8 marzo a Buenos Aires: resoconto diretto del corteo

Con molto piacere torno ad ospitare l’amico Angelo Zaccaria, che da Buenos Aires, dove si trova, mi ha mandato una interessante cronaca del corteo per la giornata dell’8 marzo. Buona lettura!

I numeri
Una manifestazione enorme. Percorso tradizionale, da Plaza de Mayo a Plaza Congreso. Alle 17,30, quando era prevista la partenza, la testa era gia’ arrivata in Plaza Congreso.

In Avenida de Mayo ingorghi dovuti ad affollamento, tanto che si formano di fatto due cortei minori nelle due vie parallele. Alle 20,30 la coda del corteo non era giunta ancora a destinazione. Manifestanti che dilagano anche nelle varie vie di accesso a Plaza Congreso. La stampa ”amica” parla di cifre fra mezzo e un milione di persone. Quella ”nemica” preferisce non dar troppo risalto alla giornata.

La composizione
Tante, tantissime giovani. Organizzate e non. Presenti al completo tutti i movimenti sociali e di base della Grande Buenos Aires. Alla testa gruppi e movimenti femministi, di Ni Una Menos e per la campagna a favore dell’aborto legale, libero, sicuro e gratuito. Poi gruppi LGBT, Madri e Nonne di Plaza de Mayo, organismi per i diritti umani, gruppi antirazzisti e di appoggio ai popoli nativi, movimenti di quartiere e di disoccupat@, lavoratori e lavoratrici dell’economia popolare, sindacati combattivi, imprese ed enti colpiti da licenziamenti, gruppi ambientalisti, animalisti, partiti e gruppi di sinistra, peronisti, etc.etc.etc.etc.

I contenuti
Qui piu’ che le mie parole, raccomando vivamente la lettura del Manifesto della giornata, letto in Plaza Congreso al termine della marcia. Impossibile non cogliere in questo documento tutta la ricchezza, trasversalita’, concretezza, semplicita’, trasparenza, radicalità, contenute in questa giornata di fine estate australe, e riflesse anche nei tantissimi striscioni, bandiere, cartelli, adesivi, messaggi veicolati nei modi piu’ vari.

Il clima
A parte la splendida giornata di sole…. Qui le mie parole rischiano davvero di stare strette. Mi limito solo a dire, avendo preso parte a tanti cortei, anche in questa parte di mondo, che poche volte ho visto in un corteo tanta tanta energia, forza e determinazione. Consiglio a tutt@ di cercarsi in rete foto, video etc. dell’8 Marzo 2018 a Buenos Aires.

El pueblo las abraza, madres de la plaza!
Questo slogan saluta la fine dell’intervento di una esponente delle Madri/Nonne di Plaza de Mayo, l’ultimo, col quale si chiude ufficialmente la manifestazione. Secondo me e’ uno slogan che esprime bene uno dei tanti aspetti e contenuti piu’ profondi di questa bella giornata. In Argentina l’esempio della lotta piu’ che quarantennale, condotta dalle Madri e Nonne di Plaza de Mayo, ha un valore simbolico e fondativo di tale forza, che per noi italian@ puo’ esser paragonato solo alla Resistenza contro il nazifascismo.

Questa forza simbolica e fondativa, fra le tante altre, vale ancora di piu’ ed a maggior ragione per il movimento femminista argentino, e non solo per quello femminista.

Angelo Zaccaria
Buenos Aires, 10 Marzo 2018

8 marzo buenos aires, angelo zaccaria, non una di meno


Aldo Giannuli

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Comments (9)

  • O.t.
    16 marzo 1978. Un mattino quasi primaverile. Da poco era iniziata la lezione di matematica. Il bidello busso. Col volto teso, chiese al professore di andare in presidenza. Era accaduto altre volte. Nulla di preoccupante. Dopo pochi minuti il professore ritonò veloce verso l cattedra, seduto a coprirsi la faccia con le mani per nascondere la sua disperazione. Non si dava pace. Pensammo ad un lutto familiare. Dalla prima fila qualcuno prese coraggio e gli chiese cosa fosse successo. “A Roma, le brigate rosse hanno ucciso gli uomini di scorta a Moro e lo hanno rapito” disse con voce bassa. Dall’ultima fila dell’aula il suo quasi omonimo e parente, facendo roteare in corso indice e pollice uniti, aggiunse: “Aldo Morto”. Il commento veemente e infuriato che partì dalla cattedra fu: “Bestia, non sai quello che dici” … Tra me e me pensai che le brigate rosse avrebbero fatto un po’ di manfrina e poi avrebbero liberato Moro, come era avvenuto in precedenza per Sossi. G. era seduto dietro di me. era figlio di un carabiniere. Perse l’allegria, chinò il capo e non pronunciò parola. Giunto a casa, restai impressionato dalle immagini televisive. Non erano paragonabili a quelle dei sequestri di persona a scopo di estorsione. Nulla a che vedere con le rapine a fuoco alle banche, o con le gambizzazioni, o con singoli omicidi: sembravano più simili a quelle dei blitz dei commando dei film di guerra. Solo che che sul suolo non giacevano soldati tedeschi, ma uomini con la divisa uguale a quella del padre di G. . Mi chiesi chi cosa fosse stato all’origine di una carneficina del genere.

