riferimento dei comportamenti umani.

  • Professore, a volte mi trovo in disaccordo totale o parziale con lei; ieri ho assistito al programma citato. Questa la premessa.
    Devo farle i maggiori complimenti per la sua calma e pazienza; al suo posto avrei mandato direttamente affa il buon Parenzo (per inciso, ma, alla 7, lo hanno per vizio di zittirla?); accompagnato da Sansonetti, che, capendo, fingeva di non capire.
    Per mantenere un ruolo? per attaccare l’asino dove vuole il padrone? per attaccare il padrone dove vuole l’asino?
    Quanto alle misure di sicurezza, concordo totalmente con la sua tesi; la sicurezza reale deve essere nascosta e palesarsi (ferocemente?) solo in caso di necessitá.
    Se poi vogliamo usare qualche barriera, qualche mezzo e/o qualche uniformato come “addobbo cittadino”, ben venga.
    Attendo: “dovremmo parlare di offensiva, ma diremo in altro pezzo” se non altro per la curiositá di sapere se la mia “politica” potrebbe assimilarsi in parte o in toto con la sua.

    • non ho capito in cosa non siamo d’accordo (se vuol dire che sparare e magari uccidere è una cosa irribile con me sfonda una porta che non c’è, ma ci sono situazioni in cui devi difenderti, anche se bisogna sempre cercare di nin arrivara in quelle condizioni)
      Le misure offensive: l’intelligence ha sbaglia tottu soprattutto con capisce che la guerra va fatta sul web, altro che oscurare i siti jihadisti, vanno tenuto aperrti e minitorati, prima di tutto per vedfere chi si mette in conttatto e ne fanno fatti di falsi per disorientare e dividere gli islamisti

  • Mannaggia, ieri me la sono persa la trasmissione sulla 7!
    Ad ogni modo, l’idea che dovremmo conviverci col terrorismo è pura idiozia (forse frutto di un certo cristianesimo… autistico?), inoltre concordo che molto si fa per offrire un certo senso di “protezione”, controllo del territorio spargendo cellulari e militari super-armati in divisa, ma credo sia inevitabile. Del resto, riguardo alla sua proposta: cosa succederebbe in un luogo affollato se dei tizi in borghese, armati di pistole – suppongo – iniziassero a sparare su presunti terroristi? Poi, sparare quando? Prima, durante o dopo l’azione terroristica, ammesso che la si individui senza errori? Secondo me sarebbe caos, la folla non saprebbe più chi spara contro chi, e non è escluso che potremmo avere episodi di friendly-fire.
    Il fenomeno è complesso e per superarlo bisogna eradicarlo, partendo dalle radici, appunto.

  • Condivido le sue misure di sicurezza. Ma a queste bisogna aggiungere il controllo dell’ambasciata saudita e dei suoi diplomatici, controllo stretto ossessivo delle moschee waabite in Italia ed Europa. Controllo dei flussi finanziari specie se provenienti dagli sceicchi dell’Arabia. Tutti gli Iman o presunti tali devono essere schedati. Diffusione tra la popolazione cattolica e cristiana in Italia ed Europa della impossibilità di dialogo tra il cristianesimo e l’islam nella accezione waabita, (ma non quello scita), facendo conoscere che lo schema fondativo tra cristianesimo e islam waabita ha un punto inconciliabile. Per il cristianesimo la donna adultera non va lapidata. Noto è il detto chi è senza peccato scagli la prima pietra. Invece per l’Islam Waabita, fondato dal predicatore Moammed Waab esso si fonda sulla lapidazione di un’adultera ordinata dallo stesso Waab, che peraltro per questo motivo fu cacciato dalla Mecca dal governatore turco sunnita . Quindi ribaltare le alleanze rompendo il maligno legame che nel 1944 Roosevelt e re Saud contrassero a Port Said.

  • Professore, buongiorno e bentornato!
    Non ho assistito alla trasmissione. Una domanda, che raccoglie peraltro un argomento su cui mi avevi fatto riflettere in lavori passati: si è parlato di CONTROSPIONAGGIO, di INFILTRAZIONE, di RACCOLTA INFORMAZIONI? Anche da questo passava la differenza fra un romanzo di Dino Buzzati e un’attività preventiva consapevole dei rischi e dei pericoli sia in termini quantitativi, che qualitativi.
    Tutto questo, fermo restando il fatto che la disperazione sociale, l’emarginazione, la rabbia, hanno altre origini e soluzioni e coinvolgono parimenti italiani e stranieri, come ci ricordano ogni giorno le pagine di cronaca: e, infatti, ci si limitava a parlare di attività terroristiche organizzate.
    Un caro saluto.
    Paolo

