Legge 138: la risposta di Carlo Smuraglia

Ecco la risposta del presidente Carlo Smuraglia alla mia lettera aperta di alcuni giorni fa. Lo ringrazio vivamente, spero potremo risentirci presto e gli faccio i miei più sinceri auguri per un pronto ritorno “in forma” per nuove battaglie. A.G.

Caro Giannuli,

ho letto la tua “lettera aperta” e ne ho apprezzato il contenuto, che meriterebbe una risposta articolata e approfondita. Purtroppo, mi manca il tempo materiale, perché sono stato letteralmente “costretto” dai medici a prendermi una vacanza, dato che negli ultimi mesi ho un po’ troppo abusato di me stesso e adesso ne affronto le conseguenze.

Ci risentiremo, dunque, in un momento più “riposato”. Intanto, però, voglio dirti che condivido le preoccupazioni per il tipo di riforme che si sta cercando di realizzare. Si è cominciato  male, proprio pensando di modificare, con una legge costituzionale (che sta procedendo, in Parlamento, con insolita speditezza) quell’art. 138 della  Costituzione che costituisce una garanzia per tutti ed un baluardo contro ogni tentativo di mettere mano a riforme che incidano sulla coerenza del sistema costituzionale (prima e seconda parte insieme).

Condivido anche la preoccupazione per la relativa disattenzione e disinformazione con cui l’iter di questo disegno di legge viene seguito, dalla stampa e dall’opinione pubblica.

Io sono fermamente convinto che la Costituzione sia tuttora viva e vegeta, non solo nei princìpi della prima parte, ma anche nella struttura portante della seconda. Questo non significa che non si possano fare modifiche o aggiustamenti, quando sono già maturi e quando non incidono sulla coerenza complessiva del sistema.

In realtà,  per ridurre il numero dei parlamentari, per differenziare il lavoro dei due rami del Parlamento e magari per abolire le Province, non ci sarebbe alcun bisogno di tutto l’apparato che si sta predisponendo (Comitato di “saggi”, Commissioni “speciali” in Parlamento, procedimenti accelerati, e così via). Basterebbe un po’ di buona fede e di lealtà delle varie componenti del Parlamento, per prendere atto del lavoro già compiuto, delle riflessioni già effettuate, dell’enorme materiale già raccolto. E basterebbero due o tre leggi  specifiche, come vuole l’art. 138.

Sembra, invece, che si voglia andare ben oltre, occupandosi della forma di Stato, della Presidenza della Repubblica e, perfino, della Giustizia (che  ha bisogno di interventi normativi, ma di tutt’altro tipo e senza scomodare la Costituzione). Insomma, si vuole fare una piccola “Costituente” occupandosi anche di cose d cui nessuno sente la necessità, come il presidenzialismo o il semipresidenzialismo.

Per questo occorre ribadire che la Costituzione è materia delicata, da maneggiare con cura e da ritoccare solo là dove l’esperienza suggerisca modifiche o aggiornamenti (e non stravolgimenti).

E per questo occorre informare, convincere, confrontarsi.
Lo stiamo già facendo, in parte, come tu riconosci, ma non basta. Bisognerà  fare di più, in Parlamento, nelle istituzioni, nelle scuole. Una campagna di informazione che può essere avviata da subito; e cercheremo di individuarne le migliori e più efficaci modalità.

Quanto alla “giornata” di lotta, che tu stesso consideri un punto di arrivo, è chiaro che converrà parlarne più avanti, dopo aver sviluppato tutto il potenziale informativo e di riflessione di cui possiamo disporre.

Insomma, anche questo – è vero – è materia di antifascismo. Che cosa ci può essere di più antifascista che il difendere la Costituzione, nata dalla Resistenza  e dall’opposizione ad una lunga  e disastrosa dittatura fascista? E ribadisco il fatto che le due espressioni “antifascismo” e “democrazia” sono destinate, per logica e per forza di cose, a coincidere.

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Aldo Giannuli

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Comments (15)

  • Meno male che ci siete! Esistete, scrivete e rilasciate dichiarazioni! Condivido pienamente e … Condivido anche su f.b. Non sarà molto, ma è ciò che posso fare.
    Con stima per entrambi,
    Paola

  • ma cosa sarà opportuno fare per spiegare concetti come la sovranità nazionale (esempio un po’ voga di questi tempi) o perché avere la carta di identità, chi può votare e fino a dove? questo è un periodo piuttosto lungo di trasformazione dove il vecchio è buttato via, ma il nuovo pochi lo conosco quando c’è

  • I partigiani furono i “collaborazionisti” italioti degli invasori statunitensi,coloro i quali fecero piazza pulita di ogni autonomia economica e principio di autodeterminazione dei popoli del vecchio continente, compreso i britannici e i francesi, che credevano di aver vinto la guerra, mentre la persero, non rendendosi conto che con la sconfitta della Germania, avrebbe perso non solo l’Europa, ma anche i loro superati imperi coloniali.Smuraglia e tutti coloro (alla carlo63 per intenderci) che inneggiano ai “collaborazionisti” statunitensi,sono gli attuali nemici dell’Europa, in nome di un antifascismo obsoleto, fallimentare, detriti residuali di tutte le loggie, merce avariata, che prevalse nel 1945 grazie alle sue armi ma non grazie alle sue idee.

