Isis: catalogo delle fesserie in libertà.
In questi giorni mi è capitato di partecipare a varie trasmissioni televisive sul tema Isis (ed altre ne ho viste senza parteciparvi) e, pertanto, mi è capitato di sentirne di tutti i colori, da parte di autorevoli esponenti istituzionali e pretesi esperti che hanno dato fondo a tutte le loro risorse intellettuali per fornirci un bestiario di rara ricchezza. Sarebbe un peccato disperdere tali perle di saggezza, per cui ho curato questo primo breve catalogo. I nomi degli autori li lascio perdere per una forma di caritatevole amnesia, metto fra parentesi solo data e rete in cui fu pronunciato il memorabile detto (se poi qualcuno si riconoscesse, mi dia pure querela e non avrò difficoltà a dire a chi mi riferisco in queste righe). Si badi che questo florilegio è stato composto sulla base di sole 3 trasmissioni).
1. L’isis è come le Brigate Rosse e i nostri servizi hanno una grande esperienza in materia (Rai, 23 marzo)
Le Brigate Rosse furono un episodio di terrorismo interno la cui consistenza, non superò mai il migliaio di persone nello stesso tempo quasi esclusivamente di nazionalità italiana, causarono circa un centinaio di morti, non ricorsero mai ad attentati con esplosivo e non fecero mai stragi indiscriminate; non hanno mai fatto attentati suicidi, non ebbero mai un territorio su cui esercitare una sovranità di fatto; ebbero una limitatissima conoscenza dei meccanismi della guerra psicologica; si finanziarono essenzialmente con rapine e sequestri di persona, non fecero mai operazioni finanziarie ed ebbero un bilancio complessivo probabilmente interiore ai 2 miliardi di lire del tempo equivalenti a meno di 20 milioni di dollari attuali; ebbero una caratterizzazione ideologica marxista.
L’Isis è una organizzazione che ha compiuto attentati e, dunque, ha una rete organizzata in non meno di 13 paesi, ha circa 60.000 combattenti organizzati nel solo territorio del Califfato e almeno altri 20.000 considerando Nigeria, Libia, rete europea ecc; da circa 2 anni ha un territorio su cui esercita un potere statale per una superficie superiore a quella di qualche stato europeo, più cento morti lo fa taffi in una sola azione a Parigi (13 novembre), agisce essenzialmente tramite stragi indiscriminate spesso con esplosivo usato in azioni suicide; si finanzia con traffici di petrolio e reperti archeologici , oltre che con rapine e sequestri, riscuotono tasse e, soprattutto, fanno speculazioni finanziarie, per un bilancio complessivo superiore ai 500 milioni di dollari; dimostra una grande capacità comunicativa e conoscenza dei meccanismi della guerra psicologica; ha una ideologia islamista.
In cosa si somigliano?
2- I terroristi fanno sempre le stesse cose (Rai 23 marzo)
Il che è una banalità o è un’affermazione radicalmente sbagliata. Ovviamente esiste una tipologia di comportamento che noi etichettiamo sotto il nome di terrorismo, la cui essenza è che c’è un soggetto non sovrano, che quindi non ha un territorio e, pertanto non dispone, normalmente, di armi pesanti, che sfida un soggetto sovrano, opponendo l’arma della clandestinità allo strapotere militare dell’avversario. In questo, dai terroristi macedoni dei primi del Novecento alle Br, dall’Ira ad Al Quaeda. Ma, detto questo, poi il terrorismo (ma sarebbe meglio dire la guerra irregolare) è il regno della fantasia dove le forme di lotta sono le più disparate e variamente combinate. In particolare l’Isis presenta caratteri di assoluta originalità come il suo carattere “anfibio” (di cui dico meglio nel libro) fra semi stato sovrano e organismo occulto. Appiattire tutto sul dejavu è l’esatto contrario di quanto l’analista dovrebbe fare, e preclude la comprensione del nemico che occorre battere. Solo un dilettante può fare una affermazione del genere.
