Alcune precisazioni a proposito del voto a Mattia Calise.
Prevedevo che la mia presa di posizione sulle elezioni di domenica prossima avrebbero suscitato polemiche (d’altra parte sapete tutti che le polemiche mi divertono), però mi sembra il caso di fare qualche precisazione:
1- non penso (come teme Rosario) di affidare una città così difficile da governare come Milano ad un ventenne pur molto brillante, comunque necessariamente inesperto. Ma questa possibilità non esiste e non ci crede neppure il diretto interessato. Si tratta solo del primo turno nel quale si può dare un voto ”in libertà” per poi fare la scelta “pesante” al secondo turno.
2- da questo punto di vista, non ignoro affatto le uscite di Grillo che mi hanno trovato in fortissimo dissenso (rom ed immigrati, Fiat ecc) ed ho già detto che non mi piace l’eccessiva personalizzazione della politica. Però intorno a Grillo va aggregandosi un’area giovanile vasta e magmatica che non si può ignorare e con la quale occorre fare i conti. Prima di fare gli schizzinosi, chiediamoci perchè questo dissenso non si è canalizzato nella Federazione della Sinistra o in Sel: ci sarà pure qualche motivo. Con la stessa logica del “voto in libertà” potrei anche votare il candidato del Pcl (come mi suggerisce Davide) se questo potesse determinare qualche risultato politicamente significativo, ma so già in partenza che si tratterà di qualche centinaio (al massimo un paio di migliaia) di voti che tutti ignoreranno.
Certo , poi ci sono anche episodi come quelli riferiti di una intesa locale con Forza Nuova che vanno guardati con adeguata preoccupazione. Ma si tratta di casi per fortuna isolatissimi.
Nel complesso oggi il movimento di Grillo (e che talvolta contesta lo stesso Grillo) è un segnale di scontento nei confronti della politica della sinistra istituzionale che credo possa essere guardato con critica simpatia (sottolineo il “critica”) e con il quale occorre dialogare, mantenendo le proprie posizioni con grande onestà e senza dissimulare nulla.
3- Ripeto che l’obbiettivo principale è vincere con Pisapia (che ho sostenuto anche nelle primarie). Sono convinto che ce la si possa fare.
Qualcuno mi dice: ma votando Calise non disperdi il voto? Direi proprio di no, trattandosi solo del primo turno ed essendo fuori discussione che Pisapia sarà lo sfidante al secondo turno. E, mi si aggiunge, se il secondo turno non dovesse esserci perchè la Moratti vince al primo turno? Se la Moratti dovesse prendere la metà dei voti più uno, tanto che io voti Calise, tanto che voti Moratti, non cambia nulla.
4- Ma non credo alla possibilità di una vittoria della Moratti al primo turno e spiego perchè: i sondaggi danno sul 6-7% a Palmeri, circa l’1-2% ai candidati minori ed il 3,5-5,5% a Calise. Dunque, se ciascuna di queste tre aree prendesse il minimo attribuitogli (6+1+3,5%) avremmo il 10, 5% per cui la Moratti potrebbe prendere il 50% più un voto solo se Pisapia non andasse oltre il 39,5%. Insomma tutti i candidati dovrebbero registrare il loro risultato più basso, il che non appare tanto credibile, anche perchè, se Calise prendesse meno del 4% vorrebbe dire che una fascia di incerti non lo ha votato preferendogli Pisapia che, a quel punto, andrebbe oltre il 40%. Stesso ragionamento per i centristi: un risultato al livello basso delle aspettative probabilmente premierebbe la Moratti, ma qualche voto andrebbe pure a Pisapia. Insomma, non è molto probabile che possano verificarsi contemporaneamente tutte le circostanze favorevoli alla Moratti.
5- Il ventre molle della coalizione di Pisapia è certamente il Pd che si è visto imporre dalle primarie un candidato che non gradiva. Però, in primo luogo, una parte degli stessi elettori Pd hanno scelto Pisapia a novembre (diversamente non ce la avrebbe mai fatta). In secondo luogo, la netta maggioranza degli elettori Pd sa di avere la possibilità di mandare a casa la Moratti e credo che la cosa non gli dispiaccia affatto. La tentazione di defezionare può esserci un un’area non piccolissima del Pd (soprattutto di apparato) ma non eccessivamente preoccupante; Peraltro una eventuale defezione si esprimerebbe probabilmente con un voto a Palmeri (che a questo punto andrebbe oltre il 7%) e non certo alala Moratti. Ed al secondo turno credo che l’eventuale dissidenza rientrerebbe.
Insomma, credo che al secondo turno è assai ragionevole ci si vada e sia possibile vincere, Possiamo quindi prenderci il lusso si un voto “in libertà” sul candidato sindaco al primo turno per mandare un segnale alla sinistra e senza che questo comprometta nulla. Perchè non farlo?
Dopo di che io resto su posizioni anticapitalistiche che non appartengono alla cultura del movimento 5 stelle, e lo so perfettamente, ma questo è un altro paio di maniche da non confondere con un voto dato al primo turno di elezioni amministrative.
Aldo Giannuli
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davide
perchè significa votare un “movimento” che non appartiene alla nostra idea e storia,se dovessimo fare quelli “militanti”,ma anche laicamente:cosa significa dare voti alle liste civiche,ai movimenti, i quali non riusciranno mai ad effettuare una sola parte del loro programma,qualora si dovessero scontrare con i meccanismi della politica e non della indignazione e della “narrazione”.
Le scuole di partito mancano,vissute quasi come un peso dagli anziani di oggi e ggiovani di ieri che vedevano nei metodi del pci :burocrazia e immobilismo,ci ritroviamo ora con militanti in partiti che sulla carta dovrebbero essere comunisti,i quali al massimo possono surgere al titolo di americanini rossi.Da questo problema organizzativo e di disciplina/formazione deriva poi la mancanza di candidati capaci di gestire la cosa politica,al massimo buoni oratori,ma di progetti deboli.
Questo problema evidente nella sinistra istituzionale,il movimento dei movimenti si è sciolto goffamente e pateticamente anni fa,è esplicito anche nel grillismo e affini.Il problema è affidarsi anche al “seguitismo”:scoppia il fenomeno di pietro,ehi non facciamo gli schizzinosi seguiamolo perchè la gggente va di lì.Scilipoti ancora ringrazia.
Fenomeno tardo frichettone no global,wow!Tutti disobbedienti,ho vissuto il prc in quegli anni e rammento la preparazione e le idee geniali dei disobbedienti di sta cippa…Peccato che fossero finiti i picconi!
Comprendere e analizzare i fenomeni non significa correre a presso a loro,snaturando la nostra linea.I risultati fino ad ora son stati disastrosi.Certo anche il nostalgismo ottuso,il romanticismo utopistico non funzionano.Tutto è legato alla crisi dei partiti,salutata benevolmente anche da troppi sinistrati,della formazione, di un certo populismo risposta maldestra al radical-chic di stampo pd.
Nondimeno alla fine quello che conta è sconfiggere la sciura Moratti,una tra le peggiori e mediocri figure del pdl,per cui ogni mezzo elettorale è lecito.
Puntualizzo alcune forme che non mi garbano perchè non solo passaggi necessari del momento,ma schemi che si ripetono in ogni occasione
Pensiamo e costruiamo noi!