  • Sono totalmente d’accordo su ” visibilità zero” delle vere misure (uomini e mezzi) di contrasto al terrorismo; non è proprio il caso di facilitare la vita all’avversario.
    Ma non sarei così tranchant, su due punti:
    1) una cosa non esclude l’altra: se mi trovo d’accordo nel non rendere palesi e riconoscibili le forze di polizia addette al controllo del territorio, non mi sembra così sbagliato impedire con barriere fisse un facile accesso ai punti sensibili a mezzi che possono anche portare esplosivi (ma su questo particolare, ritorno con un’altro post). E’ un deterrente, non risolve il problema alla radice, ma può scongiurare qualche morto, anche perchè, ammesso che un terrorista che irrompe venga immediatamente individuato, prima che si riesca a farlo fuori avrebbe già avuto il tempo di fare qualche vittima.
    2) siamo nella società dell’immagine, perciò nulla di strano se molti (politici e giornalisti in testa), siano interessati all’apparenza più che alla sostanza. Epperò la gente comune ha anche bisogno di segni esteriori che le diano un senso di sicurezza, ancorchè tale sicurezza sia solo un’illusione. Ed anche su questo punto, l’una cosa non esclude l’altra: oltre ai segni palesi che diano la sensazione di avere il controllo della situazione, dovrebbero esserci quelle misure nascoste che rappresenterebbero la vera difesa attiva. Aggiungo poi che non bisogna dimenticare che non esistono solo gli islamici fondamentalisti pronti a tutto; ci sono anche i mezzi matti, i matti completi, gli esaltati che vogliono finire sui giornali, gli imbecilli che fanno scherzi idioti (e pericolosi) pensando di essere spiritosi, e chi più ne ha più ne metta. Ora concordo con il fatto che siamo in guerra (hai cambiato idea sulla Fallaci, prof?); ma per questi ultimi mi pare un po’ troppo avventato stenderli al minimo accenno di pericolo, vero o falso che sembri.

  • Riferendomi ad altri post, alle volte non sono riuscito ad essere d’accordo. In questo caso, penso anche io che sia necessario sparare senza preavviso. Serviranno tiratori addestrati e scelti. Anche l’anticipo sulle “misure offensive” mi sembra del tutto condivisibile.

  • Caro Aldo,
    nello specifico credo che siano state proposte soluzioni complementari le une alle altre.
    In Israele, dove di antiterrorismo se ne intendono, le adottato entrambe.
    Definirei la soluzione da te proposta il modello Tel Aviv, ove in giro non si vede neanche un vigile urbano fino a quando, in caso di attentato, in un attimo si scatena un qualcosa la cui colonna sonora è la Cavalcata delle Walkirie (sono riusciti ad inquietarmi ….).
    Gli israeliani, quindi, approverebbero quanto da te proposto.
    La soluzione proposta da tuoi contraddittori, invece, mi ricorda la città vecchia di Gerusalemme in cui vi sono una quantità di presidi fissi che manco a Fort Knox.
    Premesso che la prevenzione non è sempre possibile non sottovaluterei, come sembri fare, l’effetto che la presenza visibile delle forze dell’ordine e dissuasori quali barriere in cemento possono avere nel proteggere almeno luoghi simbolo quali la Rambla (dove non c’erano).
    Certo, c’é sempre la possibilità che invece di un camion venga utilizzata una bomba o dei coltelli ma, perlomeno, la presenza delle forze dell’ordine ed i dissuasori oltre ad assicurare un minimo di protezione creano un minimo di senso di sicurezza.

    Off topic: pensavo l’atro giorno che l’ISIS

  • Off topic: l’ISIS ha una predilezione per l’Europa che riesce difficile spiegarsi…
    Gli USA, che pure sono gli alfieri della guerra contro il Califfato, sembrano immuni da qualsiasi attacco e ciò anche se obiettivi americani non mancano neanche in Europa.
    Personalmente credo che se il Califfato siro-irakeno sia una specie di vaso di Pandora che un aspirante sultano ha contribuito a creare per i propri disegni, l’ISIS europea è quanto di meglio si potesse immaginare per spiegare alle opinioni pubbliche del vecchio continente la necessità di un ombrello protettivo contro il Male …

    • “Gli USA, che pure sono gli alfieri della guerra contro il Califfato, sembrano immuni da qualsiasi attacco”.
      Si faccia una domanda e si dia una risposta. E’ facile.

