La contestazione a Panebianco: e se i ragazzi avessero ragione?
Come si sa, Angelo Panebianco, docente ordinario di scienza della politica a Bologna e importante politologo, abituale editorialista del Corriere della Sera, ha scritto un articolo che invitava a “preparare il popolo alla guerra di Libia”. A seguito di esso, i ragazzi del Collettivo Universitario Autonomo lo hanno contestato per un paio di volte chiamandolo assassino ed interrompendone la lezione.
Ne è seguito un caso nazionale, con la stampa insorta a difendere l’insigne politologo, la polizia che gli assegna una scorta (non c’è stato nessun accenno di violenza), la Procura che sembra apra un fascicolo per “interruzione di pubblico servizio” (criterio con il quale, fatte le dovute proporzioni, nel sessantotto avremmo dovuto essere tutti deferiti ad una corte marziale) mentre Rettore ed autorità accademiche, che evidentemente, non hanno nulla di più serio da fare, studiano misure disciplinari per i responsabili e via su questa strada, mentre l’illustre studioso ha fatto balenare la possibilità di denunciare i contestatori.
Di Panebianco ho letto e spesso citato i libri come il suo ottimo “Modelli di Partito” che, però è di 34 anni fa, so che è uno dei pochi docenti italiani noti all’estero. Trovo le forme della contestazione un po’ rituali, ripetitive ad anche un po’ rozze (nel 1977, almeno, c’erano gli “indiani” che usavano l’arma dell’ironia e della creatività), ma, detto questo, mi pare che nella sostanza i ragazzi abbiano ragione.
Ma insomma, ci sono state 4 guerre maggiori (Golfo 1, Golfo 2, Afghanistan, Libia) e una pioggia di interventi minori (Somalia, Sudan, Costa d’Avorio, Mali ecc cc) e non uno dei casi si è concluso positivamente, anzi ogni guerra ha posto le premesse per un’altra guerra ed ha lasciato dietro stati falliti, aprendo la strada agli jihadisti e, anzi che riflettere su tutto questo e sul perché di 25 anni di fallimenti, tutto quello che i vertici europei riescono a trovare è un’altra guerra che, per di più ha ottime probabilità di trasformarsi in un disastro militare?
Ed un celebre politologo, non trova di meglio che fare il coro d’appoggio a questi scriteriati, per una impresa sconclusionata e votata al fallimento come questa. Insomma, inizio a dubitare che sia poi quel grande politologo che ci era parso, anche perché il livello dell’articolo è quello della Maggioranza Silenziosa degli anni settanta (altro che intellettuale liberale). Peraltro, quando si scrive su un grande quotidiano e si assumono posizioni che hanno immediata influenza politica, si assumono delle responsabilità che espongono anche ad essere contestati. I fischi fanno parte della lotta politica in democrazia; magari i ragazzi sono andati oltre i fischi, ma insomma, neanche tanto, non mi pare che ci sia stata alcuna violenza. Vice versa, la posizione di Panebianco, sul piano morale, più ancora che politico, mi sembra molto più grave ed anzi, usiamo i termini giusti, proprio indecente.
Per cui, mi spiace, ma sto dalla parte dei ragazzi.
Aldo Giannuli
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arboit david
Quelli di Forza Nuova o di Cuore nero che molto probabilmente non condividono per nulla alcune tue posizioni possono quindi entrare in aula mentre fai lezione e impediti di continuare?
In discussione non è il merito (Panebianco sappiamo che è uno dei paladini ideologici del Centrodestra e sapevamo che è guerrafondaio), ma il metodo che tu hai liquidato sminuendo la gravita del comportamento (son ragazzi, e applicano forme di contestazione obsolete). Impedire di parlare alle persone è una cosa che fanno gli squadristi mediatici come Vittorio Sgarbi. Per me interrompere una lezione è squadrismo fascista.
Aldo Giannuli
Squadrismo? non esageriamo: la forza della contestazione è discutibile, soprattutto per la reiterazione. Però non mi pare il caso di parlare di censura nel caso ci un intellettuale che pointifica sul corriere, nelle televisioni ecc ecc. Poi se venissero ad interrompere la mia lezione reagirei cercando di rispondere a chi mi chiede conto di quel che dico: insegnare non è solo parlare dalla cattedra senza interloquire. Poi credo che i miei studenti reagirebbero all’invasione.
