L’apertura di Grillo a Renzi sulla legge elettorale.

C’è stato molto stupore per l’invito del M5s a Renzi per aprire un confronto sulla legge elettorale e c’è anche diffidenza, ma sia l’una che l’altra cosa sono sbagliate. Che il M5s stesse approntando una sua proposta di legge elettorale, sin da gennaio, si sapeva. Ora la proposta, primo firmatario l’on. Danilo Toninelli, è pronta ed, ovviamente viene offerta alla discussione con le altre forze politiche. Non c’è dubbio che, in questo mutato atteggiamento, pesi anche il risultato elettorale che, in sé non è stato negativo (in fondo, il M5s ha consolidato la sua presenza oltre il 20% ed ha conquistato 17 seggi a Strasburgo che prima non aveva), ma sicuramente è stato molto diverso dalle attese.

Contrariamente a quello che molti pensano, il M5s non è affatto una formazione politica dogmatica e priva di capacità di riflettere, anzi (e lo si capirà sempre più in avanti) è molto più duttile di quanto non si creda. Ha preso atto del risultato e ne ha dedotto che si è aperta una fase politica diversa nella quale il Presidente del Consiglio (salito sulla poltronissima di Palazzo Chigi nel modo che tutti sappiamo) ha ottenuto una legittimazione che prima non aveva. Il M5s riteneva che una sconfitta elettorale del Pd dovesse comportare le dimissioni del governo, oggi, coerentemente, prende atto del risultato e dell’effetto di legittimazione di esso sul governo e si dispone ad una opposizione adeguata alla fase. Nessuna trappola, quindi, nessun gioco propagandistico, ma l’offerta aperta di un’ intesa sul terreno della legge elettorale che porti all’abbandono dello sciagurato patto del Nazareno. Tanto più che oggi il meccanismo dell’Italicum non sembra allettare neppure uno dei due contraenti di quel patto, che avrebbe ragione di temere una sua esclusione dal ballottaggio.

Partiamo da una considerazione molto semplice: l’Italicum, a parte una serie impressionante di difetti tecnici che potrebbero portare a risultati assolutamente irrazionali (ne ho parlato in questa sede circa un mese fa) è ancora più disrappresentativo del Porcellum, già bocciato, per questo,  dalla Corte Costituzionale e non risolve affatto il nodo del voto di preferenza, che è stato il secondo motivo di incostituzionalità. Insomma, ci sono ottime ragioni per pensare che questa legge andrebbe incontro ad una nuova bocciatura da parte della Corte ed in tempi decisamente più brevi di quelli della volta precedente, perché ormai si è stabilito il diritto degli elettori a sollevare la questione e che il Parlamento possa esercitare il suo potere di definizione dell’ordinamento elettorale, solo rispettando i limiti di rappresentatività imposti dalla Costituzione.

Allora: a chi converrebbe andare ad una nuova bocciatura della Corte? Non c’è chi non si renda conto dell’effetto destabilizzante sulle istituzioni che avrebbe questo ulteriore trascinamento della questione. Senza calcolare la possibilità di un referendum che, questa volta, avverrebbe in condizioni ben diverse dal 1993. Dunque, insistere sull’Italicum non conviene a nessuno.

Di qui l’offerta del M5s di una proposta di legge che ha queste caratteristiche:

1. ripristina il meccanismo proporzionale, per quanto corretto come diciamo nel punto successivo, così da consentire il diritto di tribuna a tutte le forze politiche, e dunque quel ricambio fra le forze politiche che è totalmente mancato in questo ventennio, causa non ultima della nuova degenerazione del sistema

2. corregge l’impostazione proporzionale attraverso due accorgimenti: circoscrizioni con un limitato numero di seggi (salvo le 3 maggiori) senza collegio unico nazionale per il recupero dei resti ed adozione di un divisore ad intervalli leggermente inferiori all’unità. In questo modo, le forze maggiori ottengono un implicito premio di maggioranza, mentre quelle minori ottengono la rappresentanza nelle tre circoscrizioni maggiori e possono incrementare il proprio bottino di seggi con accordi circoscrizione per circoscrizione.