      • Ma nessuno che si faccia una domanda. L’ISIS appare così vicina all’Arabia Saudita da chiedersi sono la stessa cosa? Ricordo che in Arabia le donne condannate per omicidio e adulterio vengono sgozzate per la strada. Li l’amore europeo per la giustizia dove va a finire.

  • È innegabile l’effetto dei militari e dei mitra in duomo a Milano, sia per il necessario senso di sicurezza dei cittadini (oltre ai fini elettorali, se le persone non si sentono sicure è difficile che vadano a far spesa alla rinascente) sia per i potenziali attentatori che ci pensano due volte in più a colpire il duomo e magari vanno a colpire (se proprio devono) posti meno affollati. E qui, dove c’è meno folla e meno aziende o bei negozi di lusso, il discorso del borghese in agguato ci sta tutto. A patto che comunque si tenga conto che il tempo di reazione dei “borghesi” può costare qualche vita.
    Detto questo, complimenti per il sito che seguo da anni ormai.

  • L’opinione pubblica è interessata ad una soluzione che funzioni: L’ombrello “necessario” in questione è per caso qualcosa che ancora non abbiamo e qualcuno ci vorrebbe rifilare oppure qualcosa che abbiamo dimenticato di avere?

  • Purtroppo ho perso la puntata di “in Onda” alla quale ha partecipato il prof.
    Mi è capitato però di vedere un pezzo di un’altra puntata di quel programma, credo quella del 20 agosto; oltre a Sallusti, era presente una persona che non ho avuto modo di identificare e che ha fatto alcune osservazioni veramente interessanti, costretto ad argomentare le sue tesi in modo estremamente veloce nel vano tentativo di evitare le fastidiose (e, aggiungo, intenzionali) interruzioni di quel ….. di Parenzo.
    Ha fatto in tempo a far notare che fino a poco tempo fa i maggiori danni e morti negli attentati sono stati provocati dall’uso di esplosivi e di armi automatiche: tuttavia, tali mezzi, specie le armi automatiche, sembrerebbe che siano stati sostituiti da questi attacchi portati con le automobili.
    Quale spiegazione dare al fenomeno?
    La tesi di quella persona si può così riassumere:
    1) l’Islam moderato, presente nelle grandi città europee, ha iniziato a sviluppare i giusti anticorpi contro chi nel nome di Maometto commette questi crimini: ha cessato di “dare copertura” a questi personaggi, in nome di un malinteso senso di fratellanza. Sono infatti sempre più frequenti gli episodi di attentati scoperti ed evitati grazie alle denunce di amici, conoscenti ed in alcuni casi perfino parenti degli attentatori.
    2) l’azione sempre più incisiva dei servizi dei vari Paesi, che collaborano anche maggiormente tra di loro, trova una sponda efficace in questo diverso atteggiamento della parte moderata dell’Islam: per gli attentatori l’ambiente in cui prima trovavano sostegno e copertura, sta diventando sempre più ostile. Il risultato è che è divenuto sempre più difficile rifornirsi di armi e di esplosivi, e ancor più difficile trovare esperti che li aiutino ad utilizzarli. La scoperta a Barcellona di bombole del gas da utilizzare al posto dei normali esplosivi, sembrerebbe confermare questa ipotesi.
    Concludendo, secondo lui l’ISIS ha praticamente perso la guerra, è solo questione di tempo e farà la stessa fine che hanno fatto da noi le BR (ha fatto proprio questo esempio).
    Mi pare una ipotesi abbastanza convincente.

    • Pensandoci meglio, anche la scelta degli obiettivi, specie l’ultimo, appare più comprensibile in questa prospettiva.
      Perchè la Spagna, uno dei Paesi Europei tra i meno coinvolti in azioni di guerra suscettibili di ritorsioni?
      E perchè Barcellona e non, ad esempio, Madrid: Barcellona che ha oltretutto una forte presenza autonomista e quindi molto critica verso il governo centrale? E’ possibile che le Ramblas, date le caratteristiche della strada, la sua lunghezza e soprattutto la larghezza, così difficili da presidiare, siano sembrate un bersaglio più facile, specie per il metodo utilizzato. Con la Sagrada Familia avrebbero colpito più duro, ma sarebbero stati necessari strumenti e conoscenze evidentemente non disponibili, tanto da costringerli a ricorrere alle bombole del gas ed alla fine a fare cilecca.

  • Buongiorno
    ma c’è differenza da quanto da lei sostenuto in questo post e la frase, decisamente più rozza ma di simile significato, del sindaco di Venezia: “Chi urla ‘Allah akbar’ in piazza San Marco lo abbattiamo dopo quattro passi, con i cecchini”. Anzi, “ora abbiamo aumentato le difese, e li abbattiamo dopo tre passi, e le aumenteremo ancora”.