Poi il merito non è così irrilevante: questo sta assumendosi la responsabilità di giustificare l’ennesima guerra scombinata che lascerà solo una caterva di morti senza risolvere nulla, così come è stato per le precedenti (Afghanista, Golfo. Libia ecc) Bada che io non sono pacifista ma le giuerre che non si capisce dove portanto, proprio non riesco a manadrle giù. E tutto sommato fra le responsabilità si questi ragazzi un po’ rteste calde e quelle di un opinionista che sponsorizza coswe del genere, mi pare non ci siano paragoni.
victorserge
scusa david arboit,
ma non ti sembra che a furia di buona educazione i porci riescono sempre a farci ingurgitare le peggior cose? cosa che invece dovrebbere essere in contario………..
inoltre: io sono per il dialogo e per il contraddittorio magari forte, magari incarognito, magari partigiano; però a questo punto della storia, con la perdita di sovranità ,la perdita di diritti effettivi del lavoro, della tutela della salute, della pensione, della certezza del posto di lavoro con redditto connesso, sinceramente credo che la buona educazione ed il livello pacato di una discussione vada leggermente a farsi benedire.
questo per le linee generali.
nel particolare del panebianco la cosa è molto semplice: se pretendi di invocare alla guerra il popolo di fronte a una platea di persone che sono contrari alla guerra puoi aspettarti rispetto, gloria ed incensi vari?
panebianco sarà anche uno studioso serio ed apprezzato nel mondo, ma è soggetto anche lui come tutti noi del resto alle contestazioni anche dure.
le sue reazioni sono quelle di un individuo che crede di parlare in nome della verità adirandosi se le sue parole sono oggetto di contestazione.
la gente ne ha piene le tasche di certi personaggi superpagati che esternano in pubblico predicando come san paolo che esiste una sola verità; almeno san palo era pazzo e povero in canna, questi quà invece sono pure ricchi e hanno la faccia come ciò che contiene le mutande.
altro non ho da aggiungere.
cordialità
victorserge
Paolo Selmi
Forma e sostanza.
Viviamo in un mondo dove basta un errore formale per nascondere, sotterrare la sostanza contenuta in un gesto di protesta, specialmente se “dal basso verso l’alto”. Lo stesso mondo dove, processi in cui sono coinvolti imputati eccellenti, vanno a rotoli per errori procedurali. Persino nella Cina imperiale, che non era propriamente il paradiso della democrazia, sapevano che non si doveva tirare troppo la corda. Il contadino vessato dalle autorita corrotte, da secoli sapeva che per essere ascoltato doveva ricorrere al grado superiore nella scala gerarchica e a tal fine, qualora una semplice lettera (xin 信) di protesta non fosse bastata, si sarebbe dovuto spostare dal suo villaggio per “visitarlo” (shangfang 上访), suonando tamburi davanti alla porta del suo ufficio (yamen 衙门) al fine di denunciare (gaozhuang 告状) il sopruso subito. L’extrema ratio prevista da tale modello di istituzionalizzazione del conflitto era “la denuncia diretta all’imperatore” (gaoyuzhuang 告御 状). Probabilmente ci avrebbe lasciato la pelle “per eccesso di impudenza”, ma il suo sacrificio non sarebbe stato vano e avrebbe avuto giustizia: il passo successivo a tale espressione estrema di malcontento sarebbe stato, infatti, il disordine (luan 乱), la rottura di ogni misura e il ricorso a forme violente di lotta, quali le rivolte contadine o il banditismo. Probabilmente, nel nostro occidente “democratico”, l’autorità è talmente sicura di avere in pugno i suoi euro-sudditi da permettersi, con la consueta spudoratezza, di mistificare la realtà e confondere volutamente forma e sostanza. Una domanda mi sorge ogni tanto spontanea, forse perché appassionato di ciclismo: “Usque tandem?”
