Accordo per la Siria: cosa si muove?

Sarà un caso, ma a pochi mesi dall’intervento aero-missilistico dei russi in Siria si è mossa la macchina diplomatica che sembrava paralizzata ed è sto trovato un pur fragile accordo per arrivare al cessate il fuoco. E, sempre per pura combinazione, sauditi e turchi hanno deciso che manderanno truppe di terra per combattere l’Isis. Ma non mi dire!

E i russi hanno mandato subito a dire che è meglio che turchi a sauditi restino dove sono stati sinora, mentre la parte più filo turca dei ribelli siriani dichiara di sentirsi tradita dagli alleati e lascia intendere che non rispetterà la tregua.

Insomma, è chiaro che il ritorno di Mosca sullo scenario mediorientale ha scosso gli equilibri e fatto inclinare il piatto della bilancia dalla parte di Assad (per il quale non nutro alcuna simpatia, ma ne ho anche meno per i suoi avversari) ed ha coinciso con una offensiva delle forze governative che sono arrivate alle porte di Aleppo. L’improvvisa disponibilità della diplomazia americana a negoziare (oltre che alle pressioni degli europei, terrorizzati dall’idea di nuove ondate di profughi in primavera) è stata prodotta dal timore di una vittoria sul campo di Assad o, quantomeno, di un sensibile spostamento di rapporti di forza per cui la trattativa sarebbe poi avvenuta in condizioni peggiori per i ribelli.

In questo complicato gioco si sono infilati sauditi e turchi per ragioni in parte diverse fra loro. Nella prospettiva neo ottomana di Erdogan una tregua che lascia al suo posto il regime siriano è una sconfitta intollerabile: una Siria ostile alle porte ed un nuovo protagonismo dei curdi, altro che sogno neo ottomano. E così Ankara decide di mettere piede in Siria, con il trasparente pretesto dell’Isis, per dare man forte ai suoi alleati e sabotare la tregua, E comunque, per precedere la proclamazione di uno stato curdo, che si sta sempre bene dal loro punto di vista.

Quanto ai Sauditi, è altrettanto evidente che ha interesse alla prosecuzione della guerra in Siria e ad evitare un consolidamento dell’asse sciita fra Damasco e Teheran, quindi, anche loro vanno per dare una mano ai rispettivi alleati.

Quanto all’Isis, ovviamente, non solo i sauditi non pensano affatto di combatterlo (salvo qualche sceneggiata ad uno e consumo degli americani), ma, anzi, vanno lì per proteggere la loro creatura, rifornirli, avvisarli delle azioni militari contro di loro ed, al bisogno, aiutarli ad evacuare salvando la pelle.

La rogna del Califfato non si cura lì: si cura pestando sauditi e turchi. E non mancano i mezzi per farlo, non necessariamente sul piano militare, ma, nel caso, anche sul piano militare.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (14)

  • non c’e’ dubbio che per sconfiggere l’ISIS bisogna picchiare Turchia e Arabia Saudita. Il problema e’ che l’occidente ovvero USA, Francia e Inghilterra non hanno intenzione di farlo perche questo avvantaggerebbe l’asse Russia-Siria-Iran.
    Gli occidentali che in questa fase sono perdenti (e ben gli sta’) al di la’ dei loro poco credibili proclami sugli aiuti umanitari e lotta al califfato che essi stessi hanno creato a tavolino, vorranno mettere in difficolta’ il responsabile della loro sconfitta, cioe’ la Russia. A questo proposito stanno gia’ agendo su tre fronti:
    1- sul fronte militare, cercando di fare impantanare la Russia in costose guerre di lunga durata (Siria, Ucraina).
    2- attacco speculativo sul rublo tenendo basso il prezzo del petrolio.
    3- cercare di sostituire Putin con un fantoccio alla Eltzin facendo leva sugli oligarchi contrari a Putin
    Ma poiche’ queste azioni sono costose anche per gli USA stessi, rimane da vedere chi si logorera’ prima.Sempre che nel frattempo non scoppi un nuovo conflitto mondiale, cosa tuttaltro che improbabile.

  • Concordo in tutto e per tutto. Facendo rientrare in gioco l’IRAN e la RUSSIA, tutto è cambiato. Mi chiedo solo perché far rientrare in gioco gli sciiti iraniani e il popolo curdo. Forse che i sunniti estremisti dell’Arabia Saudita & C. non sono più credibili o meglio spendibili e che i turchi, se nasce una sorta di Federazione Curda, perde 1/3 del suo territorio e la sua sciocca voglia di egemonia?
    Ultima. Israele, cosa le stanno promettendo se accetta il cambiamento?

