Adesso i referendum, dopo cerchiamo di non buttare via la vittoria.

Sapevo (e mi auguravo) di suscitare un vespaio parlando dei difettacci della sinistra -su cui dovremo tornare per motivare il perchè di certi giudizi- però, adesso godiamoci un attimo la vittoria. Niente ozi di Capua, ma ogni tanto occorre anche sapersi fermare per apprezzare quello che la vita ci offre, vi pare? E la vita, questa volta ci ha fatto un gran bel regalo: Milano è importante e non vincevamo da 18 anni, però sapevamo tutti che non di sola Milano si parlava ma di ben altro. Dobbiamo riconoscere che Silvio ha superato sè stesso (la sceneggiata da accattone fatta da Obama e Medvedev è stata solo la ciliegia sulla torta) e Letizia ci ha allietati con  una serie di fesserie da Guinness dei primati.
Mai vista una campagna elettorale più sbagliata di questa.
Però, dobbiamo anche dire che, questa volta, la sinistra ha giocato bene: un candidato credibile, una impennata di orgoglio dei suoi militanti, nessun eccesso “estremista” ma neanche nessuna sbracatura ultramoderata. Il che vuol dire che la sinistra,  quando non si fa prendere dal suo innato autolesionismo e gioca decentemente, può vincere. Sono molto contento di essere stato fra i primissimi a sostenere Pisapia alle primarie e non sono affatto pentito del voto “prestato” al primo turno a Calise, sapendo perfettamente che la partita vera si giocava al secondo. Ed anche i grillini si accorgeranno che, possono anche dirsi “nè di destra nè di sinistra”, ma con la sinistra hanno qualcosa da fare insieme, con la destra assolutamente nulla.

I problemi restano: non sarà facile per Giuliano tenere insieme l’eterogenea  coalizione che lo ha portato alla vittoria –e parliamo soprattutto della patata bollente dell’expo- però dopo vedremo man mano come si mettono le cose.

Torniamo alla dimensione nazionale: il crollo a  Milano – culla, vetrina e roccaforte del berlusconismo- decreta l’inizio della caduta dell’impero di Arcore. Il blocco sociale populista composto da Lega e Pdl era già in sofferenza da tempo, anche per effetto della crisi che, in Italia come altrove, mordeva alla base il consenso sociale dei governi. Peraltro, questi tre anni di legislatura hanno prodotto solo poche riforme catastrofiche come quella della Gelmini e l’ossessivo dibattito sulla giustizia ad uso dei problemi personali del Cavaliere.

La coalizione restava in piedi sul carisma personale del suo capo (so che parlare di carisma a proposito dell’uomo del bunga bunga fa ridere o fa venire l’ulcera duodenale, ma il carisma sfugge alle regole della logica) ma adesso di quel carisma resta l’ombra. Da questo punto di vista il risultato politicamente più rilevante non  è neppure la sconfitta della Moratti quanto il vertiginoso crollo di preferenze personali del Cavaliere che attesta del suo declino personale.
Certo il governo non si è dimesso ed il Cavaliere per qualche tempo riuscirà a farlo andare avanti (se il governo non cade entro giugno, poi per un po’ dura), ma non pare che abbia un futuro radioso ed anche per i residui due anni di legislatura. In teoria, una svolta di 180° gradi (abbandono del ritornello sulla giustizia, pioggia di manovre demagogiche ecc.) potrebbe ridare fiato alla coalizione di destra, ma in tempi di crisi le regalìe demagogiche non riescono bene, senza le “riforme” sulla giustizia il rischio di condanna è altissimo e l’uomo sembra ormai bollito: difficile una ripresa.