Rosario
Caro Giannuli, anzitutto grazie per la risposta, tanto più gradita in quanto molto articolata. Non intendevo ovviamente entrare nel merito delle initenzioni di voto, anche perchè tutti, alle elezioni, generalmente tentiamo di spingere un po’ più con il nostro voto la frontiera dello schieramento a noi gradito (colpa del bipolarismo aggiungo). Quello che vorrei far notare è che già Pisapia rappresenta il limite estremo della frontiera gradita al partito maggiore dell’opposizione, come giustamente hai rilevato. La sifda oggi è molto importante, sia per il momento politico sia per l’importanza simbolica di Milano e ciò è dimostrato dal fatto che Berlusconi in persona sta spendendo la sua immagine per sostenere lo schieramento favorevole a Moratti (sottolineo che lui raccomanda il suo nome come preferenza, non la Moratti). In questo clima incandescente la candidatura di Calise, interessante in altri momenti e situazioni politiche, oggi può essere un fattore critico tale da evocare il detto: “..per un pelo Martin perse la cappa”. Ti ringrazio ancora per avermi ospitato su questo bel blog, vera palestra di pensiero.
giandavide
apprezzo le rettifiche, ma credo anche che per i sondaggisti se io ho unovo e tu no, abbiamo mezzo uovo a testa, e quindi non ho molta fiducia nel sacro pallottoliere, anche perchè l’esperienza finora non mi ha portato dati che vanno in questa direzione. e quindi io voterei chi mi rappresenta meglio, piuttosto che fare i conti su come le elezioni di milano possano sia essere il pulpito per pisapia, che uno spot per il “rinnovamento” proposto dai grillos.
trovo il punto 3 della spiegazione non all’altezza di aldo. a parte che uno questa cosa la può pensare, ma se la scrive in un blog non si tratta più di un singolo voto che non conta nulla. ma soprattutto: se aldo crede che il proprio voto non conta nulla, che vota a fare? vuole partecipare a un concorso per chi ha l’anima più bella, con scrutinio segreto? anch’io in effetti a volte mi sono abbandonato a voti disgiuti balordi in passato, di solito con il risultato che perdevano entrambi quelli per cu ho votato. ma non è questo il punto. spero che aldo sappia quel che faccia, e soprattutto che la sua sicurezze verranno confermate dai fatti. d’altra parte io non vivo a milano e non so che “aria” si respira. ma non credo che si possa costituire la propria determinazione di voto sui sondaggisti se questi devono diventare più importanti delle proprie opinoni politiche. a qesto punto si fanno meno compromessi non votando al prio turno e basta e votando solo all’eventuale ballottaggio, dato che diventare di destra per un turno elettorale a cosa dovrebbe servire? a cambiare l’italia con un grande spot per grillo, in modo che la prossima volta che vuole insultare saviano o prendersela con le abitudini sessuali di vendola (chiamato da grillo busone) abbia più visibilità? in modo che possa chiedere a santoro di chiudere il programma o schierarsi con gli “onesti” cittadini che odiano gli immigrati? alla faccia che cambiamento epocale.
poi, riguardo al fatto che i grillini se la prendono con grillo, da ex grillino, faccio notare che quando una situazione non ti va bene te ne vai, e quando non ottieni risposte non stai a sperare che cambi qualcosa, ma agisci perlomeno togliendo il disturbo. se ti lamenti ma poi rimani perchè “grillo è il meno peggio”, allora si sta facendo lo stesso ragionamento che fanno gli elettori di pd e pdl, chiusi nelle loro scelte per paura degli altri.
grillo non ha dato risposte a molti dei punti sollevati qua sopra, forza nuova compresa. e questo per me ha delle implicazioni morali: innanzitutto da parte di grillo, dato che quando uno non si lamenta vuol dire che gli va bene, e grillo, che se la prende con saviano perchè fa godere berlusconi come un riccio (e i seguaci zitti e mosca) perchè non se l’è presa con forzanuovisti infiltrati nel suo movimento? per non farsi pubblicità negativa? giusto. meglio tenersi i fascisti.
ma credo che ci siano implicazioni morali anche per quanto riguarda i cosiddetti seguaci: io non riuscirei (non ci sono riuscito) a stare dietro a uno che dice cose simili, dovrei ingoiare troppi rospi, dovrei essere disposto a cambiare idea troppe volte. e chi ce l’ha fatta adesso è peggio di una bandieruola.
concludo dicendo che oggigiorno le apparteneze sottoculturali hanno assunto una velocità spasmodica: essere membri o “simpatizzanti” di un gruppo come il movimento 4 gatti, forza nuova, casa pound o roba simile, è un’esperienza che si coniuga solo con un’impostazione giovanilistica della propria esistenza, e che dura solo finchè si mantiene questa impostazione (anche a prezzo di gravi dissociazioni). ora è chiaro che in questa società han tolto i riti di passaggio quindi si resta govani finchè si vuole, ma è difficile che movimenti caratterizzati dal giovanilismo occidentale (ovvero da un oriewntamento al consumo piuttosto che alla produzione) riescano a concludere qualcosa di pratico. sono semplicemente delle vasche di decantazione in cui i giovani di qualsiasi età possomo mantenere una dimansione di distacco attraverso una serie di attività totali che riconfigurano il mondo dell’utente. si tratta di gruppi che propongono un’interpretazione su quasi ogni aspetto della vita di tutti i giorni. ed esistono solo per quello, per istituire dei riti quotidiani che allontanino l’invecchiamento, piuttosto che per cambiare politicamente qualcosa, anzi qualsiasi cambiamento porterebbe scompiglio nel loro mondo in bianco e nero. la loro è una prospettiva messianica: il cambiamento è tutto nel futuro, a lungo termine, mentre il presente è tutto brutto: questo è il classico ragionamento da gino paoli con gli amici al bar… ma cosa sto a spiegare ste cose al giannuli, che di sette e di complottari se ne intende certo più di me? l’unica cosa che dovrebbe fare sarebbe applicare le sue competenze storiche e analitiche anche ai grillos, piuttosto che abbandonarsi a un’induttività che non gli fa certo onore
giandavide
secondo me davide l’ha azzeccata in pieno facendo il paragone con i disobbedienti. se si vuole conscere la storia recente dei movimenti bisogna per prima cosa analizzare i disobbedienti, dato che grillini e casa pound si sono molto ispirati al gruppo di casarini, molto più abile a proporre brand di successo e a dividere l’opposizione che a fare politica. e i risutati si sono visti.
davide
giandavide grazie!
Io sono entrato nel 2002 nel prc,avevo visto in Bertinotti un grande leader politico di forte opposizione,tale errore è dovuto al fatto che non avevo ancora cambiato occhiali.
Il mito bertinottiano è durato poco,anche grazie a degli ultratrentenni rebeldi e al loro inno alla disorganizzazione,allo spontaneismo ebete e altri disastri.
Devo dire che le correnti migliori si mostrarono subito:l’ernesto e progetto comunista.
Io ho militato in questa ultima.
Il giovanilismo autoreferenziale,le sinistre di stampo seattleiano e americano,hanno un loro fascino fragile nell’immediato,ma poi crollano miseramente.Di esempi ce ne sono tantissimi,chi ha vissuto quel periodo sa di cosa parlo
La grande illusione-mi perdoni renoir-del Movimento dei Movimenti passata l’onda emotiva forte e pura per i fatti di genova si è risolta in un declino totale.Va di moda sparlare da fessi dei partiti,ma signori miei cosa ha fatto la società civile e cosa hanno fatto i movimenti?Invidie,ripicche,egocentrismi vari non mancano nemmeno lì.