  • Sappiamo che dietro agli alfieri Turchia e Arabia Saudita e al pedone ISIS ci sono il re Stati Uniti e la regina Israele e che lo scontro elettorale in atto negli USA vede di fronte i democratici finanziati dai Rockfeller, grandi amici della famiglia Saud, vicini alla CIA e i repubblicani, con le Koch industries come principali finanziatori, legati al Pentagono.
    Questi due colossali gruppi industrial-finanziari sono concordi nell’imporre il dominio americano, ma essendo rivali nel controllo delle fonti energetiche, hanno strategie diverse per il conseguimento dei loro obiettivi.
    Per approfodire l’argomento:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16203

    Obama, come la Clinton e tutti i democratici, escluso Sanders, è guidato dai Rockfeller nella sua politica mediorientale e, quindi, fino a Novembre assisteremo ad una politica che sfrutta militarmente gli alleati, evitando interventi diretti, mira a soffocare i nemici lentamente, come vuole la CIA e tiene basso il prezzo del petrolio per colpire la Russia e i nemici interni della Koch, che non riescono a sfruttare le tecniche di fracking, finchè il petrolio è a buon mercato.
    Comunque, finchè la politica mondiale sarà gestita da dinastie di petrolieri-banchieri, come avviene oggi, i pericoli di una guerra devastante saranno sempre presenti.

  • Buon giorno,
    Per come la vedo io sostituire Putin non è così semplice come pare e nel recente passato ci hanno già provato ma a nulla è servito. Vladimir ha solide basi ha ridato prestigio e reddito alla Russia quindi la base è con lui, ha giocato sulla diplomazia in modo pragmatico e quindi le burocrazie degli Esteri guidate dal fido Lavrov sono con lui, ha speso cifre degne di una grande potenza nelle forze armate e dunque generali e ammiragli lo sostengono. Tutti questi sanno che se mettessero un fantoccio al suo posto questa fiumana di soldi incarichi e promozioni se la sognano. Oltretutto è vero che si è provato ad agire sul fronte del prezzo dei combustibili da cui arriva gran parte del denaro a disposizione di Mosca e questo sarebbe una cosa buona , per i suoi nemici, se non fosse che il petrolio e il gas sono fonte di entrata non solo primaria ma anche unica per i suoi nemici in medio oriente ma anche per gli americani ( si parla di 600 miliardi di dollari bruciati solo in USA per i mancati investimenti nello Shale oil) ma anche degli europei che hanno visto crollare le loro esportazioni ( tipo i nostri typhoon al Kuwait) e quindi sono dell’idea che il gioco non sia valso la candela. La Siria salvo ribaltoni secondo me torna ad assad (magari tutti quei baci e abbracci con netanyau di qualche mese fa non erano campati per aria) in stile Iraq: più libertà e autonomia ai curdi magari con un nuovo presidente in USA.E lancio una proposta su cui meditare……. È interesse globale che il prezzo del greggio ritorni a prezzi accettabili diciamo 60 80 dollari al barile e allora che qualcuno non stia pensando di ridurre la produzione mondiale per far alzare il prezzo magari senza colpire i produttori USA e russi (contraenti forti) usando coi sauditi il pugno duro ( militare diretto indiretto terrorista pilotato).

    Buona giornata

    • @Alessandro Icardi
      al momento e’ molto difficile far cadere Putin, ma se la Russia entra in recessione, dopo un po’ le cose potrebbero cambiare. Il basso prezzo del petrolio non conviene a nessuno, ma e’ per gli USA, l’unico modo, sebbene non indolore, di mantenere lo standard valutario dei petrol-dollari, senza il quale l’economia USA collasserebbe in sei mesi. In ogni caso cio’ che si profila all’orizzonte e’ una guerra finanziaria gia’ in atto che avra’ conseguenze drammatiche, o addirittura una guerra vera e propria che sarebbe ancora peggiore

