Falsi miti e verità nascoste del candidato favorito alla Presidenza dell’Ucraina, l’attore satirico Zelensky

I telegiornali di tutto il mondo hanno accolto con sconcerto e curiositá la notizia che il candidato in testa per la presidenza dell’Ucraina, sia un attore satirico privo di qualsiasi esperienza politica.

Infatti, Volodymyr Zelensky ha passato il primo turno del 31 marzo con piú del 30% dei consensi, inseguito dal presidente uscente Poroshenko appena sotto il 16%. Al ballottaggio, il 21 aprile, sará quasi impossibile una rimonta, se si considera che gli elettorati dei primi due candidati esclusi (la famosa Yulia Timoshenko e il politico filo-Putin Boyko) sono in maggioranza ostili a Poroshenko.

Chi é Zelensky?
Ma chi é questo Zelensky e da dove salta fuori? 41 anni, ebreo (un fattore importante in Ucraina), attore e produttore televisivo famoso in tutta l’Ucraina e in Russia per la sua tagliente satira politica, molto ricco grazie alla sua carriera, é stato subito paragonato da molti a Beppe Grillo, ipotizzando l’ispirazione italiana del suo modello politico, o a Trump, quale uomo d’affari outsider della politica. Sono entrambi paragoni fuorvianti. Piú che a Grillo, assomiglia al nostro Crozza, e il suo progetto politico ha poche somiglianze con quello del Movimento 5 Stelle. A differenza di Trump, che incarna i valori di un’America conservatrice ed era candidato del partito Repubblicano, Zelensky non ha alcun connotato ideologico e non ha ancora un partito (in questo assomiglia a Macron). L’unico cavallo di battaglia di Zelensky é la lotta alla corruzione, su cui i suoi competitor elettorali non sono credibili.

Vincere grazie alla televisione
La popolaritá di Zelensky nasce dalla seguitissima serie televisiva “Servitore del Popolo”, nella quale recita il ruolo di un professore di storia di liceo che diviene presidente dell’Ucraina, grazie ai suoi attacchi contro la corruzione, filmati dagli studenti, che lo fanno diventare una star sui socials. Nei panni di presidente per caso, Zelensky intraprende la lotta contro una classe politica vecchia e corrotta. Questa trasmissione é in onda da 4 anni. Una strategia di comunicazione politica allo stesso tempo semplice e abile. Sarebbe come se Kevin Spacey, protagonista di “House of Cards” si candidasse alla presidenza degli Stati Uniti o Zingaretti-Montalbano diventasse capo della polizia. Forse non sapremo mai se Zelensky pensava giá 4 anni fa di candidarsi o gli é venuta voglia recitando.

In ogni caso, un elettore su tre in Ucraina ha votato questo candidato. Ma una buona idea non basta a garantire il successo, se non c’é il giusto interprete e, soprattutto, il tempo giusto. In questo momento storico l’elettorato ucraino non crede piú nella classe politica al governo da 20 anni, rappresentata dagli altri candidati. C’é una grande delusione per le mancate riforme e l’ancora alto tasso di corruzione pubblica, dopo le speranze suscitate dalla rivoluzione di Maidan. Inoltre, l’Ucraina é una nazione giovane con una nuova generazione che conosce il mondo ed é ansiosa di costruire un Paese migliore. Zelensky, é il volto nuovo della politica che ha incarnato queste istanze. Infatti, il suo elettorato é rappresentato soprattutto dai giovani. La loro voglia di rinnovamento ha prevalso sulla sua acclarata inesperienza politica e sulla mancanza di un vero programma.

Una buona notizia e una cattiva
Riguardo all’inesperienza di governo, va segnalato che Zelensky ha scelto come consiglieri politici due ex-ministri molto rispettati per le loro battaglie anti-corruzione (Aivaras Abromavicius e Aleksandr Danylyuk) e un famoso giornalista investigativo (Sergey Leshchenko). Sono personaggi indipendenti che non hanno bisogno della politica per lavorare. Tutto fa sperare che il presidente in pectore coinvolga queste persone competenti nella sua squadra di governo. Una differenza sostanziale con il modello italiano del Movimento 5 Stelle.

La nota inquietante é che il canale televisivo di “Servitore del popolo” appartiene a un famoso oligarca ebreo, Igor Kolomoisky, attualmente residente all’estero per varie pendenze legali a suo carico in Ucraina, noto per la sua spregiudicatezza negli affari. Molti obiettano che Zelensky non potrá essere indipendente dal suo partner d’affari e probabile sponsor politico, nonostante abbia pubblicamente negato qualsiasi influenza da parte dell’oligarca. Tra l’altro, risulta che Kolomoisky abbia contribuito anche alla campagna elettorale di Yulia Timoshenko, terza classificata. Da scaltro uomo di business, ha puntato su due diversi cavalli.

La sconfitta di Putin e la russofonia di Zelensky
Certamente, queste elezioni rappresentano uno sparticque nella politica ucraina. La Russia non potrá piú imporre un presidente filo-russo in Ucraina, come é avvenuto fino al penultimo presidente Yanukovic. L’unico candidato apertamente filo-russo, Yuri Boiko, ha ottenuto meno del 12%. Con la conquista della Crimea e l’occupazione del Donbass sono mancati i voti decisivi dei residenti, che non hanno potuto votare. Inoltre, la guerra in corso ha logorato i legami, un tempo molto forti, con Mosca. Oggi, la maggioranza della popolazione considera Putin un aggressore e appoggia la causa dell’indipendenza politica dalla Russia, anche se rimangono nostalgie sovietiche presso la popolazione piú anziana e una parte rilevante delle famiglie ucraine ha parenti o radici nella Federazione Russa.
Un aspetto interessante della campagna elettorale é stato l’uso della lingua come bandiera politica.

