L’autunno che viene.
Chiedo scusa per la lunga assenza, ma sto ultimando il mio prossimo libro che troverete in libreria a novembre e spero vi piacerà (ma ne parleremo). Riprendiamo con qualche considerazione su quel che ci aspetta ne prossimi due o tre mesi. La prima scadenza è molto vicina: domani (salvo rinvii), quando si deciderà sui 49 milioni che la Lega deve allo Stato.
Se la decisione dovesse essere sfavorevole, a Salvini resterebbero due strade: o trovare in qualche modo quei soldi (magari rateizzando con lo Stato quella cifra) o tentare di resistere magari cambiando il nome del partito (ed anche qui i risultati della scopertissima manovra non sarebbero così scontati come si dice). In tutti due i casi, la cosa avrebbe costi elettorali. Nel primo perché, dopo essersi dissanguati per pagare anche solo una rata del debito, dovrebbero poi trovare i soldi per la campagna elettorale delle europee (e forse per le politiche) e per tirare avanti. Nel secondo caso, oltre che rischiare una denuncia per truffa ai danni dello Stato, si porrebbe il problema di far conoscere tempestivamente il nuovo nome agli elettori (in questi casi c’è sempre una quota di elettori che va persa) e, peggio ancora se occorrerà cambiare anche il simbolo; senza contare il rischio di qualche lista dissidente che si presenti con un nome ed un simbolo simile che, quantomeno, contribuirebbe a disorientare gli elettori. In altri tempi si risolverebbe tutto con una qualche leggina di finanziamento pubblico dei partiti o con un paio di succosi appalti, ma sono tempi difficili per questo tipo di manovre con elevato rischio di potenti figuracce.
Per cui, se la sentenza dovesse essere sfavorevole alla Lega questo potrebbe costituire una remora per elezioni anticipare (non risolutiva, ma comunque da considerare), ma se dovesse essere favorevole sarebbe tutto gas per la corsa verso le urne, perché la Lega si presenterebbe come vittoriosa su una odiosa manovra per colpirla.
Comunque, l’opzione elettorale resta sul tappeto. Salvini ha il vento in poppa dei sondaggi, ma probabilmente sa di non poterci fare affidamento a lungo: la solfa degli immigrati fatalmente renderà sempre meno, sia perché con la fine dell’estate calano gli sbarchi, sia perché la scena presto sarà presa dai temi economici dove c’è molto meno da scialare. Poi, adesso 5stelle e Lega hanno a che fare con Pd e Forza Italia che sono cavalli azzoppati (ed azzoppati a tre zampe su quattro) , ma con il tempo che passa il quadro dell’offerta politica può cambiare e le cose potrebbero diventare meno favorevoli, mentre oggi l’opzione su tutto il centro destra sarebbe una strada in discesa. In discesa ma solo a condizione di una crisi di governo perché, appunto, se vuole recuperare il rapporto con il Cavaliere non può farlo con il governo giallo-verde (ma io direi giallo-nero).
Questo lo ha fiutato anche Di Maio che, senza essere una volpe, però certe cose le capisce e sa di dover passare al contrattacco. Ed ha già iniziato: dire che il reddito di cittadinanza viene prima della flat tax (e senza averne parlato prima con il suo ingombrante alleato) equivale ad una dichiarazione di guerra. Salvini non può presentarsi all’elettorato del nord per dire che le tasse non diminuiscono (come promesso) perché bisogna dare i soldi ai terroni. Figuriamoci, gli fanno la pelle! E dunque sicuramente farà fuoco e fiamme per dire tutto o niente: reddito e flat tax insieme o niente. E la cosa si complica per le resistenze del ministro Tria che fa diretto riferimento al Quirinale e si appella a Conte nella speranza che induca Di Maio a più miti consigli.
Ma il Cavour di Pomigliano d’Arco non può fare marcia indietro anche perché inizia ad avere problemi interni e se alle europee dovesse prendere un bagno, i vari Fico, Di Battista, Taverna, Morra, eccetera se lo fanno allo spiedo. E questo rilancio improvviso del tema del reddito di cittadinanza (che si faccia o no) può andar bene come avvio di campagna elettorale. E non siamo ancora né alla legge finanziaria né al vero urto dell’economia (ma della tempesta perfetta che si sta preparano diremo prossimamente).
