L’accordicchio sull’Euro
Fra gli addetti ai lavori, il 9 dicembre era una sorta di “giorno del giudizio universale” che ci avrebbe detto se l’Euro sopravviverà o no. I resoconti sull’esito possiamo sintetizzarli così: <<La riunione è terminata e l’accordo c’è, ma non completo; è parziale e non unanime, cioè quasi unanime (manca solo l’Inghilterra) però dobbiamo prevedere che la Grecia è destinata ad uscire. E l’accordo non è immediato, perchè poi lo definiamo a marzo. Più che altro è la premessa di un accordo che c’è, ma forse non c’è. Però può migliorare, se non peggiora. >>
Ci avete capito nulla?
Veniamo ai dati di fatto.
In primo luogo, ci sarebbe una intesa fra i 26 contraenti il patto, sulla politica fiscale e tutti si impegnano ad inserire il vincolo di bilancio in Costituzione. Una cura per la recessione che più sbagliata non si può.
La parte operativamente più rilevante è data dalla ristrutturazione dei meccanismi di salvataggio dei paesi a rischio default. Il vecchio Efsf (European Financial Stability Facility), chiamato sbrigativamente Fondo salva-stati, è affiancato- dall’ Esm (European Stability Mechanism) che emetterà titoli simili a quelli che l’Efsf ha già emesso per aiutare Irlanda, Portogallo e Grecia. L’Esm potrà acquistare titoli di stati dell’euro zona sul mercato primario e secondario con l’appoggio delle banche private del paese interessato.
L’Esm –gestito operativamente dalla Bce, ma dietro decisione degli “azionisti”, cioè gli stati membri- dovrebbe essere dotato di 200 miliardi di euro e, insieme al Efsf dovrebbe avere una “potenza di fuoco” complessiva di 500 miliardi. Capirai!
Ma vi pare che con titoli in scadenza nel 2012, per 240 miliardi di Euro, solo per l’Italia, senza considerare Portogallo, Spagna e Irlanda (lasciamo perdere la Grecia) un fondo di 200-500 miliardi possa bastare? Un anno e mezzo fa, quando iniziò la catastrofe greca, si parlò di un “bazooka” europeo che doveva spaventare i “carri armati” della speculazione internazionale ed esso venne “armato” di 700 miliardi. E, per la verità, non sembra che nessuno si sia spaventato più di tanto. E perchè mai oggi, ad attacco generalizzato all’area Euro, qualcuno dovrebbe spaventarsi di un bazooka con ancor meno munizioni?
E, infatti, le borse hanno reagito molto freddamente già venerdì, mostrando palese scetticismo sulla bontà della terapia adottata. Anche perchè, prima occorrerà attendere almeno le aste dei titoli del 29 dicembre e del 15 febbraio per capire quali saranno le dimensioni del cratere da colmare.
Per di più, la Germania non ha fatto alcuna concessione sugli Eurobond, come peraltro era perfettamente prevedibile. Non che gli Eurobond siano quella manna che Prodi e Quadrio Curzio vanno vantando (tutt’altro) ma quello che conta è il segnale ai mercati dell’ennesima desolidarizzazione del paese-locomotiva dell’Eurozona.
E non abbiamo ancora fatto i conti con il killeraggio delle tre grandi agenzie di rating, che sono state il vero direttore d’orchestra dell’attacco all’Euro. E’ di qualche giorno la notizia dell’”avvertimento” di S&P sulla possibilità di non riconoscere le tre A neppure ai bond emessi dall’intera Ue e c’è da aspettarsi che il cecchinaggio continuerà implacabile sino al 29 dicembre, per poi riprendere in vista della scadenza di febbraio.
Draghi ha subito dichiarato che l’ipotesi di implosione dell’Euro ha “zero probabilità” di verificarsi e, dal governatore della Bce, non ci aspettavamo nulla di diverso, ma quanto è credibile questa dichiarazione?
La sensazione che si riceve è che si sia evitato un clamoroso showdown che avrebbe portato la moneta al collasso in poche settimane, ma solo per approdare ad un “accordicchio” al ribasso, giusto per guadagnare qualche mese di tempo e capire il dafarsi.
Il punto è che sembra chiaro che nell’Euro non creda più nessuno, ma nessuno sappia come uscirne. Intanto, neanche l’eurofilo più perverso ed accanito crede più che la moneta possa essere l’attrattore che equalizza le economie nazionali e pone le premesse dell’unità politica. E, dunque, è liquidato il progetto base su cui si è fatta questa sciagurata avventura. Ma pochi credono ancora che le cose possano restare così come sono, con questa strana moneta straniera a tutti gli Stati. Non ci crede più la Germania, che ormai guarda ad Est e spera di liberarsi non solo dei “terroni d’Europa” ma anche degli infidi francesi e dei petulanti minori.
Non ci crede neppure la Francia che ormai sconta la fine dell’asse con Berlino di cui mal sopporta gli sgarbati diktat. Non ci credono da sempre gli inglesi che, infatti, non hanno aderito dall’inizio così come svedesi e danesi. L’Italia potrebbe anche crederci, ma in fondo una certa nostalgia della moneta debole che sosteneva le esportazioni inizia a farsi strada. E, comunque, che l’Italia ci creda o non ci creda, non importa un fico secco a nessuno perchè è del tutto irrilevante quello che pensa.