    • Venceslao di Spilimbergo

      Il miglior studio riguardante la storia del rapimento dell’Onorevole Moro si può leggere nel documentatissimo libro “I NEMICI DELLA REPUBBLICA (Storia degli Anni di Piombo)”, del dottor Vladimiro Satta (Storico e documentarista presso il Senato della Repubblica dal 1987), edito Rizzoli nel Febbraio 2016, 900 pagine circa, al costo di 28,00 euro; il capitolo interessante la vicenda dello Statista Democristiano è il X (intitolato “Il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro”), da pag 503 a pag 610. Peccato che non siano riusciti a salvarlo… è però vero che l’interesse Nazionale non lo permetteva; e la salvaguardia dello Stato vien prima di tutto. Requiescat in pacem perpetuam.
      I miei ossequi Esimio

        • Venceslao di Spilimbergo

          Buonasera Professore
          La ringrazio per la cortese attenzione rivolta al mio ultimo commento. Prendo atto delle sue legittime perplessità Chiarissimo… perplessità di cui ero in verità già a conoscenza, sia grazie alla lettura dei suoi numerosi articoli concernenti il cosiddetto “Affaire Moro”, presenti in questo sito; sia anche per i molteplici libri, saggi, interviste realizzate nel corso degli anni su questo tanto grave quanto complesso argomento (tutte opere che vanto di possedere nelle mia piccola biblioteca domestica e, per le quali, le porgo le mie congratulazioni per il notevole lavoro scientifico svolto)… in tutta sincerità però non riesco a condividere il suo punto di vista. Molto probabilmente sbaglierò ma, stante le fonti verificate a nostra disposizione (da me lette con non poca spesa di tempo e fatica), non riesco a fare mia l’idea secondo cui dietro il rapimento e la successiva uccisione del politico Democristiano ci possano essere stati altri autori oltre le cosiddette “Brigate Rosse”. Se mai in futuro dovessero venire alla luce nuove testimonianze e/o prove (verificate e verificabili, naturalmente) portatrici di novità contrarie al punto di vista da me sostenuto sarà mia premura ammettere l’errore di valutazione compiuto e altresì prendere atto della diversa realtà storica che emergerà! Fino a quel momento però, spero non me ne si vorrà se, rispettosamente, continuerò a considerare più probabili conclusioni diverse dalle Sue riguardo come andarono i fatti di quei tragici 55 giorni.
          Ringraziandola nuovamente per la sua cortesia, la saluto augurandole ogni bene e una serata

        • Venceslao di Spilimbergo

          Buonasera Esimio signor Gaz
          La ringrazio per la risposta cortesemente offerta al mio scritto di due giorni fa. Lei mi chiede quale Stato, quale interesse Nazionale… ebbene Esimio io mi riferivo al nostro Stato, la Repubblica Italiana… e pertanto al nostro legittimo interesse Nazionale. Pur ben sapendo quanto il mio punto di vista su quei tragici fatti possa essere ancora minoritario a livello di pubblica opinione (ma non per fortuna a livello accademico!) continuo a rimanere convinto che, sulla base di approfondite ricerche rette da fonti (verificabili e verificate), non solo dietro ai fatti del rapimento e dell’uccisione del Onorevole Moro non vi fossero secondi/ terzi mandanti (mai accertati ma solo supposti) ma altresì come il non scendere a patti con i terroristi delle cosiddette “Brigate Rosse” sia stata la scelta più giusta, anzi! Non trattare fu la scelta unica, doverosa che le Istituzioni Nazionali non poterono non prendere, in quanto bisognava tenere conto sia della contrarietà che le Forze dell’Ordine avrebbero subito manifestato alla notizia di un possibile abboccamento tra il gruppo criminale e lo Stato; sia della totale contrarietà del PCI, appena divenuto “alleato esterno” della maggioranza, ad un eventuale accordo (ricordiamoci che le cosiddette BR chiedevano, come contropartita per la liberazione dell’ostaggio, il pieno riconoscimento politico!); sia della contrarietà alla trattativa espressa dai nostri partner interni alla Alleanza Atlantica (USA, ma non solo, in primis). Oserei affermare di più: al posto dei defunti Onorevoli Andreotti, Cossiga, ecc… a malincuore, io avrei preso la loro stessa decisione… in quanto la salvaguardia degli interessi (e talvolta dell’immagine) dello Stato deve sempre venire prima rispetto a qualunque altra cosa; compresa purtroppo la salute, persino la vita di uno o più dei suoi servitori e/o cittadini (come ebbe modo di affermare a suo tempo anche l’allora Presidente della Camera Pertini… pure lui contrario alla trattativa).
          Ringraziandola nuovamente per la sua cortesia, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

  • Dovremmo interessarci di più dell’America Latina.
    In Argentina sono italiani che parlano spagnolo.
    Senza Galtieri non avremmo avuto la Tathcher imperante, con tutto quello che ne è seguito.

    • Questione astrusa quant’altre mai, quella della filiazione argentina, sfuggente anche per loro stessi: gli etruschi del cono sud, vengono definiti da esperti genealogisti. Studi comparativi recenti suggeriscono che i messicani discendono dagli aztechi, i peruviani dagli incas e gli argentini dai bastimenti.

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