L’attentato di Brindisi: il solito folle?
Il Procuratore della Repubblica di Brindisi, dott. Marco Dinapoli ha comunicato che esiste un filmato in cui si distinguerebbe il killer mentre preme il telecomando determinando l’esplosione. Dunque, niente timer e la cosa già sembra un po’ meno rudimentale, anche se le bombole di gas restano un mezzo esplodente piuttosto artigianale. La pista mafiosa si sgonfia – è durata meno di 24 ore- e ci si indirizza verso la pista del delitto individuale. Conosco e stimo Marco Dinapoli avendolo conosciuto già molti anni fa e non ho dubbi che lavorerà al meglio per scoprire il responsabile della strage. La conferenza stampa, che ho seguito sul sito del “Corriere della Sera” fornisce diversi elementi utili ad iniziare ad orientarsi. Dinapoli ha presentato le prime valutazioni come mere ipotesi, senza escludere nulla allo stato attuale delle conoscenze (è così che si comporta una persona seria evitando fughe in avanti), tutto molto condivisibile. C’è un solo punto che mi lascia molto perplesso: ritenere la pista del “gesto isolato” come la ipotesi più probabile. Ragioniamoci un po’ su.
Noi possiamo raggiungere la certezza (per ora direi che non di certezza si tratta) che l’esecutore sia stato unico, ma logica ci dice che questo non significa automaticamente che si tratti di un “gesto isolato” in quanto l’unicità dell’esecutore è condizione necessaria ma non sufficiente a concludere in questo senso. Infatti, non si tratta di una condizione sufficiente perché, pur essendo certi dell’unicità dell’attentatore, non è possibile escludere che egli agisse di intesa con altre persone (eventuali organizzatori, complici, mandanti ecc.). Mentre si tratta di una condizione necessaria perché, se vi fossero implicate altre persone, non potrebbe trattarsi, per definizione di un gesto individuale. Ad esempio, questo escluderebbe la pista del “pazzo”: difficile immaginare un gruppo di “pazzi” che hanno la stessa idea strampalata nello stesso momento.
Ma, allo stato dei fatti, noi (forse) possiamo pensare che l’attentatore sia stato uno solo, ma nulla ci dice che non abbia avuto complici nella preparazione dell’attentato o un mandante. Dunque, non si capisce su cosa possiamo affermare che la pista del gesto isolato sia “la più probabile”. Diciamo che si tratta di una ipotesi plausibile, ma per nulla più probabile di qualunque altra (se poi i magistrati hanno altro in mano non sappiamo, anche se ce lo auguriamo, così, come ci auguriamo che lo sciagurato attentatore sia identificato ed arrestato il prima possibile).
Semmai, ci sono elementi che fanno dubitare dell’ipotesi del gesto isolato di un folle.
In primo luogo, non è affatto chiara la dinamica del fatto: lo stesso Procuratore dice che l’ordigno è stato collocato nell’immediatezza dell’attentato, essendo troppo rischioso portarlo lì e lasciarlo per ore ed ore, a rischio di una esplosione prematura o della sua scoperta durante il passaggio della nettezza urbana. E ci possiamo credere, anche se una testimone riferisce di aver visto movimenti sospetti nella zona alle due di notte, ma questa potrebbe essere una rielaborazione a posteriori di percezioni che non hanno nulla a che fare con l’attentato. Dunque, il nostro attentatore prepara da solo il congegno elettronico (si parla di un meccanismo volumetrico), si procura cassonetto e bombole di gbl, le porta sempre da solo sul posto, innesca il tutto e resta in attesa dell’arrivo delle ragazze. Oppure, variante: prepara il tutto prima di partire, porta il cassonetto da solo sul posto, quindi si nasconde in attesa del momento adatto. E questa variante ci sembra più attendibile essendo poco plausibile che si sia messo ad armeggiare con bombole e congegni elettronici per troppo tempo e nelle prime ore del mattino. Infatti, se la cosa è stata fatta fra le 6 e le 7, in questa stagione a quell’ora c’è luce e c’è già qualche passante: troppo rischio di essere visto. Dunque non è plausibile che l’azione sia durata più di alcuni minuti, il tempo di lasciare il cassonetto già pronto ed innescare i congegni.
