Ancora aggiornamenti sulla legge elettorale.

Gli sulla legge elettorale si succedono molto velocemente e c’è il rischio che questo pezzo sia vecchio già al momento di uscire. Ma, in realtà, sono cambiamenti per ora molto limitati che non intaccano la natura dell’operazione che il Pd sta conducendo con l’accordo di Fi ed acquiescenza di M5s e Lega che li lasciano fare. Questa volta è saltata la norma che proclamava come primo eletto il numero uno del listino bloccato, per cui prima saranno eletti tutti i vincitori dell’uninominale , e questo è un evidente toppa su un punto che sarebbe stato facile impallinare dal punto di vista costituzionale.

Anche la riduzione dei collegi rende meno probabile (ma non inesistente) il rischio di un partito che prende più seggi di quanti gliene spettino in totale, con i collegi uninominali. Restano però i tre nodi decisivi: voto congiunto, preferenze e clausola di sbarramento che rischiano di stravolgere tutto. E mi chieso sino a che punto il M5s sia disposto ad accontentarsi delle bricole che il Pd gli dispensa lasciando passare tutto il resto. Posso capire che il M5s abbia il timore di ritirarsi dal tavolo tirandosi addosso l’accusa di essere un interlocutore inaffidabile ed essere poi escluso da ogni altra trattativa, ma qui si esagera.

Ho sempre auspicato che il M5s acquisisse un sano realismo e capisse che in Parlamento si va per trattare, ma (e qui calzerebbe una bestemmia!), restando quel che si è, non svendendo tutto per fare la parte degli interlocutori affidabili. Mi ricordano molto da vicino il Pci del 1976-79 che, per dimostrare di essere una grande forza tranquilla, mollavano tutto alla Dc anzi facendo a gara a chi è più moderato.

Non gli portò fortuna quell’atteggiamento e dopo la breve stagione della solidarietà nazionale, iniziò una parabola discendente ininterrotta.

Consiglio agli amici del M5s di essere molto prudenti: la base elettorale del movimento magari non ne capisce molto di sistemi elettorali (per la verità quelli che ne capiscono davvero sono molto pochi anche fra i parlamentari), ma certe cose le avverte a istinto. In primo luogo, e basta vedere cosa si legge sui social, c’è la diffusa sensazione di una improvvisa voglia di entrare nel grande inciucio.

Ho sempre pensato che il M5s dovesse maturare culturalmente la differenza fra mediazione politica ed inciucio, ma qui stiamo atterrando direttamente sul campo della politique politicienne senza pudore. E le diffidenze della base tornano. Poi ci sono cose elementari che hanno anche un valore simbolico il cui abbandono fa scattare molti allarmi nella testa di militanti ed elettori: le preferenze sono sempre state un punto fisso della cultura M5s, un abbandono così rapido ed indolore di una questione così chiara non passa inosservato. Certo: il modello tedesco non le prevede, ma ha molti altri meccanismi di sicurezza e poi, come mai il modello tedesco deve essere rispettato così alla lettera sulle preferenze e poi si passa così disinvoltamente sul voto congiunto? E, di più, dove sta scritto che, non solo dobbiamo riprendere la sperrklausel dal modello tedesco ma anche il suo valore numerico? Perché non il 4 o il 3? E’ così spudorato l’interesse del Pd a quel 5% che non c’è neppure bisogno di spiegarlo.

Ed il M5s lo accetta, nonostante nessuna delle formazioni a rischio esclusione entrerà nelle sue liste e, semmai, avvantaggerà i suoi concorrenti.

Ma soprattutto, credo che il M5s stia troppo disinvoltamente passando su una questione: questo Parlamento è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale ed ha prodotto una nuova legge, altrettanto incostituzionale ed una riforma elettorale spazzata via dagli elettori, ed allora: questo Parlamento è degno di fare un’altra legge elettorale? Ci si dice che, stanti questi rapporti di forza, non si può che accontentarsi di qualche concessione. Appunto: perché in questo parlamento frutto di una truffa elettorale il Pd ha una maggioranza che non corrisponde assolutamente alla volontà del paese reale. Un partito che aspira ad essere alternativa al sistema avrebbe il dovere di bloccare qualsiasi tentativo di riforma fatto da questo Parlamento ed imporre elezioni con il sistema lasciato dalla Consulta, per imperfetto che sia. Dopo, con un nuovo Parlamento che abbia rapporti di forza diversi, si potrebbe parlare di riforma elettorale. Invece, incomprensibilmente, il M5s vene meno al suo ruolo e si siede al tavolo delle trattative nel momento più sbagliatosul tema più sbagliato: complimenti! Attenti che queste cose l’elettorato le capisce.

