Da Nizza ad Ankara.

Non abbiamo fatto ancora in tempo a riprenderci dallo shock di Nizza che arriva la notizia di un colpo di Stato ad Ankara: si profila, anche se in modi assai diversi, una destabilizzazione del bacino mediterraneo che non ha precedenti.
Iniziamo da Nizza, dove prende piede l’ipotesi dello squilibrato; cosa che non mi sorprende affatto: la figura dell’attentatore ha ben poco in comune con l’identikit dello jihadista suicida e cominciano ad emergere particolari che avvalorano questa spiegazione: la presenza di armi giocattolo nell’abitacolo, i precedenti di violenza gratuita e di gesti inconsulti, lo stato ossessivo per i suoi problemi finanziari eccetera. Dunque, l’ipotesi del “fuori di testa” che da solo monta questa carneficina ci sta, ma non ci risolve molti problemi, in primo luogo perché l’ipotesi del “matto” non esclude quella dell’attentato jihadista, perché non è affatto scontato che l’uomo non sia stato indotto a fare quel che ha fatto e, anche se mancano precedenti specifici di una sua partecipazione al mondo jihadista, non mancavano contatti anche solo indiretti con esso (ad esempio padre che sia  fervente islamista). E, per certi versi, è augurabile che sia andata così e che ci troviamo di fronte ad un attentato politico, pur se compiuto per interposta persona, perché l’ipotesi del “matto solitario” è ancora peggiore e più preoccupante. Immaginiamo che questo strano personaggio fosse completamente solo, senza complici, e che abbia compiuto questa strage perché influenzato dalla  propaganda islamista: peggio mi sento, perché questo significa che l’ondata terroristica ormai attira anche il pulviscolo delle sofferenze psichiatriche individuali e le trascina con sé in una scia si sangue aggiuntiva a quella degli attentati veri e propri. Una minaccia a cui sarebbe arduo opporre difesa. Per di più questa storia nizzarda getta una luce molto allarmante sull’incapacità di tutto il comparto di polizia. Questa volta i servizi segreti non c’entrano, perché l’uomo non aveva precedenti di sorta, qui a collassare sono stati i livelli più elementari: i vigili urbani e la polizia stradale incapaci di schermare un tratto di strada chiuso alla circolazione automobilistica. Io vorrei conoscere quell’immenso imbecille di poliziotto che sentendosi dire dall’attentatore che trasportava gelati, ci ha creduto: un tir di quelle dimensioni che trasposta gelati ed a quell’ora della sera, quando la festa si avvia al termine? E, comunque, si lascia passare un veicolo di quelle dimensioni? D’altra parte , già all’inaugurazione dei campionati europei i sintoni non furono affatto tranquillizzanti e ricordo di aver osservato con amici “se questa è la capacità di controllo di un branco di teppisti ubriachi come gli hooligans, figurati che affidamento danno nella lotta al terrorismo!”. Nizza ci consegna l’immagine di un paese in balia di qualsiasi esplosione di violenza, privo dei più elementari apparati di sicurezza e, per di più, con un Presidente di leggendaria  stupidità. Negli Usa, dopo la crisi del 1929, il nome del presidente Harding fu sinonimo di incapacità e, per decenni ancora, quando si voleva offendere un Presidente lo si paragonava a quello, aggiungendo “E chiedo scusa al Presidente Harding”. In Europa abbiamo Hollande per la bisogna.
Nelle stesse ore, un oscuro tentativo di colpo di Stato investiva la Turchia. La situazione è ancora confusa: sembra che il golpe sia rientrato e ci siano stati arresti, non si capisce bene quanta parte delle forze armate vi abbia preso parte, né da che parte stesse la popolazione. Meno che mai si capisce che colore politico avessero i golpisti, anche se fa un certo effetto sentire i leader occidentali, da Obama alla Merkel al solito penoso Hollande  sbracciarsi in difesa del “legittimo governo democratico”: legittimo? Democratico? Chi? Erdogan? Ma di che stiamo parlando?