3. Si reintroduce il voto di preferenza ma, per evitare che un eventuale voto clientelare si rifletta meccanicamente sul voto di lista alterando la distribuzione dei seggi, si prevede il voto disgiunto (o panachage), per cui l’elettore riceve due schede, quella per il voto al partito e quella per il voto di preferenza ed, ovviamente, in questo modo, può votare per una lista diversa da quella cui appartiene il candidato preferito. Questo avrebbe l’effetto di “sterilizzare” in gran parte il voto clientelare

4. C’è poi un’altra novità: nella lista per il voto di partito, l’elettore potrà indicare una “preferenza negativa” cioè indicare un candidato (due nelle circoscrizioni con almeno 15 candidati) che ritiene moralmente e politicamente indegno ed il suo voto comporterà la corrispondente penalizzazione per il candidato censurato, ma comporterebbe anche una penalizzazione per la lista, in quanto ridurrebbe di 1/10 il voto di lista (1/5 se le preferenze negative fossero due). Questo meccanismo dovrebbe arginare il fenomeno degli “impresentabili”, che spesso compaiono nelle liste elettorali, spingendo i partiti a valutare con maggior prudenza le persone da proporre all’elettorato. La penalizzazione sul voto di lista serve anche ad evitare guerre interne fra candidati, perché se uno di essi organizza il boicottaggio di un collega, nello stesso tempo penalizza la lista rischiando di far diminuire i seggi da conquistare (ed in collegi così piccoli possono bastare poche centinaia di voti per perdere un seggio).

Questa per grandi linee la proposta che cerca di conciliare l’esigenza della rappresentatività con quella della governabilità Ad esempio, applicando questo sistema elettorale ai recenti risultati delle europee, tutte le forze politiche con più dell’1,5% otterrebbero almeno un rappresentante (per effetto delle circoscrizioni maggiori) ma il Pd, con il suo 41% sarebbe molto vicino alla maggioranza assoluta dei seggi. Ovviamente se si riproducesse una situazione come quella del 2013, con la maggiore forza politica al 29% (calcolando Sel nella lista del Pd), nessuno avrebbe la maggioranza assoluta, ma, appunto, questo è quello che la Corte proibisce, cioè che il premio di maggioranza abbia un peso tale da stravolgere la rappresentanza.

Allora: niente trucchi e niente propaganda, ma una ragionevolissima ed onesta proposta che non avvantaggi nessuno in particolare e dia a questo paese un sistema elettorale decente. Sarebbe un errore se Renzi non cogliesse questa apertura.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (29)

    • sinceramente non lo ricordo neanche io, però credo nella lezione sulla preferenza ho accennato alla preferenza negativa. Poi la cosa è stata ulteriormente elaborata con i oparlamentari che se ne sono occupatiu e che tenevano molto a questo punto

  • Aglieglie Bratsorf

    Non voto più da 10 anni circa (per queste europee ho fatto un’eccezione…) sostenendo, tra l’ilarità, scetticismo e insulti degli interlocutori, che sarei tornato a votare quando ci sarebbe stata la “preferenza negativa”, il voto “contro qualcuno”.
    Ho sempre ritenuto che il potere al voto e al votante, e quindi alla democrazia, lo si restituisce consentendo all’elettore di punire direttamente chi ha sbagliato o si è già dimostrato inadeguato/indegno, non solo di scommettere su qualcuno che promette qualcosa.
    Si è sempre detto che il vero giudice per la malapolitica è il voto, non l’aula di tribunale, ma non si è mai specificato che se non è prevista punizione, questo tribunale non funziona.
    Chi ha inventato la democrazia 2500 anni fa, i legislatori ateniesi, gente come Solone e Clistene, aveva previsto il “voto contro”. In quelle pratiche istituzionali, che vennero create allora e che ricevettero il nome di democrazia, fu inserito l’ostracismo, che è la possibilità data al cittadino di interrompere la carriera politica di qualcuno, che – a giudizio dell’elettore – non lo merita.
    Mi è sempre stato risposto: “è impossibile”. “E perché” ribatto; “perché non si può” è la conclusione del ragionamento, condito con una risata, quella che si concede ai pazzi.
    Sono felice di notare che c’è qualcuno che non ritiene “impossibile” qualcosa che è l’essenza stessa della democrazia. Certo non se ne farà niente perché il potere (che non è la democrazia) dirà che votare “contro” è impossibile, che è un’idea da pazzi.
    Grillo come Clistene? Non esageriamo, ma questo accenno mi dà una piccola speranza di potere tornare a votare.

  • Finalmente Grillo e Casaleggio si arrendono e si aprono ad un normale confronto politico, si spera senza fare scenate inutili come l’ultima consultazione con Renzi. Abbiamo sprecato un anno e mezzo a urlarci contro, ma tant’è.