Capisco l’esigenza di apparire ragionevoli per essere presi sul serio, ma, sempre per essere presi sul serio occorre dimostrare di avere gli attributi necessari. O no?!

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (21)

  • Articolo condivisibile, a cui deve aggiungersi che Grillo profitterà più dei suoi compari di un parlamento di nominati. Gli altri gruppi parlamentari sono interamente composti di squali (rachitici ma famelici) attirati dall’odore della carne e, per questo tramite, più o meno governabili; il gruppo parlamentare 5S è ancora, in parte, una galassia eterogenea, che urge normalizzare se si desidera garantire la sopravvivenza dell’insieme.

    Osservazione finale: non ci voleva la sfera di cristallo per vedere dove stava finendo il movimento pigliatutto.

  • Professore buongiorno!
    E grazie per questi costanti aggiornamenti sull’ennesimo inciucio elettorale. Concordo appieno, specialmente con il penultimo paragrafo. Lasceremo a chi voterà si o, falsamente, “si asterrà”, la responsabilità politica di questo obbrobrio che fa rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta. Con il monito che, chi di 5% ferisce, prima o poi, di 5% perirà. Il PCI che evochi ora è passato dall’altra parte, diventando PDS-DS-PD, secondo la parabola a suo tempo svolta dal PSI, che ora è, per l’appunto, sotto il 5% e tenuto in vita solo grazie agli inciuci dei suoi due iscritti. I piddini sono sulla buona strada per raggiungerlo e il m5s, senza neanche mezzo secolo di opposizione, si è già anch’èsso portato “sul lato oscuro della forza”.
    A proposito di lato oscuro, una nota a latere: si è appena svolto l’annuale incontro di Bilderberg:
    http://www.zerohedge.com/news/2017-06-01/bilderberg-2017-agenda-trump-administration-progress-report
    In fondo la lista dei partecipanti: date un’occhiata a quelli contrassegnati come ITA. A tenere compagnia a Elkann, c’era il fior fiore di quelli a cui il mainstream dell’informazione ha assegnato la parte di quelli “contro”, di quelli “critici”, dei savianisti, insomma. Ci sarà un motivo…
    Infine, una notazione sulla bestemmia. Mi hai fatto venire in mente un pezzo tratto dalla prefazione di un opuscoletto di scritti di Balducci pubblicato a suo tempo da Avvenimenti:
    “Il fabbroferraio, si chiamava Manfredi, era un anarchico perseguitato dal fascismo. Uomo di grande saggezza e di robusta dignità morale, mi insegnò a guardare le cose dal basso, con spregiudicatezza e con rabbia, ma anche con umorismo. Nel gabinetto dell’officina campeggiava una scritta: «Saranno grandi i papi, saran potenti i re, ma quando qui si seggon son tutti come me». E bestemmiava con grande fantasia, mentre batteva il ferro sull’incudine. Mia madre mi aveva premunito contro questo scandalo, ma alla lontana, io sono riuscito a distinguere la bestemmia proletaria, che è un fenomeno religioso, dalla bestemmia borghese che è ributtante cinismo”
    La bestemmia come grido dell’oppresso (così inteso in Es 2,23 ma anche in Marx “Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione” (1944)): a oltre un quarto di secolo da quella lettura, ogni tanto mi trovo ancora a riflettere, da credente, a quelle parole, alle bestemmie che sento quotidianamente, sul luogo di lavoro e fuori, su chi le dice e come e quando. E mi rendo conto che c’è anche quella, quando non ti rimane più nulla, quando tutto va storto e hai terra bruciata intorno. E ce la si piglia col padreterno, l’unico rimasto ad ascoltarti o, meglio, a sentire il tuo sgranare più o meno continuo e monotono di imprecazioni. Tipica forma mentis del nostro mondo monoteistico, totalmente assente – per esempio – in Estremo Oriente, che arriva al paradosso Zen, attribuito a Linji: “Se incontri Buddha per strada, uccidilo (逢佛殺佛)”. E che mi convince sempre più, col tempo, della bontà dell’approccio crociano all’argomento Cristianesimo in Italia. Tornando a bomba sull’argomento, forse, politicamente parlando, questa bestemmia sarebbe da ascrivere alla categoria di quelle del buon Manfredi.