Gente che fa il rebelde a uso e consumo delle telecamere,che senza il sostegno di un partito-il quale a questi autonomi offre anche garanzie legali qualora si facessero beccare da pirla- non sanno dove andare e cosa fare.
Lo ripeto è pleonastico ,a mio modesto avviso e penso che per la prima volta in vita mia io sia modesto,scrivere di Grillo o altri
Noi che vogliamo lo stato rivoluzionario,splendida invenzione stalinista,dobbiamo ricostruire Il Partito Comunista
Organizzato,disciplinato,indottrinato,puntando principalmente alla formazione e alla presenza nella vita pubblica.La teoria crea l’azione e la rende forte ,altrimenti sono tutti aspiranti martiri,gente che ci tiene a essere cantata dai lagnoni stile casa del vento.
Io e i comunisti dovremmo puntare al Potere,mantenerlo,usarlo per il radicale cambiamento di classe dello stato,in quanto lo stato rappresenta le classi dominanti:da liberale-reazionario-democratico-colonialista
a popolare-socialista-patriottico
Forzutino
io sto con Aldo
Mario Vitale
Io sono in disaccordo con quanto espresso in questo e nel precedente articolo praticamente su tutto. Il motivo sta nel punto di partenza del discorso che, semplificando, si può sintetizzare così: voto uno diverso al primo turno per mostrare la mia insoddisfazione, tanto non pregiudica nulla per il candidato del mio partito che voterò al secondo turno. Tale ragionamento è parente stretto del più comune: voto i miei nonostante facciano schifo, perché tanto gli altri fanno più schifo. Avete seguito questi principi e guardate un po’ dove siamo arrivati. Non ho mai votato per Berlusconi, nonostante io sia di idee liberali, anzi, dovrei dire essendo io di idee liberali, mentre Berlusconi lo è a parole e nei fatti si fa gli affari suoi. Ho votato tanti anni fa per Fini, per pentirmene poco dopo (sembrava poter rappresentare una destra democratica e liberale, ma in realtà è rimasto ancorato ai concetti di una destra sociale di visione molto ristretta). Non ho votato per anni. Mi sono sempre recato alla urne, ma mi limitavo ad annullare la scheda facendo croci su tutti i partiti, perché davvero sono tutti uguali. Ho votato per De Magistris quando si è presentato per le elezioni europee, finalmente contento di avere un candidato da poter votare che esprimesse una linea politica chiara con obiettivi ben definiti. Che delusione! Adesso ha buttato a mare tutti i buoni propositi e vuole farsi eleggere sindaco a Napoli. Si dirà: sei un esagerato, in fondo De Magistris è una persona per bene. Nossignori! Una persona, se è veramente per bene, ricevuto i voti che aveva invocato per un preciso compito, lavora dal primo all’ultimo giorno del mandato per quel compito. Poi è libero di fare quello che vuole.
Lo so, lo conosco a memoria il ritornello: l’importante adesso è far cadere Berlusconi per poter ripristinare la legalità. Ma quale legalità pensate di poter ripristinare con questi signori? D’Alema e Fassino, beccati con le mani nella marmellata durante la scalata dei furbetti si sono forse dimessi ed hanno accettato di sottoporsi al giudizio di un tribunale per quanto fatto? No, hanno dichiarato che non c’era nulla di penalmente rilevante nella vicenda, decidendo loro cosa deve dire e non dire la legge (non sono un esperto in materia, ma mi risulterebbe che un pubblico ufficiale che viene a conoscenza di un reato e non lo denuncia commette a sua volta un reato per l’art. 361 del c.p.).
Ma voi ce l’avete presente la Spagna? Quando io ero un bambino la Spagna era ancora una dittatura fascista e adesso ci danno pure loro lezioni di democrazia. Qualche anno fa, un tal Zapatero si presentò agli spagnoli e disse che se lo votavano avrebbe presentato una legge per le unioni omosessuali, cosa quasi incredibile nella cattolicissima Spagna. L’hanno votato e questo cosa ha fatto? Come primo provvedimento del suo governo ha fatto proprio una legge sulle unioni omosessuali. Sempre un po’ di anni fa un tal Prodi, che a sentire alcuni è una vera icona per la sinistra, si è presentato agli italiani dicendo che se fosse stato eletto avrebbe cancellato le leggi vergogna fatte da Berlusconi. L’hanno votato e questo cosa ha fatto? Fra i primi provvedimenti del suo governo ha varato un bel indulto. Bravo. Così si fa. Tanto noi italiani siamo dei tontoloni e ci facciamo sempre prendere per i fondelli.
Votate, votate Pisapia; ma anche Moratti, o chi vi pare…
Heraclio
Sinceramente, professore, la sua posizione mi ricorda molto quella che Fernanda Pivano prese qualche anno fa (se non sbaglio alle precedenti comunali, quando si scelse il nome della Moratti come candidata sindaco), inizialmente dichiarando il suo sostegno alla Moratti “in quanto donna” e rivendicando la sua come una “presa di posizione libertaria”. Se a “donna” sostituiamo “giovane”, siamo lì.
Ovviamente legittima sarebbe una replica in cui mi dice che il Movimento Cinque Stelle non è il Pdl; ma, dal mio punto di vista, sarebbe come dire che Fli non è il Pdl.
Il movimento di Grillo è un populista, reazionario su moltissime posizioni ed espressione giovanile dell’antipolitica (prodotto del fallimento politico della sinistra post-Pci e post-’68). Di “sinistra” (se proprio vogliamo) ha soltanto l’antiberlusconismo ufficiale, l’anticonformismo mediatico e la composizione di parte dei suoi aderenti, secondo me piuttosto confusi e mediocri. Non basta che un movimento politico aggreghi giovani perchè diventi automaticamente legittimo. Anche Sinistra e Libertà è uno straordinario aggregatore giovanile e, nonostante i suoi mille difetti (io personalmente non voto a Milano, ma non voterei il movimento vendoliano nè lì, nè a livello nazionale), molto più affidabile e coerente (per un cittadino di sinistra) dei grillini.
Detto questo, sicuramente è un fenomeno da comprendere e rappresenta (non tanto Grillo, quanto parte dei suoi seguaci) un soggetto con cui confrontarsi; ma lo scopo non dev’essere dargli forza, quanto eliminarlo e permettere il suo superamento.
Mi spiace, ma anche qui non posso condividere il suo punto di vista, stavolta senza nemmeno poterla parzialmente giustificare come sul caso Libia. A questo proposito le volevo dire che, glielo dico con simpatia davvero, sia nei suoi commenti sull’intervento occidentale in Libia, sia in questi articoli di sostegno al candidato grillino, noto un suo atteggiamento preoccupante: sostenere posizioni che lei stesso riconosce lontane dalle sue, ma giustificandole secondo una pretesa “libertà intellettuale” che non comprometterebbe la sua coerenza politica. La prego (ripeto con affetto e simpatia lo dico, considerandola un compagno sincero) sinceramente di riflettere e rifiutare alcune logiche che oggi non servono, nè hanno a che vedere con la necessaria ricostruzione della sinistra d’alternativa, antiliberista e erede della tradizione libertaria e socialista (nell’ampio senso della famiglia politica progressista, radicale e rivoluzionaria).
