Il mio prossimo libro: “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)”. Appello al passaparola.

Giovedì prossimo, 13 ottobre 2016, sarà in libreria il mio ultimo libro: “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)” e, questa volta ho proprio bisogno del vostro aiuto per far sapere che c’è, perché si fatica molto ad ottenere qualche recensione o segnalazione e tutto mi fa pensare che faticheremo molto a restare in libreria. Per cui vi rivolgo un appello con il passaparola segnalando il libro ad amici e conoscenti, mandando qualche mail, condividendo su Fb e rilanciando su Twitter. Insomma mi aspetto che mi diate una mano.


Chi pensasse di trovarvi le prove di una fantasiosa congiura massonica, che da Gelli porta a Renzi, resterebbe deluso: non è di questo che mi occupo (e, peraltro, una congiura che dura per quasi mezzo secolo, sopravvivendo a morti ed eclissi dei vari protagonisti, non è molto convincente e sa di opera fantasy). Ci sono cose molto più durature dei complotti e sono le idee, le correnti di pensiero che, pur con le inevitabili modificazioni che il tempo impone, rispuntano, come fiumi carsici, quando meno lo si aspetta.

C’è un filone di pensiero che affonda le radici molto indietro nel tempo (sin nel XVIII secolo) e che ha opposto le ragioni della società civile contro lo Stato ed i suoi apparati. Questo scontro sembrò vinto definitivamente in Italia nel 1945, quando, dalla sconfitta del fascismo, sorse una repubblica dal forte contenuto sociale, garantita da una democrazia parlamentare che esaltava la rappresentanza e la partecipazione popolare. Poi, pian piano, riemerse una cultura politica che, nelle nuove condizioni storiche, pensava ad una riforma della Costituzione e della legge elettorale che comprimesse la rappresentanza, liquidasse gli strumenti di partecipazione democratica e desse vita ad un regime oligarchico che, però, conservava forme elettive.

La P2 fu il soggetto che riuscì a sdoganare quella cultura  ed ad imporre questo tema nell’agenda politica circa 40 anni fa. Non hanno torto i sostenitori del Si al referendum a sostenere che la riforma delle istituzioni “attende da 40 anni”, ma solo se si ammette che è della riforma di Gelli che si sta parlando. E, in effetti, le somiglianze fra il piano della P2 e l’attuale progetto di riforma istituzionale non mancano affatto: legge elettorale maggioritaria, partiti “all’americana”, centralità assoluta del governo che assorbe in gran parte la funzione legislativa, compressione degli organi di controllo e garanzia, abolizione/trasformazione del Senato, abolizione delle provincie, ecc. E’ la stessa filosofia antiparlamentare di Gelli.

D’altro canto, anche la base sociale e regionale della P2 presenta diverse somiglianze con il “giglio magico” renziano ed i suoi dintorni. Ovviamente sia tanto nel progetto quanto nella composizione sociale, ci sono anche differenze inevitabili, dato il tempo trascorso, ma quel che conta è il nucleo centrale di entrambi, come dire? Il Dna che si trasmette nelle generazioni pur nei mutamenti parziali.

Le somiglianze fra i due progetti (quello di Gelli di ieri e quello odierno di Renzi) si colgono meglio se si tengono presenti anche due documenti preparatori del notissimo Piano di Rinascita Democratica: il “memorandum” sulla situazione italiana e lo Schema “R” molto meno conosciuti e che ripropongo alla vostra lettura. Più che mai questa volta il libro è pensato come un’arma di battaglia (qui la scheda di presentazione del libro).

Spero che vi interessi e, come al solito, sono a disposizione per risposte, chiarimenti ed anche per accogliere critiche e contestazioni. Spero non mi deluderete.

Aldo Giannuli


Aldo Giannuli

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Comments (18)

  • Caro professore, per cortesia le consglio di fare una pagina dedicata con un’immagine del libro e POCHE frasi di presentazione, affinché la si possa linkare sui social.
    Linkare questo articolo in quel contesto non è abbastanza producente, perché la maggior parte degli utenti è frettolosa e una paginetta come questa, seppur breve, è considerata un’articolessa, un vero pippone.

    • Gentile Enrico, su facebook useremo come sempre la pagina del professore. Aprire in continuazione pagine che poi muoiono in breve tempo è poco utile, dalla pagina posteremo secondo le regole del social, quindi come lei ci suggerisce post brevi e sintetici. Grazie per i consigli!

  • Caro prof. a parte l’opera di diffusione che certo non mancherà, per me e credo per molti altri sarebbe comodo poterlo comprare online.
    Abito in un piccolo condominio di 10 app.ti, e ogni giorno, più volte al giorno, mi capita di incrociare un DHL o altri spedizionieri che vengono a consegnare pacchi acquistati online.
    Se una massaia può usare questo sistema per acquistare un completino per la nipotina, potremo bene anche noi acquistare cultura, non credi?