leopoldo
Perché convincere la popolazione a sostenere una guerra?-: Di recente mi è capitato un catalogo delle locandine che le banche pubblicavano per sostenere le sottoscrizioni popolari per la prima guerra mondiale, dobbiamo aspettarci una nuova campagna pubblicitaria a base di APP?-: siamo all’ennessimo intervento senza pianificazione politica?-: O la’obbiettivo e modificare lo story telling della crisi, nell’impegno armato per la salvezza della (nostra) civiltà?-: Edificare identità politico-culturali unitarie nel mondo islamico è inutile?-:-:
david cardillo
Gentile Professor Giannuli, io ho più volte manifestato stima e apprezzamento nei suoi confronti, per la sua acutezza e per come mette a disposizione di noi tutti le sue conoscenze. Spero, pertanto, che mi perdonerà se questa volta esprimo un netto dissenso da quanto da lei scritto. Quella nei confronti di Panebianco (dalle cui idee politiche, preciso che sono lontano), non è stata una contestazione democratica e goliardica, bensì un tentativo deliberato di delegittimazione e di soppressione della sua libertà di espressione. Se questi ragazzi avessero voluto manifestare in maniera civile e democratica il proprio pensiero, avrebbero potuto chiedere a Panebianco, possibilmente con qualche dovuto giorno d’anticipo, un confronto pubblico, magari al di fuori, o al termine dell’orario di lezione, nel corso del quale avrebbero esposto le proprie tesi e confutato quelle del politologo. Così avrebbero fatto, dei ragazzi intellettualmente preparati e civilmente maturi. Ma il punto, Professor Giannuli, è proprio questo: noi non stiamo parlando di ragazzi dotati di profondità di pensiero e di passione civile, che magari esagerano per un eccesso di esuberanza giovanile, bensì di teppisti, alla ricerca di pretesti per esercitare violenza (e lei, Professore, sa bene che non esiste solo la violenza fisica e materiale) e sopraffazione. Termino qui, la prima parte del mio commento in rispetto ai limiti di spazio da lei esposti pochi giorni osono.
tonino b
prof,
perché le “spiacerebbe” (stare dalla parte dei ragazzi?) schierarsi con coloro che pretendono rispetto per l’art. 11 della Costituzione anche dall’indecente panebianco?
senza rancore, perdoni la polemica…!!!
Aldo Giannuli
spiace? O fors eno…
david cardillo
Seconda parte del mio commento.
Inoltre, vi è anche da fare un discorso su cosa sia Bologna. Fino ad una quarantina d’anni fa, Bologna era una città di signori, le persone più colte d’Italia nascevano e crescevano lì, e la città era apprezzata in tutto il mondo per la sua eleganza. Tutto è finito nel 1977, quando gli autonomi, servi sciocchi del mondialismo plutocratico, hanno trasformato una meravigliosa città in un autentico letamaio. Piazza Maggiore, una delle più belle piazze d’Italia, è stata trasformata in un bivacco di punkabbestia, ubriaconi, tossici e balordi di ogni specie. E la più antica, e forse più prestigiosa università d’Europa, è diventata il ricettacolo della più volgare canaglia. Ecco, è da tutto ciò che nasce la violenza di questi teppisti nei confronti di Panebianco, un professore di cui, ribadisco, io non ho mai condiviso né le idee politiche di fondo e né i pezzi che scrive per il Correre, ma che non si può sopportare che debba essere costretto alla scorta e a spostare le lezioni. Ecco, Professor Giannuli, la realtà non è edulcorata, come lei, mosso da legittime e rispettabili simpatie ideologiche verso i presunti rivoluzionari di Bologna, ha delineato. La realtà è più drammatica, è la realtà di giovani ignoranti, presuntuosi e prepotenti, che dal ’68 ad oggi, pretendono di dettar legge ed imporre la propria volontà (si ricorda, Professore, quando a Renzo De Felice, nel 1988, i militanti della rediviva Lotta Continua voleva impedire fisicamente le lezioni alla Sapienza?), e rivendicano il diritto a ricorrere a coercizione e sopraffazione. Concludo, Professsore, rivolegendole, insieme alle mie rinnovate manifestazione di stima nei suoi confronti, una semplice domanda: dobbiamo continuare a tollerare tutto ciò, dimenticando come la tolleranza avuta in passato ci abbia portato dritti agli anni di piombo?
Aldo Giannuli
a differenza di Panebianco accetto le contestazioni e rispondo sapendo bene che forase il mio punto di vista resterà non condivis.
si Capisco che i ragazzi avrebbero potuto chiedere un civile confronto senza schiamazzi ed insultu, ma in questo modo, nessuno si sarebbe accorto della loro azione e il differenziale di “volume” sarebbe restato tutto a favore del Professore che scrive sul Corriere e dovunque gli paia. Il vero nodo di questa storia sta nell’enorme disparità dei rapporti di forza fra chi è debole e chi è foprte nella nostrasocietà. I mass media non hanno alcuna attenzione e non danno nessuno spazio a vodi che non siano nel coro, anche di intellettuali che magari non hanno meno tiitoli dell’eccelso politilogo, ma esprimono pareri “fuori binario” E dei giovani non parliamo proprio: i mass media se ne occupano solo se fanno casino ed i giovani si adeguano. Questo che vede oggi è il risultato dell’antipedagogia riservata alla giovani generazioni che si esprimeono come gli è consentito e, se permette, insegnato: io al posto della classe docente mi porrei qualche problema sull’efficacia dei modelli educativi praticati se questi sono i risultati.