    • Germani: come vede, rispetto, le opinioni di tutti e riporto il suo commento che è al limite del vilipendio della Resistenza (ma, infatti, io non sono un fascista come lei e posso permettermi di questi lussi), quanto poi all’antifascismo secondo Lei fallimentare, mi pare che il bilancio storico del nazifascismo sia molto più che fallimentare. E quanto all’obsoleto… lasciamo perdere. Il tiutolo di collaborazionista spetta in esclusiva a chi collaborò con l’occupante tedesco
      cordialmente Ag

  • io non credo nell’esaltazione della resistinza, come glorificazione di avvenimenti che devono essere posti nell’armadio dei ricordi e spolverati quando non si sa cosa fare o dire, dispiace che una persona come germani non percepisca l’evoluzione della società, che negli ultimi anni ha riproposto la faciloneria, il servilismo camerata (soprattotto certi ambiti lavorativi a svantaggio di una una coscienza di classe nel rivendicare le garanzie salariali — i contratti a progretto né sono il + evidente esempio– ), l’arroganza di chi ha raggiunto il consenso politico e ritiene che gli è permesso tutto (-: la sentenza su B. potrebbe essere indice di cambiamento 🙂 come fenomeni + evidenti nel attuale periodo storico; questo paese è cresciuto sulla vittoria della Resistenza con l’appoggio di USA e UK, dove le organizzazioni dei lavoratori erano fortemente presenti nella mediazione sociale questo ha portato allo sviluppo della sanità, della scuola, dei ccnl, della busta paga come garanzia bancaria. La stabilità è un fenomeno distintivo della nostra societa, va difeso percui le lotte sindacali, le ong e onlus, comitati di quartiere e liste civiche, la partecipazione politica e la difesa giuridica. Posso dire che la resistenza ha prodotto una società con aspetti positivi e negativi dove i cittadini possono diffendere il proprio lavoro, la salute, la sicurezza dimostrare la propria identità dentro e fuori dall’italia. Purtroppo la storia non è stata tutta rosa e fiori, di sconfitte c’è né sono state forse troppe e a oltre 60 anni di distanza dall’affermazione della liberazione, ci ritroviamo con fenomeni di razzismo strisciante, imprese in disarmo e lavoratori disocopati, clientelismo più simile al servilismo, scarsa visione di futuro. Lo stato che si è costruito da allora a oggi è il mitico carrozzone inificiente? Si, se a dirigerlo sono burocrati e politici ineficienti (la riforma fornero insegna, il cui unico fine è porre una fascia di popolazione in diffetto sociale sui diritti acquisiti) ; No, se si vuole determinare la vera forza economica è potenziale che lo stato ha (la riforma del catasto per la gestione del imu, potrebbe essere una buona possibilità).

    Con questo credo che non è facile vedere oggi l’intero stato come origine della resistenza eppure per me è così la mala sanità fa parte delle sconfitte che ha subbito quel periodo storico, garantitire il servizio sanitario a tutti i cittadini fa parte dei suoi compiti.

    grazie per lo spazio

  • Illustre Giannuli, io la stimo e la seguo da anni, perché ho potuto constatare la sua onestà intellettuale e il suo rigore nella ricerca storiografica e della acutezza delle sue analisi, pur avendo riferimenti dottrinari opposti ai suoi.Ho apprezzato molto, per esempio, il fatto che lei consulente della commissione stragi, dopo aver esaminato una montagna di documenti della disciolta Divisione Affari Riservati del Viminale, abbia confermato quello che inutilmente Stefano delle Chiaie, va da sempre dicendo, non c’è uno solo documento che lo colleghi al Viminale; eppure in Italia come pappagalli tutti lo ripetono;così come ripetono che tutte le stragi avvenute in Italia,sono opera dei neofascisti.Forse anche quella di via Rasella chiedo provocariamente io?Concludo con una breve replica a Leopoldo, ritenere che il fascismo sia stato contro la classe lavoratrice è una menzogna colossale, in effetti era contro sicuramente il marxismo, ma non contro i lavoratori. Margherita Hack lo ha riconosciuto poco prima di morire, il lavoratore duramte il fascismo era socialmente più tutelato che oggi.Basterà ricordare la carta del lavoro, la socializzazione delle imprese varata dalla RSI, subito abrogata dai partigiani. Socializzazione voluta in primis da Nicola Bombacci, uno dei fondatori del PCI a Livorno, mussoliniano di ferro, morto al grido di “viva il socialismo” a Dongo.Le rammento cosa disse Lenin una volta appreso che il partito socialista, aveva espulso Mussolini:”è un vero peccato perché Mussolini era l’unico politico capace di fare la rivoluzione in Italia”.