Per Bossi i problemi si pongono in questi termini: se resta attaccato a Berlusconi, va dritto alla sconfitta elettorale nelle prossime politiche ed il suo partito si riduce di nuovo al 5-6%. Deve sganciarsi (e basta sentire radio Padania per capire come sta bollendo la sua base), ma sino a quando c’è questo sistema elettorale non ha altre scelte che l’alleanza con il Cavaliere. Ergo, per tornare alla politica delle “mani libere”, deve puntare alla riforma elettorale: o sistema proporzionale o maggioritario di collegio o maggioritario a doppio turno. Alla sinistra si offre la grande occasione di emendare il suo catastrofico errore del 1993, quando, con quel delirante referendum, si abolì il sistema proporzionale per quello maggioritario, spalancando così le porte a Berlusconi. Una intesa Pd-Idv-Udc-Lega per una riforma elettorale sarebbe il primo passo per uscire dalle macerie della seconda repubblica berlusconiana.

Un nuovo ordinamento elettorale –magari di tipo proporzionale- avrebbe anche l’effetto di accelerare la dissoluzione del Pdl, dando l’occasione a Scajola, Pisanu, Galan, Miccichè, Formigoni di mettersi in proprio. E dobbiamo ricordarci che noi abbiamo tutto l’interesse ad una scomposizione-ricomposizione del centro e della destra: non illudiamoci che il tramonto di Berlusconi significhi automaticamente la scomparsa del  populismo berlusconiano. Per ottenere questo risultato occorre che la destra attuale si disgreghi per poi riaggregarsi in forme più accettabili in un contesto civile. Ma questo processo è bloccato da un sistema elettorale che fa da tappo, tenendo tutti obbligatoriamente nella sfera di influenza di Berlusconi o del Pd. Occorre “far respirare” il paese liberandolo da questa armatura di un bipolarismo tutto artificiale.

In terzo luogo, se non vogliamo che il processo di disfacimento del centro destra abbia una pericolosa tregua, occorre mettercela tutta sui referendum: se dopo l’uno-due delle amministrative arriva il tre del referendum (soprattutto sul lodo Alfano) la crisi del berlusconismo diventerebbe difficilmente arrestabile.

Dopo cerchiamo di non buttare via la vittoria e ricordiamoci che la sinistra oggi non è ancora pronta –soprattutto dal punto di  vista del progetto di governo- a prendere le redini del paese: troppo grosso è il rischio di ripetere l’infelicissima esperienza di Prodi. E rischio ancor maggiore sarebbe quello di gestire la probabile ricaduta nella crisi con una sinistra ancora afflitta dai dogmi neo-liberisti.
Occorrerà lavorare e molto per attrezzare culturalmente, politicamente ed organizzativamente la sinistra a questa prospettiva e, forse, allora ci servirà parlare dei suoi “peccatacci” e non per fare della gratuita autodenigrazione, ma per diventare una sinistra vera all’altezza dei tempi.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (11)

  • io credo che aldo, come si suol dire “sbagli candeggio” (pubblicità candeggina ace) nel parlare dei grillini. forse perchè la sua esperienza è limitata a quella sparuta minoranza di grillini con cui si può discutere (e sono quelli a cui il grillismo va più stretto), e non alla realtà grillina più frequente, quella dell’indottrinato. potrei dilungarmi molto su questo aspetto, ma è già stato fatto da altri per altre sette, e dò per scontato che aldo sia esperto anche in questo campo. anche se è facile individuare nel grillismo delle metodologie di marketing che prevedono lo sfruttamento del giovanilismo, l’utilizzo del brand e una profusione di riti atti a consolidare un habitus di credenze e pratiche, credo che basti concentrarsi su elementi ancora più sotto gli occhi di tutti, anzi sotto le orecchie, dato che parlo delle affermazioni di grillo e dei suoi. anzi, senza mettere in mezzo dittature illuminate, casa pound, e quelle frasi che se paragonate a quelle di asor rosa, lo rendono un modello di equilibrio, basta pensare alle ultime frasi di grillo su “pisapippa”. a parte che come strategia comica siamo al livello di emilio fede, a parte l’analisi politica di grillo (“ha vinto il candidato del pd!”), credo che sia interessante notare le pretese avanzate dal tirchio genovese nei confronti di “pisapippa”: fermare l’expo, la speculazione e tagliare tutti gli stipendi all’assessore. per essere sicuro, grillo avrebbe pure potuto proporre a pisapia di dividere il mar rosso per poi ripulirlo con la biowashball. comunque se pisapippa non sarà in grado di compiere miracoli, grillo sarà contro di lui. ecco, in questo clima da “buttamose a messa” che regna sovrano, che spazio c’è per una conversazione civile? io credo ben poco. e credo che serva a poco adulare sta gente che negli altrui complimenti vede il tentativo di strapparli viadalla loro setta e reagisce in modi vari(amente incivili). il loro senso identitario supera di gran lunga la loro capacità di riflettere sulle cose. continueranno così, ad andare da soli come cani rabbiosi che disprezzano tutti, e a non concludere nulla nella vita, ed è difficile che sia altrimenti. ma, come si è visto da queste elezioni, rimarranno pochi e irrilevanti, spinti sempre più a destra dal loro capo e sempre più al margine della vita politica.

