Amministrative: il Pd tiene ma soffre, il M5s conferma tutte le aspettative

Mentre possiamo iniziare a studiare i dati reali sul sito del Ministero dell’Interno, aggiorniamo i dati che avevamo utilizzato nei giorni scorsi per orientarci nell’analisi delle aspettative e vediamo come è andata.  Il Pd per ora regge ma a fatica: buca il risultato del primo turno di Bologna, dove va molto lontano dalla riconferma al primo turno e soprattutto non raggiunge nemmeno il ballottaggio a Napoli, dove prende l’ennesima batosta. Atteso il risultato punto a punto di Milano, ma ora Sala trema. Non soddisfacente nemmeno il risultato di Torino, dove il M5s incalza Fassino al di là delle aspettative. Il risultato migliore paradossalmente è Roma, dove, vista la situazione, il ballottaggio di Giachetti è già un mezzo miracolo. Il M5s ottiene il risultato migliore di tutti, confermando tutte le sue aspettative, con un solo neo: Milano, dove il risultato di Corrado è davvero troppo poco, o comunque al di sotto delle aspettative.

La destra va abbastanza male, buca i risultati auspicati, ma non tracolla: su questi dati ci sarà da fare il lavoro di approfondimento più attento. Ottiene il ballottaggio a Napoli, incalza il Pd a Milano, va al ballottaggio a Bologna e, tutto sommato, nonostante la sconfitta, non tracolla a Roma.
Di seguito i dati delle aspettative che avevamo ipotizzato ieri, confrontati con i dati reali. Appuntamento nel primo pomeriggio con un commento più approfondito.

Abbiamo dato un valore numerico al risultato ed a confrontarlo con le aspettative e vediamo la differenza. La formula base è A x B x C = X

A: è un valore convenzionale, riferito al “peso politico” della città, per cui abbiamo:
Roma 2,5
Milano e Napoli 2
Torino e Bologna 1,5

B: è il tipo di risultato rispetto ai ballottaggi, per cui
I primi due che vanno al ballottaggio, ottengono 3 punti, gli altri 1
Ovviamente gli eletti al primo turno ottengono 5 e tutti gli altri 1 (risultato neutro)

C: è relativo ai voti ottenuti dalla coalizione, per cui
Il primo classificato ottiene 1,8
Il secondo   ottiene 1,6
Il terzo ottiene 1,4
Il  quarto 1,2
Il quinto 1,1
Per cui Roma= 12 Milano

Per ora lasciamo perdere il risultato finale ed applichiamo la formula alle cinque maggiori città, in base alle aspettative di ciascun partito:

PD: come ha dichiarato Renzi, intende arrivare al ballottaggi in tutte le città e primo posto a Torino, Milano, Bologna (dove l’attesa è vittoria al primo turno) e secondo posto Roma e Napoli per cui l’attesa è:
Roma 12 =

Milano 10,8 =

Napoli 9,6 > 2,8 (-6,8)

Torino 8,1 =

Bologna 13,5 =

TOTALE  54 > 47,2 (-6,8)

M5s: primo posto a Roma e secondo a Torino, terzo a Bologna, Napoli e Milano per cui

Roma 13,5 =

Milano 2,8 =

Napoli 2,4 > -0,4

Torino 7,2 =

Bologna 2,1 =

TOTALE  28,4 > 28 (-0,4)

Forza Italia: conquistare il ballottaggio per Marchini come seconda coalizione a Roma, seconda coalizione a Milano, Torino, Bologna e Napoli, per cui

Roma 12 > 3 (-9)

Milano 9,6 =

Napoli 9,6 =

Torino 2,1 > 1,8 (-0,3)

Bologna 7,2 =

TOTALE   40,5 > 31,2 (-9,3)

(ricordiamo che a Roma e Torino il centro destra si presenta diviso fra il candidato di Fi e quello di Lega+FdI, per cui c’è un valore di test interno all’area)

Lega: conquistare il ballottaggio per la Meloni come seconda coalizione a Roma, seconda coalizione a Milano e, Bologna e terza coalizione a Torino e quarta a Napoli per cui