    • mai detto che occorra sparare a chi grida Allah Akcbar, che che, in presenza di un attacco terrorista occorra sparare per cercare di interromperlo. Mi pèare che una diffirenza ci sia

      • Ok, forse io sono un’ingenua, ma ho dato per scontato che Brugnaro abbia supposto che l’urlo fosse da accompagnamento a un tentativo di attentato …

        • allora diciamo che io non sono Brugnaro, che non tutte le grida Allah akbar precedono un attentato ed io parlo di un attentato in atto. In quel caso lei non sparerebbe? Io si

  • Sento parlare di “percezione di sicurezza” da almeno 15 anni. Tutto a scapito della reale sicurezza poichè sono inversamente proporzionali in termini numerici ed economici (+ poliziotti in uniforme in piazza= – poliziotti impiegati in borghese, idem con i cc; se spendo X per dei fucili mitragliatori stile “predator” che non potrò usare, levo risorse alle intercettazioni, agli ocp, alle attività di intelligence sul territorio). I nostri governi si alternano, ma la “percezione di sicurezza”, amplificata dagli stessi media con le interviste improbabili all’omino della strada che dirà tutto ciò che si vuole dica, non possono di certo portare lontano questo mondo dell’europa occidentale.
    Cordialmente

  • Tenerone Dolcissimo

    Adunque. Qui sarebbe opportuno distinguere fra omicidio politico e terrorismo, fenomeni diversissimi e che vengono spesso foncusi: Il che porta ad atteggiamenti come quelli descritti dal buon Giannuli ed a condanne abominevoli come quella di Valerio Fioravanti per la strage di Bologna.
    Il terrorista colpisce nel mucchio. Come faceva a sapere l’attentarore di Barcellona che fra gli investiti non ci sarebbe stato un musulmano? Non poteva saperlo e in effetti non gliene fregava una ceppa.
    L’omicida politico, invece, colpisce un bersaglio ben preciso e se sbaglia e ammazza un innnocente è capace di bruciarsi la mano che ha errato. Memento Muzio Scevola. Per questo credo Fioravanti innocente per la strage di Bologna. Non lo vedo capace di ammazzare 80 innocenti sconosciuti. Sia ben chiaro: Fioravanti sarebbe stato capace di ammazzare non 80 ma 80mila persone e dormire tranquillo e senza sensi di colpa: ma dovevano essere suoi avversari politici cioè comunisti.
    Fatta questa doverosa premessa, appare facile bloccare l’omicida politico, perché si sa sempre chi colpirà e spesso dove e magari anche quando.
    Difficile se non impossibile è invece bloccare il terrorista e lo abbiamo visto proprio a Barcellona dove gli islamici dovevano far scoppiare la Sagrada Familia con le bombole del gas. Purtroppo le bombole del gas sono scoppiate prima causa cazzonaggine dei terroristi (magari qui sarebbe opportuna una riflessione su questa incapacità e fare un parallelo con l’arretratezza dei paesi islamici ma non c’è spazio e meglio è cosi, considerato che c’è sempre l’anima bella che ti accusa di essere razzista fascista leghista ti spacco la faccia).
    Le bombole non ci sono più? Niente paura: si ruba o si prende a nolo un furgone e si schiaccia chi passa sulla pubblica via. Chi si schiaccia? Cristiani? Ebrei? Buddisti? Animisti? Hare Krishna? Ketty frega! Tout fait consommé come dicono i francesi. Se poi sfrittelli anche qualche musulmano, pazienza. Non si può fare la frittata senza rompere le uova.
    I viali sono protetti da muretti o fioriere o similila? Niente paura: si affitta un aereo e ci si lancia contro qualche posto affollato.
    Affittare un aereo è impossibile? Niente paura: si avvelena l’acquedotto.
    Il servizio idrico è interrotto causa siccità? Niente paura un sistema per fare strage si trova.
    Come evidente, fermare un terrorista è difficile e diventa impossibile se a contrastarli sono le patetiche figure che il professore si trova davanti ogni giorno in TV. Serve soprattutto intelligence. Ma c’è un servizio di intelligence? E se c’è, per chi lavora? E qui le patetiche figure ti accusano di essere complottista uhuhuhu ….
    Accusato di complottismo in un paese che è vissuto di complotti dai tempi di Giulio Cesare!
    Accusato di complottismo in un paese dove Mario Monti è diventato presidente del consiglio!