    Mi sorprende questa capitolazione dopo aver passato un mese ad accusare di brogli, di demenza, di gerontocrazia (i pensionati, ah! Un vero pericolo sociale)… ora tutt’a un tratto il voto non solo è valido, ma anche a favore di Renzi. La capacità di G&C di rimangiarsi quanto detto è fenomenale.

    Ora mi aspetto la reintegrazione degli “epurati” che suggerivano già l’anno scorso il dialogo con il PD.

  • Il punto 4 è interessante è auspicabile, ma preme forse troppo sul buon cuore dell’elettore. È vero, con questo strumento io potrei dire “il sig. X è un indegno, non lo voglio”, ma allo stesso modo il cliente (anzi, senza per forza arrivare a clientelismi) potrebbe dire lo stesso del sig.Y.

    Insomma, ho come il sospetto che questo sistema di voto “negativo” (che tra l’altro non ho mai incontrato quando studiai scienza politica) verrebbe usato da ambo le “fazioni” politiche, annullandosi a vicenda. Io potrei votare “contro” Mastella, ma sono più che sicuro che c’è chi voterebbe “pro” Mastella.

    Basti andare a vedere i dati sulle preferenze espresse alle Europee per capire che forse c’è davvero chi preferisce un Fitto (e lei, professore, da pugliese dovrebbe conoscere questo personaggio) ad un altro, magari meno corrotto e corruttibile.

  • Giovedì 29mila elettori M5s hanno votato “on line” per decidere con chi apparentarsi al Parlamento europeo.
    Ora, non può passare inosservata la circostanza che un movimento che l’anno scorso raccolse circa 8.6 milioni di voti, oggi ridottisi a 5.8 milioni, non riesce a mobilitare in rete che 29mila persone (pari allo 0,49%) per decidere su una questione fondamentale per il futuro della propria linea politica in Europa. E non è nemmeno detto che riusciranno a trovarla, la linea, visto lo stato confusionale in cui si trova Grillo, per non parlare di Casaleggio, una sorta di redivivo André Deed.

    In definitiva, pare che gli elettori M5s si contentino di sentirsi “rivoluzionari” scrivendo la qualunque sui blog di riferimento, salvo poi disinteressarsi completamente di cosa ciò significhi e comporti.
    Non è un dettaglio per un movimento il cui leader un anno e mezzo fa garantiva che avrebbe “cambiato l’Italia e il mondo” e oggi si trova costretto dialogare con Renzi che, più modestamente, vuole cambiare solo l’Italia e l’Europa, facendo tornare alla mente la scena iniziale del film “Totò Peppino e le fanatiche”, e che in fondo non è quel trascinatore di folle che i suoi agiografi descrivono. Bisogna pur notare che Renzi ha preso 2,5 milioni di voti meno di Veltroni nel 2008, che le elezioni le perse. Inoltre, Renzi non ha trovato di meglio per rafforzare la sua fama di innovatore al passo con i tempi e con la tecnologia che invitare la popolazione ad inviare e-mail al governo per suggerire modifiche migliorative al sistema burocratico. Il fatto che siano giunte sì e no 40mila e-mail ci dice che la popolazione non prende nemmeno in considerazione le mirifiche innovazioni di Renzi.
    La riforma della legge elettorale sarebbe benvenuta nei termini qui illustrati (non ho le competenze per valutarla correttamente, ma mi fido del professore), ma l’impressione è che tanto Grillo quanto Renzi altro non siano che mediocri attori che riportano in scena la pièce teatrale scritta a più mani fuori dai confini nazionali e intitolata “Pilota automatico”, con Renzi nel ruolo dell’ormai negletto Mario Monti. Se le cose stanno così, i due leader non faranno altro che prendersi a calci negli stinchi per la gioia dei rispettivi elettorati già oggi più bolliti di quanto non occorra, e ovviamente nessuno dei due cambierà alcunché, ed è assai probabile che tra non molto non ne resterà nemmeno il ricordo, tranne forse Renzi che potrebbe riciclarsi vendendo stoviglie su Telerignano.