Dunque, ci sarebbero ottime ragioni per piantarla lì ed avviare un graduale ritorno alle monete nazionali o ad uno sdoppiamento dell’Euro, ma il guaio è che nessuno sa come fare, perchè in primo luogo i trattati non lo prevedono. Ma, voi direte, i trattati si riscrivono. Si, però ci vuole il consenso di tutti i firmatari, cosa più facile a dirsi che a farsi, anche perchè c’è un rapporto tutt’altro che chiaro fra Euro e Ue e diversi paesi Ue non sono nell’Euro, ma possono mettere becco nel processo di scioglimento della moneta unica. Dunque, problemi di ordine giuridico internazionale di grande portata e di difficile soluzione.
Poi ci sarebbero problemi di ordine economico, con scenari da incubo: la Bce ha stimato che il passaggio alle monete nazionali costerebbe mediamente il 25% del Pil a ciascun paese. Forse una stima eccessiva per portare acqua al proprio mulino, ma non c’è dubbio che l’operazione un costo lo avrebbe e molto pesante. Peraltro, molti dei progetti del dopo-euro potrebbero abortire: confermo che la Germania è tentata da una svolta verso la Russia, nuovo terreno di espansione, ma se dovesse aprirsi una fase di intensa destabilizzazione di quel paese (e dopo le elezioni legislative la cosa è tutt’altro che fuori dal campo del possibile) il salto acrobatico potrebbe finire tragicamente.
Poi ci sarebbe una esplosione senza precedenti di contenziosi giudiziari su contratti, titoli finanziari, obbligazioni varie che avrebbe un effetto altamente destabilizzante e, dunque, pioggia sul bagnato.
Per cui uscire dall’Euro è una operazione molto avventurosa, ma anche restarci non è cosa facile e priva di rischi. Insomma: nec tecum nec sine te vivere possum. Il guaio è che in questa specie di pantano rischiamo che a decidere siano gli altri, facendo a pezzi i titoli di stato dell’area Euro e spingendo al default Grecia, Portogallo, Italia, Spagna, il che disintegrerebbe l’Euro ed in condizioni ancora peggiori di quelle che potrebbero essere decise dai contraenti il patto.
Difficile dire come uscirne, forse varrebbe la pena di pendere in considerazione l’ipotesi di tornare ad una sorta di Sme rafforzato, con un Euro che resta come unità di conto, articolato in monete nazionali a parità variabile. O magari inaugurare una fase di doppia circolazione. Occorrerebbe un periodo ragionevole di transizione, ma non è detto che i mercati siano disposti ad aspettare. E non sono gli accordicchi che possono risolvere il problema.
Aldo Giannuli
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rosario
L’Euro sarebbe andato molto bene quando ancora esisteva un mercato unico nel quale tutti i Paesi Membri producevano qualcosa ed sopratutto scambiavano molto. Valuta unica,meno costi ecomplicazioni nei cambi, chiarezza nei prezzi e risparmi in valuta unica buona anche come valuta di riferimento.Oggi esporta un solo Paese, siamo tutti importatori, la finanza comanda in un continente europeo dove l’unico bene comune èl’aria fritta e ildesiderio di tornare ai vecchi stati naionali. Ci vorrebbe maggiore coraggio nel sostenere la valuta unica ma principalmente nelridisegnare una politica industriale integrata dove 400 milioni di consumatori possano scambiarsi i beni prodotti e perchè no, vendere parte del debitoad investitori esteri,magari con la tripla A delpiù grosso debitore mondiale, perchè, come diceva Totò, quando uno è debitore, le preoccupazioni maggiori sono dei creditori.
Francesco Acanfora
Gli inglesi portano a casa il fatto di avere ancora una gamba in mezzo all’UE (giusto per dare ulteriore intralcio, all’occorrenza), e di aver libere, per il resto, mente, braccia, finanza, e mani per tirare scapaccioni. I francesi ora sanno di aver perduto il rapporto privilegiato con la Germania, che non si fida piu’ e li trattera’ d’ora in poi in modo condominiale, per quel che riguarda gli affari di stretta pertinenza. Monti ha dichiarato che avrebbe preferito un accordo a 27, cioe’ ha ammesso che siamo in piena burrasca, un tipo di mare che per il natante Italia non e’ precisamente la situazione al momento piu’ opportuna.
Quando le legioni romane erano sotto attacco pesante, si mettevano a testuggine con gli scudi, tattica che suppone grande disciplina e consapevolezza che si lascia sul campo meta’ degli uomini. E’ una novita’ la difesa a testuggine in cui si scalcia fuori il vicino, e che crepi prima. Si tratta di una variante che lascia solo prevedere una prossima fuga disordinata, lasciando sul campo praticamente tutti.
Massimo
” L’ Europa politica non ci sarà mai. Non c’è un collante che la unisce , i Parlamenti nazionali conteranno sempre meno e la finanziaria sarà un fax che parte da Bruxelles. La rigidità della moneta costringerà molte imprese a chiudere e aumenterà la disoccupazione. L’ Europa sarà dei tedeschi, dei francesi e di qualche finanziere . ”
Umberto Bossi
Congresso federale del Marzo 1998.
Devo dire che, pur non essendo d’ accordo con lui su molte cose , in questa previsione ci ha preso in pieno.
Davide
In effetti la dichiarazione di Bossi ’98 e’ notevole. Solo che poi si e’ “romanizzato” anche lui.
