Atei devoti ed atei bigotti.

Atei devoti ed atei bigotti.

Non so chi sia il geniale inventore della formula “atei devoti” per indicare Giuliano Ferrara e amici che, dopo un ostentato ateismo, hanno scoperto le ragioni della Chiesa, senza peraltro mostrare alcuna particolare adesione di fede. Il riferimento è al precedente storico di Charles Maurras, il leader del movimento di estrema destra francese Action Française, che, pur non credente, difendeva ed apprezzava il cattolicesimo, per la sua funzione di controllo sociale.
Ora abbiamo davanti una nuova figura non meno interessante: quella dell’ateo bigotto e bigotto proprio in quanto ateo. Intendiamoci: chi scrive queste righe è ateo, materialista e razionalista, ma laico. Sino a qualche tempo fa non avrei mai scritto quella disgiunzione, ritenendo che un ateo non potesse essere che un laico. E invece no: anche l’ateismo può essere una fede fondamentalista  come le altre.

A farmelo pensare è stata una notizia recente, alcune mamme di un istituto scolastico romano hanno chiesto la rimozione di una insegnante perchè suora. Si badi una insegnante non di religione, che il genitore potrebbe rifiutare per proprio figlio, ma di una qualsiasi altra materia. Una delle madri ha motivato la sua richiesta argomentando di essere atea e di non volere per sua figlia una insegnante di orientamento creazionista. A parte il fatto che la signora mostra di essere poco informata (non tutti i cattolici rifiutano le teorie evoluzioniste o le credono in contrasto con la teoria della creazione dell’Universo) quello che conta è che, senza rendersene conto, lei sta chiedendo una scuola confessionale, atea ma pur sempre confessionale. Laicità non significa esclusione dei cattolici o di qualsiasi altra fede dall’insegnamento. Dovremmo fare classi per atei, per cattolici, per islamici, per ebrei ecc?
Un laico ha certamente le sue convinzioni e, dato che la scienza insegna che esiste una ed una sola soluzione che risponda a verità, difende i propri punti di vista. Ma sa anche che deve concedere agli altri la possibilità di aver ragione loro. Si badi, anche nel caso di convinzioni che si dimostrino errate nel tempo, il laico non ritiene che l’errore sia solo una pura perdita di tempo da tacitare: l’errore è uno dei passaggi nella costruzione della verità scientifica e, se anche riconosciuto come tale, esso ha un valore perchè solo attraverso il libero confronto fra diverse tesi è possibile giungere alla verità. O meglio, a quel tanto di verità che un uomo può raggiungere e sino a smentita.
Sant’Agostino diceva di credere in Dio ma che non avrebbe saputo rispondere soddisfacentemente a chi gli avesse chiesto una definizione di Dio. Un ateo potrebbe dire di non credere in Dio ma di non avere prove della sua non esistenza. Dire che non si hanno prove inoppugnabili (almeno nel senso dato dalla scienza a questa espressione) sull’esistenza di Dio non equivale affatto a dire che si hanno prove inoppugnabili della sua non esistenza.
Dunque esiste pur sempre la possibilità che i credenti abbiano ragione e gli atei torto, o che, forse abbiano torto tutti perchè le cose stanno in modo ancora diverso sin qui non immaginato. Comunque la si metta un laico non può dichiarare la propria convinzione atea come verità scientifica e la fede dell’altro come pura superstizione indegna pure di un confronto.
In realtà, viviamo un’epoca in cui le religioni sono in crisi, ma i fondamentalismi crescono rigogliosi anche se a volte non riconoscono sè stessi come tali.

