Chi sarà il Macron italiano?

Girano voci, riprese da giornali come il Foglio, su chi potrebbe essere il Macron italiano in un prossimo futuro ed i nomi più gettonati sono tre: lo scontatissimo Mario Draghi, Minniti e Urbano Cairo. Dire Macron significa dire una cosa: un nuovo partito “liquido” (anzi gassoso) che si presenti come “né di destra né di sinistra”, ma “della Nazione”, raccolto intorno ad un personaggio con simpatie trasversali e che si presenti in rottura delle tradizioni politiche precedenti.

Lasciamo perdere che di solito questi discorsi preparano un partito di destra e che un partito del genere sarebbe tutto interno al sistema neo liberista ed affatto nuovo ma solo ben truccato. Ciò va sans dire. Chiediamoci ci potrebbe interpretare questo ruolo e con quali probabilità di successo, ma soprattutto che impatto ha già sul sistema il semplice fatto che se ne parli.

Di Draghi abbiamo già detto e più che mai ci sembra in pole position. Minniti ci sembra solo una boutade: anche se  Macron non era esattamente vergine di impegno politico, essendo stato più volte ministro, Minniti è una vecchia stella del varietà che calca le scene da un quarto di secolo. A spacciarlo per nuovo non riuscirebbe nemmeno Paolo Rossi in preda al brandy. Poi non ha nemmeno le phisique du role, e, invece dote essenziale di questi nuovi politici è di essere giovani e bellocci. Niente da fare: candidatura perdente in partenza.

La vera novità è Cairo che non è giovanissimo, però ha un esercito mediatico dietro le spalle, una immagine di successo, non si è mai compromesso né a destra né a sinistra (o meglio: né con Berlusconi né con Renzi)  e potrebbe andar bene per tutte le stagioni. Ma sia Draghi che Cairo non è detto che ci stiano: il primo potrebbe puntare verso il Fmi o altro incarico finanziario di livello mondiale, il secondo potrebbe avere la tentazione di essere un nuovo Murdoch e consolidare a livello europeo il suo ruolo di grande tycoon. E fare il Presidente del Consiglio in Italia, con i tempi che arrivano non è che sia una prospettiva così eccitante. Ma vedremo.

Possibilità di successo della manovra: intanto dobbiamo vedere quanto dura la popolarità del Macron originale, cosa della quale è lecito dubitare. Ma poi, sono anni che dura questa infatuazione esterofila degli italiani che di volta in volta hanno cercato il Blair italiano, il Sarkozy italiano, lo Zapatero italiano, persino lo Tsipras italiano (e qualcuno ci ha addirittura intestato la sua lista elettorale), ma la cosa non ha mai prodotto particolari risultati, proprio per il carattere artificiale ed effimero del tentativo.

Non credo che questa volta faremo eccezione: se una nuova leadership dovesse realmente venire fuori (anche con i nomi appena fatti)n credo sarebbe una cosa molto italiana e senza particolari modelli stranieri. E potrebbe anche essere un prodotto vendibile fra gli elettori italioti, se non fosse che il Partito della Nazione è stato già spubblicato da Renzi.

La cosa importante è un’altra: l’impatto sul sistema che sta avendo questo tipo di tentativi e cosa significa tutto ciò. A noi sembra che questo significhi:
a.    che i poteri forti e le centrali di sistema non si fidino più di Renzi e diano per spacciato Berlusconi che, con i suoi 80 suonati, non ha più prospettive neanche di medio periodo
b.    che c’è la ricerca di qualcosa di apparentemente nuovo che rompa anche con l’ombra delle tradizionali famiglie politiche (in fondo i partiti della seconda repubblica furono pallide imitazioni di quelli della prima ma qui ci vuole di più)
c.    che vera novità è la liquidazione dei partiti come forme di partecipazione organizzata stabilmente sul territorio, sostituiti dal ruolo di personalità apparentemente carismatiche
d.    che nessuno dei contendenti a questo ruolo sarebbe pronto per le prossime elezioni, per cui la prossima legislatura sarà solo un intermezzo per permettere la costituzione dei nuovi soggetti e sgombrare il terreno da quelli attuali
e.    che tutto questo ha come suo avversario dichiarato il M5s (il “populismo” italiano) ma che probabilmente si avventerà prima di tutto sulla Lega, la cui presenza è di forte disturbo ad una operazione del genere.

Sono le doglie del parto della Terza Repubblica.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (24)

  • Libero non è un giornale, ma il Giornale non è libero. (battuta non mia)
    Il Foglio è un giornale, o piuttosto un ossimoro, per non dire una sineddoche ??