Caruto
Osservo che l’umore dei partecipanti alla discussione e’ di grande ottimismo.
Per tutti Acanfora: “…una variante che lascia solo prevedere una prossima fuga disordinata, lasciando sul campo praticamente tutti.”
Devo ammettere che anch’io ho l’impressione che andremo a sbattere.
Alcuni dei punti ripresi da Giannuli sono anche quelli che avrei detto pure io.
Aggiungo che sembra esserci una grande differenza tra la velocita’ ed il coordinamento dell’attacco all’Euro e la difficolta’ delle istituzioni europee ad intervenire e ad individuare soluzioni.
Pero’…
A bocce ferme possiamo pensare quello che vogliamo e temiamo pero’ poi capita che in Russia le cose si complicano, o che altri sono messi peggio dell’eurozona (sicuri che la Gran Bretagna ci guadagna?), che l’amministrazione Obama sembra (sembra) tifare per noi… voglio dire che gli equilibri possono volgere anche verso il positivo per questa parte del mondo.
A Giannuli chiederei uno sforzo di elaborazione, se possibile.
Prendendo per buoni tutti i motivi che rendono difficile tornare indietro (verso le monete nazionali verso gli stati nazionali, ecc.) perche’ non pensare agli scenari possibili di un rafforzamento della zona Euro e della stessa Unione Europea.
Per una volta, si potrebbe fare esercizio di moderato ottimismo partendo dalle ragioni obiettive che renderebbero catastrofico il ritorno indietro.
Anche se, lo ammetto, anch’io penso che andremo a sbattere: e se non fosse cosi’?
Maurizio Melandri
Prima avevamo De Gasperi ora Berlusconi e Casini
Prima avevamo Longo e Togliatti ora D’Alema e Veltroni
Prima c’erano De Gaulle e Mitterand ora c’è Sarkozy
Prima Adenauer, Schmidt e Brandt ora c’è Merkel
Che ci possiamo aspettare? Il crollo culturale ha coinvolto la politica e sono convinto che questo sia una concausa della crisi che stiamo vivendo. Quando esplode la moda neo liberista, che ci porta fino a qui in tempi brevi, non c’è nessuno fra i politici che sappia o voglia rivendicare una guida della fase economica.
Ovviamente non sono un fan di De Gaulle o di De Gasperi, anzi!
Mi viene da pensare, dato che il seguire i sondaggi di opinione, non è solo una moda italiana e la politica si è ridotta ad inseguire i mal di pancia degli elettori (non credo che le decisioni della Merkel non tengano conto di quanto i suoi elettori pensano) invece di spiegar loro perché è meglio fare altro…non è anche un problema di una sorta di democrazia “assmbleare”? Cioè gli spazi democratici si restringono, ma si guardano i sondaggi dove non c’è discussione, ma solo idee di pancia. Mah!
sot leggendo “Come cambiare il mondo” di Hobsbawm e mi sono trovato a pensare come 2 contemporaneisti (Giannuli e Hobsbawm) scrivano libri che si pongono problemi simili. Strana similitudine no? Chissa che ne pensa il ns ospite 😉
aldogiannuli
pensa che per affiancare Giannuli ad Hobsbawum bisognerebbe almeno premettere “si parva licet cumponere magnis”.
Caruto
Hobsbawm e Giannuli: e se fosse perche’ tutt’e due sono marxisti?
L’altra volta un mio amico mi ha mandato tutto contento il link ad un interessantissimo articolo di non so quale importante analista finanziario.
Io gli ho mandato indietro il link di wikipedia che parlava della caduta tendenziale del saggio di profitto, roba di 150 anni fa, perche’ l’importante analista finanziario stava declinando il concetto e proponendo di conseguenza.
Si parva licet…
Robert
Aldogiannuli ha la capacit’a di fare sembrare buoni e appetitosi anche gli argomenti piu’ sgradevoli , come un grande pasticcere quando crea alta pasticceria con ingrediendi di recupero e avanzi .
aldogiannuli
arà ma a me sta passando l’appetito…
Robert
@Caruto ^Obama sembra (sembra) tifare per noi^
ma certo che Obama tifa per noi (tra l’altro geostrategicamnente siano ancora una colonia statuitense )come dubitarne, tifare non costa nulla no?
IL problema dell’euro è macroeconomico innanzitutto all’interno dell’eurozona ,per questo anche se la russia barcolla o gli altri vacillano non si capisce come l’italia possa avvantaggiarsene.
Robert
^Per cui uscire dall’Euro è una operazione molto avventurosa, ma anche restarci non è cosa facile e priva di rischi^
Parlerei di costi piu’ che di rischi:Bce avra’ anche calcolato i costi del ritorno alle monete nazionali ma il punto è un altro quanto è costato all’italia entrare e stare nell’eurozona ,una partiziale riposta la possiamo trovare nei grafici del bilancio commerciale (sia con quello disaggregato all’interno dell’eurozona che assoluto)che con il grafico del saldo finanziario finanale dello stato dall’entrata euro in poi. Sono grafici assai facili da enterpretare dall’introduzione dell’euro l’italia ha avuto defict di bilancio , in sostanza è uscita di piu’ ricchezza di quanto ne sia rientrata…
giandavide
i buoni cuochi spesso non sono golosi, come i buoni baristi non sono alcolizzati. per il resto è facile notare un certo tono depressivo nell’articolo, e per fare un pò il solito bastina contrario, ricordereei che forse una cosa buona è uscita: la maggioranza all’85% che potrebbe fare superare i problemi dovuti ai diritti di veto dei singoli stati che spesso hanno remato contro la ue. e se tutto ciò si rivolgesse contro i tedeschi, che sono sempre più isolati all’interno dell’ue? in fondo in questi mesi la stampa estera sta coniando un nuovo termine: germanofobia.
aldogiannuli
la notizia migliore è un’altra: che gli inglesi stanno per togliersi dai piedi
Caruto
@Robert
1) Il riferimento al tifo di Obama era per dire che l’ipotesi della strategia del governo USA per far cadere l’Euro si dovrebbe escludere (se ne era parlato nelle settimane precedenti).