Roma 12 > 3,5 (-8,5)

Milano 9,6 =

Napoli 2,4 > 9,6 (+7,2)

Torino 1,42 =

Bologna 7,2 =

TOTALE   32,62 > 31,32 (-1,3)

Sinistra: non ha possibilità di arrivare ad alcun ballottaggio e, realisticamente può battersi per un quarto posto a Torino e Roma. Il risultato positivo sarebbe superare il 4% in tutte le città con punte oltre il 7% a Torino e Roma, dunque non risulta utile applicare lo schema proposto, ma misurare lo scarto percentuale rispetto alle aspettative (Roma 7%, Milano 5%, Napoli 4%, Torino 7%, Bologna 4%)

Ricapitolando, abbiamo questi valori di aspettativa

Pd =  54 > 47,2

M5s = 28,4 > 28

Fi = 40,5 > 31,2

Lega= 32,62 > 31,32

aldo giannuli


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (7)

  • Era convinto di vincere, quell’incontro, Big George Foreman.
    A Kinshasa lo aspettava “un pagliaccio”, come lui stesso lo aveva chiamato.
    Eppure, sin dalla prima ripresa le cose non erano andate come aveva previsto: si aspettava il solito ballerino del ring, si era preparato per mesi con sparring-partners che scappavano di qua e di là come colibrì, e invece si era trovato un avversario arrendevole, costretto subito alle corde e a legare. Beh, poco male, si disse. Al lavoro, e cominciò a colpirlo dove trovava spazio fra la sua guardia, con la solita veemenza, lui che fino ad allora aveva “spianato” tutti entro la terza ripresa al massimo. Un massacro… la folla che gremiva lo stadio di Kinshasa – e che trepidava tutta per lo sfidante – guardava attonita al triste spettacolo del suo eroe in difficoltà.
    Eppure, la prima ripresa finì contrariamente alle aspettative: Foreman vinceva il referendum puntando sull’astensione, ma raccoglieva tredici milioni di voti contro. Decise quindi di chiudere subito l’incontro, non importava come ma doveva farlo. Partì quindi a tutta e, nelle riprese successive, si riversarono sullo sfidante graticole di colpi, alti e bassi, leciti e non: tour elettorali, endorsement di personaggi dello spettacolo, pubblicità regresso, riesumazioni di cadaveri attribuendo loro frasi pro-governo e pro-referendum e scheletri nell’armadio dello sfidante. Sparò tutte le cartucce.
    Ma lo sfidante restava in piedi. Sin da prima di quell’estate del ’74, si era preparato meticolosamente a quell’incontro, con sparring dal pugno pesante, pensando al suo stomaco ogni volta che vedeva quel sacco sputare fuori sabbia a ogni colpo. Ora legava, e sussurrava a un avversario inferocito e stupito allo stesso tempo: “Is that all?”. Le amministrative furono un disastro. Perse città consolidate, altre salvate per il rotto della cuffia. La folla si era svegliata, e ora incitava a una sola voce lo sfidante: “A-lì bumayè! A-lì bumayè! A-lì bumayè!” Alì uccidi: lo sfidante, che aveva sacrificato fianchi e addome per salvare faccia, fiato e forze, cominciò a rintuzzare gli attacchi, partendo sempre dalle corde che lo avevano ormai accolto in pianta stabile, con attacchi mirati che facevano traballare la mandibola del povero George.
    I suoi pugni al rallentatore ormai non facevano più male, e i suoi sostenitori d’oltreoceano cominciavano a sentire profumo di disfatta: Ma come? Ci avevano assicurato che il referendum sarebbe stata una passeggiata? Avevamo già scelto il nome della nuova forma istituzionale: Centro Commerciale Cortile e Parrocchia, da dirsi per esteso per accontentare gli (ex-)democristi e in sigla per orgasmare i pensionati tosco-emili, come e più di quando la generosa badante di condominio preparava per loro il caffè. E ora, ancora un buco nell’acqua? Intanto, l’incubo di Foreman sembrava senza fine: al suono del gong come uno zombie barcollava verso l’avversario allungando combinazioni senza senso, i suoi occhi tumefatti, ormai, di ben chiaro avevano soltanto la sconfitta: il referendum non sarebbe passato. Ottobre 1974: bam-bam, un pietoso uno-due pose fine alla sua agonia. Ottobre 2016: bam-bam, un impietoso NO poserà fine all’agonia di qualcun altro.