      • Gentile Benito,
        Concordo con te sulla necessita USA di mantenere lo standard dei petroldollari, ma questo lo possono mantenere ugualmente mandando in pensione gli al saud e i galoppini delle monarchie del golfo. Mi spiego meglio, ovviamente io non appartengo alla diplomazia ai servizi o alle categorie dei ben informati, quindi baso le mie teorie su mera fantapolitica e convinzioni personali.
        Quando si trattava di contenere i comunisti, anzi, di contenere l’espandersi del blocco sovietico, andava bene sostenere i vari pinochet, videla, somoza noriega in centroamerica, ci si apriva alla cina comunista e si appoggiava la politica inaugurata da Churchill del “to keep tito afloat” tenere a galla tito, si combatteva in vietnam e corea, si rifornivano i talebani e gli oppositori afgani e si aumentavano le spese della difesa a livelli stellari così da “costringere” mosca a fare altrettanto e farne collassare l’economia. Ora, come è vero che la politica non è che la facciata da mostrare in pubblico dei vari thik thank e delle lobby industriali quindi di interessi di vari gruppi di persone è altrettanto vero che chi lavora concretamente per arrivare alla realizzazione pratica della politica, in qualunque parte del mondo e in qualunque momento della storia sono le burocrazie che hanno molti difetti ma un pregio, a mio parere, sono prevedibili. Come tutti gli strumenti di grandi dimensioni le burocrazie lavorano sul principio del “massimo sforzo, minimo risultato” sicchè, caduto il blocco sovietico avendo come nuovo nemico il “terrorismo islamico” e i suoi finanziatori, per risolverlo queste burocrazie useranno i metodi che sono a loro congeniali e sperimentati.
        Voglio dire: abbiamo sostenuto gli arabi da sempre perchè unica fonte di petrolio (dai sovietici mica lo puoi comprare se c’è la guerra fredda) e per sostenere il petroldollaro, ma adesso che non abbiamo piu i soldi per far fronte a mosca (e chi da i soldi agli americani, pechino, sta per affrontare dinamiche interne complesse che si riveleranno assai costose quindi potrebbe chiudere i rubinetti che sovvenzionano la spesa usa) dobbiamo pensare a come rimpinguare il portafoglio. Un sistema è aumentare le esportazioni del MIO petrolio (shale oil) e ad un prezzo superiore ai 70 dollari al barile (se no non conviene estrarlo). Ed ecco , secondo me, la mossa della burocrazia “prevedibile”: scarico gli arabi sovvenzionatori dei miei nemici (e quindi poco piu difendibili e vendibili alla pubblica opinione) come ho fatto coi vari somoza pinochet, videla e ne affosso la produzione che compenso con la mia, quella russa, quella nigeriana e quella venezuelana, faccio di pechino, che ha smesso di sovvenzionare il mio debito pubblico, il nuovo nemico principale e tengo a galla il centro e il sud america, l’europa e magari l’india ( qualcuno la mia merce la deve pur comprare). Rifornito il portafogli mi metto a far guerra economica alla cina che per inciso ha piu risorse umane dell’urss ma ha meno risorse di petrolio e a tecnologia, soprattutto militare, è piu arretrata . Israele diventa il nuovo sud africa e quindi un po il gendarme del vicino oriente, caso mai i cinesi volessero andare a prendere il petrolio arabo, gli iraniani che bene o male hanno sempre contrastato la spinta sunnita e wahabita (ossia i miei nemici) girano lo sguardo a pakistan e a qualcosa di afganistan, l’indonesia si barcamena tra me e mosca ma va bene perche la posso controllare dalle filippine e mi fa da muro tra australia e cina. Avanza l’africa, ma un terreno di scontro per guerre per procura serve e andrebbe pure bene perchè ci sono tante materie prime da estrarre e tanta terra da coltivare, risorse idriche e nessuno si stupisce se ci si mettono dei videla dei somoza dei pinochet, lì lo fanno tutti i giorni.
        Per concludere pochi giorni orsono il papa ha abbracciato il patriarca di mosca e di tutte le russie. Certamente avranno parlato di 1000 anni di scisma, ma magari un accenno su come fermare il proselitismo islamico e le persecuzaioni contro i cristiani (e i persecutori sono sempre musulmani o cinesi)lo avranno fatto. In russia la chiesa ortodossa controlla gran parte dell’opinione pubblica, in USA l’immigrazione latina porta sempre piu elettori cattolici e comunque i voti dei religiosi (religiosi che si battono contro la teoria evoluzionista mica gente all’acqua di rose) contano molto ed in europa la crisi e soprattutto l’immigrazione ha portato un risveglio religioso (poco importa se piu legato al disprezzo dei musulmani che alla rinascita spirituale).
        Capisco che posso essere bollato come fantasioso ma………

  • In guerra, chi vince non fa accordi con chi perde, ma lo annienta: l’unico accordo è la capitolazione del perdente.

    Sicchè, ora che con l’appoggio della Russia, il legittimo governo di Assad sta riconquistando il suo territorio, perchè dovrebbero accordarsi con i terroristi tagliateste che l’occidente chiama opposizione? Questi accordi sono aria fritta, tentativi per far riprendere fiato ai terroristi. Non sortiranno effetto.

    Più realistica invece una provocazione del folle Erdogan, tipo invadere la Siria per provocare la reazione russa e invocare l’intervento Nato ex art 5 Trattato. Si andrebbe dritti alla 3.a guerra mondiale.

  • Cosa si è mosso/si muove?
    La stupidità.
    Se prima di iniziare questo caos la Russia aveva due basi in Siria, ora ne ha aggiunto una terza in Egitto, spendendo un po’ di soldini in più…
    Se ti unisci al gatto, alla volpe e alla faina, quelli faranno la cosa che da sempre fanno: farti fesso, trescare, combinare guai.
    Diciamola tutta. Questa nasce come guerra tra le pipeline: Nabucco, Qatar-Turkey, Irak-Iran-Syria, dove Assad ha detto niet al passaggio in Siria delle linee per procura dei russi, al fine di proteggere i loro interessi commerciali in Europa, in un certo senso, andandosela a cercare.
    Berlusk ne sa qualcosa. Ecco perchè gli Stati Uniti insistono sul cambio di regime in Siria.
    Una delle logiche sottese a questo pasticciaccio in Medio Oriente è commerciale e di dumping.
    Per il resto, se non vi fossero di mezzo tragedie umanitarie, potrebbe sembrare una commedia di Plauto.

    • @ andrea z
      ho letto l’articolo del Giornale su Soros. Il commento non fa’ una piega, e del resto molti neocons si sono gia’ espressi sull ISIS dicendo che non e’ pericoloso per la sicurezza degli USA. Vorrei sapere quando e’ che cominciamo a fare una serie di proteste contro le basi Nato? Il prof. Giannuli non ha niente da dire in proposito?

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