  • Professore, buongiorno e buongiorno Martino!
    Sono a-sociale, anti-sociale per tutto quanto concerne le odierne reti, tranne che per flickr (in quanto incallito fotoamatore a pellicola) e per academia.edu (per quelle cose che riesco a scrivere ogni tanto).
    Ora, ho visto che su academia.edu non c’è la pagina del professore. La consiglio vivamente, perché una volta fatta potrebbe caricare copertina e scheda libro (anche in inglese), io la segnerei con un bookmark e già un centinaio di persone ne verrebbero a conoscenza, magari andando a “seguire” (follow) direttamente il professore. questo centinaio poi a sua volta farebbe conoscere a quelli che lo seguono il suo segna-libri, e così via… considerando che ci sono utenti di academia con molti più contatti rispetto ai miei, l’effetto virale penso sia assicurato. Attendo la pagina di academia per aggiungere un bel “follow”! 🙂
    Un caro saluto.
    Paolo

      • Davvero, è un sortilegio di cui vale veramente la pena apprendere la formula. Mette in contatto ricercatori, indipendenti o all’interno di strutture accademiche, studenti e professori da tutto il mondo. Per questo varrebbe la pena anche inserire materiali o abstract in lingua straniera. Un caro saluto!
        Paolo

  • per caso ci sara’ anche l’e-book?
    (vivendo all’estero, sarebbe la soluzione perfetta..)
    O magari si puo’ spedire fuori dall’Italia?
    (beh, immagino che in questo caso il corriere costi piu’ del libro stesso 🙂 )

    Altrimenti poco male, una volta all’anno si passa in Italia e si compra in qualche modo..

  • Per me la P2 si può simbolicamente rappresentare con gli articoli della nuova costituzione(con la c minuscola) che vanno dal numero 70(che ha 9 parole quello attuale, mentre 438 ne ha quello riformato) fino ai numeri 71,72,73,74 e 75(nei quali si spiega come faranno parlamento e governo ad annullare gli effetti del referendum popolare e renderlo praticamente inutile se non addirittura funzionale ai voleri del governo di turno).

  • caro Giannulli, ho apprezzato il tuo lavoro sui servizi segreti e ora leggerò con interesse questa tua ultima fatica. Un argomento sensibile e di cui sentivo il bisogno.
    Potresti darmi delle tracce per ripercorrere la storia del secolo scorso attraverso una analisi marxista che sfati, per esempio, con chiarezza quanto l’ intervento militare americano sia stato una occupazione e non già una liberazione? Occupazione che da allora permane avendoci trasformato in colonia mistificata con ‘amicizia’ o ‘alleanza’.
    Colonia militare-politica e soprattutto culturale.
    Grazie

    • per diverse ragioni: l’antico ceppo anticlericale ca cui rpese vigore la radice socialista ed anarchica, poi la resistenza con il peso delle Garibaldi, la particolare violenza fascista che spinse a radicalizzare la lotta e molte altre ragioni più contingenti

  • Buongiorno professore,

    sarebbe bene distinguere tra il Gelli che, con l’aiuto dei tecnici della P2 , elabora lo Schema R ( che sta per Rinnovamento) e il Piano di Rinascita Democratica e il Gelli che sostiene e prende forza dai Governi di Centro-Sinistra guidati anche da Aldo Moro, come ha sempre sostenuto Federico Umberto D’Amato.

    Infatti, un mediatore come Licio Gelli ha sempre avuto in cuor suo l’Arte della diplomazia, dei rapporti tra i vari settori politici rappresentati nel Parlamento. Che sia stato un antiparlamentarista tout court, non c’è alcuna prova in questa direzione.
    E’ pur vero che lo stellone principale del Piano Rinascita era la Repubblica Presidenziale ( anche se non era specificato il modello, se quello americano o quello francese-tipo gollista), cioè un rafforzamento del Potere Esecutivo. Un’idea di riforma che in quei tempi piaceva anche al missino Almirante e poi negli anni a venire anche al socialista Craxi…

    E poi bisognerebbe ricordare che è nell’ambito di un incontro al Quirinale col Presidente Leone, presente il Gran Maestro del GOI Lino Salvini, che il Gelli espose i suoi 58 punti dello Schema R. Se fosse stato un piano “eversivo” o “antiparlamentare”, non ne avrebbe certamente parlato con il Presidente della Repubblica, no?
    Il fatto poi che Gelli abbia usato l’aggettivo Democratico nel Piano di Rinascita depone certamente a favore di un Gelli ben in sintonia con i Poteri democratici del Tempo, di cui fu certamente una quintessenza.

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