3. L’Isis è come la Germania nazista (Canale 5, 22 marzo)
Anche qui la foga spinge a dire sciocchezze. Qui non si tratta di stabilire la gerarchia di chi è più cattivo, ma capire le caratteristiche proprie del soggetto che si vuol combattere. Le differenze ideologiche, politiche, organizzative, di status ecc ecc, fra Isis e Germania nazista sono tali che non è neppure il caso di elencarle, anche se entrambe hanno caratteri che possiamo sommariamente definire “Totalitarie”. Il punto è che il messaggio sottinteso di questa pseudo analogia è che occorre non ripetere gli errori fatti con la Germania nazista, ad esempio con l’accordo di Monaco del 1938 e quindi sollecitare l’intervento di terra contro l’Isis. Che il Califfato vada tolto di mezzo è fuori discussione, e che questo passi per uno scontro anche di terra è anche evidente, ma questo non significa che tocchi ad europei ed americani farlo. La situazione politico-militare è ben più complessa e richiede una manovra molto articolata.
4. L’Isis è diversa dalle Br perché quelle, pur se in modo bizzarro, avevano una loro razionalità, mentre nel caso dell’Isis prevalgono forti elementi di irrazionalismo (Rai, 23 marzo)
Qui almeno ci si accorge che Br ed Isis sono cose diverse, ma solo per ripescare uno dei luoghi comuni più triti ed inservibili: il terrorista come pazzo e, perciò stesso, imprevedibile ed incomprensibile. Mettiamoci in testa che i capi dell’Isis non sono affatto irrazionali, anzi sono estremamente razionali, anche se feroci. La ragione non preserva dalla ferocia. Il guaio è che questo pregiudizio ci impedisce di capire la logica con cui Daesh si muove.
5. E’ giusto far presidiare stazioni ed aeroporti in forze ed in divisa perché la gente deve sentirsi rassicurata (Rai, 23 marzo)
Qui uno sprazzo di verità. Mi spiego meglio: presidiare in divisa e con mitra in bella mostra non solo ridice l’efficacia della tutela (perché il terrorista lo vede che il posto è presidiato e studia come agire o scansare quell’obiettivo) ma, indirettamente, indica al terrorista gli obiettivi non protetti. Una legge di comportamento dice che il terrorista colpisce l’obiettivo che gli hai lasciato e, siccome è impossibile tutelare tutto, questo induce ad un attentato in zona non protetta. Al contrario, la forma anonima della protezione metterebbe il terrorista nella condizione di non sarebbe né se un posto e protetto né con quali forze e dispositivi.
Ma, questo è il punto, all’autorità politica non interessa tanto che i cittadini siano effettivamente tutelati ma che pensino di esserlo. Certamente questo è molto più redditizio elettoralmente. Congratulazioni.
6. E’ corretto chiudere i siti Jhiadisti per evitare che l’Isis possa fare reclutamento (Canale 5, 22 marzo, Rai, 22 marzo e 24 marzo)
In verità la censura in qualsiasi forma e verso una propaganda comunque esercitata ha sempre avuto effetti minimi sul reclutamento dei gruppi terroristi,: se fosse così facile ostacolare il reclutamento, non si capirebbe perché i terrorismi spesso riescono a durare anche un decennio. Al contrario, tenere aperti i siti servirebbe a ricavare informazioni sui contenuti, sulla cultura politica, sulle eventuali divisioni, sui flussi informativi ecc e consentirebbe anche un’azione di contrasto sullo stesso terreno. Morale: nell’ultimo anno, gruppi in genere siglati come Anonimous hanno identificato ed oscurato circa 5.000 siti jhiadisti. Oggi i siti ci sono e più numerosi di prima: che sia una fatica inutile?!