Aldo Giannuli, 24 febbraio ’10

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Aldo Giannuli

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Comments (7)

  • ma che materia insegna quella suora?Mi pare-a mio modesto parere- che in realtà non si faccia una discriminazione sul fatto che uno abbia una fede,ma per il ruolo.Una suora-lo dico perchè la mia severissima maestra delle elementari lo era stata- ha una visione ben precisa della vita.Siamo certi che non usi la materia da lei insegnata per fare propaganda cattolica?Mi pare che son domande lecite e che si possano fare.
    Io sono un ateo dubbioso,perchè come dice giustamente lei non possiamo essere sicuri di niente.Da parte mia:polvere siamo e polvere torniamo senza nessun passaggio di sorta,ed è meglio anche così.Rispetto però i credenti,fino a quando non scendono a superstizioni e folklorismi,fino a quando non diventa un delirio irrazionale.Non sono le cause a far giusti gli uomini,ma il loro esempio.Credo che atei e credenti possano convivere.Però Oddifredi e un certo feroce anti-clericalismo son sempre ben accetti,meglio rispetto a Ferrara.
    Comprendere e convivere,uno sforzo pesante e però -per ora anche per convenzione sociale-utile per atei/credenti ,ma anche allargabile in altri e ben più ampi e importanti settori

    buona giornata!

    • non so che materia insegnasse la suora ma non credo sia importante: io onsegno storia e potrei benissimo essere sospettato da altri di “fare propaganda” comunista. Io cerco di essere non obiettivo (che è cosa che non esiste) ma intellettualemnte onesto ed i ragazzi sanno perfettamente come la penso, anche perchè sapere con chi si parla è la prima misura per valutare criticamente quello che ci dice. Ed allora, perchè una suora deve essere più sospetta di me? Come diceva Rosa Luxemburg: “La libertà è sempre la libertà di chi la pensa diversamente”.

  • io sono diacono permanente, mia moglie dice di essere atea. Per me la prima qualità è quell’onesta di fondo che permette la ricerca senza secondi fini. Mi dispiace molto invece quando alcuni prelati non rispettano la sovranità dello stato, scavalcando la democrazia, per far passare i loro progetti. Questo pasticcio stato-chiesa non fa bene a nessuno.

  • Anche stavolta mi ritrovo a mettere il mio commento sotto a quello di nio marito. Il mio insegnante di chimica delle superiori era prete, non è mai stato un problema per me che sono atea, a me interessava ciò che insegnava e gli esperimenti chimici che ci invogliava a fare. Ho trovato molti meno ostacoli per il mio ateismo e molti più ostacoli per la mia diversabilità essendo spastica distonica fin da piccola. Le diversità possono vivere tranquillamente fianco a fianco senza intralciarsi a vicenda.

  • Non aggiungo molto ai commenti precedenti a parte una triste scrollata di testa per la “propaganda cattolica” citata da Davide, che subito dopo cita la Bibbia con “polvere ero e polvere tornerò” (la Genesi se non erro, ma potrei sbagliarmi, non sono un esperto).
    Ho la netta impressione, comunque che si stia procedendo verso una società di estremisti che focalizzano tutta la loro “fede” sull’esposizione o meno di un Crocifisso (per i Cristiani l’unico simbolo vero di Dio dovrebbe essere la particola e il cero, fiamma che bruscia in eterno sempre che non mi confonda), e da atei più o meno laici che vedono in ogni segno di presenza della chiesa cattolica un ritorno all’inquisizione, agli anni bui in cui la ragione veniva sempre dopo le Sacre Scritture. Apprezzo tantissimo la Sua riflessione di ateo (e laico). A presto.

  • Sulla suora poco da dire. Ma non posso celare un po’ di fastidio. Vista l’intolleranza che la categoria ha mostrato nella storia, anche recente, qualche fastidio l’avvertirei, se vi fosse affidata l’educazione dei miei figli. Quanto meno la prova dell’obiettività, l’esigerei.
    Una tirata d’orecchie invece, caro Aldo, sulle prove dell’inesistenza di dio. D’accordo: non ne esistono, se ci fermiamo all’inesistenza. Ma se entriamo sul piano degli attributi (dio onnipotente, buono, giusto, ecc) le prove di ordine logico-matemtematico (e che volete di più, sono le due scienze formali) si sprecano.E se gli togliamo tutti gli attributi che cosa ci rimane? Talmente nulla, che di esistenza non merita neppure di parlare.

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