    • Caro Germani, è vero che il liberismo è riuscito a fare peggio del fascismo per certi versi ma non possiamo dimentiucare che oggi, nonostante tutto e male, i lavoratori godono di diritti sindacali che non avevano nel ventennio

  • 8. La provincia di riferimento cessa di esistere e sono soppressi tutti i relativi organi a decorrere dalla data di insediamento degli organi della città metropolitana, individuati dalla legge di cui al comma 1, che provvede altresì a disciplinare il trasferimento delle funzioni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie inerenti alle funzioni trasferite e a dare attuazione alle nuove perimetrazioni stabilite ai sensi del presente articolo. Lo statuto definitivo della città metropolitana è adottato dai competenti organi entro sei mesi dalla data del loro insediamento in base alla legge di cui al comma 1. 9. La legge di cui al comma 1 stabilisce la disciplina per l’esercizio dell’iniziativa da parte dei comuni della provincia non inclusi nella perimetrazione dell’area metropolitana, in modo da assicurare la scelta da parte di ciascuno di tali comuni circa l’inclusione nel territorio della città metropolitana ovvero in altra provincia già esistente, nel rispetto della continuità territoriale.

  • Per carlo 63, non riesco a scorgere come la Resistenza antifascista, sia stato uno dei rarissimi scatti d’orgoglio del popolo italiano. Perché? Semplicemente perché le truppe d’occupazione americane, non si sono mai ritirate dalla penisola dal 1943, quando sbarcarono in Sicilia, grazie anche al notevole apporto della mafia siculo-statunitense. (Do you remember Lucky Luciano?)e sono presenti con un centinaio di basi militari, alcune dotate di ordigni nucleatri!Se questo è il risultato dello scatto d’orgoglio, era meglio non averlo mai conosciuto.

  • Per me, aspirante comunista, sentir parlare di Resistenza “tradita” non è certo una novità e non uso neppure come alibi gli accordi di Yalta del febbraio 1945 (seppur importanti). Con molta modestia ed umiltà invito a rileggere “L’orologio” di Carlo Levi e a Gherardo Maffei chiedo: che cosa avrebbero duvuto fare gli italiani (almeno la parte migliore di essi) rimanere sotto la tirannide nazi-fascista?
    Per quel che mi riguarda sarò eternamente grato ai PARTIGIANI e penso che Piero Calamandrei abbia espresso con eloquenza e senza ombra di retorica quell’unico scatto d’orgoglio chiamato RESISTENZA:
    Lo avrai
    camerata Kesselring
    il monumento che pretendi da noi italiani
    ma con che pietra si costruirà
    a deciderlo tocca a noi.
    Non coi sassi affumicati
    dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
    non colla terra dei cimiteri
    dove i nostri compagni giovinetti
    riposano in serenità
    non colla neve inviolata delle montagne
    che per due inverni ti sfidarono
    non colla primavera di queste valli
    che ti videro fuggire.
    Ma soltanto col silenzio dei torturati
    più duro d’ogni macigno
    soltanto con la roccia di questo patto
    giurato fra uomini liberi
    che volontari si adunarono
    per dignità e non per odio
    decisi a riscattare
    la vergogna e il terrore del mondo.
    Su queste strade se vorrai tornare
    ai nostri posti ci ritroverai
    morti e vivi collo stesso impegno
    popolo serrato intorno al monumento
    che si chiama
    ora e sempre
    RESISTENZA

  • carlo 63 denota una sorta di semiparesi mentale,incurabile a mio avviso.Alle contestazioni carlo 63 ripete come un pappagallo, le solite verità confezionate, che gli sono state inculcate da quando era in fasce, per la serie come ti erudisco il pupo.carlo 63 cerca la verità …alle volte a forza di cercarla la si trova, credimi ed essa non è mai come te la rappresentavi, fatta cioè del “bene assoluto” contro il “male assoluto”.Con la mentalità che ti ritrovi, se tu fossi nato durante il bieco ventennio, saresti stato un perfetto fascista.

  • Non sono tenuto, a differenza del prof. Giannuli, a rispettare le opinioni altrui specialmente se offensive comunque non mi metterò sullo stesso piano del fascistoide onomatopeico Germano Germani e gli risparmierò un “vaffanculo” non servirebbe a niente! Le verità comunque non mi sono state “inculcate” ma me le sono cercate e non ho mai parlato di bene assoluto. Del resto la storia non si fa con i se e con i ma…

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