Non sappiamo quale fosse il peso ed il volume dell’insieme di cassonetto e bombole, per cui non sapremmo dire quale potrebbe essere l’impaccio del trasporto, se esso sia stato trasportato in auto e portato a mano solo nell’ultimo pezzo del tragitto, però che tutto sia stato fatto da un solo uomo non è che risulti tanto credibile così a prima impressione.
Mentre scrivo, un frequentatore di questo blog mi segnala questo link da cui si evince che il 14 maggio (cinque giorni prima della strage di Brindisi) sarebbe stato collocato un ordigno molto simile (una bombola) nei pressi di un istituto alberghiero a Catel Volturno con tanto di pseudo rivendicazione anarchica. In quel caso l’ordigno non è esploso. E’ lo stesso “folle isolato” cha va girando o si tratta di altri? Lecito dubitare che qualche nesso possa esserci fra le due cose, vi pare?
Ma, infine, non è che con la solita storia del pazzo isolato spieghiamo troppe cose? Breivik in Norvegia, Amrani a Liegi, Casseri a Firenze, Merah a Tolosa adesso “Vattelappesca” a Brindisi: per carità, tutto è possibile, ma non cominciano ad essere un po’ troppi questi pazzi isolati e in così poco tempo l’uno dall’altro? Questa del matto isolato comincia ad essere come il ripostiglio delle scope dove si mette tutto quello che non si sa dove mettere. Naturalmente è possibile che alcuni di questo casi siano affettivamente opera di persone disturbate di mente, ma proprio tutti?
D’accordo, indaghiamo anche in questa direzione perché siamo solo agli inizi, ma non lasciamo cadere altre ipotesi plausibili.
Aldo Giannuli
'ndrangheta, aldo giannuli, amrani, attentato di brindisi, breivik, camorra, casseri, castel volturno, mafia, marco dinapoli, procura di brindisi, sacra corona unita, strage di brindisi
Pierfrancesco ciancia
sicuramente le indagini è giusto che siano fatte a 360°, basandosi su prove e fatti reali rilevati, ad esempio basta andare su google maps street wiew ( http://maps.google.it/maps/place?ftid=0x13467bcaad6af2c1:0xc251a2bd32539c77&q=Via+Giuseppe+Maria+Galanti,+Brindisi&hl=it&ved=0CA0Q-gswAA&sa=X&ei=f-O4T4ibDYeA4gSu-4nvCg) per vedere che il cassonetto non è stato spostato, è esploso esattamente dov’era nel 2009, il che potrebbe rafforzare la tesi del singolo. Sicuramente eviterei di escludere il coinvolgimento della criminalità organizzata con argomenti logici, ad esempio non è vero che non ammazzano bambini ( la figlia del magistrato lamberti, il piccolo giuseppe di matteo, e nella stessa puglia la piccola palmina a fasano, proprio bruciata viva.) inoltre non escluderei neanche per il tipo di esplosivo visto che come ha ricordato saviano, il gas lo ha appena usato la ndrangheta nel 2010 contro il tribunale di reggio. Ai segnali simbolici, che comunque nulla provano, potrebbero essere coincidenze, aggiungerei il fatto che la scuola sia intitolata proprio alla moglie di falcone, e non a lui, la vittima trasversale per antonomasia, alla faccia anche di chi diceva che non toccano le donne.
aldogiannuli
i casi di infanyicidio indicati sono diversi: si tratta di assassinii di persone predeterminate perchè figli di magistrati, di collaboratori di giustiuzia o altro qui siamo alla strage indeterminata che è cosa ben diversa
Caruto
Apprezzo molto l’approccio di questo blog. Merito del Titolare della Ditta. La storia italiana ci costringe ad inseguire tutte le ipotesi, con una certa prevalenza per quelle complottiste. Poi si cerchera’ di verificare. L’alternativa sarebbe quella di farci prendere per i fondelli.
Pero’ vorrei fare una osservazione, che e’ anche una domanda: a proposito dei gesti isolati, si dice che e’ difficile pensare che lo siano tutti gli episodi accaduto in Europa negli ultimi mesi.
Il caso francese, effettivamente, fa pensare ad altro (uno gestito male dai servizi francesi?).
Per gli altri?