  • gianfranco d'atri

    Ilfattoquotidiano oggi riferisce della proposta del5stelle Come legittimata dall aver visto la partecipazione di circa 220.000 votanti.
    Ovviamente si tratta dei voti online complessivamente espressi nelle varie fasi. Ma il mito della rete comincia ad essere strumento di ogni efferatezza.
    Non mi meraviglierei se anche renzi scendesse in questa arena con 1 milione di votanti!
    La legittimazione della proposta non sta nel numero dei votanti in rete , ma nella qualità del primo proponente ( Giannuli).
    Se si deve discutere, occorre aprire innanzitutto un tavolo tecnico.
    La campagna di informazione e coinvolgimento avviata dal 5stelle va, eventualmente , proposta a più ampio spettro.
    perchè ne devono discutere grillo e casaleggio con Renzi ?
    Abbiamo finalmente il partito 5stelle?

  • mi sento un pò fesso a ricordare una cosa apparentemente così lapalissiana, ma tant’è. contaminazioni australiane a parte, mi sembra una legge che vada nella direzione voluta da renzi: al momento abbiamo la legge proporzionale ideata dalla consulta, e l’italicum, con il 40% che ha preso renzi, è definitivamente affondato, almeno per quanto riguarda la maggioranza che avrebbe dovuto votarlo in parlamento: berlusconi non voterà mai una legge che sancisca il suo essere terzo e che comporterà inevitabilmente una sottovalutazione del suo peso elettorale; alfano ha il 4%, scelta civica manco a parlarne. dato che queste sono le forze in parlamento, e che gli interessi di quest’ultime porterebbero a non far passare l’italicum se non a prezzo di grosse modifiche che ne annullino i vantaggi maggioritari, il quadro mi sembra che sia quello di una legge proporzionale che avrebbe svantaggiato renzi.
    e qui vengono in soccorso gli amici a 5 stelle, che ieri hanno scoperto le carte rendendo evidente la loro volontà di mantenere lo status quo il più possibile attraverso una sovrappesatura dei due partiti più grandi. a dirla tutta questi sospetti li avevo pure estrinsecati qualche mese fa, ma mi sentivo anche troppo malpensante a scrivere ste cose. e invece più penso male più ci azzecco. e sempre a pensar male, io vedo questa scelta di campo di ieri in modo molto parallelo a quella che fece berlusconi qualche mese fa scendendo a patti con renzi. scelta che, inutile ricordarlo, fu per forza italia un paletto nella tomba venendo a costituire da un lato un passaggio di campo che non è stato capito dagli elettori, e dall’altro una pericolosa investitura per l’avversario. credo che anche in questo incontro grillo-renzi si possano ravvisare entrambi i fattori: per il primo punto sembra che la posizione di non-alleanza-con-nessuno del movimento 5 stelle sia fondamentalmente tramontata, e le aperture sono comunque rivolte verso uomini di destra come farage o renzi; per il secondo punto, va ricordato che grillo “bussa alla porta” del pd da una posizione di relativa debolezza, un pò come berlusconi al tempo, che cambia registro contro lo stesso nemico nei confronti del quale nei mesi scorsi ha indirizzato le ire dei discepoli.
    per il resto parziale insoddisfazione nei confronti del congresso di sel (infatti ho fatto bene a vantarmi di averli votati una settimana fa: oggi non avrei potuto farlo con la stessa convinzione). c’è fava che lavora per grillo (inconsapevolmente, come il resto delle azioni che compie) e tutti parlano di lui. non lo possono cacciare per paura di essere tacciati di stalinismo epuratore, e quindi hanno optato per la soluzione di lasciare il bambino viziato a spaccare tutto, sperando che prima o poi se ne vada. certo non sono per la violenza nei confronti dei bambini di 50 e rotti anni, ma riconosco che prenderlo per le orecchie e accompagnarlo gentilmente alla porta sarebbe la soluzione migliore. e già che ci siamo farei lo stesso anche con migliore, sebbene in confronto a fava sia stato quasi un cristiano. tanto comunque non si tratta di divisioni di poco conto, ma di visioni opposte dell’attività politica. e sarebbe stato meglio risolvere questi nodi il prima possibile e forse se non ci fosse stato il caso mineo si sarebbero già risolti.

  • I parlamentari tenevano così tanto ad alcune cose, che avevano presentato nell’autunno scorso al Senato, che alla fine, un po’ meno accentuata, è uscita fuori la stessa cosa, sul modello spagnolo.
    Chi ha ad esempio deciso che lo sbarramento del 5% andava ricavato facendo la media degli effetti prodotti ripartendo i seggi su base circoscrizionale e non nazionale?
    Il sistema, è vero, dà diritto di tribuna a qualcuno che con il 5% non c’è la farebbe, ma lo stesso fa anche con formazioni intorno al 10%.
    Una bella furbata che anziché garantire il ricambio, finisce per congelare l’attuale tripolarizzazione apicale.
    Considerati poi i precedenti di Grillo, contro l’emendamento che voleva introdurre la soglia minima al Porcellum e i continui inviti per tornare al Mattarellum, il dubbio che la trattativa potrebbe essere molto aperta non è per nulla infondato.
    In fondo, tanto poi si torna a votare sul Blog… no?
    E la vicenda Farage insegna.