    • Tenerone Dolcissimo

      Evitiamo di cantare vittoria.Il PD gode di uno zoccolo duro fenomenale costituito dai parassiti della pubblica amministrazione ed affini, che -come oramai ignora solamente il buon e candido Agnoletto- votano in massa PD specialmente se si tratta di pubbliche amministrazioni inquinate dalla mafia. It’s a long way to Tipperary, it’s a long way to go …

  • qui la pagina del viminale:

    da notare:-))

    – totale elettori 1006701-996417=+10284 un incremento degli elettori

    – Totale voti candidati sindaco 533569 : qui siamo al 53% di votanti, mancano 5 seggi
    – Totale voti liste 498292 : qui sotto al 49% , mancano 8 seggi. in media i seggi sono di 700elettori

    – notare che sala(222.450)42% e parisi(217681)41% sono attaccati

    – Rizzo ha preso 18947 e radicali 10027

    – M5S 53678 ma al secondo turno penso che non partecipino

    credo che Basilio e radicali potrebbero fare un buon accordo con Sala, evitando il solito piatto di lenttichie

    http://elezioni.interno.it/comunali/scrutini/20160605/G030491450.htm

    elezione Pisapia ((-:-))

    http://elezioni.interno.it/comunali/scrutini/20160605/retro/G030491450.htm

  • Il PD è ferito, ma non morto. Gode ancora di grosse fette di potere, agganci nei “poteri forti”, voti (che siano clientelari o di chi è ancora convinto che sia sinistra poco importa).
    Per il M5S non credo si possa parlare di sfondamento. Il caso di Roma è tutto particolare, da mesi alla Raggi erano accreditati quei voti, anzi credo che le uscite sul sindaco etero diretto e gli assessori a tempo (robe da matti a mio parere e spero anche per lei, Giannuli) abbiano tolto qualche migliaio di voti. Il fatto che in molti, troppi comuni non abbia presentato liste, dimostra che non ha un vero radicamento sociale (non è presente sul territorio, si direbbe in gergo) e non può averlo perchè è per sua natura un partito padronale a cui il radicamento non interessa, interessa solo prendere il potere in solitudine.
    Nonostante tutto sono contento del risultato di Roma, finalmente hanno l’occasione di dimostrare di essere altro da l’Uomo Qualunque versione 2.0, anche se ci credo poco.

    • Infatti Riccardo,per esempio NON HANNO MAI PARLATO DI ASSESSORI A TEMPO ma solo di un assessorato alle partecipate che una volta eseguito il suo compito scomparirà.
      Già solo questo dimostra quanto a volte la disinformazione dei media possa modificare le opinioni di tanti,troppi elettori.
      Stante queste premesse il risultato del M5S a Roma,a Torino,in Sicilia e in molte città di provincia dove non arriva al ballotto ma si conferma al 20 % contro accrocchi di decine di liste non è uno sfondamento ma un risultato epocale della storia politica italiana.

  • Votare alle primarie? 1 euro.
    Prendere il Corriere e un caffè per il post elezioni? 2 euro.
    Vedere Matteo che fa l’analisi della “sconfitta” non ha prezzo.
    Per tutto il resto…

  • Secondo me occorre guardare le cose in prospettiva. Pensando – anche – a ottobre. Renzi ha perso. È stato messo in discussione: per il nostro ducetto in erba non c’è nulla di peggio, perché non può tirare in ballo gufi e sabotatori… col popolo. E come han notato oggi, quando gioca in difesa perde: grave difetto per un politico. Si impappina, come uno scolaretto interrogato a sorpresa. E perde tempo prezioso per la sua macchina del si. Non dobbiamo perderlo noi: incalzandolo, mettendone in luce le contraddizioni, delegittimandone l’azione, depotenziandola. Per questo ritengo che siamo nella giusta direzione. Un caro saluto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.