    lo so che è triste, dato che in fondo molte delle cose che dicono sono condivisibili. ma con le sette si può fare veramente poco. e sarebbe meglio parlare del livello di ideologizzazione di un gruppo politico, piuttosto che del suo essere di sinistra quando se ne vogliono trovare i difetti.

    altro che mancanza di criticità della sinistra: se si considera che le mie simpatie politiche sono per vedola, e che ritengo giannuli uno dei pochi studiosi seri su certi argomenti non mi impedisce affatto di essere critico con entrambi: con il primo per il mancato appoggio a de magistris, e con il secondo per questo improbabile grillismo

  • piccolo appunto. io preferisco il proporzionale, ma è anche vero che questa legge elettorale truffa, con il crollo del berlusca, darebbe a una qualsiasi coalizione di sinistra una maggioranza enorme e forse la immunizzerebbe dalla perdita di alcuni pezzi…

  • Come già discusso credo che il mov 5 stelle rappresenti un ottimo messaggio per la politica italiana, ma Grillo deve cominciare a lasciare spazio ai rappresentanti del movimento, e pesare bene le proprie parole quando si tratta di politica e non di comicità. il Beppe non può continuare a fare la guerra a tutti senza aprire gli occhi, bisogna dialogare e cooperare per le iniziative che si condividono. Credo che il programma di Pisapia abbia parecchio in comune con le idee del mov5stelle, dunque perché non favorire con un bel soffio il nuovo vento milanese??

  • dalla sinistra ora più che una cedevolezza ipermoderata temo una cedevolezza iper federalista per attrarre la lega… personalmente lo sdoganamento di un federalismo avvertito come necessità forse dal 15-20% degli abitanti del nord italia (percentuale di cui una buona parte inneggia al federalismo pensandolo più come dialetto-bandiera-orgoglio che altro) mi è sembrata la sciocchezza più grande dal maggioritario in poi…

  • Per quanto riguarda Grillo,chiaramente la penso come Gian Davide.Sul referendum,non capisco perchè un governo debba puntare sul nucleare quando la Germania si muove in direzione opposta,e si sa che i crucchi ahime hanno il loro peso decisionale.Oltretutto secondo alcune voci questo tipo di energia nei prossimi cinquantanni potrebbe sparire.L’acqua deve essere pubblica,statale,nazionale.Il legittimo impedimento è inacattabile per derive berlusconiane,diciamolo subito,seppure non sarebbe del tutto disprezzabile:le cariche dello stato andrebbero tutelate per evitare attacchi di quinte colonne e similia.Questo dovrebbe accadere in una nazione decente.