Heraclio
davide
la libertà intellettuale o le prese di posizione libertarie sono meri capricci,infantilismi di chi talora vede l’intellettuale come qualcosa di altro e oltre rispetto al fattore politico.
Io quando non mi son trovato nelle posizioni trockjiste del mio partito ne ho preso atto e me ne son ito per non inquinare o disturbare la linea del partito.
Non è che come “intellettuale” io sia diverso dal “politico” e votare la Moratti perchè donna ,rivendicandolo come gesto libertario- e te pareva- che risultati porta:l’elezione della Moratti.
Questo perchè “si pensa con la propia testa,non scendiamo a compromessi,siamo liberi,no al politburo,alla burocrazia,bla bla bla”,dando l’impressione di scindere la figura del militante:mo sono libertario e intellettuale,e poi via a seguire con disciplina la linea.
Se abitassi a Milano che farei?Voterei perchè nonostante tutto sono davvero dei compagni sinceri e seri quelli del Pcl,poi Pisapia per portare il finto cambiamento che piace agli allocchi che piacciono,ma pur sempre nella famiglia della sinistra si rimane.
Combattiamo contro un guitto per sostituirlo con un altro?Peraltro meno comico,se dovessimo sottolineare la verve da avanspettacolo.
La predica è finita, don davide vi impone il segno della pace nel nome di stalin,luckaschenko,milosevic annate in tutta tranquillità e così sia
Maurizio Melandri
Quel che Aldo dice, sotto certi aspetti è vero, ma continuo a chiedermi perché dare un voto a chi non è minimamente vicino alle notre idee. Con questi presupposti si vota di tutto, da Di Pietro (Scilipoti compreso) ad appunto ai grillini.
No, grazie, io non ci stò (e citando a sproposito) lasciatemi nel ghetto ancora un po’.
Io non voglio fare il duro e puro, non mi si addice, ma, turarmi il naso per turarmi il naso, meglio Vendola che il movimento 5 stelle che, tra l’altro, conosco bene per aver lavorato con loro in uno dei tanti comitati di cui siamo innamorati in Italia.
Del PCL conosco qualche compagno di base, ma ho sentito parlare il loro segretario cittadino…no comment, stendiamo veli pietosi e copriamo pudici.
Lorenzo
L’entrata a gamba tesa della Moratti su Pisapia mi stava quasi facendo decidere di andare a votare… ma pi ho riflettuto e non ci andro’.
Non ci andro’ perche’ con gli anni sono divenuto (per scelta personale) anarchico, ormai non credo piu’ in questi riti che sono soltanto una consegna di una delega in bianco con la quale lorsignori si puliscono il fondoschiena alla faccia nostra mentre invece regalano la città e la nazione ai soliti noti.
E non è un discorso relativo alla sola Moratti: basta andare a ritroso a vedere gli affari di Penati (PD) quando era presidente della Provincia con il suo amico costruttore Gavio…
Milano ha un grossissimo problema: quello di essere in ostaggio di alcuni nomi che dettano le scelte. I nomi sono quelli dei grandi costruttori (sarebbe meglio chiamarli speculatori, è più rispondente al vero), se volete li faccio ma li conoscete anche voi.
Il PD alle primarie presentò come candidato l’architetto Boeri, che lavora anche per loro… trombato alle primarie è capolista del PD stesso. Come potrà scontentarli una volta eletto?
Non ho seguito molto la campagna, ma sul sito di Pisapia non trovo nulla sull’argomento…
Qualche mese fa hanno approvato un indecente PGT, che consegna la città a questa cricca.
Forse un candidato che avesse veramente alzato la voce contro questo cancro che sta distruggendo Milano l’avrei anche votato, del resto ci sono anarchici che contemplano anche la possibilità di voto alle comunali.
Una delle ragioni per cui ho smesso di votare e ho cambiato idea sul sistema organizzativo della società, di questa società oligarchica e fintamente democratica, è stato il sentirmi continuamente preso in giro da chi intascava il mio voto e poi serviva invece altri interessi del tutto particolari. Chi lo faceva di più, chi meno. E andare avanti a votare il meno peggio sinceramente sono arcistufo.
Preferisco usare il mio cervello, non svendermi e rivendicare anche il diritto di sbagliare. E sognare in una politica che parta dal basso con spirito autorganizzativo, fatta da cittadini responsabili e non da sudditi che votano come scimmie ammaestrate per appartenenza stile tifo calcistico, quella sarebbe vera democrazia, che fra l’altro poi coinciderebbe pure con la vera anarchia.
E se proprio dovessimo delegare qualcuno, colui dovrebbe tassativamente rendere conto del suo operato, e la delega magari essergli tolta se non attuata… sarò utopista, ma preferisco esserlo piuttosto che avallare ancora tutto questo.
giandavide
sono contento che la moratti abbia polarizzato lo scontro dando del terrorista a pisapia, specie se il giochino gli andrà male. specie perchè con questa polarizzazione si parla di meno di calise. e me ne approfitto per fare un appunto: se la discriminante per voi è il pd (come in realtà lo è anche per me e non solo) la mia considerazione è che il pd ci sarà comunque in consiglio comunale, e quindi sta cosa che non si avalla il pd mi sembra degna della fiera del ridicolo. il pd se ne frega altamente di perdere voti a sinistra, fintantochè questi voti rimangono nulli, come nel caso delle schede bianche e dei voti a grillo. tanto questi non si dimettono, anche se non li votate. il non voto o il voto per grillo non danneggia nessuno, nè il pd (che le poltrone le prende comunque e fa il leader dell’opposizione) nè il pdl, che governa e se ne frega ancora meno di grillo (non mi risulta che il giornale abbia mai fatto campagne contro grillo: e anche da questo di vede vendola ha un’altro peso).
inomma, se a voi per non sentrirvi organici vi basta non votare buon per voi, ma in realtà si tratta di posizioni politiche rinunciatarie e conservatrici, che peraltro sono previste e sfruttate dai partiti. massimo rispetto per le idee altrui (uno per me può anche dirsi fascista, e finchè non fa del male ad una mosca non avrei grossi problemi a parlare con lui) ma non se la prenda nessuno se affermo che non vedo niente di rivoluzionario in queste posizioni dispersive. il voto è uno strumento. o una persona decide di sfruttarlo e agire politicamente, o decide di non sfruttarlo, e quindi di non agire politicamente. ma vantare la virtù politiche di una non-azione politica, come la scelta di andare al bar con quattro amici anzichè al seggio elettorale (o andare al seggio per votare grillo, che è forse un pò più di destra che prendersi un negroni) è una cosa fuori luogo. e forse è anche la cosa che vuole il pd, dato che, finchè non ci saranno altri partiti a sinistra (quindi non grilleschi) che gli contenderanno trono ed elettori, in questo modo può conservare la propria egemonia.