Negli Stati Uniti ogni tanto si legge di persone che imbracciano un fucile ed ammazzano una decina persone: perche’ non potrebbe essere lo stesso in Europa?
Intanto sto vedendo il TG3 delle 14.15: dopo la conferenza del Procuratore Dinapoli e’ stata trasmessa una intervista al Procuratore Motta: la conduttrice dice che le parole di Motta rimettono in discussione le parole dette da Dinapoli in conferenza. E sembra una cosa seria.
Motta
frannco cilenti
Gesto isolato di un folle? Una delle ipotesi ma occhio alla disinformazione e ai depistaggi, abbiamo grandi mestieranti in Italia, nel mentre potrebbe rappresentare un segnale politico sinergico atto a colpire sentimenti di ribellione contro il sistema politico ed economico dell’Europa delle banche. Colpire un luogo simbolico come una scuola con il nome di Falcone, luogo di giovani e di sensibilità democratica, è un segnale forte in un territorio forse politicamente marginale nello scacchiere politico italiano ma di forte impatto emotivo e geopolitico, per i poteri e i loro strateghi del disordine sociale, di fronte alla possibilità di un governo di sinistra antiliberista in un Paese vicino come la Grecia.
Francesco Acanfora
Scrive Andrea Geniola su Facebook:
“Prove tecniche di strategia dlla tensione nell’era di Facebok e Twitter. La ringraziamo per la gentile partecipazione all’esperimento n. 1. Cordiali saluti.”
La battuta di Andrea e’ efficace, e coglie qualcosa della situazione, ma non mi convince del tutto.
Prima di Internet l’opinione pubblica era confinata ai giornali, essendo la radio molto frammentata nell’ascolto e nella partecipazione diretta, e la TV non interattiva e anzi escludente, visto che ha sempre preteso di selezionare il pubblico riducendolo a comparsa. Sulla rete invece si formano opinioni e rapporti anche in orizzontale, e non sempre, ma sempre piu’ spesso, avviene che siano i media dominanti a dover rincorrere una linea di pensiero spuntata e cresciuta in rete. Con questo non voglio mitizzare ne’ esagerare nulla, pero’ e’ certo che l’atmosfera di vera paura e incertezza che la mia generazione subi’ quel maledetto giorno di dicembre del 1969 oggi non puo’ essere facilmente riprodotta.
Nelle piazze si sono riversate subito migliaia di persone, con ipotesi gia’ elaborate e discusse, con richieste molto piu’ precise, con giudizi gia’ in qualche modo formulati in attesa di riscontri, e, quel che piu’ conta, con la certezza del luogo in cui riprendere il discorso, il filo degli eventi.
La piazza telematica non consente un clima di incertezza e di intimidazione generica: essa e’ rapida, persistente, e maledettamente trans-nazionale. Le strategie di aggiramento e manipolazione non possono che essere assai piu’ sofisticate, e una delle tecniche piu’ ovvie e’ quella dei messaggi di difficile e non univoca interpretazione, che consentano di mobilitare il pubblico secondo diverse linee di lettura dei fatti, selezionando fazioni e promuovendo “partiti” fluidi.
Sui fatti di sangue questo si sta vedendo molto chiaramente, ma il terrorismo mediatico maggiore e’ stato sparso a piene mani sul versante della crisi economica, con migliaia di voci sempre piu’ tecniche, sempre piu’ falsificanti, sempre piu’ intimidatorie verso l’opinione pubblica, nel nascondere verita’ semplici che sono sotto gli occhi di tutti. Bastera’ citare l’obbligo costituzionale del “pareggio” di bilancio approvato in tutta fretta e con doppia votazione dal nostro parlamento, che e’ stato piu’ sollecito di cosi’ solo in un’altra occasione, per la quale passera’ indubbiamente alla storia come chiaro esempio di scempiaggine dei sistemi democratici, quando si e’ occupato di grande politica estera nel Mediterraneo con la famosa attribuzione di una nuova nipote al faraone d’Egitto.
Penso che sia urgente e utile stabilire e diffondere dei nuovi criteri interpretativi della informazione, richiedendo ad essa livelli di qualita’ e di indipendenza almeno pari al dibattito che si sviluppa sulla rete, e che consentano con maggiore velocita’ di distinguere il grano dal loglio. Una nuova scienza semantica, possibilmente simile alle scienze sperimentali, che dal punto di vista del senso sono ancora per fortuna assai piu’ serie.