  • Macron farà più danni (sociali) di Holland. Un pericoloso finanziere (psicologicamente molto particolare) il primo e un imbecille di prima grandezza il secondo. Non penso che passato un po’ di tempo verrà voglia a qualche personalità di centro-sinistra di riferirsi al nuovo presidente francese come modello da imitare (il PD non è un partito di centro-sinistra). A nozze invece gli amanti dei questo piffero di tecno-europa (minuscolo intenzionale) da incubo. I “poteri forti” si inventeranno qualcosa , ma i nodi stanno arrivando al pettine.

  • Venceslao di Spilimbergo

    Buonasera professore
    Interessante il suo commento, di cui condivido sia l’affermazione di quanto sia inutile de facto trovare in Italia un “Macron nostrano” (egli è un fenomeno esclusivamente Francese e spiegabile solamente tenendo conto del sistema istituzionale, nonché della attuale congettura politica, esistente Oltralpe), sia la critica alla moda molto italica (progressista in particolare, ma non solo) di cercare all’esterno dei propri confini patri un modello di riferimento, a cui ispirarsi teoricamente ma in realtà da cui copiare spudoratamente nella pratica (implicita ammissione questa della assoluta mancanza, da parte delle nostre classi dirigenti, di idee e di programmi da proporre alla cittadinanza). Non me ne voglia invece se le confesso che non sono molto d’accordo con la sua ultima affermazione, secondo cui in questo periodo stiamo assistendo alla gestazione della cosiddetta “Terza Repubblica”; rifacendomi al pensiero di un caro ma oramai scomparso amico Britannico che guardava alla realtà Italiana con occhi stranieri (e pertanto probabilmente più obiettivi dei nostri), ritengo che noi oggigiorno non stiamo assistendo alla conclusione della cosiddetta “Seconda Repubblica” e alla nascita della sua “discendente”, bensì stiamo contemplando il progredire della decomposizione della Repubblica originaria (la cosiddetta “Prima Repubblica”), la quale, nata nel 1946, è venuta a mancare dopo una vita alquanto complicata e sofferta nel periodo 1989- 1992/3. Venuta al mondo con la “Guerra Fredda”, nella “Guerra Fredda”, in funzione della “Guerra Fredda”, plasmata sin dalle origini dalle ideologie di quell’età storica, la nostra Repubblica non poteva che terminare sia da un punto di vista ideale, sia da un punto di vista pratico- materiale, con la conclusione di quella esperienza storica che ne costituiva l’habitat per la sopravvivenza (si vedano a tal proposito le tanto criticate, ma in verità profondissime “esternazioni” che l’allora Presidente Cossiga aveva esposto tramite i mezzi di comunicazione: un grido di allarme con cui invitava la politica Italiana a rendersi conto di cosa stava avvenendo a livello storico nel mondo e di cosa ne sarebbe conseguito a livello nazionale. Come comprese il signor Guzzanti, lo Statista Sardo non era un “picconatore” ma un disperato “pompiere”). Purtroppo però non solo la classe dirigente Italiana (o quantomeno le fazioni più attive di essa) non ha voluto seppellire dignitosamente la “venerabile defunta”, voltando pagina come già accaduto in altre occasioni nella Storia… no! Le nostre elite, sostenute in questo da una parte cospicua della nostra popolazione, o per motivi di interesse o per ragioni ideologiche, non hanno proprio voluto accettare l’avvenuto decesso; il risultato è quello che abbiamo di fronte agli occhi ogni giorno: un cadavere lasciato in casa, in piena decomposizione, cui dobbiamo assistere e subire le varie fasi di mutazione biologica. L’Italia, riprendendo le esatte parole del mio scomparso amico, è tuttora <>. Forse sarebbe finalmente ora di seppellire il nostro passato politico/istituzionale e andare avanti.
    La saluto augurandole ogni bene e una buona serata

  • Beh, con tutto il rispetto per il personaggio, non mi par proprio che il settantenne Draghi possa essere definito “giovane e belloccio”.
    Comunque, dare per finito il rampante Renzi (abbastanza “giovane e belloccio”), soprattutto potendo contare sull’appoggio esterno di Berlusconi, mi sembra il classico vendere la pelle dell’orso prima di averlo preso.
    Frequentando qualche ambiente PDino, ci si rende presto conto di quanto sia radicato il mito del fiorentino, come hanno ampiamente dimostrato anche le primarie; dato per scontato che Minniti sia lì solo per arricchire l’ipotesi, la base PD non seguirebbe altri soggetti, soprattutto se, come per Draghi e Cairo, sono sconosciuti alla nomenclatura. Anche e sopratutto perchè non sarebbero controllabili e tantomeno manovrabili.
    Di questi due, infatti, mi manca un elemento essenziale: chi sono i loro Grandi Elettori?