2) Piu’ interessante la riflessione sui costi dell’Euro e la bilancia commerciale. Se puoi, dovresti postare dei link a delle tabelle da consultare o a degli articoli da leggere. Il tema e’ interessante, ma fino a quando non leggo un’analisi solida sui contro da contrapporre ai pro, e sulle alternative che c’erano a meta’ degli anni ’90 (quando fu deciso l’Euro e quando Prodi-Ciampi fecero di tutto per far aderire l’Italia) e sulle alternative che ci sono ora, non mi convinco.
makno
gentile prof. giannuli, dal mio osservatorio privilegiato nell’estremo nord est, vorrei sottoporre a lei ed ai gentili partecipanti le successive considerazioni. premesso che la classe dirigente tedesca è del tutto inadeguata rispetto al progetto che ha intenzione di mettere in atto, non è detto che certe dinamiche prendano maggior vigore magari con il precipitare degli eventi. nella mia regione le spinte verso un unione od almeno verso lo status di province confederate all’area tedesca e mitteleuropea sono al momento latenti, ma come un fiume carsico lavorano sottotaccia. per esempio la scorsa settimana in un paese della bassa sono state ufficialmente ricordate le vittime locali del primo conflitto mondiale che avevano combattuto nell’esercito austrungarico, con l’assegnazione alle stesse della croce nera, massima onorificenza militare austriaca. ovviamente tali riconoscimenti sono stati orgogliosamente conservati in comune. la ns zona risulterebbe particolarmente appetibile da una neo potenza tedesca sia per il fatto di ottenere un diretto sbocco al mare mediterraneo, sia per il fatto che una delle maggiori compagnie assicurative europee ha qui sede, insieme a cantieri navali di interesse internazionale accanto ad alcuni poli siderurgici non trascurabili. assorbire circa un milione e duecentomila persone, peraltro piuttosto tranquille e laboriose insieme a circa cinquecentomila sud tirolesi non dovrebbe essere particolarmente difficile. qualche problema potrebbe sussistere con la piccola e media borghesia nazionalista, principalmente di provenienza meridionale, (militari, medici, impiegati pubblici) ma nel caso non si adeguasse sarebbe cortesemente invitata ad andarsene. quanto sopra potrebbe sembrare assurdo al momento, ma nel caso di una fuoriuscita traumatica dall’euro da parte dell’italia, con prospettive greche o peggio argentine si potrebbe avverare anche lo scenario più imprevedibile.
con stima e amicizia.
Robert
^la notizia migliore è un’altra: che gli inglesi stanno per togliersi dai piedi
ma se c’è da fare un guerra poi tornano eh…
(,,, la polisemia NON era voluta)
Maurizio Melandri
aldogiannuli dice:
“pensa che per affiancare Giannuli ad Hobsbawum bisognerebbe almeno premettere “si parva licet cumponere magnis”.”
L’ultima frase da me scritta cominciava con “” e finiva con “”, una falsa istruzione xtml per identicare il fuori tema. Il blog ha invece capito altro 😀 e probabilmente ha cercato di comprendere quale istruzione fosse 😀
Io fatto il Liceo Scentifico a Varese ed il latino era più o meno considerato come la ginnastica. Mi sembra però di ricordare (corigetemi se sbaglio) che fosse una frase di Virgilio, probabilmente le Georgiche e più o meno mi sembra di capire cosa vuoi dire.
Ora io non mi metto a disquisire fra te e lui, non ho le competenze, so solo che lui è un pelo più famoso, ma ha anche parecchi mesi più di te (quasi 400 a naso).
La domanda era un’altra, so che l’hai capita, ma ora la faccio diretta…vediamo che succede 🙂
Come mai 2 esimi storici (il marxismo di entrmabi potrebbe, dico potrebbe, ma non ne sono sicuro, essere un dettaglio) si buttano in politica? Perché scrivere certi libri è per me fare politica, ovviamente nel senso alto del termine.
Poi chiudiamo l’OT 😉
aldogiannuli
allora:
Hobsbawm è uno dei massimi storici viventi per cui era doveroso per me segnalare il paragone con un personaggio di quella statura
Storia e politica: la storia non è lascienza del passato, ma scienza che studia l’uomo nel tempo, ed ha sempre il presente come base di partenza. Siamo in un momento di grande svolta epocale e se uno storico non se ne accorge (grande o piccolo che sia) che storico è? Per capire il passato bisogna prima di tutto capire l’epoca in cui si vive, ti pare?