Non vorremmo ritrovarci in guerra, per esempio, a nostra insaputa.
Giorgio tori
Non capisco come il procuratore, sulla base del fatto che le immagini presunte dell’attentatore indichino il medesimo come “italiano non giovane”, possa escludere la pista mafiosa. Semmai la freddezza e efferatezza dimostra proprio il contrario. E poi “cui prodest”? Gli unici che se ne beneficiano sono coloro che, collusi con la mafia e altre organizzazioni criminali, hanno interesse che la popolazione italiana si ricompatti impaurita intorno ai delinquenti che ci hanno portato in questa situazione. Su chi siano i delinquenti ….. Beh, fate un po’ voi i vostri ragionamenti. Pensate alla “ricostruzione” de L’Aquila e a chi se la rideva quella notte, a chi si è pasciuto del malaffare in questi 20 anni, a chi ha fatto mettere slot machine in tutte le tabaccherie etcetera.
giuseppe g.
potrebbe essere utile alla riflessione.
su nuovoquotidianodipuglia (lecce), pag. 2, primo rigo, circa 10 ragazzi testimoniano di aver visto un cartello su cui hanno letto “non ci fermeremo qui”. lo hanno visto subito dopo l’esplosione, poi è sparito. tutti erano certi di questo.
Aldo
Volevo segnalare anche un’altra cosa: ho letto che mai la mafia ha colpito una scuola e nemmeno l’eversione.
E come si spiega allora la strage di Pizzolungo? Oppure l’attentato fallito alla scuola slovena di Trieste, nel 1969?
E poi, anche nel 1993, la mafia (se è solo la mafia) non aveva mai colpito opere d’arte.
Aldo
Francesco Acanfora
Interessante anche questo contributo, di un medico che si occupa di epidemie. Abbiamo gli anticorpi giusti?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/20/brindisi-anticorpi-della-collettivita/235379/
Francesco Acanfora
Twitter presenta delle misure di emozioni, con giudizi sulla loro qualita’, e grafici di evoluzione. Certo, l’individuo non ha emozioni che si prestano facilmente a trattamento statistico. Ma nel passaggio dai singoli a gruppi estesi e dialoganti, vi e’ una transizione di fase, e l’aggregato manifesta suoi comportamenti, sicuramente piu’ semplici di quelli dei suoi individui. Ecco che lo studio di cui parlavo inizia a prendere forma. Attenzione alla manipolazione, ma evitiamo per cortesia di nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi.
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/05/20/foto/brindisi_e_terremoto_il_picco_su_twitter-35541519/1/?ref=NRCT-35512430-2
angelodivi
Calma e gesso. Aspettiamo le indagini, sembrano a buon punto, addirittura han filmato l’assassino. A mio parere, non è un atto terroristico fascista con manina servizi segreti, perchè non c’è un pericolo di “presa del potere dei rossi” nè siamo in guerra fredda; quindi scarterei l’ipotesi “pavloniana” di strage di stato deviato. Nè è di mafia, perchè la esclude la magistratura con certezza, è a tutti evidente: non si colpisce un uomo dello stato, nè un palazzo dello stato, nè gli conviene alla mafia, che gli piace che le cose siano tranquille; escluderei terrorismo tipo BR, sarebbero dei pazzi politici, idem per gli anarcoidi. Escluderei il terrorismo islamico, a meno che facciano una rivendicazione. Resta il pazzo tipo unabomber Vedremo che esce. Però perchè vuoi vederci per forza una rete politica dietro al pazzo? di questi tempi la pazzia omicida è insita nel nostro sistema. Io mi preoccupo: speriamo che non facciano altri crimini così!
salvo lombardo
credo che il sig.giannuli,sia troppo buono con le ipotesi,e noi italiani siamo troppo vigliacchi a reagire contro chi pianifica,trova gli esplosivi e gli obbiettivi da colpire,tanto le vi t e per questi barbari assassini,e a proposito come fanno con la loro coscienza,o l addestramento prevede anche questo,non valgono un cazzo,fin quando non ci toccano i nostri figli,noi e i nostri cari!è ora di reagire,tanto sappiamo tutti dove abitano,dove lavorano,dove trovarli,bisogna stanarli e colpirli,ripagarli con la loro stessa moneta!