7. I siti Jhiadisti vanno resi accessibili solo agli studiosi ed alle forze di polizia (Rai 22 marzo)
Questa è la trovata più geniale: oscuriamo i siti per tutti, ma lasciamoli accessibili solo a “Polizia e studiosi” che così possono studiarne i contenuti. Bellissimo! Solo che, al di là dei problemi tecnici, gli Jhiadisti si accorgerebbero in un attimo che il loro sito non è raggiungibile, per cui, a meno di pensare che lavorino volontariamente per polizia e “studiosi”, non si capisce perché dovrebbero continuare a scriverci su.
Vorrei chiedere al fine intellettuale che ha fatto la proposta: “Ma fai spesso di queste pensate?”
Nella mia città di origine si dice: “La testa non serve a divider le orecchie”. Questa è la raccolta di sole tre trasmissioni, fatevi un po’ i conti. Vi pare realistico battere l’Isis con questi “esperti” e questi politici?
Aldo Giannuli
aldo giannuli, crisi intelligence europea, errori di valutazione su isis, intelligence, luoghi comuni sull'isis
Camo
L’omino è confuso e vuol capire… se questo Califfato, questo Stato Islamico, mirava a consolidarsi in quel territorio sottratto agli stati di Siria e Iraq, perchè andare a rompere le scatole a stati europei che potevano essere invece un’utile retrovia da cui trarre combattenti e finanziamenti. Francia e Belgio.
Si vuole togliere influenza all’Iran nel vicino oriente o si vuole conquistare e convertire l’Europa e Roma all’Islam sunnita? Il primo obiettivo sarebbe realistico il secondo impossibile.
Francia, Regno Unito, Belgio, Italia, hanno la maggioranza della pubblica opinione non particolarmente ostile all’Islam sunnita, perchè inimicarsi tutti con attentati terroristici? Per via di vignette satiriche? Per il ricordo delle Crociate medievali? Per la Guerra del Golfo? Ma la Guerra del Golfo vedeva i Saudiani schierati con Usa e Europei e tutti dicono che i Saudiani e le monarchie del Golfo hanno finanziato e finanziano questo ISIS.
Poi, si voleva far cadere Assad e invece alla fine Assad si rafforza. L’opinione pubblica europea plaude agli aerei russi. L’opinione pubblica europea chiede alle proprie forze armate di fare qualcosa di incisivo come i russi contro questo Califfato. E allora che cosa ci guadagna il Califfato a uccidere europei nei luoghi pubblici? Forse il Califfato invece che consolidarsi vuol sparire? Forse il Califfato ha piacere che in Europa tutto sommato si parli abbastanza bene dell’Iran e dell’Islam Sciita ? Insomma l’omino non riesce a capire perchè questo ISIS sembri darsi ripetutamente la zappa sui piedi altro che consolidarsi.
Gaz
Niun che cela il tempo perduto delle letture oserà denunciarla per un parvo, innocente et gentil divertissement che si libra sull’aere delle quisquilie, delle nequizie e delle pinzillacchere.
P.s. Mi dispiace che lei si sia intubato catodicamente per raggiungere il nirvana del varietà pseudo intellettual chic choc.