Maurizio Melandri
e ci è ricascato anche se ho messo le ” vabbè
Robert
‘il secolo breve di Hobsbawm :Libro di formazione .
lamberto
Non è solo un accordicchio, ma quanto di più vago, solo affidato alla volontà dei singoli, senza dead line, senza regole e senza una visuale a medio-lungo periodo. Esattamente il contrario di quanto è necessario per tenere a freno i mercati finanziari: la fiducia. E’ la politica. Se fosse compatibile con le loro deboli, indeguate, insulse menti, penserei a un complotto, volto al collasso dell’euro e a una bella fiammata di inflazione, che azzeri i debiti, il costo del lavoro, il welfare e riavvii una crescita di breve momento, propizia ai furbacchioni e letale per i poveri cristi, che spesso rompono le balle.
aldogiannuli
questa volta sono d’accordo con te: non c’è nessun complotto, è solo imbecillità di gente che si crede furba
Robert
@caruto
1)Ma perchè secondo te Obama controlla la finanza e le banche americane? non è neppure
riuscito a punirle o riformarle dopo il cretic crunch ,c’è un articolo uscito recentemente che
dice che in sostanzana obama non controlla geitner .Comunque ricordiamici una cosa gli stati uniti non sono ‘buoni’ , fanno i loro interessi in modo spregiudicato .Da sempre
Robert
@Caruto
Per rispondere alla tua richiesta dei grafici macroecomici dell’italia (scoporati o meno )
dall’entrata dell’euro .Se leggi in inglese
li puoi trovare facilmente :cerca Gdp italy
current account italy (non è difficile li trovi i compari ) Ma prima chiediti :perchè non c’è mai nata in italia una discussine
sui benefici o come vedrai dei danni dell’euro all’economia italiana ? Al massimo
i professoroni dai nomi importanti ti rispondo:ma abbiamo avuto tanto credito a buon prezzo (ovvero le banche hanno avuto tanto dindini a basso prezzo)il che è vero
ma questo non ha portanto alla creazione di ricchezza per lo stato che macroeconomicamenete si è sempre piu’ disalliniato (come vedrai dai grafici)
Mentre noi sperperavamo il nostro momento d’oro per il credito a basso prezzo concesso alle banche (e anche allo stato perchè i tassi erano bassi anche per i btp)
facendo solamente aumentare i Prezzi (che sono ad livello superiore alla germania stessa )e gli stipendi di livello executive
(quelli si al pari con i migliori in europa)
La germania faceva i compiti a casa si impegnava diligente e spietata come sanno essere solo i tedeschi ,non faceva aumentare il costo del lavoro (stipendi cresciuti meno
che in italia dall’introduzione dell’euro)aumentava e consoliva la sua competitivita’ economica sul resto dei paesi dell’eurozona.In pratica la germania nel mercato comune ha schiantato tutti gli altri stati :la ricchezza italiana se va in germania per pagare il deficit della bilancia commerciale con i tedeschi…non poteva durare in eterno (con questa moneta su cui non abbiamo nessun controllo ma dobbiamo prendere a prestito)
Questa è solo una parte della verita’ quella piu’ visibile , Perchè quello che non di dice è che l’indebolimento dell’euro non è dovuto tanto ai debiti sovrani ma a quelli delle banche private (tedesche e fracesi in particolare)e della finanza ‘tossica’ fatta da questi istituti privati (dicono che il debito a rischio delle banche sia 3volte quello degli stati sara’ di piu’ con gli assett tossici )
Robert
links per approfondire(con grafici eloquenti):
http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/12/05/lake-wobegon-europe/
http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/12/02/profligate-zombies/
Caruto ti studi bene questo e hai la risposta a quanto chiedi
http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/11/26/mysterious-europe/
Robert
Italiani avete vuluto la moneta teutonica
e adesso pagherete pagherete tutto noi tedeschi siamo precisi i nostri conti devono
tornare tutti…vi abbiamo permesso credito
a volonta’ e bassi tassi agli inizi del nuovo
millennio? Era solo grazie alla nostro euro teutonico ora questo ce lo ripagherete con gli interessi…Va bene non è proprio cosi’ eh pero’ ora la germania ha la forza di fare pagare l’istabilita’ e il disallineamento macroeconomico dell’area euro (di sono responsabili gli sciagurati architetti della bce…)solo allo stato italiano…capite?
I debiti sovrani dell’italia (e in misura attenuata anche quelli degli altri stati eurozona) sono traballanti perchè in prima istanza la bce non è un vera banca e non stampa moneta (come la fed e le altre banche centrali) poi perchè c’è un enorme debito piu’ o meno tossico (molto piu’ grave dei debiti sovrani) da parte delle banche private (tedesche francesi …) e infine perchè la diversa forza/competitivita’ degli stati europei ha portato al prefallimento quelli piu’ deboli (disallineamente macroeconomico) Da qui non ne usciamo , si possono fare gli eurobod , i tedeschi ci pagano il nostro debito via la bce ma a quel punto l’italia diventa un protettorato della germania (e cosi gli stati piu’ deboli)
Questa è una discorso da caffeteria triestina intendiamoci ,una
una ricostruzione suggestiva fra un ottimo caffè e un altro.
Robert
Ma complotto fa un po’ tentativo di golpe nell’italia anni’70 , qua ci sono tante forze diverse che tentano di fare i loro interessi..