franco de mario
Ciao Aldo, ho l’impressione che a Brindisi si voglia rispondere alla pressione dell’opinione pubblica con un “qualcosa in mano subito” per attenuare le tensioni accumulate in quella città fintamente sonnolenta e defilata. Proprio come piace agli uomini ” des affaires”: rigassificatore con i potenti investimenti mancati; deposito Nato per aiuti umanitari( le garze sterili dopo le bombe);imprese criminale che- a rileggere gli articoli di stampa sulle inchieste della magistratura, da anni non si fanno mancare nulla: tabacchi banche private e amicizie altolocate all’estero, riciclaggio ed uso del territorio agro forestale turistico, traffico di migranti,antico e nuovo ruolo del porto-città,corridoi europei, ecc. ecc.. Certo il singolo pazzo criminale ci può stare, ma c’è un umus che, ad un malpensante pieno di retropensieri come me, fa dire che ci può stare, a condizione che sia Lex Luthor o Diabolik, escludo l’Uomo Ragno e Superman per ovvie ragioni.
Andrea T
Una cosa è certa, ormai a quest’ora lo possiamo dire: sebbene i magistrati – pur privilegiando questa pista – abbiano detto chiaramente che non escludono ancora nessuna pista – ovviamente – dal momento che le indagini sono ancora in corso, la linea inappellabile di certi media è già quella che si tratta del gesto isolato di un folle!
Le fonti informative “di regime” sono già tutte allineate su questo coro.
Evidentemente, lo stragismo al tempo di internet deve tenere conto anche del feedback del pubblico! Considerando la forte reazione critica di ieri da parte della cittadinanza attiva online (e/o magari un errore nell’aver trascurato la presenza di quella famosa telecamera?), meglio derubricare l’episodio a gesto folle isolato.
Vedrete che, salvo novità o prove eclatanti che dovessero emergere nelle prossime ore, questa rimarrà la versione ufficiale. Saranno felici i criminologi e i fornitori di plastici di porta a porta.
balans
Caro Aldo, la tua tesi è interessante ma credo sia anche troppo intelligente. Credo che quello che stiamo vivendo sia un copione già visto, uno scenario classico italiano (e ti garantisco che non credo affatto di essere un dietrologo). Quando un sistema di potere si avvia verso l’ultimo respiro (come avvenne nel 1992 per il pentapartito), durante il periodo di transizione scendono in campo “loschi figuri”, lo fanno con bombe, attentati e iniziative varie… Il loro vero obiettivo è quello di spaventare la gente, condizionare e indirizzare le scelte future per il timore che il nuovo potere non garantisca i loro interessi economici. Questi “figuri”non hanno un solo volto, un hanno un solo interesse, sono semplicemente organici ai poteri. Proprio per questo non si riesce mai a capire fino in fondo chi sono i veri mandanti. Se questa è l’analisi, significa che la sostanza di quello che sta accadendo è funzionale per il nuovo padrone che verrà, un padrone che dovrà operare in continuità con il passato… Avviso ai naviganti: vento forte da sud-est (grecale), mare mosso… Caro Montezemolo questa volta non sarà così facile sostituire Silvio e Umberto…
Lorenzo Adorni
Per quanto riguarda il peso:
Il peso delle bombole varia anche in base alla marca e al modello. Generalmente però una bombola contenente 5 kg pesa negli effetti 10-11 kg.
Erano veramente 3 o solo 2 le bombole?
Dal pezzo ritrovato sull’asfalto (è il fondo di una bombola) sembrerebbe che fossero da 3 o 5 kg.