la dispersione del voto si associa allo sconforto, al risentimento, alla percezione di debolezza e di inutiltà. non mi sento di biasimare quelli che non ce la fanno, ma mi sembra un pò troppo cattolico convertire queste posizioni di debolezza assoluta in posizioni di forza morale (specie di fronte a degli effetti nulli e ben poco congrui alla forza che tanto si decanta)
per correttezza affermo che se dovessi votare per quacluno tendenzialmente voterei vendola, dato che credo che se si crea un bacino elettorale che concorra col pd, e se si manda a casa berlusconi e tutta sta mitologia collettiva dei comunisti, forse, forse ci sarà spazio anche per gli altri e per le falci e i martelli. se continua così le falci e i martelli diventeranno dei club esclusivi oggetto dello scherno dei berluscones. poi non so se le tattiche di vendola porteranno a qualcosa, dato che questo paese è sempre più deteriorato. ma non credo che superare il 10 insieme a di pietro sia impossibile, e già quello sarebbe un bel fermino sul tavolo (e che si candidino con casini e lascino sel e idv da soli: vediamo quanti voti perdono)…
per il resto noto che c’è una panoplia di opinioni politiche diverse, il che va bene, anche se non mi trovo in nessuna di queste posizioni. innanzitutto perchè credo che essere di sinistra implichi il non riferirsi a nessun’esperienza politica passata (sennò si è conservatori di qualcosa che c’è già stato); essere di sinistra è un atteggiamento, non è un riferimento a qualcos’altro; detto questo mi chiedo come ci si possa definire anarchici nel 2011. che cosa significa questa parola? io francamente di piccoli bakunin o piccoli durruti non ne vedo in giro. l’anarchico di oggi è stirneriano, un fascista con ancora meno attributi, che continua, consapevolmente o meno, a fare danno come ha sempre fatto (non riesco proprio a ricordarmi i miglioramenti sociali provenienti dai movimenti anarchici).
più che altro nella mia città le uniche risse ai centri sociali sono tra compagni e anarchici, che, oltre ad andare nei posti occupati per fare danno, amano pure l’arte della diffamazione. quindi è logico che io, che ho delle tendenze anarcoidi, ne abbia una cosiderazione forse più bassa che dei casapoundini.
non so se sono stato rispettoso come mi ero prefisso all’inizio, ma vabbè…
Paola Pioldi
Ciao a tutti,
Aldo è riuscito a scatenare una bella discussione! Sarà contento!:-)
Ho letto tutto ora e mi pare che l’orientamento del blog (Forzutino a parte)sia per o non votare o votare Pisapia o PCL.
Pur avendo sempre votato a sinistra, in tempi passati non sono mai stata fedele ad un partito, cambiavo a seconda dei programmi e delle persone. Dal ’94, a parte una volta alle ciorcoscrizionali, ho votato sempre PD (prima PDS ecc..)con scarsissima convinzione e, come già detto, con la netta sensazione di esprimermi contro e non per qualcosa. Questa volta, al primo turno, posso votare quel che voglio senza sentirmi ricattata dal concetto:-se disperdi il voto favorisci la destra- per cui voterò Calise e lo voto volentieri. E’ vero che Grillo è rozzo, populista di sinistra, istrionico quanto basta ecc.. ma il movimento “dal basso” che è riuscito a creare con altri mi sembra l’unica realtà di “gente che fa politica” e dico “gente”, persone comuni, che praticamente solo con la rete, sono riuscite a farsi sentire. Inoltre, per quel che ho potuto verificare, fino ad oggi sono stati coerenti nel comportarsi come dichiarato. Mi dispiace per chi di voi farà la scelta dell’astensione, perchè è vero che tutta la nostra classe politica è vecchia e fossilizzata su un “fare politica” legato a concetti di casta e di “favore per favore” pur di non mollare “le cadegre” e di continuare a godersi privilegi al limite della legittimità in una democrazia, però penso che per cambiare sia meglio “esserci” anche andando a votare e non solo interessandosi di politica e sociale.
Un caro saluto a tutti, ma soprattutto ad Achille (meraviglioso anarchico a quattro zampe!:-)
Paola
guido
premetto che seguo ed apprezzo le riflessioni del prof. giannuli, spesso ne apprezzo anche le provocazioni ma quest’ultima mi pare sinceramente uno scivolone, non tanto per la possibilità di un “effetto cota” ma per un motivo molto più semplice: mi sembra ci sia un eccesso di fiducia mal riposta, in primis nella sinistra locale, in secundis nei grillini stessi. cerco di articolare velocemente i due punti.
in primo luogo non credo che il voto di protesta a vantaggio di un outsider completo possa influire un granchè sui conclave della sinistra meneghina, l’elezione di pisapia alle primarie è stato il risultato di una strenua guerra di posizione fra tutte le fazioni dalla quale il pd è uscito con le ossa rotte, tuttavia prima di capitolare ha marcato l’eccezionalità della disfatta minacciando la cancellazione delle primarie. Questo a mio avviso stabilisce il limite ultimo oltre il quale sono disposti a spingersi.
ora figuriamoci quanto può influire il voto di protesta per calise su queste dinamiche, mi sembra piuttosto ingenuo pensare che da parte dell establishment di sinistra ci sia una qualche disponibilità all’ascolto in questo senso non credo nemmeno nella possibilita di 5s di andare mai oltre al qualcosa percento, per la semplice ragione che il voto è ancora testimonianza di appartenenza, piaccia o no il voto di opinione sposta inezie rispetto alla “scelta strategica&consapevole”.
la mia seconda perplessità è legata ai grillini stessi, per evitare di girare attorno al discorso mi sembra che la qualità politica espressa da questi piripicchi sia estremamente bassa, non solo perché non essendo ne anticapitalisti ne antifascisti non condividono il “minimo sindacale” necessario per far parte di un reale progetto critico, ma soprattutto perché a conti fatti esistono puramente sul piano del simbolico. È stato fatto in precedenza il paragone coi disobbedienti e mi sembra un buon parallelismo, entrambi preferiscono produrre simboli di conflitto più che conflitto reale, entrambi si presentano agerarchici ma dipendono da un centro decisionale, tuttavia esiste una sostanziale differenza fra i due che i disobbedienti esistono nel mondo reale i grillini sono razza estinta fuori da facebook, estinti alle assemblee, non pervenuti in manifestazione irrilevanti in qualsiasi contesto che non sia un gruppo di acquisto solidale. nonostante l’enfasi sull’autodeterminazione e la militanza sono a tutti gli effetti un brand con tanti simpatizzanti e pochi militanti reali, spesso residuati bellici di altre esperienze (quando va bene) o debuttanti allo sbaraglio privi di qualsiasi patrimonio di “senso comune politico”.
per la serie se questi sono il cavallo su cui scommettere, poveri noi ..
Lorenzo
Anarchico nel 2011 e’ impossibile e/o insensato, cosi’ sostiene Giandavide.
Per lui può essere, ci mancherebbe altro. Per me no. E per me anarchico ha un significato che non ce’entra nulla con quello che ci fanno passare, ovvero agitatore, rissaiolo da centro sociale, o peggio, bombarolo e amante del caos.
Per me essere anarchico è “sporcarsi le mani”, voler dare il contributo all’autogestione, non fermarsi alla delega in bianco, anzi rifiutarla in toto. E se in tanti lo facessimo sarebbe veramente rivoluzionario, molto di più di quello che si pensi. E avremmo anche il vantaggio di un vero confronto fra molte teste pensanti, non tra vuote menti che si limitano a tracciare una x sulla scheda e poi “tanto sono tutti ladri”. Per non parlare dell’altro vantaggio: pensare con la propria di testa e non con quella di un partito.
Chiamalo anarchia, chiamalo democrazia dal basso, o democrazia partecipata.
Ma ci vorranno secoli… ma mai ci si prova…
alla fine e’ solo trasformarci da sudditi quali siamo ora in veri cittadini.