Il presidente Poroshenko ha soffiato sulle braci del nazionalismo, proponendosi come campione della lingua ucraina in contrapposizione al Russo, nonché protettore della nuova chiesa autocefala ortodossa, che si é appena staccata dalla sudditanza teologica, ma anche politica, della chiesa russa. Con questa piattaforma politica ha vinto solo in due regioni vicine alla Polonia, Leopoli e Tiraspol, dove l’Ucraino é lingua corrente, mentre Zelensky ha prevalso in 19 su 24. Il vincitore é russofono per nascita e parla in Russo anche in televisione. Questo risultato puó essere letto come un dissenso verso la demonizzazione politica della lingua russa, ancora maggioritaria, ossia l’aspirazione a poter parlare russo in Ucraina senza vergognarsi. Orgoglio ucraino, ma senza denigrare lingua e cultura dell’ex-dominatore. Del resto la maggior parte dei personaggi storici e scrittori nati in Ucraina hanno scritto in Russo. Come saranno considerati gli ucraini Gogol e Bulgakov, che scrissero in Russo? Molto probabilmente il nuovo governo avrá una maggiore tolleranza linguistica rispetto ai precedenti.

Una speranza per l’Ucraina
Certamente ci sono alcune grandi novitá su queste elezioni da sottolineare:

1) queste sono le prime elezioni politiche svoltesi in modo regolare e non sotto il sospetto di grandi frodi elettorali come nel passato, come hanno certificato gli osservatori internazionali;
2) per la prima volta il confronto non é avvenuto solo tra due campioni nazionali, di solito un filo-russo contro un filo-ucraino, ma é spuntato un terzo candidato che ha sparigliato le carte;

3) per la prima volta il voto di opinione é stato decisivo, visto che il candidato in testa non ha nessuna rete di partito in grado di gestire il voto di scambio.

4) Infine, il voto dei giovani, solitamente poco propensi a votare, é stato determinante per la vittoria di Zelensky. Il dibattito politico é stato aperto e appassionato, soprattutto sui social networks.

É troppo presto per valutare se Zelensky fará bene o male, ma certamente queste elezioni hanno fatto bene alla democrazia in Ucraina, perché gli elettori hanno votato con maggiore consapevolezza e molti hanno ricominciato ad avere speranze di poter vivere in un Paese migliore. Questo risultato produrrá delle onde sismiche nelle prossime elezioni amministrative, dove tutti i sindaci delle maggiori cittá e i governatori delle regioni hanno appoggiato Poroshenko e osteggiato Zelensky. Dopo questo sconcertante primo turno non potranno piú prescindere dalle attese dei cittadini.

Ugo Poletti


Aldo Giannuli

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Comments (4)

  • La categoria politica esiste e si chiama post democrazia.
    Però se una degenerazione politica avviene nelle democrazie di lungo corso, tutti silenti. Quelle sono nazioni più che rispettabili. Si parla subito di tradizione democratica, di pesi e contrappesi, di garanzie e quant’altro. Discorso diverso è invece per gli antipatici che non godono del favore dei potentes: si evoca immediatamente lo spettro della dittatura, della barbarie, della peste, dell’improbabilità/inadeguatezza.
    Volete per caso dirmi che è democratico manganellare i manifestanti contro il governo, o l’ostracismo vale solo per Maduro ?
    La diffamazione contro le nazioni/leaders a mezzo stampa estera e con gli altri media sono mezzi potentissimi nel diffondere stereotipi e pregiudizi.

  • ACME NEWS
    Il cardinalizio Ugo Poletti, attraverso la Segreteria di Stato del Vaticano ha sondato le intenzioni di Willy Coyote, Ceo della ACME Corporation Ltd, circa un’eventuale candidatura a Sindaco di Roma, da contrapporre nelle prossime elezioni alla folk singer Virgin Rays, sindaco uscente. Il porporato ha garantito al noto cartone animato americano l’appoggio del mondo cattolico, della finanza bianca, nonché delle ACLI e della tifoseria organizzata romanista. Le proteste degli avversari politici non si sono fatte attendere. Alla incandidabilità dei cartoni animati si è appellata la Presidentessa Boldrini, affermando che il Coyote è un cacciatore carnivoro maschilista, americano e assetato di sangue, dinamitardo e reo di numerosi tentativi documentati di omicidio ai danni di Beep beep.
    Nostra Signora del Cappello teme di essere schiacciata nel pendolare al centro tra il Coyote e Forza Italia. Il Papa con la sua ultima Enciclica “Votates Candidados”ha esortato i cattolici a votare per gli avversari.

  • Buongiorno Prof. Giannuli,

    d’accordo sul contenuto dell’articolo, tranne che su un passaggio specifico. La “Chiesa autocefala ucraina” non si è staccata adesso dal Patriarcato di Mosca, ma nel 1992. Ha solo ottenuto recentemente un riconoscimento formale da parte del Patriarca di Costantinopoli. La maggior parte dei fedeli Ortodossi in Ucraina continua ad essere legata alla Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca. Fra l’altro, La invito a documentarsi in merito alle persecuzioni religiose che stanno avvenendo nel paese, le più gravi in Europa dalla fine del comunismo: chiese sequestrate, presbiteri torturati, picchiati e uccisi. Roba da tribunale internazionale. Nel completo silenzio dei media nostrani, ovviamente.
    Saluti,
    Marco

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