Poi anche io ho nostalgia della Bologna dei primi anni settanta (e, contrariamente a quello che lei pensa, non ho simpatie ideologichje per l’area dell’autonomia con cui mi sono scontrato gioà dal 1977) ma il guaio è che la stessa cosa che lamenta per Bologna (magari caricando un po’ le tinte) si è riprodotta da Parigi, Ro,a, Milano, Berlino, Londra ecc ecc
temo che gli autonomi che lei non ama siano più l’effetto che la causa di tutto questo.
Gaz
@ d. Cardillo.
Se non ricordo male in Europa c’è una (una?) grossa compagnia petrolifera concorrente dell’Eni, i cui bilanci piangono. Mi pare che la cosa a livello globale sia più rilevante delle buone maniere o del galateo di alcuni giovani.
Yuri
La ricostruzione su Bologna è ridicola, il legame tra autonomi, mondialismo plutocratico e gente che bivacca è comico.
Il suo post trasuda pensiero piccolo-borghese da tutte le parti.
Gaz
@ Prof. Panebianco
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. …
Si faccia spiegare dall’Eni perchè la guerra sarebbe una sciagura per l’Italia.
Quanto all’interruzione di pubblico serivizio manca il dolo specifico, e mi pare di capire addirittura la condotta.
Le sanzioni disciplinari, se non ricordo male, comportano la negazione della lode … però sono procedimentalizzate … e voglio vedere come si districhernno … qualsiasi TAR però le farà a pezzi.
Ma quando mai si è visto il Corriere della Sera fare gli interessi dell’Italia?
La prossima volta che qualcuno avrà l’ardire di interrompere me, lo minaccerò dicendo : ” vi mando Panebianco!”
Panebianco, si armi e parta, dia l’esempio !!
P.s. Io ci manderei in Libia Bernard Henri Lévy a fare da vessillifero, ma anche Carla Bruni, la regina (come il rotolone di carta), la Merkel, la Berluscona, la Barakka a mettere sulla sabbia e in guerra i loro deretani …
Anna
E’ ormai evidente il disegno che ha come fine quello di soffocare qualsiasi voce contro. Le reazioni alla contestazione eccessive servono proprio a questo. E Bologna, che conosco per alcune vicende che hanno riguardato una persona a me vicina, devo dire che ne è una degna rappresentante da più di qualche anno.
Roberto B.
…”non trova di meglio che fare il coro d’appoggio a questi scriteriati, per una impresa sconclusionata e votata al fallimento come questa.”
Sconclusionata? Tutto dipende da quali sono i veri scopi di chi la vuole questa impresa.
O.T.: chiedo venia prof., ma la lettera di Grillo al Corriere della Sera è un episodio troppo importante, dal mio punto di vista almeno. Indipendentemente dal merito, sul quale mi trovo completamente d’accordo (un po’ meno forse col modo di scrivere, un tantino criptico direi, come qualche commentatore ha fatto notare), il fatto veramente importante e stupefacente è che abbia ritenuto di pubblicare le sue idee su un giornale che appartiene a quella pseudo-informazione che lui tanto osteggia e dalla quale è così maltrattato.
Ma la cosa ancor più importante è che, a differenza di tutte le altre occasioni similari, il suo intervento non sia stato ripreso dal Blog.
Come dobbiamo leggere l’accaduto?
Che stia piano piano per fare la fine di Bossi? Avessero davvero ragione coloro che affermano che il Movimento è oramai di esclusiva proprietà di Casaleggio, e che Grillo non riesce neppure più a dire la sua sul suo blog?
Gaz
@ Prof. Panebianco
La storia dovrebbe aver insegnato qualcosa. Essere alleati di quei colonialisti razzisti e genocidi del nord ( I g. m.) significa essere presi in giro, perchè sono imbroglioni, cinici, ipocriti, opportunisti, infidi, bai, corruttori, la cui parola vale zero, adusi a fare doppi e tripli giochi, a promettere la roba d’altri, ad ignorare il pacta servanda sunt. Nella II g. m. i partigiani, gli internati dopo l’8 settembre, le regie forze armate cobelligeranti non sono state neppure prese in considerazione durate i trattati di pace, per cui siamo stati un paese arresosi senza condizioni.