    • P.S.: aggiungo per finire che proprio non ce lo vedo Renzi nel ruolo di portaborse di Draghi, Cairo o di chicchessia. L’uomo è un Berlusconi da giovane; non si rassegnerà a ruoli di secondo piano.
      Se davvero non si rimetterà in pista, mi pare molto più probabile che continui a mandare avanti Gentiloni ed a fare il manovratore dietro le quinte.

  • La Lega non più Lega, ma partito di Salvini, non è mai stata di disturbo, ma è stata usata per tenere lontani gli elettori moderati dal “populismo”, facendone una macchietta, e contemporaneamente per spaccare l’elettorato “populista” e non far prendere troppi voti al M5S. Dividi et impera.

    Per quanto riguarda il Macron italiano nessuno di quelli citati è adatto, forse Calenda era più adatto, ma chiunque sia farebbe da stampella al futuro governo Renzi, come fece Monti con Scelta Civica.

    Il punto è che Macron è il Renzi francese, quindi è inutile porsi la domanda di chi potrebbe essere il Macron italiano.

  • Alle prossime elezioni Renzi sarà il candidato premier del PD per garantire, grazie alla repulsione ormai dilagante nei suoi confronti, la vittoria del M5S. Di Maio sarà lo Tsipras italiano (mentre Renzi avrà una comodissima poltrona da capo dell’opposizione) e in capo a tre mesi saremo sotto il controllo completo della Troika. Tutto quello che succederà verrà addebitato (a torto e a ragione) al M5S che resterà al governo il tempo necessario a spolpare quel che resta dell’economia italiana. Al giro successivo potrà tornare la politica tradizionale nel tripudio generale.
    Finirà male.

  • Professore buongiorno!
    mi vengono in mente altri due punti.
    f. che l’establishment, ovviamente, non solo non tiene conto dell’esito referendario ma lo sta, di fatto, aggirando, relegando in un angolo la Costituzione, distruggendo definitivamente la forma partito e l’idea di rappresentanza e partecipazione alla vita politica “permanenti” cui questa modalità soggiace. In particolare, è completamente azzerato il ruolo post-elettorale di monitoraggio e impulso all’attività politica dato dal
    g. cittadino elettore, ridotto a comparsa “necessaria” nel momento di rinnovo della legittimazione politica a governare. Voto ridotto a tele-voto, in tutti i sensi. Rinnovo che, come in altre branche della vita sociale, è sempre più ridotto a momento cerimoniale privo di qualsiasi significato, se non quello di ridurre al silenzio qualsiasi forma di dissenso di classe organizzato, più efficace di qualsiasi manganello e olio di ricino, in quanto nessun partito con una visione di classe alternativa, verosimilmente, oggi può pensare di crescere immediatamente da 0 a più del 5%. E non avere voce in parlamento, equivale a non esistere. Per assurdo, 13 milioni di lumpenproletariat, più quello che resta dei salariati, ridotti a sperare in sogni altri dai loro, ad avere progetti politici, ammesso che li abbiano, del tutto distanti dai loro interessi di classe, a essere “rappresentati” nelle sedi istituzionali da soggetti alieni, e che alla fine o non votano, o votano Macron, o votano Trump… sempre più sulla via di Weimar.

    Grazie per questa analisi e
    un caro saluto.

    Paolo

    @Foriato ciao! ti ho poi risposto solo ora sulla tua di due giorni fa. Molto interessante. ciao

  • >>un nuovo partito “liquido” (anzi gassoso) che si presenti come “né di destra né di sinistra” …. raccolto intorno ad un personaggio con simpatie trasversali e che si presenti in rottura delle tradizioni politiche precedenti.
    Lasciamo perdere che di solito questi discorsi preparano un partito di destra e che un partito del genere sarebbe tutto interno al sistema neo liberista ed affatto nuovo ma solo ben truccato<<
    Chissà perché, questa descrizione mi ha ricordato il M5S…. comunque ci sono differenze sostanziali fra Francia e Italia, per cui un Macron italiano è impossibile. Intanto, loro hanno l'ENA e da noi sia arriva a dirigere la Banca d'Italia da professori di lettere, e comunque chi ha studiato in facoltà umanistiche si fa vanto di non capire nulla di matematica: e si vede quando scrivono sentenze, leggi, regolamenti, riforme della PA e sistemi elettorali. Ma soprattutto in Italia non si va da nessuna parte senza scendere a patti con l'evasione fiscale, la corruzione diffusa e i sistemi mafiosi: quanti Comuni ci sono in Francia che da anni non riescono a eleggere un sindaco per controllo mafioso? E se il famoso ponte sospeso inaugurato gli anni scorsi, fosse stato realizzato dalle ditte che hanno realizzato il Mose o la Salerno-Reggio Calabria, non sarebbe sospeso… in tutt'altro senso?