    • “Ma c’è un servizio di intelligence?”
      _____________________
      Tenerone caro, a volte non sembri affatto liberale… In questo caso almeno quattro, ciascuno con la propria banca (dati): Policía Nacional, Guardia Civil, Policía Autonómica (Mossos d’Esquadra) e CITCO (Centro de Inteligencia contra el Terrorismo y el Crimen Organizado).

  • Professore come sa ho una grandissima stima in lei ma certe volte non capisco se una certa ingenuità è tattica oppure vera. La vera arma terroristica è e rimangono proprio i mass media ( Sallustio e parenzi vari ) in generale gli attentati fanno meno morti on Europa delle caduta accidentali dalle seggiole, la prima misura sarebbe dargli.lo stesso spazio mediatico dei morti che cadono dalla seggiola. Ovvio che chi è pagato per fornire ai terroristi il supporto mediatico senza cui non farebbero nulla ( non concordo col termine ” guerra ” una guerra deve essere una guerra con decine o centinaia di migliaia di morti elevare una ” scaramuccia ” con meno di un morto per milione all’ anno a ” guerra ” pura propaganda. In Spagna non c’ è nessuna guerra solo isolatissimi attacchi all’ arma bianca. Le barriere fisse e i militari in divisa sono funzionali allo scopo di chi vuole gli attentati, lo scopo è ovviamente di controllo interno del dissenso, nessuno grande stato è mai capitolato per una decina di morti.

    • Caro Iozzino, il rilancio mediatico è un meccanismo inevitabile ed il terrorismo gioca su questo, certo che si potrebbe dimensionare diversamente l’informazione ma se i morti in incidendi d’auto sono certamente di più di quelli per terrorismo la fifferenza la fa il fatto che i primi non sono intenzionali ed i secondi si. E la gente non si rassegnerà mai (e giustamente) al fatto che una ragazza di 17 anni possa essere uccisa per strada da un esaltato che spoara a casaccio. Diversamente dovremmo dire che anche gli omicidi comuni (che sono di più dei morti per terrorismo, andrebberi relegati nella pagina delle lettere al direttore. Poi circa il termine guerra, non è affatto detto che richieda centinaia di migliaia di morti. La parola guerra ha cambiato sigbificato e va afggetivata infatti io parlo di guerra a bassa intensità o asimmetrica, Basta capirsi

  • Una definizione di “guerra” può essere “conflitto fra stati, nazioni, popoli condotto con l’impiego di mezzi militari” (poi, come è noto, esistono altre “guerre”, per esempio guerre commerciali, contro la droga ecc.)
    Ciò premesso, un paio di domande “tecniche”, anche se in parte ha già risposto: se è “asimmetrica, non ortodossa, irregolare, a bassa intensità” perché è così fondamentale chiamarla “guerra”? (Perché “guerra” e non “guerriglia”?) Perché gli attentati devono essere definiti attacchi?

    Che il significato dei termini evolva ci sta, me se leggo “bomba d’acqua” al posto di “temporale” provo un certo fastidio, sarà un problema mio…

      • “guerriglia” sembrerebbe sia stata scelta perché forse è intesa come “attività ostile contro uno stato” ed anche «asimmetrica, non ortodossa, irregolare, a bassa intensità».

        Giacché la questione posta sembra fosse l’uso di termini che sono considerati attribuibili a conflitti “tra stati”.

        La questione terminologica è iniziata ai tempi in cui iniziò a diffondersi l’espressione “guerra al terrorismo“.

        https://en.wikipedia.org/wiki/Criticism_of_the_War_on_Terror#Terminology

        Il fatto che alcuni terroristi abbiano poi iniziato a proclamarsi “stato” ha indotto a ricontestualizzare la questione sul piano degli eventuali effetti sull’immagine esplicitamente ricercata dalla propaganda di tali gruppi.

        Se da una parte che un tizio che vuole essere “riconosciuto come” califfo di uno stato diffonderà una propaganda consistente con tale impostazione (per es. dichiarando “guerre tra popoli”) mentre chi si oppone a tale strumentalizzazione potrebbe preferire evitare l’uso di termini che possano confermarne la “narrazione”.

        • Per precisare la tesi semantica potrebbe intendere guerriglia come “attività ostile contro uno stato” ma giacché qualificata come asimmetrica “non da parte di un altro stato

      • Grazie per la domanda-risposta, mi pare inutile insistere 🙂
        Per quanto mi riguarda preferisco distinguere il più possibile, però ne so molto meno di lei e magari sbaglio…

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