Bisogna essere autenticamente …… per fidarsi di gente del genere, che riserva più o meno quasi lo stesso trattamento sia che si vinca, sia che si perda.
Alleati di emme !! I migliori trattati con quella gentaglia sono quelli non fatti.
La guerra di Libia non è la nostra guerra: sarà l’occasione per mettercela nel deretano ancora una volta.
Prof., mi sa che non conosce proprio per niente quei lestofanti che barbari erano e barbari sono rimasti nel midollo, malgrado si siano ripuli e se la tirino come non mai.
Dafni Ruscetta
Professore, premetto che sono assolutamente contro la guerra e, in particolar modo, contro un’eventuale ipotesi di conflitto in Libia. Detto ciò, questa volta non sono d’accordo con le sue affermazioni…come si fa a dubitare che uno “sia poi quel grande politologo che ci era parso”, unicamente sulla base di una (legittima) posizione personale, sebbene di un certo peso, assunta su un tema politico attuale? Certo, la contestazione ci sta e ci sta anche che lei non sia d’accordo. Però questa nuova moda (un po’ alla Scanzi) di voler gettare nell’ ‘acqua sporca’ chiunque la pensi in maniera opposta alla nostra e chiunque sostenga o rappresenti, in qualche modo, quel ‘vecchio regime’ che si vuol contrastare e sostituire, non mi sembra un buon auspicio per una società futura e che si vorrebbe migliore dell’attuale. Soprattutto, contestare e in qualche modo ‘boicottare’ o, peggio ancora, banalizzare anziani pensatori (quella parte di società normalmente con più esperienza e che nelle società tradizionali veniva quasi venerata per la sua saggezza), esaltando invece sempre e solo le spinte rinnovatrici e radicali (leggi i giovani), mi sembra pericoloso, tipico di una società da ‘rivoluzione francese’. E la Rivoluzione francese, come si sa, non ha necessariamente prodotto buoni risultati, soprattutto nell’immediato.
Poi, ripeto, sono contrario a quella guerra quanto lei, ma chi può dire con certezza che
sarebbe “una impresa sconclusionata e votata al fallimento, un disastro militare”? Magari occorrerebbe prima aprire un dibattito anche su quello, magari con esperti di vari settori, non crede?
Gaz
Servono le basi della Sicilia per fare un operazione a tenaglia che parta dall’Egitto e fare il gesto dell’ombrelo all’Italia. Non dimentichiamo che con i libici abbiamo fatto i migliori affari noi e non loro e che questa si preannuncia come la seconda guerra all’Eni.
Vogliamo parlare dei diritti umani in Ciad? Perchè non invadere il Ciad? Perchè non bombardare una qualche republica delle banane centraficana dove i diritti umani non sanno neppure cosa sono? O forse è più comodo passare dalla Libia per raggiungere le colonie africane.
Bisogna essere stupidi per non capire il gioco della Francia ai danni dell’Italia con la benedizione di Washington.
Come si fa a farsi la guerra da soli ??
Appare ora più chiaro il caso del ricarcatore torturato in Egitto?
Gianluca
Ma lei davvero vede una nuova rivoluzione francese alle porte?
Gaz
A livello di politica internazionale c’è una nuova rivoluzione francese, nel senso precognizzato da Cetto Laqualunque.
Libertè, egalitè, (il terzo termine lo tralascio perchè indirizzato all’Italia.)
andrea z.
A proposito di un eventuale intervento in Libia, bisognerebbe chiedere ai nostri alleati come mai un Paese sotto controllo dei servizi italiani, che collaborava con il nostro governo per controllare l’immigrazione è stato buttato per aria.
Sarkozy sembra che lo abbia fatto per il petrolio e per nascondere una faccenda di finanziamenti libici alla sua campagna elettorale; gli americani per impedire lo sfuttamento congiunto da parte di Gazprom e ENI dei giacimenti dello Stato africano.
Adesso che le aziende francesi e americane si sono sostituite alle nostre negli appalti libici, ci tocca pure andare in quel caos a rischiare la pelle?
