
Come leggere i nuovi attentati ad Ankara ed in Costa d’Avorio.
A poche ore di distanza, un’auto imbottita di esplosivo si schianta contro un tram ad Ankara, facendo decide di morti ed un commando armato di kalashnikov sbarca all’improvviso su una spiaggia ivoriana e massacra i turisti che trova. La singolare coincidenza di tempi farebbe pensare ad attentati coordinati fra loro, ma così non è (o, per lo meno, non ci sono elementi di sorta che lo facciano pensare), si tratta di un caso, che però lascia pensare: significa che la densità degli attentati, ormai è tale che può verificarsi anche una coincidenza del genere.
Segno che la Jihad ormai dilaga: è il frutto velenoso di 25 anni di guerre sbagliate che, scaturite da un disegno di dominio mondiale, lasciano il Mondo molto più lacerato ed insicuro di quanto non fosse prima.
Ma, al di là di questa considerazione generale, dobbiamo cercare di capire il significato politico di questi avvenimenti. Più semplice è il caso ivoriano, rivendicato da Morabitun e da Al Quaeda del Maghreb islamico, che sono un po’ la stessa cosa, perché Morabitun è nell’orbita di Al Quaeda. Dunque, l’azione risponde ad disegno di rilancio del gruppo di Al Zwuairi messo in ombra dai successi del rivale Califfato. Resta semmai da capire sino a che punto le due organizzazioni sono in conflitto fra loro e sino a che punto c’è una, sia pur momentanea, intesa. Di fatto, entrambi confluiscono nel comune disegno di generalizzazione della Jihad che sta avendo successo, al di là delle sorti di ogni singola organizzazione che la anima.
Meno semplice è decrittare il caso turco: la versione ufficiale parla di un attentato dei curdi del Pkk, partito di cui avrebbe fatto parte una ragazza, che ha partecipato all’attentato, restando uccisa. Per carità: persino il potere, talvolta, può non mentire e le versioni ufficiali possono rispondere al vero e, peraltro, il Pkk ha fatto numerosi attentati in Turchia ed oggi avrebbe anche più ragioni per farlo, data l’aggressione turca al popolo curdo. E, infatti, Erdogan non ha perso tempo e, non ha atteso neppure l’esito delle indagini, per un nuovo raid contro i curdi. Dunque, questo è solo un capitolo della guerra curdo-turca. Ma non è detto che le cose stiano proprio così.
In primo luogo, ricordiamo che in tempi recenti, ci sono stati attentati che sarebbero stati compiuti dall’Isis, per cui potrebbe trattarsi di una nuova azione di questa marca. Ma la polizia turca lo escluderebbe per l’identificazione dell’attentatrice che sarebbe del Pkk. Però è sempre possibile un errore (più o meno voluto), Devo dire, tuttavia che la posta Isis, in questo caso non convince molto neppure me, tuttavia, non si può escluderla a priori. Dunque resterebbe la pista Pkk? Ci sono aspetti della versione ufficiale che non convincono. In primo luogo la velocità con cui la polizia turca ha imboccato questa pista: praticamente neppure 1 ora dopo la deflagrazione. Tutto di basa sull’identificazione della ragazza morta a bordo dell’auto dell’attentato: ma in che stato era il viso dopo l’esplosione? Doveva essere ben conservato per una identificazione così rapida e sicura, Strano, dato che, dopo lo scoppio, l’auto è stata avvolta dalle fiamme. Magari qualche istante registrato dalle fotocamere? Non sappiamo, ci limitiamo a registrare un punto non spiegato. Peraltro, doveva trattarsi di una attivista abbastanza nota, data la velocità dell’identificazione ma, ovviamente, questo non esclude che comunque possa esserci stato un errore nell’attribuzione della persona al Pkk, cosa improbabile ma piur sempre possibile.
Va detto che non c’è stata rivendicazione alcuna, anche se questo non vuol dire nulla e che questa potrebbe giungere abbastanza presto.