Nella misura in cui si fa un decreto e lo si chiama salva italia e in realta’ serve solo a pagare il conto del debito che si fa piu’ molto piu’ salato per l’aumento dei tassi …
(e fare diminuire il debito)
e si nasconde il fatto che senza eurobond
e quindi senza che la germania paghi per noi
non abbiamo nessuna possibilita’ di restare nell’eurozona…
Certo l’italia ha le sue gravi colpe ma ora
che si programmi di svendere le aziende pubbliche limare piano piano lo stato sociale
e le pensioni per salvare qualcosa che potra’ essere salvato per un eventuale concessione dei tedeschi(e su questi tutti
i commentatori concordano) mi sembra un ‘pochino’ grave…
Ci sono tanti cose correlate intrecciate si …latenti ma neanche tanto gli interessi angli contro quelli teutonici …che l’italia
paghi per l’euro si puo’ comprendere che paghi per qualcosa che le ha nuociuto -fatto salvo le grandi istituzioni bancarie- se ne puo’ discutere , ma c’è tanta voglia di diventare i vassalli dei tedeschi da parte dei confindustriali sembra .Il pareggio di bilancio in 2anni significa impoverire gli italiani su questi concordano tutti : gli hanno promesso in cambio il salvataggio dell’italia con gli eurobond?Bene , ma allora le manifestazioni di protesta andiamo a farle a berlino e francoforte che si sta’ anche piu’ freschi e la birra costa meno…
Filippo
Carissimo Aldo condivido in toto il tuo ragionamento sull’accordicchio, ma non mi è chiara, davvero, la differenza di intervento tra Efsf e Esm.
A presto
aldogiannuli
la differenza dovrebbe (“dovrebbe” perche la cosa è da def9inire in dettaglio a marzo, per entrare in vigore a luglio quando saremo tutti morti) in alcuni complicati meccanismi di formazione delle decisioni e delle reciproche garanzie. Ma tempo che la cosa non sia chiara neppure a Draghi
antonella policastrese
La situazione che si sta delineando è paradossale. Come si fa a parlare di eurozona, quando stati come l’Italia stanno collassando? Quella che stiamo vivendo è una nuova guerra, le cui armi micidiali sono la speculazione, giochi d’azzardo in borsa, Agenzie di Rating, mercati che si arrabbiano e determinano l’annullamento di una democrazia ormai in coma. Come si fa a parlare di euro quando sotto attacco è lo stato sociale. Diritti negati, gente licenziata, cassintengrati famiglie sfilacciate. Sembrano frottole quelle messe in campo a Bruxelless, rospi difficili da mandare giù. Momentaneamente la parte del leone la sta facendo la Germania che detta le sue condizioni.Qui o si decide che strada imboccare o altrimenti finiremo per essere uomini e donne in cerca di una cittadinanza dove le regole di un buon governo sono fondamentali e necessarie.
Caruto
@Robert
Grazie dei link, ora me li leggo.
Da quello che hai scritto oggi pomeriggio ho l’impressione che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, salvo valutazioni tecniche specifiche per le quali forse non sempre ho la competenza: il problema che poni non e’ tanto quello della moneta unica in se’ ma della governance economica e politica, italiana ed internazionale, in questa fase di globalizzazione ed internazionalizzazione.
Euro o non euro, gli interessi piu’ forti tendono a prevalere. Ecco perche’ dicevo ieri che ero perplesso sulle valutazioni tutte negative sull’Euro, che tende ad essere il risultato di una dinamica.
Rimane da capire se c’era una alternativa credibile migliore 16 anni fa, e cosa proporre ora, salvo dire che “gli interessi piu’ forti prevalgono”.
In altre parole, la tecnica dovrebbe andare al servizio di un obiettivo realistico (quale?) altrimenti i numeri si scelgono e si decide di usarli nella direzione che si vuole.
Scusami, ma e’ una antica polemica tra analisi quantitativa e qualitativa. Vanno a braccetto.
Maurizio Melandri
Sono abbastanza d’accordo con Caruto.
Aggiungerei un paio di considerazioni mie: il problema italiano è di governance nel senso anglosassone del termine.
Mi spiego meglio: abbiamo una classe dirigenziale (politici, industriali e finanzieri) di basso se non bassissimo livello e non da ora. Quando ero delegato FIOM e partecipavo sia alle giornate i studio che alle assemblee della mia organizzazione saltava fuori sempre il solito discorso: “Fino a quando produciamo solo viti, troveremo sempre qualcuno che le produrrà a minor prezzo”. In questa frase c’era tutto: scarso peso della ricerca, scarsa capacità tecnologica (in generale ovviamente), scarsa capacità di prevedere le dinamiche finanziarie ed industriali mondiali.
Ora che c’è un problema come pensiamo che delle persone abituate a lavorare con cassa integrazione e svalutazione competitiva (e nulla di più) abbiano il colpo d’ala per tirare fuori il paese da una situazione che loro stessi hanno creato?
Ho letto che gli stipendi italiani sono cresciuti più di quelli tedeschi, ma qualcuno sa qual’era il differenziale tra i due? Cioè di quanto erano più bassi gli stipendi italiani rispetto ai tedeschi? Sappiamo che per decenni la produttività dell’operaio italiano è stata maggiore di quelli francesi e tedeschi (fonte OCSE)?
I prezzi, con l’arrivo dell’Euro, da buoni “furbetti di quartiere” come siamo, hanno avuto un raddoppio secco, non credo che gli stipendi dei dipendenti abbiano avuto l’identica dinamica.