Ecco una sintesi di uno studio del Cesi sulla situazione assurda in cui ci stiamo andando a cacciare:
http://formiche.net/2016/02/25/tutti-dettagli-del-caos-libia-report-cesi/
Gaz
Non dimentichiamoci che questo è un disastro umanitario fatto da Sarkozy al quale Gheddafi avava dato vagonate di petrodollari per finanziargli la campagna elettorale. Questo sono rimasti gli stessi che promettono il Lombardo Veneto, sappiamo poi come è finita, ma pretendono per intero la Savoia e Nizza. Fidarsi di questi è da stupidi. Sono gli stessi falsari che vogliono rubarsi il Monte Bianco o si pappano le zone di mare migliori senza che il Parlamento abbia nulla ratificato.
Herr Lampe
Ok, Panebianco è un odioso trombone traboccante di luoghi comuni triti e ritriti.
Ciò detto, un’azione di questo tipo è utile se c’è un consenso tra la popolazione universitaria. Altrimenti il sospetto di situazionismo e autoreferenzialità è scontato.
E, mi spiace, ma dire che ci sono problemi ben più seri non esime chi vuole contestare il mainstream dall’evitare di farsi fregare.
Per cui io sono d’accordo con le tesi dei contestatori, le reazioni sono state spropositate, ma agire così è controproducente e ingenuo.
E, se sbaglio, Panebianco mi corigerà.
davidem
Potrei sbagliarmi, ma a parte lei professore mi pare che i commentatori non abbiano la minima idea di cosa sia la normale vita politica universitaria e sentendo parlare di scorta di polizia la loro mente ondeggi tra ricordi scolastici di Robespierre e sceneggiati rai della domenica sul ’68 e gli anni di piombo. Racconto un breve episodio allo scopo di mostrare come chi punta la Luna viene alle volte zittito da chi fissa il suo dito dicendo: è maleducato indicare a quel modo. Anni fa intervenni come rappresentante di facoltà ad un convegno col ministro berlinguer sul tema del numero chiuso premurandomi che nessun coro interrompesse la discussione fino alla fine. Invece di replicare ad argomenti concreti come “abbiamo il rapporto laureati-popolazione molto più basso di altri paesi e siamo ultimi in Europa per denaro a ricerca e università in rapporto al pil” il ministro azzardò metafore forzate sugli ufizi che non possono accogliere 1 milione di visitatori per poi ricordarsi di un unico breve slogan “fuori i fascisti” durante l’intervento del fuan. Dopo 3 ore di interventi tutto si concluse in meno di 20 secondi: il ministro alzò la voce per rimproverare la poca democraticità dello slogan usato mezzora prima, i contestatori alzarono lo striscione perché venisse inquadrato meglio dalle telecamere rai, un tipo del servizio d’ordine dei ds strappò lo striscione di mano agli altri, un ragazzo saltò sul tavolo per riprenderlo.
Morale: in tv mostrarono solo quei 20 secondi senza audio. La digos per mesi mi fece i complimenti per aver messo in imbarazzo il ministro ma quasi nessun altro se ne accorse. Tornando alla Libia e a Panebianco, mi pare che si sia creata una campagna atta a demonizzare il dissenso allo scopo di blindare la posizione militarista: chi è contrario sta con gli autonomi. Un po’ come quelle tragiche morti dei giuslavoristi per mano di quegli sciagurati che impedirono di mettere in discussione la flessibilità del mercato del lavoro, il quale ha contribuito a distruggere la nostra economia, nonché quel barlume di sinistra rimasto in certi partiti.
Io personalmente non avrei niente in contrario a difendere il diritto di panebianco a parlare (cosa che ha fatto dopo 5 minuti di interruzione); soprattutto se poi invitasse i suoi nipotini ad andare volontari in Libia, Iraq, Afganistan, Yemen…
Aldo Giannuli
perfettamente d’accordo
Gaz
Idem sentire. Cominciamoci a chiederci perchè certi eventi sono accaduti, dove volevano andare a parare i loro autori, chi ne aveva la forza e l’intelligenza e la stupidità, contro chi erano rivolti e a favore di chi.
La Libia confina con l’Egitto … Suez … Israele … Mar Rosso, Oceano Indiano …
Gaz
Mi restano nove righe per protestare contro una stupida guerra autolesionista.
BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa BokassaBoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa BoKassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa Bokassa
Tenerone Dolcissimo
Grandissimo Gaz
Hai ricordato un imbarazzante amichetto dei francesi. Sì proprio quelli che facevano i sorrisetti su Berlusca perché aveva accolto Gheddafi in quel modo ridicolo.