Più che altro, quello che lascia perplessi è l’uso abbinato di attentatori suicidi e di autobomba. Sin qui ci sono stati attentati in cui dei kamikaze sono andati a schiantarsi con un’auto imbottita di tritolo, ma questo è accaduto quando si trattava di obiettivi come posti di guardia, comandi militari, palazzi di governo ecc. protetti da sacchi di sabbia e guardia armata, per cui era impossibile parcheggiare l’auto nelle vicinanze. Ma qui abbiamo un obiettivo “aperto” ed intercambiabile come una fermata di tram: perché spendere due militanti, mentre si poteva benissimo parcheggiare l’auto lì vicino? E, poi, perché due? Se la memoria non ci inganna, non ci sono precedenti di autobombe guidate con più persone a bordo: basta il pilota. Anche i terroristi (per usare questo termine discutibile) sanno far di conto e non buttano via un militante disposto a farsi saltare in aria, quando potrebbero usarlo per un altro attentato.
E qui sorge un altro sospetto: che possa essersi trattato di qualcosa di diverso da quel che sembra. Erdogan ha bisogno di proseguire la sua guerra ai curdi perché teme che possa sorgere un Kurdistan indipendente che porti allo sembramento della Turchia, ma questo finisce per diventare un aiuto indiretto all’Isis, cosa difficile da far digerire agli alleati della Nato, mentre si infittiscono le voci di quelli che si chiedono che senso abbia la sua presenza nel blocco militare euro-americano. Insomma, ci vuole un alibi per poter bombardare a man salva i curdi. Cosa di meglio di un attentato per mano curda?
Insomma, una cosa assai familiare per chi sa cosa significa “strategia della tensione”.
Sulle modalità dell’attentato nel quale coinvolgere una militante del Pkk poi potremmo sbizzarrirci elencando almeno sei trame diverse, ma per ora vediamo cosa viene fuori.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, attentati di ankara, attentati in costa d'avorio, guerra tra la turchia e i kurdi, strategia della tensione in turchia, terrorismo islamico

leopoldotosi
se va avanti così quanto tempo ci impiega la turchia a reggiungere la syria?-:
M
Di fatto la Turchia sono anni che salta sulle bombe, sopratutto quando non ubbidisce ai padroni. A quei padroni che hanno fiumi di danaro da potersi permettere una rete di agenti addestrati a mettere dell’esplosivo sotto una macchina di due ignari giovani per farla saltare in aria quando passa accanto ad un autobus e così lanciare un avvertimento ad Erdogan, affinché di rassegni ad aprire il corridoio curdo, che tanto piace a Washington per raggiungere l’Asia Centrale. La storia del Pakistan e della Russia insegnano: “Come puoi o Corte Imperiale avere i tuoi avamposti in Asia Centrale se per rifornirli devi passare per Paesi che sono così popolati da non poterli agevolmente controllare? Quante volte ti è stato necessario colpire l’esercito pakistano per farlo desistere da ogni obiezione sul passaggio dei convogli per l’Afghanistan? Con questi precedenti ti vai a fidare dei turchi che sono quasi altrettanto forti e numerosi? Non è molto meglio transitare per uno stato curdo da te immediatamente riconosciuto e popolato da poche governabili anime?”
E non è un caso che siano solo loro della “Suprema Corte” a mettere le bombe. Quanti Paesi emergenti farebbero altrettanto, mandando le loro squadre di agenti a far saltare in aria un po’ di contribuenti statunitensi e invece, dalla farsa delle due torri, nulla è successo oltreoceano.
Non sarà forse che gli USA prima di attentare ai Paesi ribelli, o a quelli vassalli riluttanti, si sono premuniti di blindare le loro frontiere? Se provi ad entrare per via aerea ti beccano anche con una miccetta in tasca, via mare trovi un uomo della guardia nazionale ogni mezzo miglio di costa per intercettare quello che i radar non riuscirebbero a vedere, via terra con il Messico c’è già la cortina di ferro ed una più impenetrabile se ne costruirà tra un anno, resta solo la via canadese che potrebbe essere ancora utilizzata, ma anche le coste del Canada, dopo l’annessione, saranno presto pattugliate come quelle statunitensi.