Credo che l’attacco all’Euro abbia un serie di concause: debolezza “politica” di questa moneta, debolezza del sistema finanziario dei maggiori paesi europei e per ultima, ma non meno impotante debolezza militare dell’Eurozona.
Si penso anche io che “andremo a sbattere” anche perché la Merkel, se va avanti così, affosserà la Germania (la Russia non lo vedo come reale mercato di sbocco per le merci tedesche), Sarkozy non sa che pesci prendere per salvare le banche francesi, Cameron ha isolato la Gran Bretagna che rischia di pagare costi elevati ed i PIIGS sono sempre più nei casini…
Andrea T
L’episodio di ieri – l’allusione velata (intimidazione?) del responsabile di S&P europa ad un possibile fallimento a breve di una banca tedesca – mi pare significativo. La conferma che questo accordo a 26, in se per se, è poco roba…
Secondo me il c.d. “attacco all’euro” non è che il tentativo di fare “ingoiare a forza” ai tedeschi la trasformazione della BCE in prestatore di ultima istanza. La finanza aglosassone, creando le condizioni per la speculazione al ribasso sui debiti sovrani UE, sta puntando a questo. A me pare chiaro.
La monetizzazione a go-go del debito pubblico europeo svaluterebbe notevolmente la moneta unica (cosa che a noi, e agli altri PIIGS, non dispiacerebbe affatto) ma scaricherebbe i costi sulla Germania, concretizzando il loro peggiore incubo: l’inflazione.
Mi rendo conto che fin qui l’outcome della mia analisi è piuttosto controintuitivo, se non criptico: che interesse avrebbe, ad esempio, l’economia americana alla svalutazione dell’euro?. Quindi si impone una precisazione.
E’ necessario allargare il campo. Secondo me la svalutazione dell’euro è una mossa prodromica all’inzio di una imponente “guerra valutaria” ai danni della Cina.
E’ un classico problema di economia internazionale: chi innesca la ripresa mondiale?(sostenendo i costi, ma con esternalità positive a vantaggio anche degli altri). Attualizzato alla realtà dei rapporti di forza odierni, mi pare che si voglia costringere la Cina (e, se vogliamo, al livello europeo la Germania) a farlo, visto che negli ultimi decenni si è ingrassata molto grazie ad un “dumping valutario” ormai divenuto insostenibile. Peraltro è l’unica che ha risorse per farlo, perchè tutti gli altri grossi player sono iperindebitati e non possono fare politiche espansive.
Ma per mettere all’angolo la Cina è necessario, per tutta una serie di ragioni, che il deprezzamento del dollaro nei confronti dello yuan sia sincronizzato ad un contemporaneo deprezzamento dell’euro (la sterlina inglese si è deprezzata parecchio, dall’inizio della crisi, grazie all’intervento della BoE).
Questa è la mia visione dello scenario complessivo. Scusate se mi sono dilungato troppo.
Robert
^In altre parole, la tecnica dovrebbe andare al servizio di un obiettivo realistico (quale?) altrimenti i numeri si scelgono e si decide di usarli nella direzione che si vuole.
Scusami, ma e’ una antica polemica tra analisi quantitativa e qualitativa. Vanno a braccetto.^
Oggi ho sentito una gentilissima e assai graziosa professoressa di economia all’universita’ di torino in sintesi il suo pensiero:Dobbiamo dare tutto l’appoggio poltico al governo monti che finalmente fara’
quelle riforme che servono all’italia per il suo rinnovamento rinasciata e crescita economica .
Come dice caruto l’analisi tecnico economica
la possiamo leggere come vogliamo e ricavarne l’interpretazione che vogliamo.
Come dicevo nel thread ‘la marcia ad est della germania ‘(28novembre di questo blog)
dobbiamo immaginare l’eurozona come una piattaforma economica dove le nazioni competono fra loro una gara sul piano economico >>
Robert
>>Ora cosa è possiamo ricavare dai dati a disposizione : La Germania ha tratto il massimo vantaggio (con un surplus di bilancio che viaggia sopra il 5%del pil costante negli ultimi anni) dall’introduzione dell’euro : è evidente che la sua economia era gia’ pronta e
preparata a sfruttare la peculiariata’ dell’eurozona . Gli altri stati specialemente
quelli mediterrani diversamente non sono stati pronti , si sono via via indeboliti ,in parole povere il saldo finale dell’italia è stato constantemente in deficit e si è arrancato per trovare e cercare competitivita’ ai ‘muovi’prezzi europei .In sostanza con l’introduzione dell’euro si è generata una progeressiva uniformita’ del prezzi negli stati eurozona
che pero’ ha favorita’ chi quei prezzi poteva reggerli , capite? Ovvero solo gli stati e le economie piu’ efficienti
Robert
Ora se siete d’accordo con la professoressa potremmo dire: stiamo giocando il nostro campionato in serie a non siamo la migliore squadra ma possimo migliora in fondo
il senso della vita è competere no? Allora
dato che siamo andata male negli anni precedenti pagheremo tassi alti , faremo piu’ sacrifici , tasse deflazione (gli stipendi non saranno bloccati sostanzialmente) credito piu’ diffocoltoso=
deflazione , o prezzi si adegueranno (forse)
quelli con gli stipendendi bassi che vivono nelle zone d’italia con il costo della vita
piu’ alto saranno alla fame (ma è la competizione no?il neoliberismo americano è questo che vogliamo vero amici(?!) del pd?)