Questione Grillo: uno che dal palco di un comizio da’ del “busone” ad un leader di altro movimento per quanto mi riguarda scade nel becero, verrebbe quasi da definirlo fascistoide.
Una domanda che ho da mesi in zucca e non ho trovato ancora risposta: perché Grillo non parla mai di massoneria e della sua influenza?
Perche’ parlando di poteri massonici ci si ferma quasi sempre alla P2, ormai “bruciata” da un trentennio e che sicuramente ormai sarà stata abbondantemente superata?
Parziale risposta: il tesserato numero 1 del PD, De Benedetti, e’ un massone (e non sarà l’unico… i si dice vogliono che ad esempio anche Prodi lo sia). Ovvio che il PD (che sotto Veltroni ha cancellato il divieto del vecchio PCI di iscrizione alla massoneria) non ne parli.
Lorenzo
Un ultima chiosa: le recenti sparate morattiane, piu’ che per portare via voti a Pisapia, mi parevano orientate a chi di destra fosse deciso a non votarla e magari votare Palmeri, con l’ovvio messaggio “non vorrete mia che sia eletto l’amico dei terroristi, vero?”
giandavide
a questo punto rinetervengo anch’io, perchè non ho scritto l’unica cosa che volevo scrivere: va bene turarsi il naso per concludere qualcosa, va bene non turarsi il naso e mandare tutto a quel paese, ma turarsi il naso e votare un partito di destra come grillo per non fare niente comunqe mi sembra la pianificazione dell’obsolescenza.
posso capire che la pioldi si trovi bene tra i grilli e che allora non si tura il naso quando grillo parla contro immigrati e omosesuali: inosmma, dato che ha poc di sinistra, non ha nessun problema a stare con grillo (i commenti di oggi sul fatto dei grillini che votano la moratti al secondo turno mi hanno dato un’ulteriore conferma) e quindi tutto normale: ci sono tanti berlusconiani in italia che uno di più o uno di meno ormai non mi fa alcuna differenza. ma perlomeno abbiate il coraggio di dire “mi sono ricollocato politicamente”, “ho camabiato bandiera” oppure “non sono mai stato di sinistra”. in italia è ormai un fatto comune l’allegro cambio di casacca. perchè la gente fa così tanta fatica a parlarne, e preferisce nascondersi dietro frasi prive di senso come “non sono nè di destra nè di sinistra?”
davide
Si potrebbe riflettere ampiamente su cosa sia democrazia e se il voto rappresentasse seriamente un atto democratico.
Dopotutto lo Stato e quindi la Nazione è rappresentanza e tutela di una classe socioeconomica dominante.Questa ha due strade da seguire: o un rapporto diretto tra partito-stato e popolo basato su una Fede e Fiducia spesso ampiamente costruita ad arte dai settori della Propaganda,oppure fare lo stesso ma attraverso l’uso della partecipazione popolare attraverso il voto e sopratutto costruendo due alternanze ben consolidate minimamente diverse sui temi secondari,ma sostanzialmente unite nelle grandi questioni:capitalismo,depotenziamento delle lotte di massa dal settore produttivo e di presa del potere all’opinionismo e libertà di genere,che rientrano in parte nel contesto del Ribellismo.
Quindi il popolo penserà che nel voto vi sia la determinazione di esso,crederà lottando per libertà individuali,minoritarie,di genere,appartenenza e sostanzialmente non toccando i punti di controllo dello Stato e dell’autorità doverosa per controllarlo,che siano liberi e che facciano pure politica.
Io come ho già detto sono per il superamento di questa lunga agonia cominciata nel 1989 e arrivata ormai a livelli insostenibili.
Il controllo da parte dei lavoratori dello stato e la rappresentanza delle classi meno abbienti come motore di esso,potrebbe essere vista come una bizzarria perchè nelle mani di 4 amici al bar seguaci di un esponente ucraino picconato secoli fa.
Però se fosse usata seriamente si potrebbe parlare tranquillamente di programma e partito rivoluzionario.Dopotutto pensateci bene :la rivoluzione l’hanno già fatta nel 1989 e successivamente,solo che è restaurazione rivoluzionaria da parte padronale.
Chiaro che a noi ci proibiscono di agire in questo contesto.Quindi eccoci a chiacchierare sui voti da dare a Grillo,o a qualsiasi capopolo dell’immediato.
Nondimeno mi rendo conto che pesi ancora la tradizione della sinistra sconfitta ,moralastica per pigrizia,abbandonata alla narrazione retorica dello sconfitto che spera nel Domani.
Sarebbe giusto organizzare una sinistra capace di unire le classi lavoratrici del proletariato e della piccola/media borghesia,far presa su settori delle forze armate e dell’ordine,pronta alla nazionalizzazione,alla statalizzazione e al coinvolgimento delle masse-che termine 800entesco maremma maiala-disperse.
Questo mio pensiero teorico però si contraddice con la realtà di questa elezione.
Vincere a Milano potrebbe essere in sostanza la vittoria Morale che seppure con il tempo avrà esiti nefasti,nel momento potrebbe dare quell’ossigeno indispensabile anche per trovare un rappresentante alla nazionali contro berlusconi.Altro punto per quanto non mi piaccia,questo è il sistema attuale nella situazione attuale.Per un partito grande o piccolo è necessario,fondamentale,avere un consigliere comunale,provinciale,regionale.
Per visibilità,per soldi.
Quindi pensiamo bene quello che si deve fare,non sprechiamo l’occasione.
ps:non concordo che si debba chiudere con “vecchie politiche” frase assai ambigua che non necessariamente sotto intende politiche conservatrici,caro gian davide i disobbedienti e altri democretini che popolano la nostra parte mica sono passatisti,anzi..Eppure sono più vecchi di un operaio della Comune del 1870.
Sugli anarchici mi trovi assolutamente concorde.
marcolfo
mah non capisco la scelta. A parte il qualunquismo, il legalitarismo fatto dio, le idee su “internet” vecchie di 15 anni, gli attacchi a welby, le bufale venduto dal sito beppegrillo.it (tipo quelle delle palline che lavano la biancheria), gli apparentamenti con la destra in alcune amministrative, le idee sui migranti ecc… ora arrivano anche gli insulti di busone a Vendola. Mah sara’ satira ma francamente a me non piace
Paola Pioldi
Carissimi,
con, immagino, estrema soddisfazione di Aldo, polemizzo.
Gentili Giandavide e Davide (mi par di soffrire di ecolalia a nominarvi) ammetto, con disappunto, che siete riusciti a farmi il contropelo: sono giusto un tantino “incazzata”:-)
1 – Sono sempre stata di sinistra – ho sempre dichiarato pubblicamente il mio voto – mi dichiaro comunista (seppur specificando in che senso dato l’uso e l’abuso che se ne fa del termine) – firmo ogni mia presa di posizione con nome e cognome.
2 – Sono una cittadina onesta – dichiaro tutto a costo di non andare in vacanza … e altro (ma pensa che cogliona eh!) – non faccio politica, ma mi interesso e partecipo (in zona, per esempio, con altri cittadini, abbiamo fermato la costruzione mafiosa di una sorta di patetico grattacielo).
3 – Tanto per sapere, voi che fate oltre a blaterare contro i patetici grillinetti, stupidi “equo e solidali”, imbecilli movimentisti ecc.?