    La sinistra :da “rosso fiore in petto ci è fiorito” all’ultimo inno buono per questi 20 lunghi anni “il nostro cane ,non mi riconosce più” di vendittiana memoria.D’altronde i quadrupedi hanno fiuto e capiscono quando c’è odore di svendita o fregatura.
    Da avversari delle democrazie liberali,mi rendo conto però di essere del tutto intrappolato in questo sistema e quindi o voto per amicizia il pcl oppure devo sottopormi al sostenere il candidato e non il Partito,cosa che detesto profondamente.
    Pisapia da riformista,socialista light saprà governare bene una città,l’unica italiana a essere assolutamente europea,come Milano.Mi pare proprio il frutto della “milanesità” medio alta borghese di buone letture e maniere.Un Masaniello come quello votato a Napule sarebbe impresentabile qui da noi,fino all’avvento berlusconiano.Credo che passata la bufera,sapendo dialogare con queste forze sociali,(anche se le detestiamo e siamo per la dittatura del proletariato,non è tempo e contesto di fanfaronate rebeldiste e da teste calde),l’avvocato aprirà una nuova stagione centrista blandamente di sinistra,ma proprio fermi alle narrazioni vendoliane.
    Quindi pure uno che detesta sel,pd,idv, non può che sperare nella tenuta di questa giunta.Chiaramente sempre su posizioni iper critiche e non di entusiatico sostegno alla carlona.Vedremo nel contesto reale con il tempo.

    ps:dai,lasciatemi sfogare un po’ di complottismo da bar:arancione,questo il colore presente a Napule e a Milàn co ‘l cor in man.Non vi ricorda nulla?Certo la rivoluzione ucraina,si è visto poi come è finita!

  • io penso che il m5s sia un’avanguardia di idee,da cui la sinistra deve prendere spunto,altrimenti farà la stessa fine del destra attuale,rinnegata dagli elettori. De Luca,che tanto ha litigato con Grillo e Travaglio,è amatissimo a Salerno con lo stesso programma del m5s,connettività,rifiuti zero e ecosostenibilità ambientale (badiamo bene che anche lui ha tantissimi scheletri nell’armadio)

  • Ciao Aldo e tutti voi,
    spendo qualche parola per spiegare il mio voto a Calise: Grillo non mi piace, non lo stimo e ho amici, che pur non essendo comici di professione, mi fanno ridere molto più di lui. Il mio vecchio padre comunista lo definisce “il berlusca alternativo” e credo non abbia tutti i torti. Detto questo:
    1- Il movimento 5Stelle è un’espressione del malcontento cavalcato da un istrione. Forse la sinistra dovrebbe riuscire a farlo suo (parte del movimento, non l’istrione) proprio partendo dall’insofferenza che la base ha espresso alle ultime sparate populiste di Grillo.
    2- Calise è un giovane che si è affacciato alla politica con l’entusiasmo e l’idealismo proprio dei giovani di cui, credo, la politica abbia un po’ bisogno. Vedremo se sarà competente e, soprattutto, se si rivelerà un critico collaboratore di Pisapia e non un ostacolo per “presa di posizione a priori”. Se quest’ultima ipotesi si verificasse, ammetterei di aver sbagliato a farlo eleggere.
    3- Spero che la sinistra sia capace di convogliare risorse umane, che anelano ad un cambiamento radicale del “far politica” generale, in un movimento di opposizione più coeso, che non teme il cambiamento, che vada fiero del suo passato e che riesca ad innescare un vero cambiamento del “concetto” di politica in questo nostro strampalato paese.
    4- Nota personale: dal ’94 voto pds, ds, pd, ma con scarsa convinzione, questa volta è stato diverso: per quanto mi riguarda è la prima volta che la mia amata Milano (con tutti i suoi difetti eh!:-) ha un sindaco di sinistra (non ho mai creduto al -pentapartito craxiano- della prima Repubblica).
    5- Per concludere, ricorderei a tutti (Grillotto in primis) che Giuliano Pisapia diede le dimissioni da parlamentare (o sottosegretario, non ricordo) dopo due anni di governo Prodi perchè:”la politica non è una professione”. Secondo me è bravo il nostro sindaco, possiamo andarne fieri.
    So di non essere ferratissima in politica, ma, ho sempre pensato che, dal basso arrivano le spinte innovative .. e il movimento a 5Stelle questo è: vogliamo farne qualcosa?
    Un salutone a tutti,
    Paola
    p.s. Achille tieni duro! Il tuo oppressore sta persendo colpi! Non è ancora intervenuto!:-)