La verità è che questo tripartito Lega-5stelle-Quirinale non ha ragione politica di esistere. Il vero cemento fra Lega e 5 stelle è stata solo la tornata di nomine da fare (che sono nomine prevalentemente a tempo determinato, per cui restano anche se il governo cambia) e che si è risolta con una spartizione da manuale Cencelli (il Quirinale poi si è aggregato con Tria e Moavero per evitare troppi guasti con la Ue). Ora le nomine –salvo qualche casella ancora da riempire- sono fatte per cui non c’è più un particolare motivo per andare avanti e quindi le scintille interne alla maggioranza aumenteranno di giorno in giorno. Con due prospettive diverse: Salvini pensa a recuperare Fi e Fratelli d’Italia ed andare alle urne, al massimo insieme alle europee, ma probabilmente prima, Di Maio, invece non vuole le elezioni e pensa piuttosto ad un cambio di maggioranza, imbarcando il Pd (magari con una astensione o un appoggio esterno) forse con un aiutino del Colle. Poi vedremo come va, per ora questo è il gioco al nastro di partenza.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, di maio, forza italia, governo giallo verde, governo lega m5s, manovra economica autunno 2018, martina, mattarella, pd, renzi, salvini, tria
Leone 1977
Illustre Professor Giannuli bentornato. l’attuale maggioranza giallo-verde non cadrà prima delle prossime elezioni europee, e anche dopo se per caso Salvini dovesse ottenere un grande risultato, e subito staccare la spina, secondo me si darebbe la zappa sui piedi, perchè la gente non capirebbe quel gesto scellerato, senza una precisa motivazione. Salvini in questo momento sta guadagnando consensi solamente perchè sta prosciugando forza italia, ormai cadavere in piano stato di decomposizione. Lei illustre professore come al solito prevede uno scenario ultracatastrofico nei prossimi mesi, Italia in recessione, morte politica del movimento 5 stelle, guerra totale nei nostri confronti da parte del regime totalitario Unione Europea-Mercati-BCE. Secondo me, specie in questo periodo burrascoso, si dovrebbe augurare che questo governo non cada, perchè in quel caso sarebbero veramente guai seri per l’Italia. Di Maio è una persona molto sveglia ed intelligente, il contrario di come lo descrivete voi, ha proposto il reddito di cittadinanza perchè lo aveva promesso in campagna elettorale punto. L’unico modo per approvare queste riforme rivoluzionarie come il reddito di cittadinanza, Flat Tax e abolizione legge Fornero, è quello di mandare a cagare i cosidetti vincoli di bilancio imposti dal regime totalitario di Bruxelles. Solamente in questa maniera ci sarà la ripresa economica!!!!
Tenerone Dolcissimo
Sono d’accordo con te, ma ho la sconsolata impressione che tu -come molti, purtroppo- sottovaluti la potenza delle potenze occupanti.
Non mi risulta che Pertini o altri esponenti del CLN durante la guerra potessero imporre alcunché nelle zone occupate dalla Wehrmacht
Gaz
In questa estate ho tenuto sulla pagina dedicata alla Rivoluzione dell’Intelligence del 12 luglio 2018 una sorta di diario pressocchè quotidiano con plurimi post su Macron.
Ho scritto cose così disturbanti da essere impubblicabili ?
Aldo Giannuli
No ma un commento ogni 5 minuti non aiuta la discussione. Le chiedo gentilmente di essere più ragionato e contenuto, altrimenti diventa anche fastidioso per gli altri lettori. Grazie e buona lettura
Augusto Pesce
Ben tornato professore.
Penso che entrambe le due soluzioni siano improponibili; per un semplice calcolo elettorale.
Supponendo che, oggi M5S e Lega siano al 30%, un ribaltone del governo e le nuove alleanze proposte, costerebbero voti ad entrambi;
rendendo difficilino il raggiungimento della percentuale utile.
Sicuramente il “vero urto dell’economia (ma della tempesta perfetta che si sta preparano diremo prossimamente).” arriverá ben chiaro: OPA sulla Libia della Francia? Giudizio sfavorevole? Spread e quant’altro?
Al governo non resta che fare fronte alla tempesta perfetta (cercando di) rimanere uniti.
In caso contrario temo che non avremo nessun governo (piú o meno) eletto ma, un bel Monti 2.
O, peggio.
Gimoh
Bentornato e buon lavoro per il libro che leggerò come sempre. Circa il quadro politico a me sembra di intravedere tutta una serie di personaggi in area centro sinistra (Fico, Grasso, Civati con il contorno di Lerner, Saviano et simili a) che stanno tentando di smarcarsi in area in attesa di una rimessa laterale di Mattarella al primo fischio BCE per tentare di insaccare. Temo che la tentazione sia quella di tornare a polarizzare l’attenzione dell’opinione pubblica attorno alla solita diade fintamente alternativa. Ieri era FI-PD, domani un aggregato intorno alla Lega/minestra riscaldata di centro sinistra? Ovviamente nella speranza mai sopita di annichilire M5S che, al netto delle oggettive confusioni e approssimazioni, è l’outsider scomodo e ancora affatto ricattabile. Non c’è dubbio che il bipolarismo possa essere l’unica forma gradita ai “mercati”. Il problema è quando i poli sono solo apparentemente opponentisi.