E’ possibile che dietro il golpe ci sia qualche mano straniera (Putin? Chissà!?) ma nel complesso, almeno per ora, l’impressione che si riceve è quella di un colpo di mano affrettato e di scarso seguito (per ora, insisto: per ora) quello che, nella sofisticata nomenclatura ispanica, che cataloga con precisione la tipologia dei colpi di stato militari, sarebbe chiamato un “quartelazo”, cioè un tentativo da taverna di soldataglia di bassissimo profilo. Ma forse potrebbe trattarsi dii una cosa diversa che, sempre utilizzando il ricchissimo vocabolario spagnolo in materia (l’esperienza serve pure a qualcosa) si chiama “intentona” cioè non un vero e proprio colpo di stati, ma una sorta di prova generale che suona anche come “avvertimento” al governo. Insomma qualcosa di simile al nostro golpe Borghese. Non sappiamo e vedremo, comunque stiano le cose, “quartelazo” o “intentona” che sia, questo segnala un regime di Erdogan molto meno sicuro e stabile di quel che si pensava e l’ipotesi di un allargamento dell’area di destabilizzazione anche alla Turchia diventa una prospettiva non certa, ma plausibile.

E possiamo immagina le ripercussioni di tutto questo sulla guerra di Siria, sul Califfato, sugli equilibri più generalo del Medio Oriente, sulla valanga di migranti, sull’economia europea eccetera eccetera.

Si avvertono sinistri scricchiolii della situazione tali da far temere un crollo generalizzato del sistema di relazioni nell’area mediterranea e conviene leggere quel che accade e che accadrà alla luce di questa prospettiva.

Qualcuno, decenni fa, avrebbe commentato: Allegria!!!

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (25)

  • La notizia del colpo di stato in Turchia è seria, e però non riesco ad esserne colpito. Questo non è il primo, ma il quinto colpo di stato nella storia della Turchia moderna, e come nelle volte precedenti, è avvenuto di fronte ad una re-islamizzazione del paese, in una nazione che è l’unica al mondo, insieme a Messico e Francia, che stabilisce la laicità dello stato nella propria costituzione. Inoltre, a differenza delle altre nazioni, in Turchia non è la corte costituzionale, o la corte suprema, a vigilare sulla costituzione, ma l’esercito. Se a tutto ciò aggiungete lo smaccato sostegno che Erdogan ha fornito all’Isis, allora capirete come, pur nella sua serietà, la notizia del colpo di stato in Turchia non sia così sensazionale.

    • La notizia invece colpisce proprio in un frangente in cui gli USA avevano appena imposto alla Russia di restituire la Crimea all’Ucraina come condizione necessaria alla revoca delle sanzioni da Occidente. A pochi giorni dalla strage dell’aeroporto di Istanbul ad opera di attentatori kamikaze ma soprattutto di bombe astutamente piazzate sulle vie di fuga, era nell’aria una resa dei conti fra Erdogan e la versione turca di Gladio. La Gladio turca ha pensato che il golpe fosse ormai ineluttabile, sia perché Erdogan si era apertamente riavvicinato a Mosca, sia perché la stessa Gladio era stata già decapitata dalle recenti epurazioni presidenziali. La sospensione dell’autorizzazione al decollo per le operazioni americane dalla base di Incirlik sulla Siria ne è oggi una ulteriore conferma.
      Non dimentichiamo che Erdogan comprava petrolio da Daesh, ma non ha mai smesso di erogare elettricità alle aree sotto il controllo di Assad. Molti additano Erdogan come il fornitore materiale dell’ISIS, ma nessuno parla degli approvvigionamenti ben più cospicui attraverso la Giordania. Per cinque anni Erdogan ha fatto il doppio gioco, infiltrando turchi fra le formazioni ribelli siriane con lo scopo occulto di far impantanare i contractors pagati dai Sauditi e da loro mandanti. Attorno ad Iskenderun ha fatto costruire nel frattempo un muro di sbarramento perché teme che dalla vicina Siria i curdi armati da Washington allunghino le mani sulla provincia più meridionale della Turchia e arrivino al mare.
      Tutto ciò perché, insieme a russi, cinesi, indiani, pakistani e altri asiatici, Erdogan e molti cittadini turchi sanno bene quale sia il recondito obbiettivo dei signori del dollaro (vale a dire quelli che lo stampano dal nulla e lo immettono nel circuito del commercio marittimo internazionale dove acquista istantaneamente grande valore). Tale recondito obbiettivo è la creazione di una Siria vassalla degli USA o in mancanza, ormai, di almeno un corridoio curdo dal mediterraneo all’Azerbaigian per potervi installare basi missilistiche e rifornirle via terra senza passare per la Turchia (Paese troppo grosso e potenzialmente pieno di insidie ingestibili). Come ho già scritto qui in passato, con una Cina così forte, questa è la priorità assoluta di qualsiasi amministrazione statunitense. Non si tratta solo di rimediare petrolio a buon mercato dall’area curda e azera e portarlo sul Mediterraneo, ma di boicottare le infrastrutture terrestri e mantenere i principali flussi commerciali sulle attuali rotte marittime. Ciò si può fare solo se si controlla Ucraina, Kazakistan e Azerbaigian. Ricordiamoci che per gli USA la presa o il il controllo da vicino dei varchi dell’Asia Centrale ha già richiesto un pretesto come l’attentato dell’11/9, che ha permesso all’esercito americano di acquartierarsi in Afghanistan come pure in Kirgisistan (che peraltro nulla aveva a che fare con Al-Qaeda, neanche nella versione ufficiale dei fatti).
      Dunque la prossima mossa di Washington potrebbe essere sul Kurdistan turco e sulla provincia di Iskenderun, che al contrario di Aleppo ospita da molto tempo una forte minoranza curda. E’ dunque probabile una sollevazione pilotata di queste province turche e l’intervento diretto francese su Iskenderun potrebbe essere una replica di quello degli anni ’20. Altrimenti perché il gran maestro Manuel Valls dopo aver coperto due inchieste col segreto di stato e riorganizzato i servizi segreti, ha decretato la richiamata dei riservisti? Non crederà, caro David, alla storiella del camion guidato da uno squilibrato (dato che chi ha provato a saltare su in cabina per fermarlo è stato freddato da un tiratore scelto)?