Nel caso di 3 bombole siamo fra i 20 e i 30 kg circa, a seconda che siano da 3 o 5 kg l’una. Il cassonetto da quanto si può capire dalle dichiarazione dovrebbe essere uno della raccolta differenziata, come ad esempio quelli verdi per il compostaggio. Probabilmente con delle ruote per trascinarlo. Anch’esso ha un certo peso. Da considerare se caricato in auto. Gli apparati elettronici saranno pesati al massimo 2- 3 kilogrammi.Forse 5 kg. A quali però va aggiunto il peso delle batterie, che non possiamo sapere come fossero. Un sensore volumetrico, come quelli dell’antifurto, si alimenta volendo a 12v. Quindi basta anche la batteria di un motorino, che comunque pesa dai 5 ai 10 kg, a seconda del modello. Poi si deve aggiungere un sistema di imballo interno. Non si può pensare di trasportare questo genere di ordigno in un cassonnetto senza un sistema che ne garantisca la stabilità interna. Vi è poi la possibilità che abbia usato un commutatore per collegare fra loro le bombole del gas, altri 3 – 4 kg almeno. Insomma il tutto, nel caso di 3 bombole dal contenuto di 5 kg sarà pesato intorno a 50 – 60 kg. Con 2 bombole 40 – 50 kg circa. Con bombole da 3 kg qualcosa di meno, fra i 35 kg e i 45 kg circa. In entrambi i casi è altamente improbabile che sia giunto lì senza un automezzo, almeno fino nelle vicinanze, facendo solo l’ultima parte del tragitto a piedi. Solo salire e scendere da un marciapiede sarebbe un problema…
sabrina
già! lo sgabuzzino delle scope… con le bombe del 92 la mafia ha posto condizioni… che stia alzando il prezzo? lo sapremo tra vent’anni. Ingroia nn esclude nulla. un Uomo di Stato, lui come altri prima di lui al servizio del Paese e non di questo o quel partito, di questo o quel padrino.
roy
Per me, non è stato un gesto isolato, uno che agisce come ha agito l’attentatore è stato sicuramente aiutato e deve anche essere del posto. Ha seguito sicuramente la consuetudine delle ragazze che si trattenevano in quel luogo ed a quell’ora quindi ha premeditato l’attentato. Perchè non sparare le vittime invece di mettere una bomba? Evidentemente voleva avere il massimo dell’attenzione e non gli interessava ucciderne una ma molte. Doveva dimostrare non ad una persona ma a molte di cosa era capace. Sicuramente il gesto verrà rivendicato in qualche maniera. Chi dovrà sapere saprà perchè è stato fatto tutto ciò. Non scarterei a questo punto nessuna ipotesi e non mi meraviglieri che l’attentatore facesse una brutta fine per mano dei suoi complici e mandanti/aiutatori.
Ermanno Cavallini
Un vecchio detto orientale recita “guarda quanto è larga la foce del fiume e capirai quanto è lontana la sorgente”.
In questa ottica proviamo a fare un semplice ragionamento; a chi è piu utile l’attentato di brindisi?
Forse a chi ha interesse a “compattare” l’elettorato italiano intorno agli odierni partiti e classe dirigente, in modo da poter continuare a gestire “la cosa pubblica” nell’interesse di una minoranza sempre piu ristretta ed elittaria.
é vero il governo monti non ne esce rafforsato sul piano internazionale, ma forse sul piano interno le cose stanno diversamente e questo al momento potrebbe essere per qualcuno prioritario.
Inoltre i mandanti della “strategia della tensione” forse non vanno ricercati tanto nel governo ma nei loro “burattinai” invisibili e cioè il grande potere economico internazionale che gia a suo tempo stava dietro iniziative che nascondendosi dietro un finto patriottismo hanno sponsorizzato iniziative come gladio o altro.
Questi “burattinai” sono il vero nemico del popolo europeo e non solo italiano, solo a loro fa veramente comodo un attentato che altrimenti ha poco senso come quello di brindisi.
Cittadino arrabbiato
La colpa e’ delle forze dell’ordine che se ne fregano dell onesto cittadino povero.. mentre risate risatine e calda accoglienza al potente mafioso e al signorotto medico della citta e ai grandi rappresentanti del paese anche se sono piu’ delinquenti magari di un ragazzo che ha avuto piccole stupidaggini ragazzate con la giustizia, questa e’ la verita’ provate ad andare in una caserma per denunciare magari che vi hanno trùuffato e avete piccoli carichi pendenti poi vedrete se uscite vivi,ci manchera’ poco che arresteranno voi.
Cittadino arrabbiato
Propongo un super controllo a tutte le caserme italiane su come lavorrano come mangiano e come si comportano durante l’orario di servizio! Altro che medaglia al valore.Ma ndate a gagar e