  • non mi permetterei di speculare sulla natura delle persone. specie in questo caso, dove è difficile non riconoscere una differenza di retaggio e di spessore culturale tra i due enti accostati. quindi mi limito a parlare di tendenze, di atteggiamenti, di giochi di superficie, ed è limitandosi ad essi che si possono fare accostamenti.
    insomma: una cosa è la stima per le persone, un’altra è essere d’accordo con tutto quello che dicono. e quando non si è d’accordo uno spirito polemico come il mio tende spesso ad intervenire. spero solo di averlo fatto in modo costruttivo

  • i movimenti per lor natura accendono gli animi,scoperchiano le tombe dei sogni,fanno ridere di gioia partecipativa e rivoluzionaria il sangue nelle vene dei giovani e dei naif,poi ti svegli ‘na mattina e ti chiedi:mbè?
    Rammentiamo le trombe dei tromboni bertinottian-disobbedienti per il Movimento dei Movimenti,rammentiamo quelle forze politiche espressione della società civile come La Rete,non nascondo che strategicamente e tatticamente siano fondamentali e utili o che ai ragazzi faccia bene un po’ di spontaneismo rebelde.Il problema è quando avanza l’età e si pensa ancora come a una novellina o un nuovo arrivato della politica.
    Quindi per ora codeste stelline ci han dato una mano a vincere le elezioni da qualche parte?Va bene.Non facciamo però il tragico errore dei comunistelli sempre pronti a enfatizzare gli altrui movimenti,e a pijareselo donde non batte il sole per non “cadere nelle vecchie logiche di egemonia atte a mettere il piombo nelle ali limpide del moviment”,come ci disse un giovanotto comunistazzo durante una riunione.
    Pisapia uomo di partito ha vinto,i grillini qualora dovessero entrare nella maggioranza si attengano alla serietà che il ruolo richiede e sostengano la giunta.
    Riflettiamo su come mai noi italiani siam portati a enfatizzare,a parlare in termini radicalmente entusiastici,di ogni movimento o risultato politico ottenuto nell’immediato ,a digiuno completo del passato e di quello che sarà il futuro.La lega pareva chissà che partito a destra e tutti ad analizzarla manco fosse il pcus con lenin,trockji,bucharin e compagnia bella.Mo ha perso tanti punti,in brianza sono allo sbando e che diciamo?Mah.
    Lo stesso vale per Grillo e affini,uè pistùlott de menta i tempi del masaniello son finiti!

  • Ci andrei cauto nel dare Berlusconi per bollito. Ricordo che alle disastrose regionali del 2005 la sinistra s’illuse di avere ormai chiuso i conti con lui, e di poter vincere agevolmente le politiche dell’anno successivo. Sappiamo tutti come finì: rimonta di B. e pareggio che rese troppo esigua la maggioranza di centrosinistra. Oggi ci sono segnali supplementari di logoramento – come il crollo delle preferenze a Milano, e in generale il fatto che perfino il nord pedemontano, vero feudo berlusconian-leghista anche nei momenti più bui del passato, ha voltato le spalle alla coalizione PDL-Lega – ma se il centrosinistra non saprà velocemente darsi un profilo definitivo del punto di vista delle alleanze e dei programmi, sono pronto a scommettere che nel 2013 perderà o pareggerà nuovamente le elezioni.

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