      • @ M
        la tesi e’ interessante. Posso chiederti dove ti sei documentato?
        in merito alla seguente affermazione:
        “Molti additano Erdogan come il fornitore materiale dell’ISIS, ma nessuno parla degli approvvigionamenti ben più cospicui attraverso la Giordania”
        immagino che i fornitori di approvvigionamenti attraverso la Giordania siano i soliti USA,UK e Francia, (cosa piu’ che credibile a mio avviso) ma sarei curioso anche qui di conoscere le fonti

  • Buongiorno, volevo farle tre domande sul tentativo di golpe fallito in Turchia:

    1) secondo lei il regime di Erdoğan sarà ancora abbastanza ”forte” da utilizzare ancor di più il pugno di ferro contro curdi e libertà individuali in generale?

    2) un’eventuale ”burattinaio” straniero, a che pro avrebbe deciso di supportare il tentativo di golpe, apparentemente attuato da una specie di armata Brancaleone?

    3) nel caso di un’eventuale ”prova generale”, non è stato un rischio inutile, dato che in caso di fallimento il governo avrebbe potuto dare un giro di vite nei confronti della frangia dell’esercito accusata di esserne l’artefice e di quella parte di popolazione intervenuta (anche se non si capisce ancora se sia stato davvero così) a favore dei golpisti?

  • Molti opinionisti ieri rimarcavano il ruolo storicamente laico dell’esercito, teorizzando un suo intervento anche stavolta per ristabilire i principi risalenti ad Ataturk. Per molti però qualcuno dietro è chiaro ci dovesse essere, ma il fatto che sia putin che gli americani siano stati tirati in ballo rende l’idea di quanto sia poco comprensibile la situazione e quanto Erdogan stia davvero sulle palle a tutti, nemici e alleati. Ma si può mettere in piedi una operazione di queste proporzioni per poi vederla fallire in poche ore? Attuarla senza le dovute sicurezze? Possibile che dietro ci fosse qualche potenza straniera tiratasi dietro all’ultimo momento e lasciando così i militari da soli? O è stato un puro tentativo interno, avventato e ingenuo, di una fronda dell’esercito recalcitrante ad un certo predominio del presidente? Lei che pensa?

  • ho letto ieri un commento che riporto:
    “non è la radicalizzazione dell’islam ma l’islamizzazione della radicalità”.
    che forse è peggio, perché meno controllabile.

  • Ma lei trascura che i responsabili del tentato Golpe sono stati già epurati.