4 – Alla quarta, quinta o sesta colonna, caro Davide, ci apparterrai tu! (Mi sono accorta adesso di un tuo intervento sul post precedente).
5 – Superare il passato, non significa non farne tesoro come esperienza, solo i “vetero nostalgici ottocenteschi” confondono le cose.
6 – Eh già, ma pensa un po’ .. aderire ad un movimento prevede anche stare a fianco di chi non la pensa come me! Ma quanto è difficile eh!
Buona serata a tutti.
Cordiali saluti,
Paola Pioldi
giandavide
io e davide partiamo sicuramente da punti diversi, ma anche in questo caso mi trovo d’accordo con lui quando dice che il problema è il bipartitismo e non il partito. innanzitutto partiamo dal fatto che ci devono essere dei rappresentanti della volontà popolare, anche se nei libri di fantascienza esistono sistemi migliori. a me questa cosa che per pensare con la propria testa bisogna affidarsi alla testa di un altra persona e non a un mandato scritto nero su bianco proprio non la concepisco. se ti rappresenta un’altro individuo, cosa gli può impedire di “interpretare la volontà popolare” a proprio piacimento, casomai svendendosi a varie lobbies, e casomai intortando la popolazione a reti unificate in una società dello spettacolo che tanto dopo pochi minuti si sono già scordati tutto? solo la presenza dell’eletto in un partito, con un programma scritto nero su bianco e con una disciplina ferrea che se uno sgarra con la politica ha chiuso.
le scelte che si fanno in politica, sebbene di fatto siano ognuna un caso particolare, sono sintetizzabili in semplici assunti che si possono prendere come linee guida e che possono addirittura essere scritti in un programma. certo, poi se un potenziale elettore trova complicato stare dietro a cose scritte, e chiaro che troverà più comodo abbandonarsi al flusso di coscienza della propria testa. ma io non ci trovo niente di costrittivo nei confronti della mia libertà il fatto di preferire un programma scritto in nome di una linea partitica definita a dei “pensieri in libertà”. e infatti è molto facile che quado la politica è debole e i partiti pure, si instaura un modello personalistico, più permeabile dagli interessi lobbystici, e di consegenza un sistema bipolare basatosi su poche differenze reali.
poi, ribadisco, posso essere anche d’accordo sul fatto che facciano tutti schifo, ma credo che il modello partito vada modificato, in modo che tornino alla luce le sue connotazioni originarie, piuttosto che abolito, dato che si tratta di un’istituzione umana utile, e che in fondo è l’unica a garantire che i rappresentanti seguano il mandato degli elettori.
infine per quanto riguarda il riferirsi al passato: una cosa è approvare singole scelte di governi e regimi passati, un’altra cosa è approvare oltre ad essi l’impianto normativo che le ha rese possibili, e una terza è approvare tutto quello che han fatto i governanti passati. le prime due cose le trovo condivisibili, la terza la trovo piuttosto inutile e scomoda per chi cerca di guardare avanti. le “ricette” politiche si possono desumere lo stesso dal passato senza il bisogno di legarle al loro contesto storico che è irriproducibile e che rischia di diventare un sovraccarico simbolico che spesso è solo un peso. a meno che non si stiano facendo delle considerazioni di carattere puramente estetico. in quel caso anch’io risento del fascino dei simboli della classe operaia. ma se si parla di utopia io cerco qualcosa che superi il passato e che non si identifichi in esso (se si parla di realtà, mi turo semplicamente il naso e tento di non buttare il mio voto)
sonia coloru
Sinceramente non capisco il senso della provocazione lanciata.
Mi viene in mente un episodio:con altri compagni incontriamo a un’iniziativa sul referendum per l’acqua a Milano un nostro conoscente e compaesano, che nel nostro paese di provincia non ha mai partecipato alle iniziative. Gli vado incontro salutandolo, contenta che stia anche lui lì. Ci guarda di traverso e dice “testualmente”:”Guardate che noi grillini siamo tanti e vedrete quante mazzate vi daremo anche a Cesate!”
Morale: noi “compagni” facciamo iniziative, banchetti, da anni, anche su questioni che dovrebbero stargli a cuore, lui invece ce l’ha semplicemente con tutti i “politici” e sogna di darci mazzate “politiche naturalmente” (chiarisce). Ecco mi pare che il ragionamento nel blog sia un po’ questo. C’è la possibilità di un voto per una volta libero, sei anticapitalista e antirazzista, c’è una lista di sinistra che sostiene questi valori (e sostiene anche un candidato degno come Pisapia)che per una volta non si è chiusa e ha cercato di dare spazio alle associazioni, e tu cosa fai?
Voti per il movimento 5 stelle, di cui non condividi molte posizioni ma che “tira”, mi pare di capire proprio per dare una “mazzata” a quell’altra lista….
Sarò semplicistica e poco strategica, però non condivido per niente.
davide
Carissima Paola,
il chiacchierare è azione,quindi anche se io e giandavide dovessimo solo parlare,sarebbe già un netto passo avanti rispetto agli orgasmi dei manifestanti di fronte al masaniello di turno.
Il sottoscritto nel 2007 si è presentato come candidato sindaco a lissone per il Pcl,ha fatto migliaia di banchetti,volantini,incontri con operai e precari,migranti.Tutto quello che di norma fa un militante di partito.
Cosa vuol dire questo?Non sono io che entro nel partito per piegarlo o usarlo a mio piacimento,ma con la mia personalità mi metto al servizio di una linea,qualora come ora per me quella linea non riesco a rappresentarla faccio a meno di ostacolare l’avanzata del partito e mi defilo.
Molti a sinistra militano solo per fare gli indignati e i dissidenti,una megalomania martirizzante fastidiosissima.
La quinta colonna è rappresentata da chi ne è cosciente e attua piani di destabilizzazione contro un certo potere e chi inconsapevolmente e in buonissima fede fa lo stesso.A me danno del fascista rosso,perchè stalinista,ma va bene così.
Il comunismo per molti è movimentismo utopistico dove non è importante la presa del potere,ma la lotta per la lotta.Bella come idea,forma dei puri,dei santi,degli eroi della rivoluzione,ma di quale rivoluzione?E cosa è rimasto del movimentismo dei 70 e di quello del 01?Non è che magari 2 passi indietro e quintali di autocritica vi possa fare bene?Il partito come organizzazione è invece lo strumento ideale per il miglioramento della società perchè unisce tante personalità sotto la guida di una precisa prassi e azione politica.
Nondimeno il movimento nell’immediato e nel ristretto campo di un contesto sociale è palestra per la formazione dei militanti,un passaggio non doveroso ma forse di arricchimento dell’individuo.I ragazzi potrebbero sentirsi più legati a un raggruppamento di individui legati per una lotta,più che a un programma ampio e duraturo,e da lì comprendere le dinamiche e i metodi politici.Anche se a mio avviso sempre meno completi rispetto a un partito.Cosa possono fare i grillini e chi per essi,le liste civiche di disturbo programmato,una volta che l’indignazione e la rabbia dovessero diventare:analisi,strategia,formazione e capacità di gestire il politico e l’amministrativo?
Mi sembra che da parte nostra si pongano dilemmi non di secondo piano,e che se fossero affrontati potrebbero sviluppare una ricostruzione seria della sinistra.