  • Sì, mimmotron, il punto 4 non fu votato. E’ solo espressione delle opinioni dei parlamentari del M5S che a lungo hanno studiato i sistemi elettorali degli altri paesi.

    “Tutte le forze politiche con più dell’1,5% otterrebbero almeno un rappresentante”

    Il DDL prevede uno sbarramento nazionale al 5% (io avevo votato per il 3%, ma la maggioranza decise per il 5%… Pazienza.)

    • Giuseppe: la clausola di sbarramento ha un senso se c’è un collegio unino nazionale, ma se non c’è è evidente che non ha senso. Nella grande maggioranza dei casi delle varie circoscrizioni ci vuole ben di più del 5% ed una porta rimane aperta solo nelle tre maggiori . Quell’1,5 si riferisce ad una sommatloria nazionale invece

  • Agostino Marrella

    Capisco che, almeno in prima battuta, il M5S debba proporre al Pd il proprio modello di legge elettorale, che a me pare un po’ farraginosa e potenzialmente inefficace in termini di governabilità, ma in cui trovo particolarmente interessanti il voto disgiunto e la cosiddetta preferenza negativa.

    Ma non sarebbe bene che Grillo & C. – anche per togliere qualunque alibi a Renzi per accordarsi, alla fine, col Frodatore – avessero almeno una o due proposte alternative?

    La prima potrebbe essere – e il Pd che, a parole, lo ha sempre perorato, dovrebbe spiegare perché non è d’accordo – l’uninominale di collegio “alla francese”, con l’unica differenza, rispetto al modello transalpino, che all’eventuale ballottaggio andrebbero soltanto i primi due meglio piazzati.

    La seconda, invece, potrebbe essere una riedizione corretta del “mattarellum” con la previsione di un eventuale doppio turno di collegio, senza il tecnicismo dello scorporo e con una bassa soglia di sbarramento (3%?) per concorrere alla suddivisione del 25% dei seggi da assegnare proporzionalmente (sulla base di un collegio unico nazionale o, per il Senato, regionale?).

  • Ho appena letto il testo del “Democratellum”. A caldo, un paio di note:
    – avrei preferito di gran lunga un articolato in forma di Testo Unico. Penso che la maggior parte dei cittadini preferirebbe un vero e proprio “Codice Elettorale” all’usuale organico accavallarsi di articolati di epoche diverse.
    – alcune scelte nella suddivisione delle circoscrizioni lasciano a desiderare: vedi in Sicilia, avrebbe avuto piú senso prevedere 2 circoscrizioni metropolitane (per Palermo e Catania) e 2 non metropolitane (per Sicilia occidentale ed Orientale). Cosí com’é ad esempio i candidati della ex provincia di Trapani saranno enormemente svantaggiati nei confronti dei candidati palermitani. Ad occhio é croce sarebbero svantaggiati almeno tanto quanto lo sono i candidati sardi nella V circoscrizione delle Europee (la Sardegna ha il 33% degli elettori della Sicilia, mentre la ex provincia di Trapani ha il 34% degli elettori di quella di Palermo, che tra l’altro sono maggiormente concentrati in un unico polo).

  • Sembra che siccome Renzi s’è preso il 41% sia automaticamente PURIFICATO da tutte le scemenze e diciamo pure nefandezze. Per quanto mi riguarda giusto discutere con chiunque, ma quando il mio interlocutore è in buona fede. Nel caso di Renzi chi lo definisce persona onesta, che è la persona giusta, in buona fede penso che stiamo vivendo un’allucinazione di massa, sopratutto tra il popolo di sinistra. La realtà è che il consenso se lo becca chi è sostenuto dai grandi media e Renzi lo è stato e più di chiunque altro. Tutte le bestialità vengono per incanto slavate dall’enorme massa di giornalai. E’ vero che anche la prostituzione servirà ad aumentare il PIL. Di questo passo nel giro di pochi mesi lo raddoppiamo il PIL. Dimezzando però cose un tantino più importanti, quali; il buon senso , la democrazia, il senso del pudore del quale ormai non v’è più traccia. Di questo popolo senza memoria ne intelletto si profila un’inarrestabile declino, a favore del nuovo autoritarismo. Un ringraziamento particolare al nostro caro presidente Napolitano, l’unico vero faro,….degli oligarchi e massoni reazionari.