    Darei per scontato che i golpisti avessero tenuto conto del sostegno a Erdogan della maggioranza della popolazione, che si sta islamizzando a grandi passi anche grazie alle subdole e graduali riforme fatte da Erdogan (ad esempio quella dell’istruzione), anche se forse potrebbero aver sottovalutato la prontezza della popolazione antigolpista che ha violato in massa il coprifuoco (so da fonte diretta che a Istanbul, all’ 1.00 di notte, dalle moschee veniva amplificata una voce ezan che invitava le persone a uscire in strada e affrontare i militari).

    Pare però francamente strana, a maggior ragione alla luce di quanto detto sopra, la circostanza che questi sprovveduti congiurati abbiano tratto in arresto il capo di stato maggiore (notoriamente leale a Erdogan) ma non abbiano valutato minimamente l’impatto della non adesione al golpe della polizia, della marina e – addirittura – di una fazione (che sembrerebbe piuttosto consistente se non maggioritaria) degli stessi ufficiali dell’esercito.

    Così narrata, sembrerebbe la storia di quattro dilettanti allo sbaraglio che mettono a rischio la loro carriera e la loro vita (visto che rischiano la pena di morte) per eseguire in modo a dir poco maldestro un azzardo d’improbabilissima riuscita.

    Secondo me le cose non stanno così.
    Chi conosce la Turchia come il sottoscritto sa che il malumore delle classi medie laiche (e di quelle alte escluse dagli affari della cricca di Erdogan) monta da tempo, nonostante l’astuta cautela di Erdogan nel portare avanti la sua agenda cripto islamista.
    Solo poco tempo fa era stato rimosso il capo di stato maggiore dell’esercito, accusato dal governo proprio di tramare un golpe, e sostituito con una persona leale qualcosa doveva essere già nell’aria). Negli ultimi tempi Erdogan ha cominciato ad accusare di tutti i mali che affliggono il paese il suo vecchio maestro Fetullah Gulam (al quale deve la sua ascesa politica) e il sospetto di molti turchi antierdoganisti ma anche antifetullahisti è che questo sia un espediente, un gioco delle parti, per isolare ancora di più quello che rimane dell’opposizione laica portando gli elettori moderati non islamisti a sostenere Erdogan (Fetullah è percepito come più islamista di Erdogan). È noto anche che tantissimi membri delle forze armate e, soprattutto, della polizia siano segretamente leali alla molto influente organizzazione di Fetullah.

    Insomma, tutto si può dire di Erdogan tranne che non sia un astuto stratega. Un accordo segreto col suo vecchio maestro Fetullah e la simulazione di un conflitto tra i due potenti leader conservatori potrebbe aver consentito di stanare ed epurare quegli elementi dell’esercito che si ponevano come ostacolo ad un’ulteriore islamizzazione della Turchia.

    Da questo fallito golpe (a causa della defezione all’ultimo minuto di elementi dell’esercito legati all’organizzazione di Fetullah che magari avevavo finto il loro supporto o la loro acquiescenza?) Erdogan potrebbe uscire addirittura rafforzato.

  • A proposito di Nizza. Ieri sera Nice Matin ha pubblicato un’intervista al padre dell’assassino. Ha dichiarato alla stampa francese che il figlio soffriva fin da piccolo di un problema psichiatrico grave, come gli aveva detto lo psichiatra dal quale lo aveva portato. Uno jiahidista porta il figlio dallo psichiatra? E racconta tutto questo candidamente ad un giornale “occidentale”?
    Non trovo nella stampa francese nessuna conferma del carattere jihaidista della famiglia di origine, che pare tra l’altro lui frequentasse poco o nulla, sempra a detta del padre.
    La stampa – tutta la stampa, soprattutto italiana – non è affidabile neanche nel dire se in quel momento piove o c’è il sole. È drammatico, ma è così. Non c’è affermazione, neanche la più banale, che non debba essere verificata e riverificata, perché ormai è il trionfo della marchetta.
    Ci si dovrebbe occupare assai di più di questo, che è un vero grandissimo (e antico, in Italia, meno altrove) problema sotto il profilo della democrazia.

  • Vedo segni evidenti di marcia indietro, anche dalle autorità francesi. Se n’è accorta pure l’Ansa:
    http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/07/16/nizza-nessuna-prova-che-sia-stato-isis_12167002-2257-4d60-b1fa-cdf3dde2c30b.html
    Ieri la Stampa dava per certa la rivendicazione dell’ISIS, su Telegram. forse alla Stampa pensano che Telegram sia una social network:
    http://www.lastampa.it/2016/07/15/esteri/il-califfo-ai-lupi-solitari-investiteli-con-lauto-fuFSzAdZ5e8YOH1jDTSRYM/pagina.html
    Ma quand’è che chiudono, queste fabbriche di carta igienica i pessima qualità?