Mohicano79
Esimio Prof., la mia opinione è che i mass media abbiano proprio detto ciò che la gente vuole sentirsi dire. Più polizia qua, più censura là, meno diritti qui. Quindi stanno favorendo il gioco terrorista. Un analogia con gli anni ’70 forse c’è. Mi torna in mente una frase del generale Bozzo, braccio destro del generale Dalla Chiesa. Con l’arresto di Curcio e la morte della Cagol il terrorismo rosso sembrava stroncato. Hanno sciolto i nuclei di pg appositi e la lotta da parte delle ff.pp. è stata vana (tipo il taglio delle teste dell’idra di Lernia). Forse la politica e l’Hyperion (di parigi) necessitavano di un Moretti come ora di un Califfo. Cordialmente
GherardoMaffei
Naturalmente non poteva mancare l’equiparazione al”male assoluto”, non poteva mancare l’evocare il demonio ad hoc, vale a dire il “reductio ad hitlerum”. Che poi le brigate rosse non ricorsero mai all’esplosivo non è esatto. Per fare evadere quattro compagni, dal carcere di Rovigo,costoro impiegarono delle cariche esplosive che causarono la morte di un ignaro passante e il ferimento di altri sei.Poco importa che fossero di Prima Linea e non delle Brigate Rosse, sempre compagni erano e rimangono. Inoltre le rammento che sempre i compagni usarono un fucile a pompa per ammazzare il giovane missino Mario Zicchieri e non solo in occasione dell’uccisione dei colonnello dei carabinieri Varisco. Ma si sa che per citare Mao Tse Tung, che ci sono morti che pesano come piume, altri come macigni.Era l’epoca in cui vigeva lo slogan “che uccidere un fascista non è un reato”. L’autorevole insegnamento veniva direttamente dall’operato dei GAP partigiani, che in fatto di usare esplosivo e stragi indiscriminate non andavano tanto per il sottile. E’ il solito riflesso condizionato del cane di Pavlov, per cui a sinistra non vi sono nemici,ma al massimo solo compagni che sbagliano. Post Scriptum. Vedo poi che cita l’accordo di Monaco del1938, considerato come un errore in quanto bisognava scatenare fin da subito un guerra mondiale contro il “male assoluto”; ma non erano i nazisti i fautori delle guerre preventive? Ma no forse faccio un po’ di confusione, è solo l’unica democrazia attuale del medio oriente (sic) autorizzata alla guerra “santa” e preventiva.
Mohicano79
A proposito della conferenza di Monaco del settembre 38. Inghilterra e Francia abbandonarono la Cecoslovacchia al suo destino, di fatto facendo capire alla Germania il disinteresse di quegli stati ad interessarsi di una politica comune europea. Quella spartizione nata da una “conferenza di pace” piena di finyo buonismo e illusioni di trattative, segna il punto di non ritorno della seconda guerra mondiale. Solo il lungimirante Churchill l’aveva capito.
GherardoMaffei
Churchill lungimirante? No fu il becchino dell’impero coloniale britannico!Se avessero dato ascolto al lungimirante ambasciatore di pace Rudolf Hess, che volò in Inghilterra portando la proposta di pace di Hitler, invece di definirlo pazzo, forse le cose sarebbero andate per il verso giusto.I tedeschi furono troppo misericordiosi a Dunqeurke, potevano annientare l’intero corpo di spedizione inglese,invece lo fecero rimpatriare tranquillamente.Il chiaro messaggio era che la Germania non voleva distruggere l’impero coloniale britannico ma soprattutto non voleva due fronti contemporanei,ma le mani libere per liquidare l’URSS.Ma Churchill non era che la marionetta,un pupazzo e l’uomo di paglia della city londinese,che voleva liquidare il nazifascismo perché era una eresia. Non esitò a schierarsi con Stalin pur di vincere,ma in realtà fu il de profundis dell’impero. Lungimiranza? No servo degli interessi della city londinese e di Wall Street, un miserabile ubriacone e tabagista acuto !
Gaz
A Monaco, intorno ad un tavolo si riunirono l’Allemagna magna magna, l’Inghilterra terra terra, la Franza sfragiata con il Mascellone per far pappare la Cecoslovacchia, alleata della Franza. Poi si unirono altri avvoltoi.
Se questa non si chiama pugnalata della Francia in primis alla Cecoslovacchia, non so come altro chiamarla.
Che alleati !!!
leopoldo
dimentichi la stazione di bologna, che cercano di attribuire pure quella alla destra
andrea z.
Meno di una settimana prima degli attacchi terroristici a Bruxelles, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan avvertiva di possibili attentati in città europee, tra cui Bruxelles.
“Non vi è alcun motivo per cui la bomba esplosa ad Ankara non possa esplodere a Bruxelles, o qualsiasi altra città europea”.
Bisogna dire che questo alleato, imposto dagli USA all’Europa per via del suo ruolo di argine della Russia putiniana, si è dimostrato un buon profeta: ha azzeccato perfino la città degli attentati.