Senza contare poi che a Gheddafi nessuno ha trovato in frigo pezzi di cadavere a frollare in attesa di diventare spezzatino.
PS Un avviso a coloro che si sono uniti pronti alle tante campagne antiberlusca orchestrate dall’estero, prima delle quali quella che accusava di durezza contro i migranti il nano di Arcore. Berlusconi è sicuramente un pagliaccio, ma voi ancor piu’ sicuramente siete dei deficienti oltre che dei traditori della vostra patria.
GherardoMaffei
Premesso un distinguo necessario ( per quel po’ che vale) io sono contrario a tutti gli interventi militari italioti all’estero recenti e lontani, che altro non sono che conferme mondiali della nostra sudditanza ai gangsters americani e allo stato canaglia di Israele.Condivido la denuncia fatta del guerrafondaio Panebianco da parte di alcuni studenti bolognesi.Sarebbe una sciagurata avventura colonialista, nella Libia che ha già conosciuto la dominazione italiana, che con relative deportazioni di massa,rappresaglie contro i patrioti libici, impiccagioni pubbliche e uso di gas e altre nefandezze varie. Bene fece il leader Gheddafi a ricordarlo agli italiani smemorati, durante la sua ultima visita ufficiale in Italia, con la foto appesa al bavero della giacca del ritratto dell’eroe libico impiccato dai nostri connazionali.Sarà opportuno ricordare sempre agli smemorati, ma pure a Panebianco, che nella prima guerra colonialista italiana contro la Libia del 1912 , due strenui oppositori a tale misfatto ( che finirono in carcere nella stessa cella) furono Benito Mussolini e Pietro Nenni.
Herr Lampe
Premesso che ho apprezzato l’apostrofo sul “po”, posso sommessamente richiamare la sua attenzione sulle modalità di gestione del dissenso in Libia sotto il fascismo?
Lei che ama la letteratura storica apprezzerà “Italiani brava gente” di Del Boca, ne sono convinto. Ammesso non lo abbia già letto ovviamente.
Gaz
Meglio a piedi, piuttosto che comprare una macchina col marchio di quella poco di buono di Marianna!
Avavano la stessa rudezza anche Mussolini e Nenni, solo che il primo prese la cibanza dalla Franza … per cambiare idea.
E poi hanno il coraggio di chiamarci “maccaroni” e di disprezzare le truppe italiane intervenute sul fronte franco tedesco.
Alleati di emme!
massimo
Persone come Panebianco se ne impippano della democrazia se non nella misura in cui serve a loro per essere garantiti nello scrivere e dire le peggiori nefandezze; l’esimio professore scrive già da anni i suoi articoli sul Corriere della Sera oltre che insegnare all’università ma trova anche la faccia tosta di farsi passare per vittima per il solo fatto che viene, giustamente aggiungerei io, contestato per le stupidaggini guerrafondaie che scrive.
Insomma tipi alla Panebianco pontificano, insegnano all’università e scrivono sui giornali ma pretendono anche di non essere contestati….mi pare un po’ troppo……e ovviamente il coro mediatico servo e allineato si strappa le vesti perché a Panebianco non viene consentito di parlare….sic… ?…..siamo oltre il paradosso.
Senza contare che tipi alla Panebianco scrivono sul Corriere della Sera proprio perché sono allineati e coperti al sistema di potere criminale che ci governa con tracotanza e strafottenza.
Gaz
@ Panebianco
Nobel Prix per la pace, per aver difeso i diritti umani in Africa e aver denunciato e combatutto le nuove forme di sfruttamento neocoloniale.
Lorenzo
“Il vero nodo di questa storia sta nell’enorme disparità dei rapporti di forza fra chi è debole e chi è forte nella nostra società”
Giannuli vede giusto. Ed è significativo dello stato di dissoluzione delle sinistra che ormai tanta gente che magari vi si riferisce, abbia perso ogni nozione della lettura marxiana della società come conflitto di classe, in cui la proprietà dei mezzi di produzione conferisce un potere decisivo di orientamento della macchina statale e di quella mediatica.
Gli autonomi, consapevoli che la non-violenza è la filosofia di ogni perdente (altra fondamentale lezione marxiana), hanno cercato di attirare attenzione sulle proprie idee con un’azione spettacolare, alla quale la stampa di regime ha immediatamente risposto con una controcampagna finalizzata a screditare come loro complice chiunque si opponga alla guerra.