    Un caro saluto.
    Paolo

    • @Paolo Selmi
      Caro Paolo,
      premetto che non sono un esperto di Budellburg, ho letto la lista e notato che tra i convocati italiani abbondano i giornalisti.
      Orbene, mi sono chiesto se i gli italiani si pagano di tasca loro il viaggio, se sono spesati, se alloggio, vitto, lavatura, imbiancatura e stiratura sono compresi.
      E poi cosa mangiano al Budellburg. Il nome non è invitante .. sembra una catena di fast food.
      Quale livello di inglese occorre per fare domanda di partecipazione al Burg Budell ?
      Viva il polpo arrosto.
      Abbasso il Burg.

      • Ciao Gaz!
        Ma certo! La Gruber l’altro giorno, così come una certa Maggioni qualche anno fa (a proposito, che fine ha fatto?) non hanno versato una lira. Del resto, te le vedi cacciar fuori il portafoglio, loro piuttosto che il buon Severgnini? No caro Gaz, il King dei Burg è territorio ostile agli ACME e soprattutto a Willy. All’ingresso, voci non confermate parlano addirittura della Fata Smemorina in persona con tanto di bacchetta e scialacabula a fare da buttafuori, giusto prima del guardaroba e degli spogliatoi, mentre sullo sfondo già si odono le note di “in fondo al mar” con coreografie di gruppo degne della miglior balera romagnola. Cosa facciano, però, non ci è dato saperlo. Neanche l’ultimo ritrovato ACME riuscirebbe a eludere la sorveglianza della fata smemorina in fricassea… 🙂
        Ciao!
        Paolo

  • O.T.
    Avvisare Alfano e Gentiloni:
    Bahrain, Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi + Yemen hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar -rimasto anche privo di collegamenti stradali con l’Arabia- per aver pestato i piedi all’Arabia nelle contese tra sciiti e sunniti, ovvero l’Iran.

    • Tra le Monarchie del Golfo sono volate parole grosse: almeno se le sono dette nella stessa lingua, senza bisogno di interpreti.
      I quatarioti per sostenere il misunderstanding hanno dovuto sostenere che Al Jazira è stata hackerata.
      La leggenda parla di una testa d’uovo americana, che durante una crisi internazionale tra Italia e Zio Tom tradusse fischi per fiaschi …

  • “sempre per essere presi sul serio occorre dimostrare di avere gli attributi necessari” altrimenti si viene presi in giro. Si fa la figura dei polli.
    E’ una partita truccata.
    Ovvio che se si gioca in uno contro due, che per altro hanno a disposizione le riserve, si perde da principio.
    Le partite truccate è meglio non giocarle, ma se proprio proprio si deve, meglio portarsi proprio mazzo di carte e distribuirle agli altri.

  • Il consultellum vale solo per la camera, e di certo i soli 110 (su quasi mille parlamentari) 5stelle non possono da soli approvarlo anche per il senato. Quindi dovrebbero avere il 51% dei voti al senato per governare. Sarebbe un suicidio politico che li renderebbe inoffensivi anche per la prossima legislatura.
    Se gli italiani vogliono continuare a farsi governare dai soliti partiti, non è colpa della legge elettorale o di presunte dimenticanze di principi del M5S sulla questione, dei quali il 99,99% degli italiani se ne fotte.