Eppure, ritorno a dire, la Corte perderà il suo potere per la diffusione di una tecnologia nuova, che essa non riuscirà a contenere alle sue frontiere, nonostante finora abbia gestito in esclusiva ogni brevetto mondiale strategico.
GherardoMaffei
Già nel corso della seconda guerra mondiale le frontiere USA si dimostrarono impermeabili.Due missioni di sabotatori tedeschi, che sbarcarono negli USA dai famosi U boot, per portare in casa americana un po’ di guerra terroristica, che quotidianamente i gangsters statunitensi facevano in Germania, fallirono entrambe. La prima a causa di uno dei sabotatori, che tradì i suoi camerati telefonando dalla famosa piazza di Times Square di New York all’ufficio locale del FBI, denunciando lo sbarco e collaborando poi nella loro cattura. Catturati finirono tutti sulla sedia elettrica, tranne il traditore che fu graziato. Finita la guerra tornato in Germania, a differenza dei traditori italiani, circondato dal pubblico ludibrio, emigrò in Spagna, ove morì solo come un cane. La seconda missione fallì grazie ad una guardia costiera in Florida che di fatto scoprì il tentativo di sbarco.Niente di nuovo sotto il sole…americano.
leopoldotosi
“…quando non ubbidisce ai padroni.” Sai trattandosi della turchia questa affermazione non mi convince. Un po’ perché Erdogan e in genere i turchi non sono burattini, ma burattinai sopra tutto a livello regionale; devono riuscire a mantenere la loro autonomia e non venire framentati nella galazia curda, che è la vera matrice dei guai dei curdi )-:; poi perché i turchi stanno faccendo affari d’oro col caos syriaco e iraqeno. I turchi mediano con sauditi, americani, europei presentano la loro tariffa per i profughi, schierano l’esercito e intervengono nei territori in conflitto(lo spostamento del mausoleo dalla Syria), fanno una politica precisa dei loro interessi nazionali e sono uno stato e non una accozzaglia di tribù come in Libia o Arabia Suadita. Quello che non emerge chiaramente è lo scontro interno tra i turchi, o che l’occidente non evidenzia, per il comando in turchia; è questo scontro tra fanatici islamici a produrre gli ultimi attentati, ma per logiche tutte interne ai turchi e non per scontri esterni: curdi, syriani, iraqeni, ecc.. Degli interventi dal esterno ci sono stati e ci sono, ma le posizioni turche verso l’esterno sono piuttosto omogenee qualsiasi sia la fazione o differiscono di poco.
Cinico Senese
Si l’ipotesi ha senso: creare una giustificazione morale per invadere con truppe di terra la Siria per difendersi dal terrorismo curdo. Già da diverse settimane i russi segnalano che ci sono assembramenti di truppe turche ai confini siriani. Alcuni autoblindo sono stati già inviati in terra siriana contro i curdi.
Perché entrare in Siria? non solo per far fuori i curdi, ma anche per espandere il territorio in zona strategica a) viciniora a pozzi di petrolio b) per farci sopra un mega campo profughi dove trasferire le migliaia di rifugiati che si trovano in Turchia e metterci anche i nuovi per prendersi i miliardi EU per i rifugiati c) controllare e proteggere il flusso dei mercenari Daesh che scappano dalla Siria d) rifornire la logistica del Daesh che sta collassando sotto l’urto dell’esercito siriano e dei bombardamenti russi.
Se i turchi invadono la Siria, i russi li attaccheranno e distruggeranno. Gli USA saranno allora così pazzi da aiutare Erdogan scatendando la terza guerra mondiale termonucleare? Storicamente mi ricorda la situazione della prima guerra mondiale. Ma ora è molto peggio, con le armi che ci sono in giro. E tremo.