Pietro
direi che il dado è tratto. comunque vada i 5* hanno uccuso il bambino nella culla. l’alleanza con la lega è stata utile solo a questi ultimi. di maio piu che una volpe si è rivelato il dudu di salvini. cambi di maggioranza a sinistra li vedo abbastanza improbabili. con la scottatura rimediata con questa alleanza, parecchi ex elettori di sinistra potrebbero tornare all’ovile, soprattutto se il pd si decidesse ad eliminare (cosa difficile ma non impossibile) renzi ed i suoi “sgerri” dal partito. la questione soldi della lega non penso possa influire negativamente, troveranno il babbo natale (berlusconi?) che li può tirar fuori dai guai. naturalmente a condizione che il padano impedisca legislazioni anti. quanto agli elettori della lega (terroni compresi, purtroppo tanti), questi sono delle vere e proprie compostire, digeriscono di tutto, il loro partito è stato alleato con tutto quel che il convento ha passato e mai gli è venuto un benché minimo conato di vomito.
Amedeo
Ben tornato Aldo!
Faccio un piccolo ragionamento: Salvini va al voto e può andarci solo con FI/FdI… e se dopo il voto, con questa legge elettorale, non si hanno maggioranze cosa può andare dicendo? “Abbiamo scherzato, di nuovo coi 5s”?
Sui 5s confermo la tua visione: non vogliono andare a votare, ma anche per la lega la porta è stretta.
Insomma se si vota, si vota presto (in un intorno delle Europee, largo circa), altrimenti non si vota. Questa la mia previsione secca.
Giovanni Talpone
Bentornato! Un interessante banco di prova sarà il decreto Spazza Corrotti. Qui non ci sono problemi di vincoli di bilancio; anzi, in teoria lo Stato risparmierebbe parecchio. Il punto è che, da sempre, la Destra (oggi Salvini, of course) è il cane da guardia che difende la corruzione: si pensi al colpo di spugna tirato da Mussoni all’inizio della sua avventura sui processi contro i “pescecani” delle forniture belliche della I Guerra Mondiale. E poi gli ERPivori, la DC, il CAF, fino alle prescrizioni berlusconiane e ai trucchetti legislativi di Renzi e Gentiloni. Si rende conto il guaglione miracolato che se Salvini lasciasse passare il decreto intatto, alla Lega non verrebbero chiesti 49 milioni ma direttamente gli attributi, in natura?
Sergio
Professore, bentornato. La sua previsione è parecchio fosca, speriamo che non si riveli ottimistica a posteriori, vien da dire. Ma scherzi a parte, la tesi che gli interessi che hanno cementato Lega e 5* siano soltanto spartitori, e si siano quindi in gran parte esauriti, non mi convince. Aver conquistato qualche poltrona non può esaurire le ambizioni di due forze che mirano a cambiare il paese, naturalmente in meglio, e a tenere banco per i prossimi decenni. Staccare la spina prima delle europee sarebbe un errore per entrambi, qualunque cosa dicano le previsioni basate sui sondaggi. Per quanto inesperti o maldestri, non penso che faranno un simile autogol.
adamenzo
bentornato Professore,
all’attuale governo non c’è alternativa. se dovesse cadere, i partiti che lo sostengono otterrebbero alle elezioni le stesse percentuali di voti, ma con meno votanti; l’astensionismo crescerebbe.
penso, invece, che il problema attuale sia un altro, ovvero l’immobilismo del governo sul versane economico-finanziario di prospettiva. intendo, come modificare o sottrarsi agli attuali regolamenti interni e dell’UE, e dalle politiche di austerità, che sono stati adottati per mettere il nostro paese sotto schiaffo, come dimostrato dalla lenta e costante agonia economica e di crescita dell’ultimo decennio.
oggi, per invertire la marcia inesorabile verso un destino “alla greca”, la parola d’ordine dei rappresentanti del governo, ma anche di economisti, analisti e intellettuali che hanno a cuore il futuro dell’Italia, dovrebbe essere: FACCIAMO COME LA GERMANIA, ossia
– prevalenza delle norme costituzionali su regolamenti e leggi comunitarie;
– abolizione del pareggio di bilancio;
– obbligo per la banca centrale dell’acquisto dei titoli di stati rimasti invenduti;
– creazione di una banca pubblica.
chi potrebbe obbiettare?
gli “alleati….” tedeschi si son guardati bene da rinunciare a questi vantaggi.
solo una classe dirigente miope, prona e corrotta, poteva accettare diktat tedeschi per modificare norme e regolamenti interni che il paese teutonico si guardava bene da adottare per se stesso.
figurarsi perfino che ancora per il marco è stato conservato il corso legale…………
Gaz
.. non dimentichiamo le sorprese che ha in serbo per l’Italia l’amico (si fa per dire) Macron.
Herr lampe
Bentornato professore.
Alla sua analisi delle difficoltà aggiungerei che, come pare evidente, un conto è fare il tamarro con dei disperati su una nave di cui non frega niente a nessuno; un altro è rompere davvero le scatole ai Benetton dopo la tragedia del ponte.
Qualcuno ha detto nazionalizzazione? No, avete capito male voi.
https://www.google.it/amp/s/m.huffingtonpost.it/amp/2018/08/20/giancarlo-giorgetti-frena-m5s-sulla-nazionalizzazione-delle-autostrade-non-credo-che-con-stato-funzioni-meglio_a_23505450/
E lo ha detto al meeting di Cl. Ah beh…