  • La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. (Art 56 comma 4 Cost)

    La ripartizione dei seggi fra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. (Art 57 comma 4 Cost)

    http://www.huffingtonpost.it/2017/06/05/ultima-forzatura-sui-collegi-si-usano-quelli-di-unitalia-che-n_a_22126541/

    La proposta di riciclare i collegi fissati nel 1993 nonostante l’incostituzionalità di tale previsione è l’ennesimo strappo che sembra aver tratto una morale dal precedente del mancato scioglimento del Parlamento eletto da legge incostituzionale in base alla sentenza della C. Cost 1/2014

    La mancanza di rispetto per la Costituzione fornisca anche una misura dell’allontanamento dalla democrazia e della frequente attribuzione impropria di quest’ultimo termine per condonare azzardi progressivamente sempre più sfacciati.

    Siamo in pole per passare da una Costituzione formale semi-rigida ad una a rigdità variabile: ci vorranno le previsioni del tempo (o dello Zeitgeist) per conoscere di volta in volta cosa verrà “ammorbidito”.

  • Dear Professor,
    Questa volta concordo pienamente con lei, la scelta del M5S e’ incomprensibile anche se ammetto di essere uno di quelli che coglionosamente a fatto click sul SI quando gli e’ stato richiesto di partecipare al voto plebiscitario on line. Grande tristezza e delusione che dopo 4 anni cio’ si spacci come manifestazione dell’avvento della Democrazia Diretta.
    Mi consolo con il fatto che tale sistema dovrebbe rendere piu’ lineare la scelta di votare una lista di sinistra con la speranza che raggiunga il 5%.
    Sempre che si formi una lista fondata su chiari punti programmatici piuttosto che sulla solita spartizione di seggi
    Cheers

    • caro gianluca, vboi avete votato sommariamente un modello proporzionalista definito tedesco, ma poi è venuta fupri una cosa che sistema tedesco non è e che ha molti imbrohgli nascosti

  • Ekoglasnost contro Bulgaria

    « La Corte deve esaminare con particolare cura ogni misura adottata nel campo della legislazione elettorale che sembra operare, da sola o a titolo principale, ai danni dell’opposizione soprattutto se, per la sua natura, la misura compromette le possibilità stesse dei partiti di opposizione di giungere un giorno al potere. L’adozione di tale misura poco tempo prima dello scrutinio, in un momento in cui la parte dei voti che ritornano al partito al potere è in declino, può rivelarne il carattere sproporzionato (si veda Tănase c. Moldova [GC], n. 7/08, § 179, CEDU 2010 (estratti)). 69. Nel suo Codice di buona condotta in materia elettorale, la Commissione di Venezia ha sottolineato l’importanza della stabilità del diritto elettorale. In particolare ha ritenuto che il cambiamento delle regole fondamentali del sistema elettorale meno di un anno prima delle elezioni poteva essere percepito, seppur in assenza di una volontà di manipolazione, come legato a interessi di parte congiunturali (si veda il paragrafo 39 supra). La Commissione di Venezia ha elencato in modo non esaustivo tre tipi di regole elettorali fondamentali: la modalità dello scrutinio, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione in seggi elettorali delle circoscrizioni (ibidem). La Corte considera, da parte sua, che anche le condizioni di partecipazione alle elezioni imposte alle formazioni politiche facciano parte delle regole elettorali fondamentali. Nei sistemi elettorali che impongono un certo numero di condizioni specifiche alle formazioni politiche perché esse possano partecipare allo scrutinio, l’introduzione di nuove esigenze poco tempo prima della data delle elezioni può indurre, in casi estremi, alla squalifica d’ufficio di partiti e coalizioni di opposizione, che beneficiano di un sostegno popolare importante, e così avvantaggiare le formazioni politiche al potere. Va da sé che una prassi simile è incompatibile con l’ordine democratico e che scalfisce la fiducia dei cittadini nei poteri pubblici del loro paese. La Corte ritiene pertanto che le condizioni di presentazione delle formazioni politiche alle elezioni devono beneficiare della stessa stabilità temporale degli altri elementi fondamentali del sistema elettorale»
    http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:hudoc.echr.coe.int/app/conversion/pdf/%3Flibrary%3DECHR%26id%3D001-116137%26filename%3D001-116137.pdf

    http://www.senato.it/documenti/repository/CONVENZIONE/Protocollo%20addizionale.pdf

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