Ora considerato che non c’è una correlazione chiara e netta tra diminuzione degli stipendi e dei prezzi e competitivita’ economica si puo’ tranquillamente che questo
tentativo di cura da parte del presente governo ,ovvero di riallinarci macroeconomicamente all’interno dell’eurozona
potrebbe avere successo come no , quello che è certo che impoverira’ la popolazione italiana .Il pareggio di bilancio in 2 anni ovvero portare il debito alla parita’ è considerato insensato e crudele da tutti i commentatori esteri (e perfino italiani).
sono molto anni che il governo italiano sapeva che se non fossero state le famose riforme per la crescita saremo finiti male(ovvero sull’orlo dell’fallimento)per ignavia si è fatto poco o nulla , tremonti ha sperato nell’aiuto della germania invocando gli eurobond ,la mantalita’ tedesca è del tutto aliena alla carita’ e alla solidarieta’ (parlando in generale)
e quindi si è illuso , se leggete i commenti dei tedeschi al problema degli stati euromediterranei trovere dei :i debiti italiani non li paghiamo . se c’è un disallineamento macroeconomico lo sanino gli italiani noi lavoriamo seriamente e meritamo il nostro successo e via cosi’…
Robert
E questo nonostante la germania sia stata favorita enormente dall’euro . Perchè nessuno -salvo qualche eccentrico alla paolo barnard -ha denunciato i danni dell’euro all’economia e allo stato italiano ? Perchè per farla breve le grande istituzioni bancarie sono state molto favorite dall’euro cosi’ come come i grandi immobiliaristi e i grandi imprenditori italiani che hanno goduto a lungo di credito e liquidita’ a basso costoe hanno potuto proiettarsi nella grande fiera della globalizzazione con convinzione. In sostanza i dati macroeconomici negativi e via via disastrosi dell’italia dall’adozione dell’euro sono stati obliterati perchè chi controlla i media (e i giornalisti se mi permettete ) aveva il suo interesse a tacere. Quindi stiamo vivendo un esperimento ,chi paghera’ le spese di quest’esperimento mi sembra sia
chiaro chi eventualmente ne beneficiera’ anche .Potra’ tenere l’italia il passo della germania dopo le gradi riforme del governo inviatoci dalla germania e dalla bce ? Potra’
l’italia ricomiciare a crescere ora che finalmente le professioni saranno liberalizzate cosi come il commercio ?
Robert
Alcuni (quasi tutti i commentatori economici americani e inglesi specialmente liberal e keynesiani) dicono sia una follia che l’italiasi impoverisca faccia sacrifici per difendere la moneta tedesca e che il disallianemanto macroeconomico non sara’ mai sanabile se non in tempi biblici e a livello teorico .
Quindi alla domanda cosa possiamo fare rispondo: Discutere e pretendere una discussione sulla bonta’ dell’euro (e di questa europa non solidale ma solo competitivia)per l’economia italia e sulla necessita’ di non farsi
imporre soluzioni dall’alto via bce e germania.L’italia se non ha diffocolta con questo assetto dell’eurozona dovrebbe pretendere un cambiamento dei trattati con forza senza subire questo tremendo ricatto
di svendita delle sue aziende pubbliche e di
garantire i debiti delle banche private senza nulla in cambio.Bisogna insomma cominciare a fare politica , la finanza deve essere un mezzo non un fine.La discussione sull’assetto europeo e l’euro deve diventare prioritaria
rosario
Io penso che L’Italia abbia pagato un prezzo salato per entrare e restare nell’Euro. Abbiamo il diritto di essere ascoltati con autorevolezza e rappresentati in un contesto più ampio del binomio franco-tedesco. Riguardo alle privatizzazioni, sto notando che le aziende industriali più importanti sono sempre più spesso acquistate da gruppi stranieri (acciaio -Severstal, industria ferroviaria-Alstom, Fiat-Crhysler, industrie alimentari-Nestlè, moda-gruppi finanziari americani e cinesi ec). Ricordo che, come diceva il mai troppo citato Nencioni nel film di Monicelli “Speriamo che sia femmina” : “..chi vende non è più suo”. E con questa chiosa, vivaddio banale saluto e ringrazio tutti.
Massimo
A me pare lapalissiano che una moneta unica non possa funzionare quando ci sono politiche fiscali diverse tra gli stati dell’Eurozona, o meglio quando si vuole imporre a tutti indistintamente la stessa politica rigorista tedesca per mantenere stabili i prezzi e forte la divisa, a fronte di paesi strutturalmente diversi per inflazione, occupazione e tassi d’interesse.
Mi è molto piaciuto un articolo che ho letto oggi e che faceva risalire il progetto dell’Euro alla volontà del presidente francese Mitterand di ingabbiare la Germania all’Europa per impedirle in qualche modo nuove tragiche avventure come quelle del secolo passato; curioso che da quest’intenzione siamo poi passati alla situazione opposta di una Germania che tiene tutti agganciati alla sua politica insensatamente rigorista, quando ci sarebbe bisogno di stimoli keynesiani.
Robert
Vi invito a leggere questo intervento davvero validissimo :
è esattamente quanto ho cercato di dire nei miei interventi qui :
http://goofynomics.blogspot.com/2011/11/luscita-delleuro-redux-la-realpolitik.html
http://www.ilmanifesto.it/dossier/la-rotta-deuropa/il-forum/mricN/5642/