E anche gli Stati Uniti dai tempi della guerra in Afghanistan negli anni ’70 fino a oggi hanno sempre appoggiato e finanziato i movimenti e i personaggi più estremisti e sanguinari.
E’ stato probabilmente durante quella guerra contro i russi che gli americani si sono resi conto della grande opportunità rappresentata dall’estremismo islamico.
Il coraggio in battaglia dei suoi aderenti a cui veniva promesso il paradiso in caso di morte, l’esaltazione del suicidio come martirio religioso, la facilità con cui potevano essere infiltrati questi movimenti, hanno fatto capire agli uomini dei servizi che queste organizzazioni potevano essere utilizzate come elementi utili per colpi di Stato, attentati suicidi, guerre in cui sarebbe stato troppo pericoloso apparire in prima persona: erano ideali per fare i lavori sporchi.
Bisognava solo avere l’accortezza di cambiare sigla a seconda del tipo di operazione: Al Quaeda, Daesh, Jihadisti, Mujaheddin; tanto se vai a guardare i finanziamenti arrivano sempre dalla stessa parte o da alleati compiacenti.
Assad rifiuta di far passare un oleodotto nel suo territorio? Nessun problema: sono pronti i soldi dell’Arabia e gli uomini con migliaia di pick up muniti di mitragliatrici venduti da aziende vicine alla CIA.
L’Europa prende tempo per firmare il Trattato Transatlantico che fa tanto gola ai 400 oligarchi che controllano l’economia USA? Presto fatto; qualche bomba in un posto simbolo dei recalcitranti e il problema è risolto.
Mi auguro per il nostro bene che Renzi non pianti troppe grane sull’intervento in Libia, perchè i nostri amici sanno cosa fare.
Gaz
@ andrea z.
“Mi auguro per il nostro bene che Renzi non pianti troppe grane sull’intervento in Libia, perchè i nostri amici sanno cosa fare.”
Di che si tratta?
Di un consiglio che non si può rifiutare, di una profezia, di un avvertimento, di un appalto di servizi a favore dei nostri alleatucci ucci ucci e contro l’Italia ?
Mi si sta chiedendo di indossare l’elmetto e la divisa per andare tra le dune del deserto libico a fare favori a le petit president Clouseau o alla Riina Elisa’mbetta di inghilterra terra terra al posto della Camerona, della Bruni-Sarkozy, della Berluscona?
Siccome poi da questo blog chi canta senza peli sulla lingua le gesta eroiche dei sullodati due scornacchiati combinaguai, boriosi, arroganti, pirati, ipocriti, colonialisti, genocidi, doppiogiochisti, schiavisti, bugiardi, sono principalmente io, mi si sta dicendo di smettere, perchè gli si rovina il pasto ?
La mia risposta è una risposta di civiltà:
https://www.youtube.com/watch?v=j4_8D-nZTkk
Ci sarà pur un sindacato in Italia o un partito per dire a quella gente “fatevi i fatti vostri” disposto a scendere in piazza, talchè quei signori (si fa per dire) si facciano un bel autogol che si ricorderanno per gli anni a venire.
Aldo Giannuli
sinceramente non credo che queste fossero le intenzioni si andrea z.
Gaz
Sotto un diverso punto di vista, certamente rozzo e poco scientifico, le vicende presenti e passate del Sunnistan sono legate a politiche (per non parlare di personaggi) che debordano, a intromissioni, a ingerenze non solo di elementi fuori area, ma anche di taluni entro le partizioni del Sunnistan. L’elenco è lungo e molti governanti infantili meriterebbero di essere picchiati sulle mani, affinchè non diano ordini stupidi. L’Isis è un soggetto strano, diverso e nuovo, ma che come molti suoi vicini non si fa e non si vuole fare gli affari suoi.
andrea z.