Chiaramente avendo ben in mente che il punto principale sia battere la destra,ricomporsi dopo le derive democretine e di narrazione sterile-leggete ad esempio la presentazione della tessera Sel-la formazione dei militanti e il Partito come mezzo principale di cambiamento ,miglioramento,modificazione della società da una parte e di lungimiranza nella politica estera senza il peso dei pacitontisti imperialisti
Vabbè mo vado a vendere i giornali,dai!
giandavide
ho dato uno sguardo sul sito sondaggi italiani. gli ultimi due sondaggi sono swg e fullresearch. il primo dà alla moratti il 46%, il secondo il 49%. le scorse elezioni regionali han visto formigoni trionfare con il 49 contro il 41; i bookmakers danno moratti a 1.7 a 1 e pisapia a 2.10 a 1. ecco, ai sondaggi credo poco, ma sembra che anche a crederci tutta questa sicurezza non ci sia. senza contare la festa del milan a urne aperte con comizio finale del berlusca in aula, oltre alla polarizzazione dello scontro degli ultimi giorni. per il rsto fate vobis.
riguardo alla pioldi che mi ha chiamto in causa: io mi sono basato su quello che hai scritto, e che mi ha fornito le “etichette” per contestualizzare il discorso. non so chi sei e non dico di saperlo…
Paola Pioldi
Ciao,
vorrei dire a Sonia che, pur votando Calise come sindaco, voterò una lista a sostegno di Pisapia (come ho già detto, per il momento ho scelto quella in cui c’è Danieli) ma, se Sonia inviasse il link della sua lista, potrei orientarmi diversamente.
Grazie e riconrdiamoci che il voto può essere scorporato.
Saluti,
Paola
sonia coloru
Per Paola:
http://www.sinistraperpisapia.it
David Arboit
La prima volta ho votato nel 1976, a 18 anni. Ho votato Partito Comunista Italiano. Poi dopo l’89 ho votato PDS, poi DS e oggi sono iscritto e voto PD.
Di fronte a tutti voi e ai vostri tormenti verteriani, mi domando: ma io chi sono? Sono altro, tutt’altro?
A prima vista si direbbe uno scemo: mai un dubbio, mai un tentennamento, mai uno sbandamento, mai una diversione.
No, forse meglio un pigro. Uno che dove lo metti lì, lì sta.
Forse un tradizionalista (mio nonno votava PCI, mio padre votava PCI) e cioè ancora in fondo un pigro.
Forse sono allergico al dubbio, alla domanda, alla interrogazione, forse il mio spirito critico è zero. Ma no, dai, sono laureato in filosofia e mi piaceva la scuola di Francoforte e ho fatto un paio di seminari con Habermas.
Qualche giorno fa sono andato a trovare un vecchio compagno (nel PD per varie ragioni ci chiamiamo ancora compagni, non stupitevi) per il suo 90 compleanno. Molto affaticato nel fisico ma altrettanto lucido e vitale. Ha fatto la tessera del PD. Mi ha raccontato un po’ della sua storia e il momento più commovente è stato quando mi ha detto “ai miei tempi le principali virtù del buon comunista erano l’onesta, la modestia e la costanza.
Sarà allora che pur avendo abbandonato il comunismo come progetto politico-economico sono rimasto antropologicamente comunista: costanza (continuo a votare la stessa storia politica nella sua attuale forma), modestia (ho più stima e fiducia nei dirigenti del mio partito che in me stesso).
Comunque la persona a cui mi sento più vicino è Davide. Caro Davide, quello che tu cerchi oggi accade nei circoli del Partito Democratico, per lo meno in alcuni, in quelli che io conosco. Sono pazzo? Forse sì… ditemelo voi.
Paola Pioldi
Per Sonia:
grazie, ho appena guardato, ho capito chi siete:-) Ok, voterò la lista, la preferenza la metterò a caso (donna) perchè non conosco i candidati. Tenterò di proporla anche alle altre due persone con cui tra poco andrò a votare.
Speriamo in bene!
Un caro saluto,
Paola
sonia coloru
Cara Paola, anche se non si tratta della “mia” lista, in quanto, come ho detto, non sono di Milano, sono contenta se tu l’hai votata.Per quanto riguarda il voto disgiunto, sinceramente non ne capisco molto il senso, ma forse mi sfugge qualche calcolo “strategico”. Sono però d’accordo con te quando sostieni che in un movimento reale per un obiettivo preciso ci si deve confrontare anche con altre esperienze e che questo non è negativo.
Ma, almeno per la mia esperienza,far parte di un soggetto politico non preclude di poter partecipare anche a un movimento più ampio di cui si condivide l’obiettivo. E’ il caso dei referendum sull’acqua , per il quale abbiamo costituito un comitato molto ampio, in cui “umilmente” il soggetto politico mette a disposizione la propria militanza e ripone il proprio cappello, come secondo me deve essere, se quello che conta è raggiungere l’obiettivo, ritenendo che questa eventuale vittoria sia decisiva per una svolta nella direzione “antiliberista” per cui il soggetto politico si sta battendo.
Cari saluti e speriamo in una “doppia vittoria”, domani per Milano e il 13 giugno per tutti.
Sonia
davide
x david:il pd potrebbe funzionare se non fosse così spiccatamente euroatlantisa.Si spostasse a sostegno della indipendenza e sovranità nazionale,della nazionalizzazione e statalizzazione e a sostegno dei paesi canaglia,caspita farei subito la tessera.
Per il resto:costanza,modestia personale e sostegno della gerarchia non per un certa deviazione bonapartista,ma perchè rappresentano il Partito,non posso che concordare con te!
Ripeto:si criticano i Partiti,e i Militanti come se fossero cose vecchie e cretinetti,ma cosa fanno i Movimenti al di là di singole lotte nell’immediato e che fine ha fatto il glorioso Movimento dei Movimenti?La durezza che si mette scioccamente contro le uniche organizzazioni valide politicamente-i partiti-si dovrebbe metterla anche nelle critiche a chi si illude di essere puro,buono,giusto.In mano a patetici masanielli al cui confronto persino Bersani è un genio
Paola Pioldi
Cara Sonia,
sto ascoltando con partecipazione i risultati delle elezioni (naturalmente sono attenta più a Milano, essendo la mia città)e mi pare che le cose si stiano mettendo benino per noi di sinistra. Il voto disgiunto, sembra, abbia penalizzato la Moratti, in quanto le liste che la sostengono pare abbiano preso più voti di lei! Se ci sarà occasione (su questo blog o altro) mi farà piacere confrontarmi con te circa la mia scelta (prima in c/a 20 anni) di votare Calise (ossia un “movimentista”). Per quanto riguarda la privatizzazione dell’acqua, pure io, con altri cittadini, ho fatto parte dei comitati di “raccolta firme”, a Cinisello, per la precisione, perchè c’è una mia amica molto attiva. Rimandiamo il confronto su “cosa vuole dire partecipare a movimenti” e “speriamo”!! di goderci i risultati di queste elezioni. A proposito … una delle due l’ho convinta (strada facendo, per cui con pochissimo tempo) a votare per la lista (non tua, ma da te segnalata) … era facile però … aveva spesso votato Rifondazione!:-)
Ciao a tutti e a presto,
Paola
Franco
Ciao Aldo, potrei chiederti quali sono le uscite di Grillo che non condividi?? Cosa c’è che non ti va bene su quello che dice sui Room, sugli immigrati e sulla Fiat?? Se vuoi puoi rispondermi anche sulla e-mail.
Grazie.
Franco