  • questo tentativo di golpe a me fa pensare a qualcosa nato dall’interno. E’ vero che la Russia storicamente ha sempre cercato di arrivare al controllo del Bosforo e i Dardanelli per avere sbocco sul mediterraneo, ma Putin e’ un giocatore freddo e razionale e non farebbe mai un tentativo cosi’ goffo e avventato, soprattutto dopo che Erdogan gli ha chiesto scusa formalmente per l’abbattimento del caccia, e che l’accettazione delle scuse hanno certamente una contropartita favorevole a Mosca. Di certo queste scuse non hanno fatto piacere agli USA, ma d’altro canto gli americani devono stare attenti a tenersi ben stretta la Turchia e per quanto siano coglioni non destabilizzerebbero Erdogan col rischio di chissa’ quale sorpresa.

  • La cattiva notizia non è il tentato golpe in Turchia, bensì il suo fallimento.
    La situazione che ora stiamo vivendo in Europa è frutto della dissennata politica portata avanti dall’Occidente, in particolar modo l’assurda pretesa di “esportare la democrazia” in paesi culturalmente immaturi od alieni al nostro sistema avanzato.
    Le conseguenze sono ora sotto gli occhi di tutti, ed è inutile dar la colpa ai fanatici dell’estremismo islamico.
    I regimi dittatoriali avevano, ed hanno tuttora, le loro solide ragioni per esistere e prosperare sulla sponda meridionale del Mediterraneo ed in medio oriente.
    Che Al Sisi resti a lungo in sella, malgrado la vicenda Regeni.
    Con Saddam, Assad, Mubarak e soci l’Isis non avrebbe mai messo piede, questo è certo.
    Così come da noi la forte avanzata delle forze politiche estremiste.
    Con buona pace degli intellettuali radical chic.

  • da tutt altra parte del mondo,succede che l’aja non riconosce alcun diritto di sovranità ai cinesi su i territori contesi con le filippine nel mar cinese meridionale,e qui vorrebbe dire esporsi direttamente contro una potenza militare qual’è la cina che ha posizionato asset miliri proprio in quel’area.insomma se qualche anno fa c’erano già tutti gli elementi per una guerra su scala globale,se ne aggiungono altri ancor più pesanti.tutta questa tensione generale è alquanto preoccupante.

  • Essendo stato come turista a Nizza un paio di volte, non ho mai notato dei Tir in giro per la città e neppure camioncini lungo la strada che costeggia la Promenade des Anglais. Per a verità non ho mai visto Tir neppure per i centri cittadini di Bologna, Palermo o Roma, ancor meno di sera.
    C’è stato un poliziotto boccalone e facilone di troppo.
    Ma qualche ufficiale o funzionario gli ha spiegato che le alte concentrazioni di persone sono come il miele per le api per chi vuole commettere stragi, sopratutto in questo periodo di tensioni?
    Se a Parigi entrano in allarme per uno starnazzare di ali in medio oriente, perchè l’informazione/allerta non giunge fin dove è utile, fin dove c’è bisogno, ovvero tra le consegne dirette alle meningi di chi viene preposto alla sicurezza di migliaia e migliaia di persone?
    Ovvio che i servizi si siano dichiarati fuori.

  • La destabilizzazione è un effetto del progressivo indebolimento dell’impero mondiale statunitense e di 25 anni di guerre petroenergetiche finite male. Man mano che il centro dell’impero perde forza, gli attori periferici acquistano importanza, e le loro diatribe (interne ed esterne) diventano più rilevanti ai fini della tenuta dell’insieme.

    Allegria!!!