Tra le grandi questioni in questo momento oggetto di trattative tra Washington, o meglio le corporations americane, e Bruxelles non c’è soltanto il Trattato Transatlantico, che sta andando per le lunghe a causa dell’ostinazione europea a non cedere su questioni sanitarie, luoghi d’origine dei prodotti e diritti dei lavoratori:
http://www.lolandesevolante.net/blog/2014/04/ttip-cose-il-trattato-transatlantico/
ma anche il TISA, il trattato per la liberalizzazione dei servizi, che si svolge nel più grande segreto e che rischia di diventare una vera cessione di sovranità a favore delle multinazionali; anche in questo caso Bruxelles fa resistenza:
http://espresso.repubblica.it/internazionale/2015/07/01/news/tisa-le-grandi-potenze-ridisegnano-i-segreto-il-mercato-dei-servizi-ecco-il-testo-dell-accordo-base-svelato-da-wikileaks-1.219513
Come nell’industria esistono i catalizzatori che velocizzano le reazioni chimiche, anche in politica, a volte, certi avvenimenti violenti possono accelerare decisioni a lungo rimandate.
Lorenzo
Le cose dette al gregge si valutano in base alla loro efficacia, non certo per la loro consistenza logica o operativa. Se qualche addetto alla propaganda – che sia sbirro, giornalista o accademico – legge qiesta pagina si farà grasse risate.
Aldo Giannuli
Le assicuro che molte di quelle sciocchezze erano dette in perfetta buona fede. Come nel suo caso, peraltro
andrea z.
Esatto. Non era mia intenzione lanciare proclami di guerra, anzi.
Stavo solo pensando se in Italia c’erano le condizioni per scatenare una qualche reazione da parte di quel complesso di potere euroatlantico che si sta comportando in modo sempre più spregiudicato e sbrigativo.
I nostri due partiti di destra e sinistra moderata PDL e PD sono totalmente allineati sulle posizioni imperiali americane e stanno portando a termine le cosiddette riforme neoliberiste con solerzia secondo i dettami delle elite globaliste.
Il M5S si presenta come un partito anticorruzione, ma non mette in discussione il quadro di alleanze tradizionali; mi sembra addirittura, da certi articoli e interviste sui media mainstream, che Di Maio potrebbe essere il prescelto della classe dirigente transnazionale per gestire il potere dopo Renzi.
La Lega, l’unica, mi sembra, che abbia manifestato alcune posizioni non troppo allineate nei confronti della Russia, non è in grado di vincere.
Quindi, credo che l’unico pericolo per noi possa derivare dal desiderio di difendere alcuni nostri interessi nazionali in contrasto con gli ordini della classe dirigente euroatlantica, vedi il caso di un’eventuale guerra in Libia.
Gaz
@ andrea z.
Le tue e le mie posizioni si spiegano meglio alla luce dell’articolo successivamente postato dal Professor Giannuli sugli appuntamenti elettorali prossimi venturi.
Più o meno tutti sosteniamo la centralità della Politica, ergo se Palazzo Chigi è sede vacante da oltre un decennio, occorre rimettere in moto il circuito Politico.
Un primo elemento frenante è venuto meno.
Si tratta ora di far venire meno il successivo, sperando che sia l’ultimo e che non si debbano prendere in considerazione elementi che hanno il carattere dell’estraneità.
Lorenzo
Gli esseri umani in generale e i politici in particolare non hanno una fede buona o cattiva. Dicono la prima scemenza che hanno orecchiato in televisione e che gli sembra adatta al contesto in cui operano, che nel caso dei politici intervistati, è quello che suscita le assonanze più gradite al pubblico e al loro elettorato. E se ne convincono pure, per metà e per il momento, perché viene spontaneo e rende tutto più facile.
Se cambia il contesto cambiano ovviamente anche le cose da dire, e quindi il politico che parla con un lobbista o coi generali per preparare l’intervento in Libia pensa e dice cose completamente diverse da quando era in televisione.
PS: mi scuso per le “grasse risate”. E’ stata una caduta di tono. Quando ho sonno mi inacidisco.