  • La proposta di legge elettorale del M5S è ragionevole, pur non convincendomi il meccanismo del voto negativo: facendo riferimento al passato, i cattolici avrebbero bloccato i radicali, il PCI il Manifesto, i fascisti tutti quelli con un passato partigiano, ecc. In termini presenti, mi sembra un ulteriore invito al conformismo culturale di cui non si sente alcun bisogno. Ma la svolta di Grillo, pur ragionevole, mi sembra un’ulteriore conferma della folle cultura politica del M5S: Grillo, chi lo ha eletto? Chi gli ha dato il potere di “decidere lo stato di eccezione”? (Trovare l’autore della citazione è lasciato per esercizio agli studenti del prof. Giannuli). E a tutti quelli che sono stati espulsi per aver avanzato proposte non meno ragionevoli ma altrettanto NON suffragate dalla Rete, cosa succederà? (Renzi mi è simpatico come il limone negli occhi, ma quando ha risposto a Grillo “voglio lo streaming dell’incontro” ho applaudito).

  • Grazie della risposta professore.
    Siccome qualcosa non mi quadrava sono andato a reperire il disegno di legge e l’ho confrontato con i risultati le consultazioni online. Come ricordavo bene, la rete decise per una soglia di sbarramento fissa nazionale al posto dei collegi piccoli senza recupero e questa soglia venne decisa al 5%. Io volevo il 3% perché il 5% causa un serio rischio di incostituzionalità per eccesso di disrappresentatività.
    A quanto pare, i deputati hanno fatto propria questa paura.

    • Giuseppe: non si tratta solo di questo ma proprio del fatto che una soglia di sbarramento nazionale non ha senso se non c’è un collegio unico nazionale. Mi accorgo anche dagli altri commenti che ci sono non pochi punti che sono mal compresi e ci scriverò un pezzo di chiarimento

  • ammetto di aver fatto una prima lettura troppo superficiale, poi rileggendo i commenti mi sorge qualche perplessità sul 4° punto.

    il la preferenza negativa nel voto di lista, annulla il voto? in che misura? in quali proporzioni?
    Mi sembra simile al meccanismo del referendum(che in italia è abrogativo), è il caso di esprimere un giudizio avverso sui candidati? non è sufficiente non votarli? L’annullamento del voto o voto bianco non è più sufficiente? ‘siete ladri’ ‘siete tutti stronzi’ ecc… negli anni 90 andavano per la maggiore nelle urne, adesso li conteggiamo? il voto negativo mi sembra la ricerca del voto nullo, che si allinea molto con la volontà dei processi online, ecc… Come si dice chi semina vento raccoglie tempesta, io sono per costruire un elettore cosciente non vendicativo bisogna fare molta attenzione con certe norme possono sembrare innocue ma essere devastanti. Scusi Aldo per i giudizi inquisitori non c’è il suo amico Nicola Colaianni, i pre giudizi di massa sarei per evitarli anche con un personaggio come Alfano che non ha perso l’occasione di sbattere il mostro in prima pagina. La preferenza disgiunta dalla lista è interessante, mi chiedo se avrà qualche effetto sulla composizione delle liste?

    ammetto che non sono andato a leggermi la proposta, ma attendo gli eventuali chiarimenti che verranno fatti

  • la preferenza negativa non cambierà nulla: a renzi basterà mettere dei giovani sconosciuti, come sta facendo grillo, in modo che si possa prendere meglio tutto il partito.
    se “la furbizia” dei grillini per mettere in trappola renzi è stata questa, siamo messi proprio bene. e non è manco roba di consigliare fosforo: io consiglio un viaggio a lourdes

  • Non lo penso io: Secondo quanto dichiarato dalla deputata PD, la proposta di legge è stata depositata prima che avvenisse la consultazione. Chiedevo delucidazioni in merito

    • Stefano: c’è stata una prima proposta depositata credo a dicembre che però era diversa sa quella attuale (anche se pure quella basata sul modello spagnolo dei piccoli collegi) poi la consulotazione, alla fine la nuova proposta che introduce il metodo del divisiore rettificato collegi più ampi e panachage

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