  • O.T.
    Come era prevedibile, ormai nessuno più ricorda Regeni, escludendo naturalmente i suoi cari,
    ma mi sono chiesto se il suo caso sia in qualche modo collegato agli avvenimenti di Ankara.
    Mi sono chiesto, cioè, se quel ragazzo, casualmente o come conseguenza dei suoi veri compiti, era venuto a conoscenza dei preparativi del golpe, oppure se era entrato in contatto con chi lo stava progettando.
    Si spiegherebbe così la brutta fine che ha fatto: inspiegabile per le modalità apparentemente
    davvero eccessive. Potrebbero essere stati i servizi di Erdogan, interessati a fargli sputare senza tanti complimenti tutto quello che sapeva o non sapeva (e questo spiegherebbe anche il fallimento del golpe e la probabile defezione all’ultimo minuto di chi aveva garantito l’appoggio esterno). Oppure potrebbero essere stati gli stessi golpisti, interessati ad eliminare qualsiasi possibile persona informata di quello che bolliva in pentola, accertandosi preventivamente di quello che sapeva davvero e di chi aveva eventualmente informato.
    Tutto sommato, forse non è poi tanto O.T.

    • ma che c’entra Regeni con la Turchia? Come un ragazzo arrivato in Egitto a settembre avrebbe potuto sapere qualcosa di preparativi di golpe in Turchia nel giro di pochi mesi? Non mi pare un nesso plausibile

  • Baia dei porci 2.0. Ma state almeno seguendo quello che sta succedendo alla base militare US di Incirlick? E’ stato appena arrestato il Generale a capo della base, accerchiata dalle forze lealiste fin da ieri mattina. Le facce imbarazzate e nere di Kerry ‘horseface’ e della Frau Merkel nelle tardivissime prime dichairazioni…dicono tutto. Putin ha già chiamato Erdogan e faranno meeting bilaterale al più presto, Nethanyau starà ridendo incredulo nel suo studio.
    Well done Mr. Obozo…Nobel-Peace-Price-Winning President…What a great leagacy you and your Lady Glass-Stegall Act superliar are leaving in the Middle East…Syria, Lybia, Egypt, Iraq and now Turkey. Put to shame the Bush family’s 1991-2008 shit show.

    Popcorn e coca cola, sediamoci calmi sul divano che nelle prossime settimane ne vedremo delle belle. E se a Novembre va su Trump, beh il 2017 ce lo ricorderemo a lungo.

  • https://www.almasdarnews.com/article/saudi-fm-threatens-turkey-policy-shift-toward-syria/

    se ora la Turchia di Erdogan riavvicinata a Russia e persino alla Siria di Assad, permette il trionfo finale di quest’ultimo nella guerra civile in Siria (Aleppo sta per essere rimessa sotto controllo delle forze di Assad), beh ragazzi che débacle per l’amministrazione Obama/Clinton.
    Putin vincente su tutti i fronti. Rapporti normalizzati tra Russia e Turchia, tra Turchia e Siria, tra Turchia e Israele.
    Sauditi, Qatar e USA/CIA nella polvere.
    E naturalmente bye bye secolarizzazione Turchia.

    Tempi interessanti.

  • È la prima volta che vedo la polizia fermare un golpe militare.

    Giuro che su Youtube gira un video di un vigile che multa e mette le ganasce a un carro armato. I militari girano sconsolati intorno al mezzo chiedendosi: “E ora chi la paga questa?”.

    Son tempi strani…

  • E la Merkel che nega l’atterraggio in Germania all’aereo su cui aveva riparato Erdogan…lo stesso statista al quale un paio di mesi aveva dato fa 3 Miliardi di EUR per contenere i flussi migratori in Est Europa…[inserire faccina che rotola dal ridere]

    Chissà i flussi migratori come andranno da qui a fine anno…

  • A quanto si riesce a capire leggendo le notizie riportate dai giornali possiamo archiviare l’intentona alla Borghese, piuttosto mi sembra che sapevano tutto e Erdogan sta sfruttando la situazione per fare piazza pulita. Dico, quasi 3000 magistrati, dovevano ben avere prima le liste… Beh vedremo Erdogan e famiglia sul trono del sultanato turco per i prossimi decenni. Per carità, non che i militari fossero santi, ma almeno quelli dopo un po’ di anni se ne andavano. I prossimi sono i Curdi. Anzi lo sono sempre stati, ma adesso li faranno fuori del tutto. Chissà che scuse troveranno i nostri per giustificare il tutto e meno male che a ogni piè sospinto parlano di neofascismo e neonazismo. Comincio a pensare che ci hanno fatto due p.lle come grattacieli ricordandoci ogni giorno di Hitler e dei nazisti per far vedere che tutto quello che accade oggi è comunque meglio di lui.

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