  • Ci sono cose migliori che fidarsi e ancor meno affidarsi a Macron, del cui emulo italiano non si sente il bisogno.
    Forse Macro è il Berluscò di Francia?

  • Tenerone Dolcissimo

    Non so se ci sarà un Macron italiano, ma di sicuro ci sono tanti servi pronti ad incensarlo.
    Ho visto un servizio alla tv di regime (mah … oramai anche LA/ e’ un trombettiere di regime) in cui zuccherosamente si parlava della stupenda storia d’amore fra Micron e nonna Abelarda. Il tono era quello usato per descrivere la storia d’amore fra William e Kate, ma senza valutare che nel secondo caso si trattava di due giovani e belli e ricchi … una tipica fiaba dei nostri tempi, che può anche commuovere e far digerire i chili di melassa che la accompagnano.
    Ma nel caso di Masson anche un cerebroleso si accorgerebbe che siamo dinanzi ad uno psicopatico il cui sviluppo mentale si è fermato alla preadolescenza e che ancora ha bisogno della mamma che lo porti a far pipì e gli sgrulli il pisellino.
    Il guaio è che questo psicopatico ha in mano la valigetta coi codici nucleari e oltretutto li hanno pure i Rothschild adesso.
    E pensare che i francesi sghignazzavano perché avevamo eletto un leader “malato” perché correva dietro alle ragazzine.

    • @Tenerone Dolcissimo.
      Riguardo all’ultimo punto, sarà un pregiudizio, ma funziona.
      Hanno come politici i soliti str …., la cui parola vale meno di zero.

  • Di Maio e il mov 5 stelle, un po’ lavorato ai fianchi e scontando una scissioncella, rappresentano una rispettabilissima approssimazione ai prototipi di Macron e del movimento gassoso né di destra né di sinistra. Del resto basta vedere come lavorano le giunte 5S: assenza di qualsiasi posizione o progetto radicale, sostanziale continuità colla politica delle giunte precedenti, certo con un po’ di rapacità in meno (per il momento).

    L’assenza di una cultura politica propria e definita è ciò che consente al movimento-prenditutto di crescere a 360°, ma è anche ciò che lo porterà irresistibilmente a mutuare la cultura politica dominante una volta assunto il potere e costretto a fare scelte concrete.

    • Chissà perchè tutto questo tifare contro il M5S, senza peraltro uno straccio di proposta alternativa.
      Un M5S che non ha mai predicato la Rivoluzione con le barricate nelle strade e che, se anche fosse vero che non è il massimo della progettualità, non ha certo contribuito allo sfacelo che vediamo, almeno finora.
      Mi correggo, par di capire che l’alternativa auspicata è un cataclisma planetario che cancelli buona parte del genere umano, in se corrotto e inemendabile, governabile solo con la violenza ed il terrore. Una specie di secondo Diluvio Universale, per un nuovo inizio.
      E poi dice che sono i mussulmani i tagliatori di teste!
      C’è una bellissima battuta di Pirandello in Il piacere dell’onestà, che suona così:
      “è più facile essere eroi che onesti, perchè eroi si può esserlo una volta, onesti bisogna esserlo sempre”.

  • Tenerone Dolcissimo

    Un M5S che non ha mai predicato la Rivoluzione con le barricate nelle strade
    ***
    Forse è proprio quella la sua colpa. Tutte le grandi democrazie sono nate da significative spremute di sangue.
    In particolare per aversi democrazia e libertà occorre necessariamente scannare un buon numero di coloro che mettono tasse o riscuotono tasse o che si dichiarano favorevoli alle tasse.

    • Tenerone Dolcissimo

      In Italia si registra solo un misero linciaggio di un ministro delle finanze, tale Prina, imposto da Napoleone.
      Un po’ poco considerato che pure i greci ci stanno sorpassando avendo quasi spanzato Papademos e cioe’ il loro Monti, mentre il nostro di Monti continua a girare tranquillo e indisturbato.

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