Ma l’assurdità di appellarsi a criteri di libera discussione precorre anche Marx. La repubblica italiana prevede reati di opinione. Se il regime incarcera ed espropria chi dice cose ad esso sgradite sui negri, o sul presidente della repubblica, o sull’esercito italiano, o sul nazionalsocialismo ecc. ecc., per quale motivo al mondo gli autonomi, in quanto organizzazione politica concorrente, non dovrebbero usare il medesimo grado di violenza con chi dice cose che scomodano a loro? Prima che dottrina politica mi pare questione del buon senso più elementare.
Tenerone Dolcissimo
Come mai questi giovani fischiatori non vanno a fischiare sotto le ambasciate di Francie e UK????!?!?!?!???!!!!!??
E magari chiedono conto della fine del Duce di quella di Mattei e di Ustica -con strascico di testimoni impiccati in ginocchio- e di Gardini e dei sorrisetti della Merkel per fottere il duo Berlusconi e Gheddafi??????
E perché non fischiano Napolitano che ci ha trascinato in una guerra autolesionista senza contare poi che siamo curiosi su come abbia fatto a convincere Berlusca ad aggredire l’amico Gheddafi?????
Aldo Giannuli
semplice: percè se vanno a fisciare sotto le ambasciate di Lodra e Parigi non se ne accorge nessuno e non esce un trafiletto da nessuna parrte, Così invece strattano un po’ di spazio
Gaz
Ecco una lezione di galateo internazionale e nello stesso tempo di capacità di tutelare gli affari interni di uno stato sovrano da interferenze esterne da parte di un Capo di stato che tutela i propri ex ministri e per esso il proprio Paese. Per la cronaca Chavez diede del fascista ad Asnar, difeso da Re Juan Carlos, che ricambiò con l’ordine di chiudere la bocca perchè non capiva nulla.
Per l’Europa ci sono politici che quanto a scandali e non solo sessuali farebbero impallidire B., eppure l’Italia non ne chiede la rimozione.
Tanto per iniziare, una santa e sonora tirata di orecchie agli ambasciatori di Franza e Allemagna con l’invito a farsi i sorrisetti e i fatti di casa propria, e a rispettare il Paese Italia, perchè B e Napo se la risparmiarono ?
Questi sarebbero quelli che non interferiscono negli affari interni di uno stato sovrano, fino a prova contraria.
Alleati di …
https://www.youtube.com/watch?v=gB_fvVLdmRI
Lorenzo
La curiosità è presto soddisfatta: se Berlusca non avesse tirato all’amico la tradizionale (siamo italiani) pugnalata alla schiena il Paese avrebbe perso tutte (anziché solo parte de) le sue rendite energetiche in Libia e non avrebbe avuto Draghi eletto alla presidenza della BCE.
Essere satelliti di un impero mondiale comporta certe obbligazioni.
Gaz
Quello era il girdino di casa col cui padrone c’èera un trattato ..
Se B. si fosse messo di traverso, non avesse concesso le basi in Sicilia – salvo poi escludere gliitaliani dai breafing- dato quanto promesso … sarebbero stati problemi duri per la Franza in Franza e nel deserto libico.
Oggi la cosa si ripete: hanno bisgno dell’Italia perchè le patate bollenti vogliono scaricarle ad altri.
Chiarito che l’aggressore è Sarkozy, si può andare a fare il bello e cattivo tempo in una delle colonie della Franza? E sulla base di quale principio di diritto internzazionale?
A Norimberga l’Allemagna fu condannata come paese aggressore .. ora si preannuncia una catastrofe umanitaria che si sommerà a quella presente, di cui l’Itali pagherà un prezzo salatissimo … valgono ancora le stesse regole di Norimberga?
Gaz
@Lorenzo
Giusto per ricordare i precedenti, nella prima guerra del Golfo la Franza fu ferocemnte contraria, anche ad operazioni iniziate, alla guerra e disse no in modo ripetuto e forte, quasi a muso duro, agli Usa e purtuttavia la Elf consevò le sue consessioni a semi invasione terminata.
Lorenzo, mi spieghi questa vicenda di un peso e due misure.
Possiamo dire alleati di emme?
Gaz
@Lorenzo
Quando l’Italia di B. e Napo ha partecipato al rovesciamento di Gheddafi con cui aveva stretto un trattato di protezione-alleanza mi sono vergognato di essere italiano.
Gaz
🙁 Giungerà il giorno in cui ricorderete questi post, dove ora me la sto suonando e cantando. 🙂